UNA NUOVA ODISSEA...

DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES

Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.

Angelo Gaccione
LIBER

L'illustrazione di Adamo Calabrese

L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
(foto di Fabiano Braccini)

Buon compleanno Odissea

Buon compleanno Odissea
1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)


"Fiorenza Casanova" per "Odissea" (Ottobre 2014)

giovedì 30 maggio 2019

La poesia                                              
Guardando Micaela


Che cosa vai cercando bimba dagli occhi parlanti?

Vado cercando la riva del mare
per fare bagni di luce.
Vado cercando valichi di montagna
e picchi nevosi
per ubriacarmi di sole.
Vado cercando foreste di verde
per sedare l’intima arsura.

Che cosa stai cercando bimba dagli occhi piangenti?

Vado cercando i colori dell’arcobaleno
dispersi in crepuscoli di fumo.
Vado cercando rivi di acqua stagnanti
per disseppellire limpida vita.
Vado cercando torme di uccelli
per fare giustizia di voli assassinati.
Vado cercando frastornanti città
per popolarle di umani silenzi.

Che cosa vai cercando bimba dagli occhi ridenti?

Vado cercando cuori dispersi
su ragnatele di noia.
Vado cercando aride menti
smarrite in teoremi tombali.
Vado cercando membra sfinite
da inutili angosce mortali.
Vado cercando spazi angusti
di vuote fortezze
per colmarle d’amore.

Vado cercando, vado trovando
il senso di ciò che non c’è.

[Oliviero Arzuffi]



Comunicato dell'Associazione Parco Piazza d'Armi


Milano. Da 8 anni ci interessiamo della vasta area dismessa di Piazza d'Armi e la frequentiamo. Abbiamo portato centinaia di persone a visitarla e ad apprezzarla, l'abbiamo più volte ripulita, accumulando sacchi di rifiuti, l'abbiamo fatta conoscere a tutta la città, e anche in Italia, abbiamo raccolto migliaia di firme per farla diventare Luogo del Cuore FAI 2017 e per modificare il PGT che prevede di preservare a verde solo 21 ha. sui 35 totali di verde.
In questi anni abbiamo dato vita, insieme al Coordinamento Piazza d'Armi, al Comitato Cittadini per Piazza d'Armi e a numerose realtà di zona e cittadine a manifestazioni e iniziative di ogni tipo per sensibilizzare città e amministratori sull'importanza di preservare l'oasi naturalistica e la memoria storica di questo luogo, primo aerodromo di Milano, dove operò l'ing. Forlanini e transitò Nobile per il Polo Nord.
Nel 2015 abbiamo avanzato alla Sovrintendenza una richiesta di Vincolo  paesaggistico, corroborata recentemente da un'ulteriore istanza di Vincolo su alcuni magazzini storici e anche  il FAI, nel 2018,  ha richiesto  il Vincolo paesaggistico sull'intera area verde.
Nel marzo 2019 il Parlamento Europeo, avendo accolto la petizione nostra e del Comitato Cittadini per la Piazza d'Armi, ha inviato a Comune, Regione e Ministeri competenti un monito in cui “fa suo l'appello dei cittadini contro il possibile scempio nell'ex Piazza d'Armi” e invita gli Enti “a preservare i suoi valori ambientali, paesaggistici, architettonici” nonché “a porre vincoli urbanistici con gli appositi piani regolatori e paesaggistici”.
L'avvio della procedura di Vincolo di interesse culturale sull'area verde e per i magazzini militari da parte del Mibac non cala quindi dall'alto, ma è la risposta ad un vasto movimento, di azione e di opinione, a tutela di questo prezioso polmone verde, nonché rilevante elemento di memoria storica della città.
In questi mesi stiamo partecipando ad un Tavolo istituzionale per la progettazione dell'area verde, insieme alle maggiori associazioni ambientaliste, e abbiamo un progetto anche per la rigenerazione sostenibile dei magazzini (vedi RIMANI in www.legiardinieremilano.it).
Per noi il vincolo storico richiesto dal Mibac non significa degrado, ma una preziosa opportunità.
Se ci sono le idee e la volontà politica, i fondi si cercano e si trovano là dove ci sono, in Italia e nella UE.
Le Giardiniere di Milano

GRECHETTO


La Sala del Grechetto
con il ciclo di Orfeo alle pareti


Una mostra un trasloco
Destini della sala del Grechetto di Palazzo Sormani 
a Milano

Mercoledì 5 giugno 2019 ore 18
presentazione del libro di Alessandro Morandotti
pubblicato dalla Casa Editrice Scalpendi

Con l'autore ne parleranno
Giorgio Panizza e Stefano Zuffi


La copertina del libro

Il libro è una riflessione critica su una vicenda che investe la storia del patrimonio artistico della città. Si affronta il destino di uno dei più straordinari cicli pittorici a soggetto naturalistico nella storia dell’arte europea del Seicento, di fondo una sorta di incredibile diorama botanico-zoologico destinato ad illustrare specie animali e vegetali provenienti da tutto il mondo, a lungo ritenuto opera del grande pittore genovese Giovanni Benedetto Castiglione, il Grechetto (Genova 1609 – Mantova 1664).
In funzione della sua valorizzazione, il Comune di Milano ha promosso ora una mostra, aperta tra marzo e luglio 2019 (Il meraviglioso mondo della natura), trasferendo a Palazzo Reale le oltre 20 tele che tappezzano senza soluzione di continuità la sala in cui sono collocate fin dai primissimi anni del Novecento: la cosiddetta Sala del Grechetto in Palazzo Sormani, l’edificio tardo-barocco sede dal 1956 della Biblioteca Civica.
Benché concepito verso il terzo quarto del Seicento per Palazzo Visconti, poi Lunati, poi Verri, in Contrada Monte Napoleone, il ciclo è stato rimontato nella sede attuale per volontà della famiglia Sormani, eredi dei Verri, con un’operazione di ridimensionamento e di raccordo ormai parte della consolidata storia conservativa di quel complesso di tele.
Lo spostamento nella Sala delle Cariatidi per un’occasione espositiva che fa discutere è avvenuto, non senza complicazioni (visto che si tratta di 200 mq di tele, in qualche caso di oltre 5 metri di altezza), nella prospettiva di trovare dei fondi per un restauro e al contempo per valutarne il trasloco definitivo in altro edificio. Il libro restituisce la posizione dell’autore su questa vicenda museografica delicata, a lui molto cara, intervenendo nel dibattito quanto mai attuale e scottante.
Cliccare sulla locandina per ingrandire



L’AFORISMA ITALIANO: UNA STORIA ANTICA
di Antonio Castronuovo
 
Antonio Castronuovo

Iniziamo con una delimitazione del senso di aforisma, e lo facciamo assieme a un cittadino milanese illustre: Giuseppe Pontiggia, un fuoriclasse dell’aforisma. La parola delimitazione ha già detto tutto: il verbo greco genetico, aforizein, è appunto delimitare. Ma, ci fa notare Peppo, in aforizein c’è la radice horizo, orizzonte: il cerchio del nostro sguardo, il limite cui esso giunge. Per Pontiggia l’aforisma è la possibilità di racchiudere, entro i limiti di una definizione, il flusso altrimenti inafferrabile dell’esperienza. [Scrittori italiani di aforismi, Meridiani, 1, p. XVI] Dunque aforisma come definizione di una esperienza, cioè espressione di una esperienza e suo contenimento in una formula breve. La brevità è carattere dell’aforisma, anche se non se ne può dare una misura certa: da una riga a una pagina. In tal senso, accogliendo il senso di aforisma come forma breve, la storia di quello italiano è quasi millenaria: Ruozzi parte nella sua antologia da testi del Duecento, dimostrandoci subito che i primi confronti con la forma breve, e per secoli, non sono compiuti da letterati, ma da militari, medici, politici, maestri, uomini di religione. Non persone che scrivono per letteratura ma per impegno pratico: uomini che lavorano, che hanno un ruolo attivo nella società. Se solo guardiamo a Dante, egli è testimone della parola aforismi in due sedi, e in entrambi i casi riferite alla scienza medica: nel Convivio, alludendo al titolo dei precetti medici di Ippocrate, scrive «li Aphorismi d’Ipocràs» (I, viii, 5); e in un verso del Paradiso, per esprimere la vanità delle cure terrene: «Chi dietro a iura e chi ad amforismi / sen giva, e chi seguendo sacerdozio» (XI, 4). C’è insomma chi segue la strada delle scienze giuridiche, chi quella degli «amforismi», cioè delle scienze mediche. Possono dunque rientrare nel genere i Fioretti di San Francesco e i Motti e Facezie del Piovano Arlotto; i Pensieri di Leonardo o Paolo Sarpi e i Libri dei dubbi di Ortensio Lando; i Ricordi di Guicciardini e gli Aforismi politici di Tommaso Campanella. Fino al Seicento viene privilegiata la trasmissione di saperi, la riflessione, la descrizione di fatti della medicina, politica, arte militare. 

Tommaso Campanella

Un solo esempio dagli Aforismi politici di Campanella del 1601: 
Il dominio d’uno buono si dice regno e monarchia; d’uno malo si dice tirannia. Di più buoni si dice aristocrazia; di più mali si dice oligarchia. Di tutti buoni si dice politìa; di tutti mali si dice democrazia.
Poi lungo il Seicento - grazie anche alla nascita della massima francese - appare qualcosa di nuovo: una certa leggerezza, il teatrino - anche pungente - delle umane passioni. Tutte qualità che andranno ad abitare lussuosamente nell’aforisma moderno. 

Salvator Rosa (autoritratto)

Ed è così che un Salvator Rosa, pittore, scrittore, poeta, musicista, attore, moralista, figura pienamente seicentesca in questo suo enciclopedismo biografico, può annotare aforismi di acuta modernità:
Dove son molte leggi, vi son molte ingiustizie.
Due solo giorni felici toccano colui che prende moglie: quello delle nozze e quello del funerale.

Francesco Algarotti

La linea perdura, arricchendosi del motto di spirito e colorandosi di illuminata ironia lungo il Settecento, quando nei Pensieri diversi un Francesco Algarotti, amico di Voltaire, uomo curioso e pungente, nemico dell’ignoranza e dell’affettazione, può scrivere:
Gli epigrammisti in poesia sono come i fioristi in pittura.
Chi non sa viver solo morirà in compagnia.
La donna non pone tanto studio nel vestirsi se non perché l’uomo meglio desideri di vederla spogliata.

mercoledì 29 maggio 2019

L’aforisma del giorno

Di Maio

“La sindaca Raggi: ha assegnato casa a una famiglia Rom, 
e gettato in mezzo a una strada il suo ministro Di Maio”.
Nicolino Longo

ELEZIONI EUROPEE 2019:
ANALISI DEL VOTO A LIVELLO REGIONALE
di Franco Astengo


Crescita dell’astensionismo forse oltre la fisiologicità del fenomeno in occasione delle elezioni europee, nuova espressione di fortissima volatilità elettorale, esaurimento del “centro” e della “sinistra” con un chiaro spostamento a destra come segno dei tempi; forte dispersione di voti a causa di una soglia di sbarramento molto alta.
Sono questi principali fattori che emergono dall’analisi del voto italiano al riguardo del Parlamento Europeo svoltosi il 29 maggio 2019 e che richiamano la necessità di un’analisi disomogenea comprendendo in questa i dati sia delle due tornate europee sia di quella politica del 2018.
Ne è uscita un’Italia spaccata in due: con la Lega egemone fino a Campobasso e il M5S che cerca di reggere da Caserta in giù; in mezzo a questa geografia dai termini bipolari ribaltati rispetto alle politiche 2018 qualche minuscola “enclave” segna, in Emilia e in Toscana, la precaria presenza del Partito Democratico. Si evidenzia un passaggio diretto di voti tra Forza Italia e Fratelli d’Italia (con la seconda che si rafforza evidentemente). Quindi non appare automatico un passaggio diretto tra Forza Italia e la Lega. La Lega in diverse situazioni attinge dal serbatoio M5S che sicuramente ha approvvigionato l’astensione. Lega e M5S risultano protagonisti della volatilità elettorale in entrata e in uscita di proporzioni molto spesso superiori al 50%. Non sono esaminati in questa sede gli sconfortanti dati della lista della Sinistra che mi riprometto di studiare a parte. Tutto il resto sembra di contorno. Per capire meglio però la dislocazione del voto ho lavorato su i dati regione per regione presentando alcuni raffronti che possono aiutare un’analisi maggiormente compiuta.
Piemonte
In Piemonte si svolgevano anche le elezioni regionali che hanno registrato il successo della coalizione di centro destra.
Dal punto di vista della partecipazione al voto hanno espresso un suffragio valido 2.188.183 piemontesi.
Il dato risulta in flessione sia rispetto al 2014 (meno 60.674) sia rispetto alle Politiche 2018 (meno 259.705).  Di grande rilievo l’incremento della Lega passata da 171.119 voti nel 2014 a 553.336 nel 2018 fino ai 813.001 del 2019. Vale la pena esaminare l’incremento avuto dalla Lega con la flessione accusata da Forza Italia, verificatasi soprattutto tra le politiche 2018 e le europee 2019. Questo il trend di Forza Italia: 2014: 354.401, 2018: 328.202, 2019 198.721. Tra il 2018 e il 2019 Forza Italia cala di 129.481 unità. La Lega sale di 259.667. Considerato l’incremento di Fratelli d’Italia (da 95.342 a 98.690 fino a 198.721) è evidente che l’incremento della Lega, in Piemonte, vada ricercato anche fuori dal perimetro del centro destra. Così è necessario esaminare la flessione del M5S avvenuta tra il 2018 e il 2019. Il M5S aveva ottenuto nel 2014 486.613 voti salendo nel 2018 a 648.710 suffragi e scendendo nel 2019 a 290.141 con una caduta tra il 2018 e il 2019 di 358.565 unità. In questi voti deve essere ricercata una parte dell’incremento della Lega, la crescita dell’astensione e anche il piccolo incremento del PD che sicuramente aveva ceduto ai 5 stelle parte del proprio patrimonio accumulato nel 2014. PD: 2014, 916.571, 2018. 501.113, 2019. 524.078 (tra il 2014 e il 2019 una caduta di 392.493 voti).
Valle d’Aosta
Dal punto di vista della partecipazione al voto la Valle d’Aosta ha fatto registrare un forte decremento tra il 2018 e il 2019 e un dato sostanzialmente in linea tra 2014 e 2019. Totale voti validi: 2014, 46.426, 2018 66.370, 2019 49.844.
Anche in questo caso il balzo in avanti della Lega appare di notevole portata: dai 3.170 voti del 2014 agli 11.588 del 2018 fino ai 18.525 voti del 2019.
Il travaso a favore della Lega in questo caso, considerata la limitata flessione di Forza Italia (4755 nel 2014, 2.684 nel 2019), può essere ricercato nel voto sia di M5S, sia di PD. Il M5S aveva avuto nel 2014 9.096 voti per salire nel 2018 fino a 15.999 e scendere nel 2019 a 4.830 (più di 11.000 voti in meno). Ancor peggio il PD tra il 2014, 21.854 e il 2019 8.084 (con un intermedio nel 2018 di 14.429 voti). Si può dire che in Valle d’Aosta la Lega potrebbe aver pescato sia dal M5S sia dal PD.
Liguria
In Liguria flessione nei voti validi sia rispetto al 2014, erano stati 776.812 e al 2018, 860.592. Nel 2019 i voti validi in Liguria sono stati 742.915.
Il successo della Lega molto vistoso se il riferimento è al 2014 appare meno eclatante se i voti si comparano tra il 2018 e il 2019. Si passa, infatti, da 43.211 a 171.352 per approdare a 251.696.
Molto netta la flessione di Forza Italia: 2014 107.908 voti, saliti nel 2018 a 108.907 e calati bruscamente nel 2019 a 57.887 (circa 50.000 voti in meno). La flessione di Forza Italia, particolarità ligure, è accompagnata da una robusta crescita di Fratelli d’Italia: 22.905 nel 2014, 32.517 nel 2018, 42.118 nel 2019.
Dopo il crollo registrato tra il 2014 e il 2018 il PD (perse Regione e i comuni capoluogo) con una discesa da 323.728 voti a 169.755, il PD ha sicuramente fatto registrare un incremento tra il 2018 e il 2019 salendo a 185.260 voti.
Caduta verticale per il M5S (una parte di questi voti sono sicuramente confluiti nella crescita del non voto): 2014 201.617, 2018 259.264, 2019 122.536. Tra il 2018 e il 2019 ceduti circa 137.000 voti.


Lombardia
Dal punto di vista della partecipazione al voto il totale dei suffragi validi appare in linea tra il 2014 e il 2019 con una flessione rilevante tra il 2018 e il 2019. 2014: 4.890.123; 2018 5.582.469; 2019 4.857.151 (quindi oltre 500.000 voti validi ceduti tra il 2018 e il 2019).
In Lombardia la Lega compie un vero e proprio balzo in avanti affermando una sicura egemonia: si pensi che il secondo partito, il PD, risulta quasi doppiato.
La Lega, infatti, nel 2019 totalizza 2.107.080 voti (2014: 714.835, 2018 1.180.909) mentre il PD si ferma a 1.120.933 voti (2014:1.971.915; 2018 1.180.909: dunque una flessione costante).
Cede Forza Italia, dimezzando o quasi rispetto al 2014 e al 2018: 2014 826.601, 2018 776.007, 2019 430.141 mentre registra un robusto incremento Fratelli d’Italia da 134.939 (2014) a 226.159 (2018) a 268.414 (2019).
La chiave dello scombussolamento elettorale in Lombardia però sta tutto nelle oscillazioni del M5S che dai 769.862 voti del 2014 era salito a 1.195.814 voti nel 2018 (maggioranza relativa) per scendere nel 2019 a 453.863 suffragi, con una perdita del 60% circa del proprio elettorato.
Trentino Alto Adige
In questa situazione la Lega fa registrare un exploit assolutamente notevole strappando la maggioranza relativa all’SVP. La Lega infatti ottiene 129.795 voti (2014 31.1170, 2018 106.982) mentre i trentino-sudtirolesi si fermano a 129.795 voti (134.651 nel 2018 e 118.138 nel 2014).
Crollo verticale di Forza Italia: 2014 31.288, 2018 38.938, 2019 17.587 accompagnato, come pare costante a livello nazionale, dalla crescita di Fratelli d’Italia, salito dai 7.593 voti del 2014, ai 14.660 del 2018 fino ai 16.695 del 2019.
Il calo dei 5 stelle in Trentino tra il 2018 e il 2019 appare sicuramente tra i più considerevoli sul piano percentuale in tutto il territorio nazionale: da 50.783 voti nel 2014 a 108.686 nel 2018 fino a 31.167 nel 2019. Persi in 12 mesi 77.519 voti pari al 71,32% del proprio (ombroso) elettorato.
Il PD dopo il calo tra il 2014 e il 2018: da 122.982 a 81.679 tiene le posizioni scendendo a 79.329 nel 2019.
Veneto
Come in Lombardia l’egemonia leghista appare assolutamente preponderante. La Lega infatti assomma nel 2019 1.234.610 voti (2014 384.477, 2018 920.638) mentre il secondo partito in regione è il PD con 468.789 voti, quindi meno della metà dei voti della Lega (PD 2014 899.723, 2018 478.206).
Accade in Veneto un altro fenomeno di sicuro rilievo: Il sorpasso di Fratelli d’Italia su Forza Italia. Fratelli d’Italia registra 167.394 voti (2014 79.503, 2018 119.970) mentre Forza Italia scende a quota 149.636 dopo aver toccato i 352.788 nel 2014 e aver resistito fino a 301.496 nel 2018.
M5S in calo netto sia rispetto al 2014 (476.305) sia al riguardo del 2018 (695.561). Il M5S nel 2019 ha ottenuto 220.429 voti (altra perdita del 60% dell’elettorato delle politiche).
La partecipazione al voto in Veneto registra un incremento tra il 2014 e il 2019, da 2.397.744 voti validi a 2.475.148 (in calo ma contenuto rispetto al 2018 dove si erano espressi validamente 2.856.590 di elettori).
Friuli Venezia Giulia
Aumento dei voti validi tra il 2014 e il 2019 (flessione invece come d’uso tra il 2018 e il 2019). Questo il responso dell’analisi della partecipazione al voto in Friuli Venezia Giulia. Totale dei voti validi: 2014 573.152, 2018 689.048, 2019 577.192.
La Lega si afferma come primo partito passando dai 53.337 voti del 2014 ai 178.194 del 2018 fino ai 245.636 del 2019 .
Anche in Friuli Venezia Giulia Fratelli d’Italia scavalca Forza Italia: Nel 2014 Fratelli d’Italia raccolse 25.457 voti saliti a 36.598 nel 2018 per arrivare a 43.898 nel 2019. La discesa di Forza Italia invece si è composta di questi numeri: 81.756 voti nel 2014, 73.958 nel 2018, 38.593 nel 2019: quindi meno della metà di cinque anni prima.
Il PD mantiene la quota del dopo-crollo 2014/2018: da 241.970 a 129.261 fino a 128.302 nel 2019.
IL M5S cala seccamente anche tra il 2014 e il 2019 da 108.163 a 55.259. In mezzo il risultato del 2018 che era stato addirittura di 169.299 voti. Tra il 2018 e il 2019 il M5S cede il 68% dell’elettorato acquisito dodici mesi prima.





Emilia Romagna
Quadro di flessione nei voti validi: da 2.308.559 nel 2014 fino a 2.535.184 nel 2018 per scendere a 2.250.389 nel 2019 con una diminuzione anche tra il 2014 e il 2019.
La Lega si afferma come il primo partito anche se la distanza con il PD è ridotta.
La Lega è salita, infatti, dai 116.394 voti del 2014 ai 486.997 del 2018 fino ai 759.948 del 2019, mentre il PD è prima calato tra il 2014 e il 2018 da 1.212.392 voti a 668.837 per risalire a 703.131 nel 2019. L’Emilia-Romagna rappresenta quindi una di quelle regioni nelle quali il PD fa registrare un incremento reale in cifra assoluta.
Mentre Forza Italia cala, da 271.951 voti nel 2014, a 251.732 nel 2018 fino a 131.992 nel 2019 cresce ancora Fratelli d’Italia da 62.217 nel 2014, a 84.785 nel 2018 a 104.861 nel 2019.
La disponibilità per la crescita dell’astensione e l’incremento per altre forze politiche arriva, come appare costante in quasi tutte le situazioni regionali, dal calo del M5S: 443.936 voti nel 2014 saliti fino a 698.204 nel 2018 (maggioranza relativa) e scesi a 290.019 nel 2019.
Toscana
Tra i voti validi espressi nel 2014 e quelli del 2019 si registra una flessione moderata: da 1.897.292 a 1.870.391. Secco invece il calo rispetto al 2018 dove i voti validi in Toscana erano stati 2.134.586.
Il PD mantiene, anche se con margini ridotti, la maggioranza relativa. Il calo dei democratici tra il 2014, il 2018 e il 2019 è particolarmente netto. 2014: 1.069.179, 2018: 632.507, 2019: 622.934.
Di converso appare costante l’ascesa della Lega che, appunto, incalza il PD nel primato regionale: da 48.639 nel 2014 a 371.396 nel 2018 fino a 588.277 nel 2019.
Anche in Toscana si accorciano le distanze tra Forza Italia e Fratelli d’Italia che dimostrano in sostanza di disporre di elettorati assolutamente contigui. Forza Italia si trova a quota 222.988 nel 2014, scende di poco a 212.281 nel 2018 e flette decisamente nel 2019 fino a 108.793. Nel contempo Fratelli d’Italia sale da 61.229 nel 2014, a 89.093 nel 2018 e a 92.233 nel 2019.
L’altalena del M5S si è concretizzata in Toscana in questa dimensione: 316.492 voti nel 2014, 527.01 e nel 2018, 237.109 nel 2019. Anche in questo caso tra il 2018 e il 2019 una perdita superiore alla metà dell’elettorato acquisito 12 mesi prima.
Marche
Di particolare rilievo, nel quadro marchigiano, la flessione nell’espressione di voti validi tra il 2014 e il 2019, da 795.238 a 766.303 (nel 2018 se ne erano espressi 889.837).
La Lega assume la maggioranza relativa nelle Marche attraverso un incremento di voti molto forte, distanziando nettamente il PD.
La Lega sale dai 21.471 voti del 2014 ai 153.742 del 2018 per arrivare ai 291.061 del 2019: laddove il PD si ferma a 170.596 suffragi, in calo sia rispetto al 2018 (189.847) oltre che, ovviamente, all’irripetibile 2014 (361.463).
Anche in questo caso il M5S flette di oltre la metà dell’elettorato conquistato nel 2018 quando fece registrare un attivo di 316.417 voti (all’incirca quelli che erano stati assegnati al PD nel 2014). Il M5S nel 2014 aveva avuto 194.927 voti ridotti nel 2019 a 141.239.
Nelle Marche Forza Italia ha sicuramente ceduto direttamente suffragi alla Lega: 2014, 104.654, 2018, 88.305, 2019 42.381.
Non si registra infatti una crescita sostenuta di Fratelli d’Italia che passa da 32.630 voti nel 2014 a 43.289 nel 2018 fino a 44.644 nel 2019


Umbria
Flessione nel totale dei voti validi sia rispetto al 2014, sia al 2018: 2014 464.550, 2018 511.279, 2019 449.074
Quanto avrà pesato la vicenda della questione morale al vertice del PD regionale sarà dato valutare in futuro.
Rimane il fatto che la Lega diventa il primo partito anche in Umbria con 171.458 voti, dopo essere salita dagli 11.673 del 2014 fino ai 103.056 del 2018.
Discesa secca per il PD: 228.329 nel 2014, 126.856 nel 2018, 107.687 nel 2019: più di 120.000 voti ceduti in cinque anni in quella che era una regione tradizionalmente “rossa”.
Anche in Umbria si registra il sorpasso di Fratelli d’Italia su Forza Italia: sorpasso che si verifica per una discesa veramente rilevante nei consensi di Forza Italia: 66.017 voti nel 2014, 57.368 nel 2018, 28.828 nel 2019. Fratelli d’Italia tocca i 29.551 suffragi nel 2019 dopo averne avuti già 29.146 nel 2018 partendo da una quota rilevante, 25.163 nel 2014.
Il M5S era passato dai 90.492 voti del 2014 a 140.731 nel 2018 per scendere a 65.718 nel 2019.
Lazio
La flessione nei voti validi tra il 2018 e il 2019 nel Lazio appare di grandi dimensioni: nel 2018 si erano espressi 3.643.287 suffragi validi, scesi a 2.431.086 nel 2019 (1.200.000 voti in calo). Nel 2014 erano stati 2.536.572 quindi una quota ancora superiore a quella del 2019.
La Lega si impone nettamente come primo partito del Lazio dopo il boom del M5S nel 2018.
La Lega ha ottenuto infatti 793.889 voti nel 2019 (410.871 nel 2018 e 40.536 nel 2014, quando era ancora Lega Nord).
Il calo del M5S (che com’è noto governa Roma) è da segnalare: nel 2014 638.554 voti saliti a 1.025.178 nel 2018 e scesi bruscamente a 436.102 nel 2019 (64% in meno).
Il PD contiene perfettamente le perdite fatte registrare tra il 2014 e il 2018 allorquando era sceso da 993.539 voti a 578.828. Nel 2019 578.253.
Nel Lazio si registra ancora il sorpasso tra Fratelli d’Italia e Forza Italia. Forza Italia scende da 446.904 voti nel 2014 a 406.814 nel 2018 per arenarsi a quota 164.749 nel 2019.
Fratelli d’Italia, salita da 141.770 nel 2014 a 251.114 nel 2018, scende leggermente nel 2019 a 218.875 ma effettua l’operazione “sorpasso” in discesa.
Abruzzo
Le elezioni europee 2019 hanno fatto registrare in Abruzzo un forte calo nell’espressione dei voti validi sia rispetto al 2014 sia al confronto del 2018. 2014, 674.768, 2018 760.188, 2019 581.643.
La Lega è primo partito anche in Abruzzo con largo margine sul secondo, il M5S.
Nel 2014 la Lega aveva avuto 10.075 voti saliti a 105.449 nel 2018 e poi fino a 205.370 nel 2019.
Il M5S ha mantenuto in Abruzzo tra il 2018 e il 2019 un trend sfavorevole più contenuto nei numeri rispetto ad altre regioni d’Italia: dal 200.699 nel 2014, a 303.006 nel 2018 fino a 130.513 nel 2019.
Calo netto per il PD anche tra il 2018 e il 2019: 2014, 218.529, 2018 108.549, 2019 sotto quota centomila a 98.665.
Forza Italia ha mantenuto, in questo caso la supremazia su Fratelli d’Italia pur calando da 126.144 nel 2014 a 110.427 nel 2018 fino a 54.631 nel 2019.
Fratelli d’Italia salita da 31.397 a 37.605 fra il 201r4 e il 2018 è ancora crescita nel 2019 fino a 40.724 suffragi.
Molise
Il totale dei voti validi si è mantenuto stabile, in Molise, tra il 2014 e il 2019 anche se in flessione rispetto alle politiche 2018 con questi numeri: 2014. 150.066, 2018 174.329, 2019 150.646.
Il M5S mantiene la maggioranza relativa nella regione pur facendo registrare un calo sensibile: 41.043 nel 2014, 78.093 nel 2018 e 43.330 nel 2019.
La Lega però si dimostra in sicura crescita anche in questa situazione: 1.535 voti nel 2014 saliti a 15.129 nel 2018 e ancora a 36.544 nel 2019.
Forza Italia mantiene il terzo posto: 2014 35.167, 2018 28.079, 2019 23.060, mentre il PD prosegue il calo già fatto registrare (in dimensioni ben più massicce) tra il 2014 e il 2018: 2014, 46.838, 2018, 26.499, 2019, 22.058.
Fratelli d’Italia in questo caso non insidia la posizione di Forza Italia pur crescendo tra il 2018 e il 2019: 5.983 voti nel 2014, 5.390 nel 2018, 9.534 nel 2019.


Campania
Forte flessione nell’espressione di voti validi tra il 2018 e il 2019 (con un calo anche rispetto al 2014): 2014 2.303.894, 2018 3.010.297, 2019 2.184.604.
Il M5S dimezza praticamente i suffragi tra le politiche del 2018 e le europee del 2019 ma mantiene largamente il primato regionale doppiando le liste competitrici, con la Lega che supera di misura il PD.
In sostanza: M5S 2014, 528.371, 2018, 1.487.505, 2019 739.541. Lega 2014, 15.235, 2018 129.432, 2019 419.623. PD 2014 832.183, 2018 396.864, 2018 417.396. PD quindi in tenuta attiva.
Forza Italia dopo aver mantenuto i suffragi tra il 2014 e il 2018 ha fatto registrare in questa occasione un considerevole calo: 2014 551.729, 2018 549.063, 2019 298.254.
Nella situazione campana Fratelli d’Italia si mantiene lontana dalla quota di Forza Italia e anzi dimostra margini ridotti di miglioramento: 2014, 104.030, 2018 104.797, 2019 127.211.
La Campania appare rappresentare un’altra di quelle situazioni nelle quali il calo delM5S alimenta sia la Lega, sia l’astensionismo.
Basilicata
Tenuta del totale dei voti validi tra il 2014 e il 2019 con flessione verso il 2018: 2014, 241.644, 2018 313.719, 2019 237.840
IL M5S mantiene il primato regionale anche se, pure in questo caso, dimezza i voti tra le politiche 2018 e le europee 2019: 2014 51.149, 2018, 139.158, 2019 70.559.
Al secondo posto la Lega supera il PD (coinvolto nella vicenda Pittella).
La Lega parte nel 2014 con 1.718 voti per salire nel 2018 19.704 e ascendere nel 2019 a 55.453.
Il calo del PD invece si concretizza in questo modo: 2014 102.007, 2018 50.653, 2019 41.307.
Nella Basilicata Fratelli d’Italia si avvicina molto a Forza Italia. Forza Italia 2014, 33.926, 2018 38.906, 2019 22.360. Fratelli d’Italia 2014 10.427, 2018 11.587, 2019 19.964. Si conferma anche in questo caso un passaggio diretto di voti tra Forza Italia e Fratelli d’Italia.
Puglia
Significativo il calo dei voti validi in Puglia non solo tra il 2018 e il 2019 fisiologicamente accertato tra politiche e europee ma anche tra 2014 e 2019. 2014, 1.637.959; 2018 2.184.160; 2019 1.595.373
Il M5S mantiene il primato regionale ma a stretto contatto con la Lega.
Anche nel caso della Puglia i penta stellati dimezzano il risultato del 2018: 2014, 403.180, 2018 981.580, 2019 419.344
La Lega sale in Puglia dai 9.095 voti del 2014 ai 135.125 del 2018 fino ai 403.424 del 2019.
Il PD nel 2019 non tampona il buco creatosi tra il 2014 e il 2018 e cala ulteriormente: 2014, 550.086, 2018 298.772, 2019 265.412.
Anche Forza Italia nell’arco di tempo preso in esame da questa analisi dimezza: 2014 385.382, 2018 409.401 per scendere a 177.304 nel 2019
Fratelli d’Italia invece tra il 2014 e il 2019 raddoppia e oltre. 2014, 60.080, 2018 82.098, 2019 141.865


Calabria
Anche in Calabria calo nell’espressione dei voti validi tra il 2014 e il 2019 da 747.917 a 729.337. Nel 2018 impennata fino a 937.710 voti.
In Calabria il M5S mantiene il primo posto con 194.695 suffragi, pur subendo un calo superiore al dimezzamento: nel 2018 infatti i voti erano 406.684 (nel 2014 160.828, quindi tra il 2014 e il 2019 permane un margine in attivo).
La Lega fa registrare anche in questo caso una crescita esponenziale: da 5.526 voti nel 2014, a 52.676 nel 2018, a 164.915 nel 2019.
Il PD mantiene le posizioni dopo aver subito anch’esso tra il 2014 e il 2018 un salasso pari alla metà dei voti in allora conseguiti: 267.736 nel 2014, 134.511 nel 2018, 133.136 voti nel 2019.
Forza Italia scende dai 146.677 voti del 2014 poi risaliti a 188.667 nel 2018 fino a 97.135 nel 2019.
Sempre in crescita Fratelli d’Italia: 2014 27.076, 2018 42.733, 2019 74.885
Sicilia
Forte calo nell’espressione di voti validi anche nel raffronto tra elezioni omogenee: 2014 1.704.959, 2019 1.537.935 (nel 2018 2.423.262).
Da segnalare per quel che riguarda la situazione siciliana il dato nel rapporto tra M5S e Lega, primo e secondo partito in regione.
Nel 2014 il M5S ottiene 448.539 voti saliti a 1.181.357 nel 2018 e bruscamente ridiscesi a 479.562 (poco più della quota originaria).
La crescita della Lega parte da 14.848 voti nel 2014 (quindi oltre 400.000 voti di distacco dal M5S) sale a 123.911 voti nel 2018 per ottenere 319.439 voti nel 2019 con il distacco dal M5S ridotto a circa 160.000 voti.
Forza Italia era risalita dai 362.415 voti del 2014 ai 500.662 del 2018 ripiombando bruscamente a 261.340 nel 2019.
Sempre in ascesa il trend di Fratelli d’Italia: 2014 55.162, 2018 88.356, 2019 117.131.
Sardegna
Anche in Sardegna calo nell’espressione dei voti validi tra il 2014 e il 2019 da 564.449 a 491.454 (2018: 869.000)
Lega primo partito con 135.496 voti (7.892 nel 2014, 93.771 nel 2018).
Il M5S cala anche rispetto al 2014 8 e si riduce ad un terzo tra il 2018 e il 2019): 2014: 172.216, 2018 369.196, 2019 126.301.
Anche in Sardegna il PD contiene, anche se a stento, la botta presa tra il201r4 e il 2019: 2014 218.703, 2018 128.884, 2019 119.260.
Vero e proprio tracollo per Forza Italia: 2014 92.670 voti, poi crescita nel 2018 fino a 128.053 per scendere nel 2019 a 38.389.
Fratelli d’Italia fa registrare invece un calo tra il 2018 e il 2019: 19.867 nel 2014, 34.963 nel 2018, 30.681 nel 2019.

Poesia
VACANZA INTRACORPOREA
di Nicolino Longo


Per una vicina, distensiva, più sicura e gratuita vacanza,
magari a terapia d’un’emicrania
alla “testa del femore o dell’ulna”,
o cefalea alla “testa dell’omero o del radio”,
senza consultare né medico né “atlante”
(con sola “borsa dello scroto” a tracolla
-o meglio “a tracosce”-
e “altre due sotto gli occhi”),

m’imbarcherò sul primo “scafoide” che trovo
e via in navigazione,
non già per le “Maldive”
ma per le “Isole di Langerhans”, in “pancreas”
(e altri “organi” turistici).

E bagni farò d’ “insulina”
ai caldi raggi del “plesso solare”,
con scorpacciate di dolci, alla faccia del “mellito”.
Di notte,
sotto la volta del “ganglio stellato”,
mi scalderò, accendendo falò
con “tronchi e rami di vena e arteria polmonari”.

Per acqua da bere
mi recherò, con “calici renali”, 
alla “cisterna del Pecquet”,
o all’ “acquedotto del Silvio”.
Per carne, al “mattatoio dei globuli rossi”.
Mentre, per latte, bambino tornerò
ai “seni mascellari e frontali”.
Raccoglierò frutta
dagli “alberi respiratorio e circolatorio”.

Assieme a “loro eminenze il tenar e l’ipotenar”,
mi recherò ogni domenica a pregare
davanti all’ “osso sacro”.
Per ricordarti di me,
ti scriverò la lettera mia più bella d’amore
sul “foglietto parietale
della capsula di Bowmann”,
o su “quello viscerale del pericardio”.

Per distendermi,   
mi porrò in ascolto
di “radio” e “dischi intervertebrali” ogni giorno.
Oppure, delle belle e orecchiabili note
delle “trombe d’Eustachio”.
E tutto:
alla faccia di terremoti, maremoti e tour operators.



Cinema
Selfie, uno spaccato napoletano
di Mila Fiorentini


Implacabile, non ammiccante, oltre gli stereotipi, senza lo sguardo morboso e un po’ compiaciuto che fruga nel marcio: un autentico documentario, se si potesse dire un ‘auto-documentario’, da cui il titolo Selfie, la risposta dei protagonisti alla domanda del regista sulla capacità di utilizzo della telecamera: nessuna conoscenza, meglio il telefonino.
Due ragazzi, protagonisti di grande verve, si filmano: ne esce un quadro agghiacciante perché ne emerge la banalità del male, lo sguardo disincantato dei giovani, che sono dimenticati ma non perduti. In tal senso lo sguardo è molto interessante e non ha nulla di moralistico perché è un film senza violenza, che parla di un quartiere di camorra, violento, senza usarla. Eppure è tratto da una storia vera drammatica, citata senza neppure farla vedere. Dal 30 maggio al cinema, il film di Agostino Ferrente, regista di origini pugliesi, autore già de L’orchestra di Piazza Vittorio (2006) - prima del quale aveva però concepito insieme al collega Giovanni Piperno un interessante progetto di pedinamento di alcuni adolescenti napoletani, Intervista a mia madre (2000) - riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo per 78 minuti senza una scena di sesso, né di sangue. Un film minimalista e delicato che prende avvio dalla morte di un sedicenne ucciso ‘per sbaglio’ dalle forze dell’ordine. La verità si saprà solo con i titoli di coda: una storia vera, tragica e ingiusta. Nello sguardo dei protagonisti la protesta silenziosa, il disappunto per il loro quartiere: i due adolescenti, i due bambini, e due ragazzine che sentono di vivere un destino dal quale è difficile emanciparsi, perché senza lavoro, un’occupazione dignitosa e adeguatamente retribuita, non c’è possibilità di uscire dal perimetro del Rione Traiano, di Napoli. È questo quartiere popolare, lo scenario del film dove, nel 2014, un ragazzo di sedici anni, Davide, muore, colpito durante un inseguimento dal carabiniere che lo ha scambiato per un latitante.
Davide non aveva mai avuto alcun problema con la giustizia. Come tanti adolescenti, cresciuti in quartieri difficili, aveva lasciato la scuola e sognava di diventare calciatore.
Anche Alessandro e Pietro, i due protagonisti, hanno 16 anni e vivono nello stesso quartiere. Sono amici fraterni, diversissimi e complementari, abitano a pochi metri di distanza, uno di fronte all’altro, separati da Viale Traiano, dove fu ucciso Davide.
Alessandro è cresciuto senza il padre, che dopo la separazione dalla madre si è trasferito lontano da Napoli. Ha lasciato la scuola dopo una lite con l’insegnante che “pretendeva” imparasse a memoria “L’Infinito” di Leopardi. Ora fa il garzone in un bar: guadagna poco, non va in vacanza ma ha un lavoro onesto in un quartiere dove lo spaccio, per i giovani disoccupati, è un ammortizzatore sociale di facilissimo accesso.
Pietro ha frequentato una scuola per parrucchieri, ma al momento nessuno lo prende a lavorare con sé. Il padre, pizzaiolo, ha un lavoro stagionale fuori città e torna a casa una volta alla settimana, mentre la madre è andata in vacanza al mare con gli altri due figli. Lui, invece, ha deciso di passare l’estate al rione, per fare compagnia al suo migliore amico e iniziare una dieta che rinvia da troppo tempo.
Alessandro e Pietro accettano la proposta del regista di auto-riprendersi con il suo iPhone per raccontare in presa diretta il proprio quotidiano, l’amicizia che li lega, il quartiere che si svuota nel pieno dell’estate, la tragedia di Davide. Aiutati dalla guida costante del regista e del resto della troupe, oltre che fare da cameraman, i due interpretano se stessi, guardandosi sempre nel display del cellulare, come fosse uno specchio, in cui rivedere la propria vita.
Una disputa allontana i due amici: Alessandro preferirebbe venisse raccontato solo il loro rapporto e il resto delle cose belle del rione, ché di quelle brutte parla già quotidianamente la stampa. Pietro, al contrario, non vorrebbe tacere nulla, perché solo così lo spettatore potrà capire quanto è difficile per loro, in quel contesto, vivere una vita “normale”.
Il racconto in “video-selfie” di Alessandro e Pietro e degli altri ragazzi che partecipano al casting del film viene alternato con le immagini gelide delle telecamere di sicurezza che sorvegliano come grandi fratelli indifferenti una realtà apparentemente immutabile, con i ragazzi in motorino che sembrano potenziali bersagli in un mondo dove la criminalità non sembra una scelta ma un destino che ti cade addosso appena nasci. Un film fatto interamente di sguardi dove il rione appare ai due ragazzi come una parafrasi dell’Infinito di Leopardi, che Alessandro prova finalmente a raccontarci: circondato da un muro che esclude la conoscenza di tutto ciò che sta al di là e che forse, si augura, un giorno, almeno i suoi figli potranno finalmente scoprire.
Un film malinconico e disarmante, a suo modo tenero, commovente per i sentimenti di amicizia, che lega le persone al di là delle condizioni. Interessante la miscela tra la non rinuncia al sogno e il senso pratico della vita che anima soprattutto uno dei due ragazzi. L’affresco forse più drammatico è restituito dalle due ragazzine che hanno introiettato i valori della famiglia, la fedeltà assoluta all’uomo, anche nell’eventualità di una carcerazione lunga o all’ergastolo, perché il rispetto è la prima cosa, come affermano in più occasioni. Con un ragazzo che non fa mancare nulla e che ama, anche se fa una vita sbagliata - queste più o meno le parole di una delle ragazze - si può pensare di costruire una vita e anche di fare dei figli, certo addossando una vita difficile a chi non ha chiesto di venire al mondo. D’altronde molti dei ragazzi del quartiere sono figli di carcerati. Apparentemente è un film come tanti, un documentario di denuncia su una realtà degradata e su Napoli ne sono stati fatti altri. Mi pare però che sia interessante l’angolatura con la quale la macchina da presa riprende questa realtà e l’attenzione, senza la facilità del lieto fine - che anzi è tragico - al dovere di sognare e di non arrendersi. Non sono due ragazzini redenti, sono due che vanno in motorino senza casco, uno dei quali ha provato anche spacciare ma che sanno distinguere il bene dal male, che sanno tener fede ad alcuni valori essenziali.
Al caso Bifolco sono stati già dedicati parti di libri quali Una città dove si ammazzano i ragazzini (Edizioni dell’Asino, 2014) firmato da Maurizio Braucci, Massimiliano Virgilio, Giovanni Zoppoli e Chiara Ciccarelli o volumi interi come Lo sparo nella notte. Sulla morte di Davide Bifolco, ucciso da un carabiniere (Monitor, 2017) di Riccardo Rosa da cui è nato anche un audiodocumentario.
Selfie è stato presentato nella sezione Panorama della Berlinale 2019 nello stesso anno in cui La paranza dei bambini di Claudio Giovannesi vinceva il premio per la Miglior Sceneggiatura (firmata dal regista con Braucci e Roberto Saviano) nel Concorso principale. 

Selfie
un film scritto e diretto da
Agostino Ferrente
interpretato e filmato da
Alessandro Antonelli, Pietro Orlando




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