Elogio della merda
Nutrire la pancia |
Ho sempre
avuto un interesse per quel che è il prodotto della nostra digestione, per quel
che viene metabolizzato e scartato.
Guardavo le feci con meraviglia; come
è possibile mi ripetevo che questo è il risultato finale di ciò che noi
mangiamo. Mi colpiva il colore marrone di tale materia sublime miscuglio di
toni, mi eccitava la fantasia, una fantasia lunga come il tubo digerente, mi
addentravo con il pensiero e immaginavo processi chimici sconosciuti. Un detto
popolare associa la merda alla fortuna; una volta tale detto stigmatizzava i
ricchi nel senso che chi è fortunato perchè ha abbondanza di cibo abbonda anche
la sua produzione di escrementi. Mi viene da pensare ai paesi poveri del
cosiddetto terzo mondo laddove manca il necessario per la sussistenza, laddove
ancora oggi si muore di fame, di malattie peraltro curabili se l'occidente
mettesse a disposizione medicinali invece di spendere in armamenti; laddove le
già precarie condizioni di vita sono aggravate dalle guerre.
Poniamo di capovolgere un luogo
comune della nostra mente civile, non pensiamo al cibo di cui ci nutriamo ma
alle feci che espelliamo a fine ciclo digestivo. Invertiamo i termini. Allora
potremmo leggere il motto dell'Expo di Milano non come “nutriamo il pianeta”
ma come: “facciamo cagare il pianeta”.
Perfino il Padre Nostro quando recita
“dacci oggi il nostro pane quotidiano” diverrebbe “dacci oggi il
nostro stronzo quotidiano”.
Soffermiamoci alla nostra città.
Quante cacche di cane sporcano i nostri marciapiedi lasciate in loco da persone
incivili e calpestate, spiaccicate da qualche incauto passante.
Per analogia in questi gioni ho visto
l'intervento urbanistico-edilizio di Porta Nuova con le sue torri denominate bosco
verticale e gli interventi residenziali di lusso chiamati con vari nomi
allettanti (Solea) sorti sull'area delle ex varesine, ho visto gli interventi
di edilizia residenziale sorti nell'area dismessa dell'ex fiera City Life anch'essi
extra lusso. La Porsche ultimo modello parcheggiata accanto al
marciapiede sottostante.
Anche questa è merda. Alloggi a
carissimo prezzo per qualche puttana e qualche magnaccia del mondo dello
spettacolo.
Non ho nulla da dire invece
dell'estetica di questi interventi che d'altro canto serve a far crescere il
prezzo a dismisura.
Infine dobbiamo recitare come il
detto popolare, se merda deve essere almeno che sia merda uguale per tutti.
Tiziano
Rovelli