IL PARTITO DELLA GUERRA PRENDE PIEDE
di
Franco Astengo
La
situazione che si sta determinando attorno al tema della guerra in Ucraina
sembra fuoriuscire dal quadro fissato in partenza che giustamente stabiliva
"invasore russo" e "difendente ucraino": sta mergendo,
infatti, la possibilità concreta che nel conflitto siano intervenuti
direttamente i principali partners della NATO, americani e inglesi. In questo
caso, per quel che riguarda l'Europa e l'Italia, la questione assumerebbe un
diverso profilo e, nel caso del nostro Paese, andrebbe analizzata alla luce
dell'articolo 11 della Costituzione (ovviamente letto per intero) e del
trattato nord-atlantico per capire se attraverso gli atti fin qui realizzati
non ci si è mossi sul terreno di un aiuto indebito rivolto a belligeranti (USA
e GB) mossi al di fuori dei termini costituzionali e dei trattati
internazionali.
Un'analisi
a questo punto che sembra rendersi necessaria e la cui esecuzione non dovrebbe
toccare agli esibizionisti da talk-show ma al Parlamento.
Il
Parlamento è stato finora praticamente tagliato fuori dal dibattito, nella
migliore tradizione della partecipazione dell'Italia a un conflitto (dalle
"radiose giornate di maggio, in poi), salvo poi provvedere alla ratifica
del finanziamento di presunte "missioni di pace.
Rimane
infine da considerare l'effetto di questa situazione sul quadro politico del
nostro Paese: si scrive, infatti, di un passaggio al sistema proporzionale al
fine di modificare (dal 2023) il perimetro di sostegno al preventivamente
riconfermato Draghi: sostegno che sarebbe formato da una nuova maggioranza
impostata su di un omogeneo "partito della guerra".