FAVOLE
PER GATTI
di Laura Margherita Volante
Un excursus dotto e poetico su uno degli animali più
popolari e legati alla casa
Anna Lorenzetti è un’artista creativa, che produce con
arte maschere veneziane, bambole e addirittura ha realizzato un fantastico
presepe esoterico esposto nel Castello di San Costanzo. San Costanzo (PU) le ha
dedicato presso il Palazzo Cassi un
museo permanente per esporre le sue opere, che hanno partecipato a più sfilate
prestigiose, fra cui quelle di Venezia e
di Capua. Il 30 agosto le sue maschere sfileranno a Sant’Angelo in Vado. Persona
dall’animo dolce ed enigmatico non mi meraviglia che abbia scritto il libro
Favole per gatti, perché penso che incarni lei stessa il mondo interiore di
questo felino domestico rappresentato simbolicamente e venerato in molte
culture fin dall’antichità.
Sono
andata a trovare Anna nella sua dimora di Castel d’Emilio a pochi km. da
Castelferretti (AN) situata nella ex chiesa di San Pietro del Castello stesso.
Lo stupore è inimmaginabile. Mi è sembrato di entrare in un altro mondo:
universo di fate e di misteri, eco della memoria perduta fra le pagine dei
libri antichi. Arredi, oggetti antichi, stoffe e collezioni sui tavoli e alle
pareti alimentano un fascino attraente e indescrivibile. Il mio è un invito ad
andare a vedere e a conoscere questo personaggio alla Mery Poppins, che vola
sui tetti della vita come i gatti per amoreggiare con la luna e le stelle.
Ognuno nasce per raccontare la sua
storia.
Anna
ci narra la sua iniziata in un mondo di adulti ipocriti e aridi di cuore, che
stabilivano cosa fosse giusto o sbagliato, decide così di crescere alimentando
la fantasia attraverso la sua anima esplorativa. Un giorno arriva Berenice, una
gatta spaventata e che aveva paura dei temporali. Per calmarla Anna le parla e
l’accarezza seguendo il filo di quelle stelle che conducono sui tetti per
ascoltare la voce della luna e le favole per gatti. E fu così che il Signore
donò alle donne e agli uomini un frammento di anima: l’anima dell’artista che
scopre il mondo con lo stupore del fanciullino. Quanta nostalgia hanno i Santi
del Paradiso nel ricordare le bellezze della natura e i propri cari. Il Signore
per confortare i loro cuori e la loro mente regalò la pioggia. Ogni santo entrava
in una goccia per scendere sulla terra portando un bacio a chi voleva. Una dopo
l’altra le favole volano fra le nuvole dove angioletti, arcobaleni, diavoletti,
tuoni e fulmini in uno spettacolo di vita fra il cielo e la terra giocano con i
sogni che si rincorrono fra sciami di stelle. Alla storia di Anna non poteva
mancare un cavaliere errante Fortegatto innamorato della sua principessa Berenice,
per dichiararle il suo amore che in un’estasi inesprimibile è suggellato dal
primo bacio.
Tra
tutti gli animali fatati la figura del Gatto assume un’eco particolare: esso
viene definito l’animale più misterioso tra tutti, ed è come se fosse un ponte
tra la nostra dimensione e la dimensione del Fato. Chi possiede uno di questi
animali può capire.
Gatti
sono curiosi e complessi, affettuosi ma indipendenti, “addomesticati” ma
selvatici, riservati e premurosi…
Affascinante
ed enigmatico, il Gatto ama il calore e la tranquillità, è un osservatore
attento ma discreto, curiosissimo, che adora ficcare il muso nei nostri affari:
si siede sul giornale quando lo stiamo leggendo, o su un foglio proprio nel
momento in cui siamo intenti ad appuntarvi sopra qualcosa. È fatto così, non lo
fa per dispetto, ma per un irrefrenabile desiderio di essere al centro delle
nostre attenzioni.
Misteriosi
ed eleganti, giocherelloni e teneri, i gatti sono le creature più
“ingannatrici” che la nostra specie abbia mai “civilizzato”, ma, nel corso dei
tempi, tutte le civiltà hanno faticato a capire i Gatti. Dolci, o riservati?
Solitari, o socievoli? Meditativi, o funerei? Fisicamente i Gatti sono cambiati
ben poco, è cambiato il nostro modo di vederli. Una lunga tradizione di
pensiero assegna al Gatto poteri magici, in quanto la sua sensibilità va oltre
quella dei cinque sensi e gli permette di intuire cose che sfuggono alla nostra
percezione.
Un
grande legame esoterico dal punto di vista della mitologia e della religione ha
sempre caratterizzato il rapporto tra uomo e Gatto. In tutti i tempi e in tutti
i luoghi, i Gatti hanno sempre rappresentato quel meraviglioso anello di
congiunzione tra il mondo umano e qualcosa che va verso la trascendenza dello
spirito, qualcosa che per noi è invisibile. Il Gatto è il simbolo vivente della
bellezza, dell’invincibilità, della meraviglia, dell’orgoglio, della libertà,
dell’autosufficienza, della squisita individualità e del godersi le cose
piacevoli. Attraverso i suoi occhi di profondo osservatore e critico
imparziale, egli intuisce profondamente ed accetta con indifferenza vizi e
virtù del suo amico umano.
Molti
si sono chiesti che cosa stiano guardando i Gatti quando si siedono così,
fermi, apparentemente persi nei loro “pensieri”, o forse “a sognare ad occhi
aperti”.
Gatto
può diventare il vostro portale verso la trama della vita. Allora vi potrà
mostrare la meraviglia dei corridoi tra le stelle, i portali verso le altre
dimensioni, e l’esistenza magica che gli esseri umani hanno dimenticato.
Le
sue zampe possono davvero camminare sui tetti sotto il cielo stellato. Ma la
cosa più importante è che la sua vita non cambia, continua sempre a giocare, è
sempre vivo. È sempre un Gatto, vivo e sveglio, ed esprime ciò che è.
Chiunque
viva con un Gatto non ha alcuna difficoltà a riconoscere le sue facoltà
psichiche ed extrasensoriali. I Gatti, spesso, sono portatori di messaggi e
presagi; medium e veggenti sono i primi a riconoscere in loro una capacità
soprannaturale di percezione ed empatia, tale da indurli ad averli sempre al
loro fianco come compagni fidati, ed utilizzarli come mezzi di collegamento tra
ciò che è visibile e ciò che non lo è. In molte culture ai Gatti viene
riconosciuta la capacità di vedere e percepire l’invisibile, spiriti e fantasmi
inclusi. I Gatti in particolare, possiedono la capacità di vedere l’aura che
circonda gli esseri umani, il corpo sottile, ovvero i colori che circondano una
persona e che sono lo specchio dei suoi stati d’animo, delle sue paure e
convinzioni, del suo stato emotivo e fisico. La storia è costellata di episodi
che confermano il forte valore simbolico ed evocativo del Gatto. Il Gatto
infatti non suscita sentimenti tiepidi: creatura magica e misteriosa, o lo si
ama, o lo si detesta.
Gli
antichi Greci infatti, ritenevano il Gatto un animale sacro alla dea Artemide,
Dea della Caccia e della Luna. Narra la leggenda che la Dea potesse liberamente
trasformarsi in un Gatto.
Anche nell’antica Roma i Gatti erano sacri a
Diana (Artemide in Grecia), si credeva che avessero poteri magici, concessi
loro dalla Dea. Quando moriva un Gatto nero, veniva cremato e le sue ceneri
sparse sui campi per propiziare un buon raccolto ed eliminare le erbe
infestanti. Gli Egizi onoravano ed idolatravano questo animale. Chi uccideva un
Gatto era sempre criminale, e tale crimine si espiava solo col supplizio.
Quando
un Gatto moriva naturalmente, dice Erodoto, le persone della casa piangevano il
lutto come se fosse scomparso un membro della famiglia. Se moriva il Gatto di
casa, tutta la famiglia egizia si rasava le sopracciglia, e il Gatto veniva
imbalsamato e degnamente seppellito. Nell’antico Egitto il Gatto era ritenuto
animale sacro e divino, ed è quindi naturale che, alla loro morte, essi
venissero imbalsamati e sepolti con ogni onore. Il Gatto, la cui pupilla
subisce delle variazioni che ricordavano le fasi della luna, veniva paragonato
alla Sfinge per la sua natura segreta e misteriosa, e per la sensibilità alle
manifestazioni magnetiche ed elettriche. Inoltre la sua abituale posizione
raggomitolata e la facoltà di dormire per giornate intere ne fa l’immagine
della meditazione. Particolare attenzione fu data al Gatto nero: portatore di
magia, egli era rappresentante delle tenebre, ma grazie alla pelliccia capace
di assumere il bagliore luminoso del chiaro di luna. Nella mentalità
occidentale invece viene visto in maniera sostanzialmente negativa, in quanto
legato al buio delle tenebre, alla morte, al lutto, all’ignoto.