Più volte ho ricordato il pensatore Giordano Bruno, una delle più brillanti menti della sua epoca, condannato al rogo nel 1600 dalla setta terrorizzante e criminale della Chiesa Cattolica per le sue posizioni filosofiche che anticiparono e ispirarono il pensiero sanamente ateo dei nostri tempi, purtroppo ancora in minoranza nel mondo popolato dai malati mentali volontari seguaci della stessa criminale setta fondamentalista e assassina e del suo criminale Stato dittatoriale cattolico-fascista del Vaticano. Fu un uomo coraggioso che seppe trarre le più estreme conseguenze dalle sue idee: una 'falena dello spirito', che bruciò alla luce dei propri ideali. Ecco le ragioni di detto crimine dalle parole di un grande studioso del filosofo nolano, Anacleto Verrecchia:
"Come si spiega l'accanimento della Chiesa contro il frate di Nola? La risposta va cercata nella filosofia stessa di Bruno, la quale teorizza non solo che l'universo è infinito, ma che è eterno, cioè che è sempre esistito e sempre esisterà. Tutto questo rende superfluo un dio creatore, che infatti non si saprebbe dove piazzare. Ma se non c'è posto per un dio, non c'è neppure per i chierici, suoi ministri: tutti disoccupati! Visto così, Bruno dev'essere subito apparso un filosofo troppo pericoloso per la Chiesa, e ciò spiega perché essa, dopo averlo ucciso, abbia sempre cercato di insegretirlo o almeno di diffamarlo. Se avessimo tutti gli atti del processo, anziché solo frammenti o spezzoni, sicuramente verrebbe fuori che il vero motivo della sua condanna al rogo fu soprattutto la teoria dell'universo infinito ed eterno. Invece la Chiesa ha accettato, in qualche modo, la teoria del Big- Bang, dicendo che solo un essere onnipotente, in altre parole un dio, poteva provocare una simile esplosione cosmica. Già, ma quell'esplosione potrebbe anche far pensare che Dio si sia sparato. Infatti né in terra né in cielo c'è traccia di un essere sommamente buono come quello di cui cianciano i chièrici. Motivi per spararsi non gliene mancavano di certo, dopo aver «creato» un mondo come questo. È ciò che pensa anche Schopenhauer: «Se un dio ha fatto questo mondo, io non vorrei essere quel dio, perché il dolore del mondo mi strazierebbe il cuore»". (Anacleto Verrecchia, “Giordano Bruno" Nachlass, München 1985, III, 57, pag.11).
La casa editrice Donzelli, asservita al pensiero di regime cattolico dopo aver ricevuto esplicite e velate minacce dall'Opus Dei, non pubblica più questo libro, da tempo esaurito nelle librerie. Nemmeno si cura di una sua benefica ristampa. Protestiamo contro questo atteggiamento vile che impoverisce la cultura italiana già gravemente compromessa dal credo religioso, noi liberi pensatori e sanamente atei di cervello facciamoci sentire!
Giovanni Bonomo