MORTE, DEVASTAZIONE E MISERIA, QUESTO PRODUCONO LE ARMI
Uscire dalla Nato è più che mai indispensabile, come lo è convertire le fabbriche d’armi. La Nato non ci porta che nemici e miseria. Preparare una manifestazione oceanica a Napoli o davanti Palazzo Chigi contro il “Trident Juncture”.
Uscire dalla Nato è più che mai indispensabile, come lo è convertire le fabbriche d’armi. La Nato non ci porta che nemici e miseria. Preparare una manifestazione oceanica a Napoli o davanti Palazzo Chigi contro il “Trident Juncture”.
“Trident Juncture 2015”. Da Napoli spunta il tridente
di Alex Zanotelli
Incidente Nato in Spagna |
Napoli. Siamo di nuovo sul piede di guerra anche
in Europa sia sul fronte Ucraina, come nel Mediterraneo. E questo grazie alla
NATO. È stata la NATO a far precipitare lo scontro con la Russia perché voleva
e vuole che l’Ucraina diventi membro della NATO per poter così sparare i suoi
missili direttamente su Mosca. La Russia ha reagito ed ecco la drammatica
guerra civile di quel paese che rischia di diventare guerra atomica. «Ho le
armi nucleari», ha detto Putin. E minaccia di schierarle ai confini della Ue se
gli Usa non rimuovono le loro armi nucleari dall’Europa occidentale. Vista la
grave crisi, è stato convocato a Bruxelles il vertice NATO con la presenza del
nuovo segretario USA alla difesa, Ashton Carter. All’ordine del giorno:
potenziare la forza di reazione rapida della NATO portandola da tredicimila
soldati a quarantamila uomini (il triplo!), piazzare 5mila soldati (a
rotazione) nei Paesi Baltici e in Polonia ed infine spingere tutti i paesi NATO
a spendere il 2% del PIL nella Difesa. Ma ora si apre anche il Fronte Sud: il
Mediterraneo. Il 22 giugno la UE ha dato il via libera (senza il benestare
dell’ONU!) alla prima fase della missione navale EuNavForMed con cinque navi
militari, due sottomarini, due droni e tre elicotteri e un «migliaio» di
soldati per tentare di bloccare la partenza dei migranti dalla Libia. L’uso dei
droni militari (a Sigonella operano da anni i droni Global Hawk) si intensificherà
con questa missione UE «contro i trafficanti di esseri umani», grimaldello di
un’operazione sotto regia NATO per un intervento militare in Libia. Sia i
governi di Tobruk come di Tripoli hanno risposto che reagiranno contro questo
attacco.
È in questo pesante scenario di guerra che si terrà in
Europa dal 28 settembre al 6 novembre la più grande esercitazione militare
dalla caduta del muro di Berlino che coinvolgerà 35.000 soldati NATO, 200
aerei, 50 navi da guerra .Questa gigantesca esercitazione «Trident Juncture
2015», sarà pilotata dalla nuova base NATO di Lago Patria a Napoli. Giochiamo
in casa e giochiamo con il fuoco. Una domanda sorge spontanea: Ma cosa ci
stiamo a fare ancora nella NATO? Ma a che serve, se non portarci in sempre
nuove guerre? La NATO è sorta come alleanza difensiva degli USA e dei paesi
europei contro l’URSS e i paesi comunisti del Patto di Varsavia. Il Patto di
Varsavia e i paesi comunisti non ci sono più, ma la NATO continua ad esserci. La
NATO infatti avrebbe dovuto cessare con la caduta del muro di Berlino (1989).
Non solo c’è, ma da alleanza militare difensiva è diventata offensiva per
difendere gli interessi economici dei paesi membri ovunque essi siano
minacciati. Questo è avvenuto nel vertice di Washington (1999). Mentre nel
vertice di Praga (2009) la NATO ha fatto un altro salto: ha sposato la
strategia della «guerra preventiva». La NATO è una potenza militare che nessun
avversario può eguagliare, basata anche sulle armi nucleari, che la «NATO deve
mantenere finché vi saranno nel mondo tali armi», ha detto l’ex-segretario
generale NATO Anders Rasmussen. E per evitare attacchi terroristici e
missilistici, è stato annunziato al Vertice di Lisbona (2009) il progetto di
uno Scudo antimissile. «La sola esistenza della NATO come alleanza cui
aderiscono i paesi europei - ci rammenta giustamente il fisico Angelo Baracca -
implica un’ipoteca pesantissima che vanificherebbe la migliore costituzione
europea che si potesse concepire sia per gli aspetti della difesa, ma anche
della democrazia effettiva e della libertà”. Infatti sulla spinta della NATO,
l’Italia in questi due decenni, ha partecipato alle guerre del Golfo (1991),
Somalia (1994-’95), Bosnia-Herzegovina (1996-99), Congo (1996-99), Iugoslavia
(1999), Afghanistan (2001), Iraq (2003), Libia (2011). Milioni di morti!
Non trovano i soldi per la povertà, ma distruggono in armi la ricchezza |
Solo nella guerra in Congo, quattro milioni di morti. E
miliardi di dollari per fare queste guerre. Solo la guerra in Iraq (un milione
di morti!) ci è costata almeno tremila miliardi di dollari, secondo le stime di
J. Stiglitz (premio Nobel per l’Economia), fornite nel suo volume The Trillion Dollars War.
Guerre di tutti i tipi, da quella «umanitaria» a quella
contro il «terrorismo», ma il cui unico scopo è il controllo delle fonti
energetiche e delle materie prime, per permettere al 20% del mondo di
continuare a vivere da nababbi, consumando il 90% delle risorse del Pianeta.
«Lo stile di vita del popolo americano - aveva detto Bush senior nel 1991 - non
è negoziabile». E se non è negoziabile, allora non rimane altro che armarsi
fino ai denti. Soprattutto con la Bomba Atomica, la Regina che domina questo
immenso arsenale di morte che serve a proteggere i privilegi e lo stile di vita
di pochi a dispetto dei troppo impoveriti. Gli USA/ NATO hanno l’arsenale più
potente e affidabile al mondo con ottomila testate nucleari, di cui circa
duecento dislocate in Europa.
Settanta/novanta bombe atomiche sono in Italia: una
cinquantina a Ghedi (Brescia) e una quarantina ad Aviano (Pordenone). E questo
in un Paese che ha detto, con un Referendum, no al nucleare civile! La NATO,
sempre sotto comando USA, resterà «un’alleanza nucleare - ha ribadito Obama al
vertice di Lisbona - e gli USA manterranno un efficiente arsenale nucleare per
assicurare la difesa dei loro alleati». E tutto questo ci costa caro. «Il
bilancio civile della NATO per il mantenimento del quartiere generale di
Bruxelles - scrive M. Dinucci - ammonta a circa mezzo miliardo di dollari
all’anno di cui l’80% pagato dagli alleati. Il bilancio militare della NATO per
il mantenimento dei quartieri generali subordinati ammonta a circa un miliardo
di dollari all’anno, di cui circa l’80% pagato dagli alleati. Il budget
militare della NATO per il mantenimento dei quartieri generali subordinati
ammonta a quasi due miliardi di dollari all’anno, pagati per il 75% dagli
europei.»
Secondo i dati aggiornati al 2011, le «spese per la
difesa dei 28 stati membri della NATO ammontano a 1.038 miliardi di dollari
all’anno, una cifra equivalente a circa il 60% della spesa mondiale per le armi».
E l’Italia gioca un ruolo cruciale per la NATO: siamo un paese chiave nello
scacchiere militare dell’Alleanza Atlantica. A Napoli è stato da poco
inaugurata una sede NATO a Lago Patria con 1.500 militari. A Sigonella
(Catania) entrerà in funzione il sistema Ags definito da M. Dinucci «il più
sofisticato sistema di spionaggio elettronico, non in difesa del territorio
dell’Alleanza, ma per il potenziamento della sua capacità offensiva fuori area,
soprattutto in quella medio-orientale». Per di più nel 2016 Sigonella diventerà
la capitale mondiale dei droni. E per pilotare i droni, entrerà in funzione
nella vicina Niscemi, il sistema MUOS di telecomunicazioni satellitari di nuova
generazione. Niscemi diventerà così la quarta capitale mondiale delle comunicazioni
militari. Non possiamo accettare una tale militarizzazione del nostro
territorio, né tantomeno possiamo tollerare, a livello morale, la guerra con i
droni. «Questa guerra con i droni porta gli USA in una pericolosa china morale»
- scrive Jim Rice, direttore della rivista ecumenica USA Sojourners. C’è solo
un nome per tali uccisioni con i droni, sono veri e propri omicidi, non
giustificati né moralmente né legalmente. E sempre in questo contesto, il
governo italiano ha «accettato» sul nostro territorio anche AFRICOM, il supremo
comando americano per l’Africa con due basi: una a Vicenza per le forze aeree e
l’altra a Napoli per le forze navali. Non possiamo accettare che il nostro
paese ospiti quello che nessun paese africano ha accettato di ospitare. Non è
questa la politica estera che l’Italia deve intrattenere con un continente
crocifisso come l’Africa.
Da credente e da seguace di Gesù di Nazareth non posso
accettare un mondo così assurdo: un Sistema economico-finanziario che permette
a pochi di vivere da nababbi a spese di molti morti di fame e questo grazie a
una NATO che spende oltre mille miliardi di dollari all’anno in armi e
soprattutto con arsenali ripieni di spaventose armi atomiche. «La pace e la
giustizia procedono insieme - diceva, negli anni della Guerra Fredda,
l’arcivescovo di Seattle, R. Hunthausen. - Sulla strada che perseguiamo
attualmente la nostra politica economica verso gli altri Paesi, ha bisogno
delle armi atomiche. Abbandonare queste armi significherebbe di più di
abbandonare i nostri strumenti di terrore globale. Significherebbe abbandonare
il nostro posto privilegiato in questo mondo». Come credente nel Dio della vita
non posso accettare un Sistema di morte come il nostro pagato da miliardi di
impoveriti, milioni di morti di fame oltre che da milioni e milioni di morti
per le guerre che facciamo. E come seguace di Gesù di Nazareth che ci ha
insegnato la via della nonviolenza attiva, non posso accettare che il mio paese
faccia parte della NATO, una realtà che doveva già essere scomparsa con la
caduta del Muro di Berlino e che invece continua a forzarci ad armarci per
sempre nuove guerre «ovunque i nostri interessi vitali» siano minacciati.
Lo aveva già capito questo, Giuseppe Dossetti quando nel
1948 votò in Parlamento contro l’adesione alla NATO, mentre tutta la DC era
schierata per il Sì. Lo fece in ossequio alla sua coscienza e al Vangelo. È quanto
tocca a noi fare oggi, se vogliamo salvarci da questa follia collettiva. «La
guerra è una follia - ha gridato Papa Francesco al Sacrario militare di
Redipuglia - Anche oggi, dopo il secondo fallimento di un’altra guerra
mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta a “pezzi”, con crimini,
massacri, distruzioni…».
E allora mobilitiamoci tutti, credenti e non, uniamoci al
di là di ideologie o credi, contro questa gigantesca esercitazione militare
NATO «Trident Juncture 2015» che si terrà in autunno.
Lo chiedo da Napoli, il centro comando di questa
operazione, insieme al comitato napoletano «Pace e Disarmo». Perché non pensare
a una manifestazione nazionale a Napoli o altrove, promossa da tutte le realtà
del movimento per la pace, dalla Rete della pace come dal Tavolo della Pace,
dai No Muos come dai No NATO? Tutti insieme perché vinca la vita!