UNA NUOVA ODISSEA...

DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES

Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.

Angelo Gaccione
LIBER

L'illustrazione di Adamo Calabrese

L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
(foto di Fabiano Braccini)

Buon compleanno Odissea

Buon compleanno Odissea
1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)


"Fiorenza Casanova" per "Odissea" (Ottobre 2014)

mercoledì 20 novembre 2024

KAFKA A MONTICHIARI
Con Migliorati e Borzi




L’UOMO CHE PIANTAVA I POMODORI
di Pierpaolo Calonaci


Youssef Abu Rabie
 
Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole”.
Jean Giono - L’uomo che piantava gli alberi


* 

Perché la banalità della testimonianza come falsa obiettività e ritorno del mondo reale non può restituire il significato politico e umano profondamente tragico di quella carneficina.
Albert Dichy sul testo di Jean Genet - Quattro ore a Chatila 
 
Youssef Abu Rabie aveva 24 anni, era palestinese e faceva l’agronomo. È stato ucciso qualche settimana fa nella sua casa con la madre da un missile israeliano. La scorsa estate cominciò a piantare una coltivazione di pomodori nel bel mezzo delle macerie e della morte che il genocidio del nazionalismo sionista/messianico israeliano compie impunemente. Come può scoccare la resistenza qui? Quando scocca la resistenza? In queste domande si può condensare, oltretutto, la conoscenza che Genet esperisce della Rivoluzione palestinese vivendo con i “fedayn” per sei mesi, definendola, quale “forza di questa gioia d’esistere, sinonimo di bellezza, la bellezza verticale dei combattenti e della loro strana leggerezza.
Quando la storia si rivela nella materialità della quotidianità, allora scocca la resistenza; come freccia utopica, ben più radicata nel reale e ben più desiderosa di libertà e giustizia di un qualsiasi Don Chisciotte, fa breccia nell’oscurità dei vivi e dei morti. Non l’accetti né la rifiuti: ne senti il fardello. Dentro la storia, quella ufficiale, istituzionalizzata e normalizzata, quella della scuola della “democrazia” insomma, che si allinea con i “buoni” contro i “cattivi”, col “bene” contro il “male”, quel fardello è stato rimosso (fanno bene perciò i pochi studenti a rifiutare di imparare una storia siffatta poiché intuiscono che seguendola mai matureranno la disobbedienza né l'esser pronti per la resistenza). Credo piuttosto che alla storia servano uomini e donne che se ne facciano carico, tanto nella sofferenza, quanto possibilmente nella gioia, quanto nell’azione responsabile. Non educazione “civica” serve.
Youssef aveva “scelto” di incarnare la vita con la sua idea di resistenza. Come una brezza riparatrice che sorprende il volto troppo esposto alla brutalità.  Possiamo immaginarlo stretto tra questo dualismo che schiaccia l'uomo da tempo immemore che così recita: - Per quanto si eviti di vedere la violenza, la violenza viene a cercarti. Uno o la subisce o la fa. O, comunque, se a te non fanno niente, la fanno ad altri, ed è lì che interviene la coscienza. Perché se uno permette che la facciamo ad altri diventa, dichiaratamente o no, complice. (Gioconda Belli, La donna abitata).


 
Ci sono molte forme di resistenza, lo dimentichiamo sovente. Tante quante le traiettorie degli aquiloni, tante quanto il desiderio, il bisogno di libertà e giustizia che il cuore umano può contenere e che spesso, oggi troppo spesso, e nel vicino futuro ancora molto meno, non riesce più a immaginare. Youssef aveva “scelto” di raccontare la condizione del proprio popolo coltivando pomodori. È stato il suo atto di responsabilità davanti all’oppressore. Chissà se l’avrà scelto, ma questo non ci riguarda. L’ha visto, ecco ciò che conta. Aveva perciò colorato le macerie che stavano intorno alle sue coltivazioni con le sue piantine. Ma all’assassino nazionalista, che non è solo Israele, tutto ciò che ricordi la vita fa paura. Il nazionalismo sopprime la vita: essere di sinistra è combatterlo. Tutte le armi sarebbero buone per farlo? No, perché la resistenza mai e poi mai colpirà i civili inermi. Youssef, come i personaggi de Le rose di Atacama fa emergere altre prospettive di resistenza, un’altra speranza di cui non si vede nemmeno l’aurora, per cui bisogna tacere. Quelli che credono nella violenza proscrivono Youssef e i suoi pomodori. Quelli che rifiutano la violenza se ne appropriano per sostanziare dogmaticamente la propria lotta. Ma entrambi si cacciano nella prigionia degli schemi con cui guardano la realtà, cristallizzandola, poiché ne rifiutando la dialettica e la poetica della storia che intesse ogni rivoluzione. Nessuno schema nell’azione di Youssef, nessun manuale di tecnica della resistenza: solo vita spogliata da ogni ipocrisia redentrice di speranza e difesa fino all’indifendibile. Come nei fiori di Atacama. Eppure, resistenza. Resistenza che si spoglia fino all’annullamento. Resistenza e resa disse Dietrich Bonhoeffer, spogliarsi della creatura che ci è stata appiccicata addosso disse la coeva Simone Weil ai quali fa da controcanto l’opera rivoluzionaria di Rosa Luxembourg.


 
Non so se Giono nell’affermare la meraviglia davanti alla condizione umana avesse potuto essere più cauto con l’incanto. A guardare in che condizioni versi oggi l’umanità un salto nella reductio per absurdum avrebbe dato a quell’enunciazione un senso più pragmatico (forse la letteratura, forse l’arte quando rifuggono la reductio per absurdum dell’essere umano ne devono invocare la speranza quale bisogno auto-conservativo, rischiando di compiere un attentato a se stesse: uccidere la negazione, anche solo in veste speculativa, che fa paura, poiché fa emergere il non-detto. Perciò il Nichilismo, quello nietzschiano, è stato ridotto a nozioni). 
Poiché dopo la Shoah, dopo Sabra e Chatila, dopo Srebrenica, davanti all’orrore indicibile contro il popolo palestinese, che “il nostro mondo” ripaga con l’ignavia di guardarlo da lontano, la condizione umana pare si sia definitivamente arresa, continuando a vestire armature, a se stessa, in un vortice antropofago nel quale il vaso di Pandora è risucchiato, diversamente dal mito.

 
“[…] di tutto ciò, cosa è rimasto di buono? mi chiedo. Gli uomini continuano a fuggire. Ci sono governanti sanguinari. Si continuano a straziare i corpi, si continua a far guerre. Il suono dei nostri tamburi deve continuare a battere nel sangue delle attuali generazioni. È l’unica cosa che di noi è rimasta, Yarince: la resistenza (G. Belli, La donna abitata).

 

IL POTERE DELLA MUSICA
 

Amati

La musica è il pieno assoluto
[A. Gaccione - 1991]


Oh, ma voi non avete bisogno di parole per arrivare all’anima…”.
“Vede? Lei ha usato delle parole così belle e poetiche che noi non sapremmo assolutamente formulare”.
“Lei mi lusinga, maestro, ma io resto della mia opinione: nulla è superiore alla musica…”.
“Eppure le parole dei poeti commuovono di più”.
“Glielo riconosco, ma se voglio sentire lo spazio, la vastità dell’universo, è solo la musica che me li fa sentire, me li fa immaginare…”.
“Oh, no, lei si sbaglia, per questo basta guardarsi intorno: c’è il cielo infinito, la luce, ci sono i colori…”.
Angelo Gaccione [Sonata in due movimenti, Di Felice Ed. 2023]


 
Guarneri
 

La musica, fin dalle sue origini, è stata parte integrante di antichi riti comunitari e del processo di formazione dell’identità sociale. Essa, oltre a rappresentare un potente mezzo per entrare in contatto con le energie presenti in natura, è in grado di manifestare il logos universale e le armonie celesti. La musica di fatto crea un sodalizio tra gli istinti primitivi e le più elevate virtù dell’anima trasformando la materia sonora in racconto di mondi e di visioni, immaginari o reali, trasmettendo a chi l’ascolta il senso profondo del sacro, del fantastico, del mistero e di infinite sfumature dell’universo umano. La musica agisce come mediatrice tra il mondo visibile e quello invisibile. Come un ponte sospeso tra l’esperienza tangibile e il mistero dell’impercettibile, ci conduce oltre i confini della realtà fisica, aprendo le porte a dimensioni sconosciute e rarefatte, dove le emozioni prendono forma e si fondono con la nostra interiorità”.

Davide Santi e Rachel O’Brien 
[Viaggio sonoro nell’invisibile, 2024]


Stradivari

La civiltà occidentale è abituata a identificare l’esistenza con il visibile: vedere per credere. La vista predomina i parametri della verità, dell’esistenza di ciò che può produrre effetti nel mondo, o sul nostro corpo, e nell’anima. Eppure, la musica fa ballare, muove i corpi e stimola chi ascolta a sondare i confini e le sfumature della propria vita emotiva. Ma tali effetti non attraversano lo spazio del visibile, quanto piuttosto l’udibile: la potenza della musica sfida continuamente il pregiudizio che l’esistenza o l’effettualità si identifichi con il visibile. Dal mito di Orfeo, il cui canto sospende la lotta tra le specie dettata dalle esigenze di autoconservazione, o le Sirene omeriche, o ancora la leggenda di Santa Cecilia, la cui musica preservò il convento contro atti iconoclastici per tutta la Guerra dei Trent’anni, fino ad Hildegard von Bingen, che spiega il mistero della Trinità radicandolo nella capacità sonora della carne umana, lo spazio sonoro appare investito di un potere magico, o meglio farmacologico: al contempo veleno e rimedio. Oltre alla dimensione somatica dell’effettualità musicale, va oggi sempre più esplorata la specifica grammatica emotiva implicita nei diversi generi e forme musicali. Ma più che di grammatica emotiva, che suggerisce una staticità, si dovrebbe parlare di economia libidica quando un brano musicale si struttura e trasmette una specifica organizzazione temporale che non è altro che la temporalità propria di determinate tonalità emotive. Non è un caso per esempio che Monteverdi insistesse sulla figura ritmica attraverso cui restituire una stessa nota: diversa è la tonalità emotiva di una singola nota di lunga durata o la medesima nota ripetuta assillantemente in sedicesimi. L’invisibile non solo esiste, ma nel caso della musica è anche potente”
Mousikè. Ist. di critica e farmacologia della musica
[Il potere invisibile della musica, 2024] 

I LIBRI DI BORGNA
di Gabriele Scaramuzza
 


J. H. Fragonard
Giovane che legge

Due preziosi, snelli libri di Eugenio Borgna sono apparsi quest’anno; ed è già di per sé miracoloso, data l’età dell’autore. Tuttavia non hanno età i temi proposti, che ripercorrono in nuovi profili l’ampia disamina del mondo letteralmente “estetico” (nel senso di sensibile-emotivo) cui Borgna ha dedicato tutta la vita - nei modi più diversi, da professionale-psichiatrico a teorico, da letterario a senz’altro poetico. Illustre esponente della psichiatria fenomenologica, Borgna continua qui l’ampia fenomenologia delle emozioni umane da tempo intrapresa, e che include la mitezza, la solitudine, la fragilità, la follia, la gentilezza, la speranza e la disperazione, la nostalgia, la tenerezza - emozioni tante volte neglette, o sottovalutate. Esse costituiscono un quadro umano aggressivamente contrastato dalla realtà dei tempi in cui viviamo; quadro che invece è indispensabile tener vivo, per motivi morali, etico-politici, ampiamente umani.
La scrittura di Borgna è come sempre duttile, avvolgente - terapeutica, nei modi in cui l’autore intende la cura. Modi che certo includono l’uso della parola anche nei suoi aspetti non “scientifici”. Il tema “affascinante e complesso” del silenzio è affrontato da più punti di vista, e in diverse connessioni: “nella sua vertiginose articolazioni tematiche e nelle sue infinite forme di espressione”. Verso la fine scrive lo stesso Borgna: “questo mio libro […] ha cercato di sciogliere gli snodi tematici complessi e sfuggenti del silenzio nel corso della vita e della mia vita, e sulla scia di pensieri che venivano dal cuore. La strada maestra di questo mio libro è stata tracciata dalla psichiatria, certo, ma anche dalla poesia. Così noi viviamo, e di giorno in giorno prendiamo commiato dalla vita, e non sempre ne riconosciamo i sentieri di senso. La cosa più importante è quella di guardare al silenzio come ad una esperienza che non sia mai estranea alla vita, e alla cura in psichiatria. Al di là dei suoi molteplici aspetti, quello che unifica i diversi modi di essere nel silenzio è la loro sorgente: quella della interiorità”.
Gli scritti di Borgna sono stati da me per lo più recensiti su “Odissea”, e in buona parte anche raccolti nei miei Smarrimento e scrittura e Passaggi.
So che Borgna conosce Massimo Camisasca, e in qualcosa, anche per certi sfondi in senso lato religiosi (comunque assai diversi tra loro), i suoi scritti sono da associare al saggio di Camisasca appunto, Il silenzio, pubblicato in “Materiali di Estetica”, 10.2 (2023), pp. 339-349.
Se religiosità è senso della trascendenza, in qualsiasi modo venga agito, sta all’opposto di ogni fanatismo, dei fondamentalismi, delle guerre che purtroppo nella storia delle religioni continuano ma non mancare. Il rifiuto di ogni violenza, di ogni sopraffazione, non dovrebbe mai esserle estraneo.
Enrico Berti, da me lontano negli anni di insegnamento a Padova, ma che ho sentito vicino negli ultimi anni (come del resto Franco Chiereghin), ha scritto Le prove dell’esistenza di Dio nella filosofia (Morcelliana, Brescia 2022). Ho sempre diffidato di simili “prove”, più che altro si tratta di motivazioni, rilevanti certo, ma non decisive; Berti se ne mostra cosciente. C’è un motivo comunque che percorre l’esigenza di “prove”, ed è la coscienza del non bastare a sé dell’esperienza, e l’inquietudine che ne deriva, e cerca di placarsi: Et inquietum est cor nostrum donec requiescat in te.
Termini riconducibili all’ansietà, all’irrequietudine, all’insoddisfazione percorrono con insistenza le pagine di Borgna, e non solo in riferimento ai suoi pazienti: insondabile, indicibile, arcano, speranza, sfuggente, nostalgia, silenzio, vertigine, fragilità, vulnerabilità, depressione, speranza… indicano tutte una carenza, e anche l’urgenza di rispondervi. A un trauma originario seguono i reiterati, affannosi tentativi, per mille vie, di “ricomporre l’infranto”, e di reagire all’inquietudine che ne deriva. Al disfarsi delle vite
è necessario far fronte, se si vuol sopravvivere.
 
  
      
Eugenio Borgna
In ascolto del silenzio
Einaudi, 2024 pp. 101, € 12



Mi ha grandemente coinvolto L’ora che non ha più sorelle, e non solo per la sua originalità (non ho letto molto sul peculiare suicidio femminile e sul tema della specifica “fragilità” che gli è annesso) e per il ritorno a mo’ di leitmotiv del silenzio e per le sottili venature “estetiche” che lo percorre. Ma anche perché Borgna dedica di fatto questo suo libro ad Antonia Pozzi - poetessa che ho amato e con cui mi sono, per quanto possibile, identificato. Estremamente significativo è che (tra i non pochi cui ha volto la sua sensibile attenzione) proprio lei sia al centro di questo ultimo (per ora) lavoro di Borgna; e che tenga conto di scritti su di lei quali quelli di Eugenio Montale e, in senso più approfondito e specifico, Graziella Bernabò. Leggiamo: “Una malinconia leopardiana ha accompagnato la breve vita di Antonia Pozzi, che moriva suicida a ventisei anni, scrivendo poesie, sommesse e arcane, fosforescenti e luminose, immerse nella grazia ferita e nel mistero del continuo desiderio di morire, che le sue relazioni, ogni volta franate, e incomprese, hanno concorso a realizzare”. “La sua testimonianza di vita e di morte ha nondimeno un grande indicibile valore psicologico e umano, e ci induce a meditare sul senso del vivere e del morire, e a ricercare le ragioni che mantengono aperto il cuore alla speranza anche nelle ore dolorose e oscure della vita”. E ancora: “Nelle poesie di Antonia Pozzi, anche in quelle divorate dal desiderio di suicidio, non mancano mai una fragile eterea dolcezza e una morente speranza”. Altrove Borgna dice di “parole gentili e tenere” che “si sono accompagnate al suicidio di Antonia Pozzi”. Atri nomi che ricorrono sono Antigone (via George Steiner), Virginia Woolf, Simone Weil, Amelia Rosselli; Margherita (di cui è riportata una poesia a mio parere molto “vera”), Emilia e Stefania (tutte e tre pazienti di Borgna). Ma non sono assenti nomi quali Paul Celan, Giacomo Leopardi e Cesare Pavese - di cui Borgna legge le ultime poesie con una profonda sensibilità, purtroppo spesso assente. Più volte sottolinea comunque le differenze di genere nei confronti del suicidio. Ci sono notazioni di Borgna che condivido profondamente: il suo “ripensare a quello che si sarebbe potuto fare, e non è stato fatto, al fine di evitare che dilagasse il deserto delle speranze”. “Una psichiatria che non sappia ascoltare e interpretare la disperazione e il silenzio di una persona che chieda aiuto non è psichiatria”. “Non saremmo vissuti invano, se siamo stati capaci di ascoltare le voci del dolore e della disperazione che fanno rivivere il suicidio”. “Nelle famiglie e nelle scuole si dovrebbe senza fine insegnar a essere gentili, come a essere capaci di tenerezza e di mitezza, che sono molto più importanti di quelle che sono le conoscenze tecnologiche”. E infine “Non dovremmo mai lasciarci trasportare dalle fretta e dalla impazienza, dalla smania di concludere e dalla leggerezza, ad aggredire il silenzio senza cercare di intenderne le motivazioni”. 



Eugenio Borgna
L’ora che non ha più sorelle. Sul suicidio femminile
Einaudi, Torino 2024, pp. 115, € 13

 

 

 

 

RADIO “NUOVA RESISTENZA”



C
arissimo, solo per informarti che collaboro, per passione, come con “Odissea” con la radio fiorentina “Nuova Resistenza”, abbiamo un sito Facebook (io non ce l’ho privatamente), un canale Youtube dove stiamo cominciando a fare approfondimenti di temi generali, e uno Telegram. Solo per dirti che le riflessioni edite da “Odissea” stanno girando anche su questo canale... spero contribuisca a mantenere alto il livello della riflessione, dell’attenzione e della partecipazione non solo per il blog ma anche per la pace.
Un caro saluto
Pierpaolo Calonaci

IN PIAZZA DEI MERCANTI A MILANO




A  NOVATE MILANESE  




AL CIRCOLO FAMILIARE DI UNITÀ PROLETARIA




martedì 19 novembre 2024

NUMERI DALL’EMILIA E DALL’UMBRIA
di Franco Astengo


 
Il doppio successo del centro-sinistra nella sfida delle regionali di Emilia- Romagna e Umbria nelle elezioni svolte il 17-18 novembre non deve trarre in inganno. È stato l’astensionismo il fattore principale anche di questa tornata come accade ormai da molto tempo ed è capitato anche in una regione "solida" dal punto di vista istituzionale come l'Emilia-Romagna nella quale il totale dei voti validi si colloca ben al di sotto del 50% e dove la vittoria del centro-sinistra è stata sicuramente dovuta al "campo largo" ma soprattutto alla capacità di richiamare l'insieme dei propri tradizionali elettrici ed elettori come dimostra il risultato del PD nella regione dove maggiore è sempre apparsa la continuità con le fonti storiche primarie di identità del Partito.
Le forze politiche, esaurita la legittima necessità di analisi del voto con maggiore o minore grado di soddisfazione, dovrebbero porre al centro il tema della disaffezione complessiva che si esprime attraverso la non partecipazione, il voto bianco e quello nullo: in ispecie le forze della coalizione di centro-sinistra se non intendono ripetere l'errore di considerare la governabilità fine esaustivo dell'azione politica trascurando il tema della rappresentanza. Inoltre sempre nell'ambito del centro-sinistra appare ormai netta l'assunzione da parte del PD del ruolo di partito-pivotale e di conseguenza di tentare di costruire attorno a questo partito l'indispensabile omogeneità coalizionale attraverso una grande discussione sui valori di fondo e il confronto sulle specifiche visioni progettuali.
Soltanto in Umbria i voti per il candidato presidente superano il 50% dei voti validi mentre precipita, nella stessa regione, al 45% per quello che riguarda le liste: si tratta non di segnali ma di precise indicazioni rivolte alle forze politiche sulle quali va aperta una riflessione molto più approfondita rispetto a quanto non sia ancora stato fatto finora.
Si ricorda che tutte le percentuali sono misurate sul totale degli aventi diritto e non sul totale dei voti validi: è questo l'unico schema possibile da seguire per realizzare una precisa comparazione in tempo di astensione superiore al 50%. Ecco dati e raffronti:

 

EMILIA ROMAGNA
Partecipazione: tra il 2020 e il 2022 più 2,97% (sui candidati presidenti) più 7,62% (sulle liste); tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 12,57% (320.837 voti); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 11,64% sui candidati presidenti (360.203 voti) e 490.153 voti in meno rispetto alle liste.
 
Regionali 2020:
Iscritti 3.508.179
Voti validi
Candidati presidenti 2.325.497 66,28%
Liste 2.162.216 61,63%

Politiche 2022:
Iscritti 3.328.327 (differenza dovuta alle liste per il voto all'estero)
Voti Validi 2.304.908 69,25%
 
Europee 2024
Iscritti 3.500.353
Voti Validi 1.984.071 56,68%
 
Regionali 2024
Iscritti 3.576.428
Voti validi presidente 1.623.868 45,04%
liste 1.493.918 41,77%
Candidati Presidenti:
 
Regionali 2020
Bonaccini (centro sinistra) 1.195.819 34,08%
Borgonzoni (centro destra) 1.014.654 28,92%
Benini (M5S) 80.783 2,30%
Battaglia (No vax) 10.978 0,31%
Bergamini (Partito Comunista Rizzo) 10.263 0,29%
Collot (Potere al Popolo) 7.024 0,20%
Lugli (Lista Civica) 5.976 0,17%
 
Regionali 2024
De Pascale (centrosinistra) 921.980 25,77%
Ugolini (centrodestra) 650.760 18,19%
Serra (PRC-PaP-PCI) 31.474 0,88%
Teodori (Lealtà Verità) 19.830 0,55%
 
De Pascale è stato eletto con 273.839 voti rispetto a Bonaccini nel 2020 con una percentuale inferiore del'8,31% sul totale degli aventi diritto.
  
Coalizioni: Centro-Sinistra tra il 2020 e il 2022 (fuori il M5S) meno 4,83%; tra il 2022 e il 2024 (europee; somma delle liste che sostengono De Pascale alle Regionali 2024) più 6,89% (M5S alle politiche 2022 6,92%), tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) il centrosinistra (le cui liste raccolgono 64.836 voti in meno rispetto al candidato presidente) perdono il 7,75% sul totale degli aventi diritto.
Centro-Destra tra il 2020 e il 2022 meno 1,05%; tra il 2022 e il 2024 (europee) somma delle liste che sostengono Ugolini meno 3,74% (meno 84.601); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 6,67% (217.453 voti)
 


Regionali 2020
Centro Sinistra: 1.040.482 29,65%
Centro Destra: 981.787 27,98%
M5S 102.595 2,92%
 
Politiche 2022
Centro Sinistra 826.362 24,82%
Centro Destra 896.607 26,93%
M5S 230.444 6,92%
Centristi 195.499 5,87%
 
Europee 2024
Liste centro-sinistra (appoggio De Pascale) somma 1.110.202 31,71%
Liste centro-destra (appoggio Ugolini) somma 812.006 23,19%
 
Regionali 2024
Centro Sinistra (con il M5S) 857.144 23,96%
Centro destra 594.553 16,62%
 
Liste: (sui risultati delle liste nelle elezioni regionali incidono naturalmente i voti delle liste civiche, alcune delle quali pur schierate nelle rispettive coalizioni, di difficile attribuzione strettamente partitica).
PD tra il 2020 e il 2022 meno 2,17%; tra il 2022 e il 2024 (europee) più 1,28% (77.732 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,53% (74.835 voti)
AVS tra il 2020 (lista Coraggiosa ed Europa Verde) e il 2022 meno 0,40% tra il 2022 e il 2024 (europee) più 0,58% (25.471 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,49% (50.340 voti)
M5S tra il 2020 e il 2022 più 4% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 2,86% (88.161 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,58% (89.208 voti)
Liste Centriste: tra il 2022 e il 2024 (europee somma di SUE e Azione) meno 2,40% (73.695 voti); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,76% (96.725 voti)
FdI tra il 2020 e il 2022 più 11,99%, tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,40% (19.441 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 5,96% (201.148 voti)
Lega tra il 2022 e il 2022 meno 14,33% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,69% (49.964 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,47% (49.845 voti)
Forza Italia (con moderati) tra il 2020 e il 2022 più 0,19% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 0,81 (12.414 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,13% (37.721 voti)
PRC-Pap-PCI tra il 2020 e il 2022 più 0,75% tra il 2022 e il 2024 (europee) più 0,34% (13.459 voti)  tra il 2024 (europee) e il 2025 (regionali) meno 0,55% (18.665 voti)



Lista Bonaccini 2020 124.591 3,55% Lista De Pascale 2024 57.400 1,60%
Lista Borgonzoni 2020 37.462 1,06% Lista Ugolini 2024 76.988 2,15%
 
Regionali 2020:
PD 749.676 21,36%
Lista Bonaccini 124.591 3,55%
Lista Coraggiosa (Schlein) 81.419 2,32%
Europa Verde 42.146 1,20%
+ Europa 33.087 0,94%
Volt 9.253 0,26%
Lega 690.864 19,69%
FdI 185.796 5,29%
Forza Italia 55.317 1,57%
Lista Borgonzoni 37.642 1,07%
Popolo della Famiglia - Cambiamo 6.341 0,18%
Giovani per l'ambiente 6.007 0,17%
M5S 102.595 2,92%
No Vax 11.187 0,31%
Partito Comunista (Rizzo) 10.287 0,29%
Potere al popolo 8.048 0,22%
L'altra Emilia Romagna 7.830 0,22%

Politiche 2022
PD 638.807 19,19%
AVS 104.105 3,12%
+ Europa 76.138 2,28%
Impegno Civico 7.312 0,21%
FdI 575.452 17,28%
Lega 178.543 5,36%
Forza Italia 130.198 3,91%
Moderati 12.414 0,37%
M5S 230.444 6,92%
Centristi 195.499 5,87%
Italexit 44.188 1,32%
Unione Popolare 32.543 0,97%
Sovrana Popolare 28.387 0,85%
Vita 25.483 0,76%
Animalisti 14.888 0,44%
No Vax 6.233 0,18%
Destre Unite 2415 0,07%
Noi di Centro 1859 0,05%


Europee 2024
PD 716.539 20,47%
AVS 129.576 3,70%
M5S 142.283 4,06%
Azione 63.106 1,80%
+ Europa e IV 58.698 1,67%
FdI 555.981 15,88%
Lega 128.579 3,67%
FI con Moderati 121.719 3,47%
Alt. Pop. (Bandecchi) 6.267 0,17%
Santoro (PRC, PAP, PCI) 46.002 1,31%
Libertà 13.246 0,37%
SVP 2.615 0,07%

Regionali 2024
PD 641.704 17,94%
AVS 79.236 2,21%
Presidente De Pascale 57.400  1,60%
M5S 53.075 1,48%
Riformisti 25.729 0,71%
FdI 354.833 9,92%
Forza Italia -Moderati 83.998 2,34%
Lega 78.734 2,20%
Presidente Ugolini 76.988  2,15%
PRC- PaP - PCI 27.337 0,76%
Lealtà-Verità 15.3410,42%


 
 
UMBRIA
Partecipazione: tra il 2019 e il 2022 più 2,86%, tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 8,43% (39.470 voti); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) : candidati presidenti meno 6,58% ( 35.493 voti) liste meno 11,66% (71.562 voti)

Regionali 2019:
Iscritti 703.596
Voti Validi
Presidenti 443.343 63.01%
Liste 417.877 59,39%
Partecipazione

Politiche 2022
Iscritti 662.094 (sempre da tener conto del voto all'estero)
Voti Validi 436.170 65,87%
Partecipazione

Europee 2024
Iscritti 683.555
Voti Validi 392.700 57,44%

Regionali 2024
Iscritti 701.367
Voti validi presidente 356.757 50,86%
Voti validi liste 321.138 45,78%
 


Candidati Presidenti: tra il 2019 e il 2024 la presidente uscente Tesei ha perso il 12,78% e 90.431 voti. La presidente eletta Proietti rispetto alla candidatura Bianconi del 2019 ha migliorato del 2,39% e 16.215 voti (un risultato di crescita per Proietti dovuto anche al maggior numero di voti espressi per le candidature presidenziali rispetto a quelle per le liste, sia di partito, sia civiche).
 
Regionali 2019
Tesei 255.158 36,26%
Bianconi 166.179 23,61%
Ricci 11.718 1,66%
Rubicondi 4.484 0,63%
Camuzzi 2.098 0,29%
Carletti 910 0,12%
Pappalardo 587 0,08
Seduction 461 0,06%

 
Regionali 2024
Proietti 182.394 26.00%
Tesei 164.727 23,48%
Rizzo 3.946 0,56%
Leonardi 1.901 0,27%
Pasquinelli 993 0,14%
Paolone 866 0,12%
Fiorini 840 0,11%
Tritto 837 0,11%
Pignalberi 253 0,03
 
Coalizioni:
Centro Sinistra tra il 2019 (con il M5S) e il 2022 (fuori il M5S, nel 2022 all'8,33%) meno 3,70, tra il 2022 e il 2024 (europee somma delle liste che sostengono Proietti compreso centristi e M5S) più 8,58% (90.316 voti). Tra il 2024 (europee somma come indicato poc'anzi) e 2024 (regionali) meno 3,74% (21.470 voti)
Centro destra tra il 2019 e il 2022 meno 4,78%, tra il 2022 e il 2024 (europee somma delle liste che nelle regionali sostengono Tesei) meno 1,62% (4581 voti) tra il 2024 (europee somma delle liste) e il 2024 (regionali) meno 6,88% (30,865 voti).
Sono questi i dati nel rapporto candidati/coalizioni che dovrebbero far riflettere le forze politiche.

Regionali 2019
Centro Destra 245.789 - 34,93%
Centro Sinistra (con M5S) 153.784 - 21,85%

Politiche 2022
Centro Destra 199.663 - 30,15%
Centro Sinistra 120.210 - 18,15%
M5S 55.205 - 8,33%
Centristi 35.111 - 5,30%

Europee 2024
Liste sostegno candidatura Tesei (somma) 195.082 28,53%
Liste sostegno candidatura Proietti (somma) 182.764 26,73%

Regionali 2024
Centro-sinistra 161.294 22,99%
Centro-destra 151.899 21,65%


 
Liste
PD dal 2019 al 2022 più 0,86%, tra il 2022 e il 2024 (europee) più 1,04% (voti 9.048)
AVS dal 2019 (2 liste verdi) al 2022 più 0,50, dal 2022 al 2024 (europee) più 0,99% (7.209 voti)
M5S tra il 2019 e il 2022 più 3,99% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 3,24% (20.388 voti)
Liste Centriste tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 3,48% (22.306 voti)
Fratelli d'Italia tra il 2019 e il 2022 più 13,81%, tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,10% (3.282 voti)
Lega tra il 2019 e il 2022 meno 16,73% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,28% (7.699 voti)
Forza Italia (con i moderati) tra il 2019 e il 2022 più 1,83% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 0,28% (845 voti)
PRC-PaP- PCI tra il 2019 e il 2022 più 1,06% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 0,19% (1284 voti)
Civica Tesei 2019 16.424 - 2,33%
Civica Bianconi 2019 16.833 - 2,39%
 
Regionali 2019
Lega 154.413 - 21,94%
FdI 43.443 - 6.03%
Forza Italia 22.991 - 3,26%
Lista Tesei 16.424 - 2,33%
Civica 8,608 - 1,22%
PD 93.296 - 13,25%
M5S 30.953 - 4,34%
Lista Bianconi 16.833 - 2,39%
Verdi Civici 6.727 - 0,95%
Verdi 5.975 - 0,84%
Lista Ricci 5.261 - 0,74%
Italia Civica 2.175 - 0,30%
Proposta Umbria 1.475 - 0,20%
Partito Comunista (Rizzo) 4.108 - 0,58%
PCI 2.098 - 0,29%
PaP 1.345 - 0,19%
Riconquistare 808 - 0.11%
Arancioni 524 - 0,07
Buone Maniere 420 - 0,05%
 
Politiche 2022
Fdi 131.396 - 19,84%
Lega 34.517 - 5,21%
Forza Italia 31.743 - 4,79%
Moderati 2.007 - 0,30%
PD 93.435 - 14,11%
AVS 15.217 - 2,29%
+ Europa 9.143 - 1,38%
Impegno Civico 2.415 - 0,36%
M5S 55.205 - 8,33%
Centristi 35.111 - 5,30%
Italexit 7.821 - 1,18%
Sovr. Pop. 5.373 - 0,81%
PCI 5.199 - 0,78%
UP 5.051 - 0,76%
Vita 2357 - 0,35%
 
Europee 2024
Fdi 128.114 - 18,74%
PD 103.583 - 15,15%
M5S 34.817 - 5,09%
FI e Moderati 32.905 - 4,81%
Lega 26.818 - 3,92%
AVS 22.426 - 3,28%
+Europa e IV 11.988 - 1,75%
Azione 9.950 - 1,45%
Santoro (PRC-Pap-PCI) 9.288 - 1,35%
Bandecchi (A.P.) 7.245 - 1,05%
Sov.Pop. 3.109 - 0.45%
Libertà 2.457 - 0,35%

         

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