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UNA NUOVA ODISSEA...
L'illustrazione di Adamo Calabrese
FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
Buon compleanno Odissea
mercoledì 20 novembre 2024
L’UOMO CHE PIANTAVA I POMODORI
di
Pierpaolo Calonaci
Youssef Abu Rabie
“Quando penso
che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è
bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado
tutto, la condizione umana sia ammirevole”.
Jean Giono -
L’uomo che piantava gli alberi
Youssef Abu Rabie |
*
“Perché la
banalità della testimonianza come falsa obiettività e ritorno del ‘mondo
reale’ non può restituire il significato politico e umano profondamente
tragico di quella carneficina”.
Albert Dichy sul
testo di Jean Genet - Quattro ore a Chatila
Youssef
Abu Rabie aveva 24 anni, era palestinese e faceva l’agronomo. È stato ucciso
qualche settimana fa nella sua casa con la madre da un missile israeliano. La
scorsa estate cominciò a piantare una coltivazione di pomodori nel bel mezzo
delle macerie e della morte che il genocidio del nazionalismo
sionista/messianico israeliano compie impunemente. Come può scoccare la
resistenza qui? Quando scocca la resistenza? In queste domande si può
condensare, oltretutto, la conoscenza che Genet esperisce della Rivoluzione
palestinese vivendo con i “fedayn” per sei mesi, definendola,
quale “forza
di questa gioia d’esistere, sinonimo di bellezza, la bellezza verticale dei
combattenti e della loro strana leggerezza”.
Quando
la storia si rivela nella materialità della quotidianità, allora scocca la
resistenza; come freccia utopica, ben più radicata nel reale e ben più
desiderosa di libertà e giustizia di un qualsiasi Don Chisciotte, fa breccia
nell’oscurità dei vivi e dei morti. Non l’accetti né la rifiuti: ne senti il
fardello. Dentro la storia, quella ufficiale, istituzionalizzata e
normalizzata, quella della scuola della “democrazia” insomma, che si allinea
con i “buoni” contro i “cattivi”, col “bene” contro il “male”, quel fardello è
stato rimosso (fanno bene perciò i pochi studenti a rifiutare di imparare una
storia siffatta poiché intuiscono che seguendola mai matureranno la
disobbedienza né l'esser pronti per la resistenza). Credo piuttosto che alla storia servano uomini e
donne che se ne facciano carico, tanto nella sofferenza, quanto possibilmente
nella gioia, quanto nell’azione responsabile. Non educazione “civica” serve.
Youssef
aveva “scelto” di incarnare la vita con la sua idea di resistenza. Come una
brezza riparatrice che sorprende il volto troppo esposto alla brutalità. Possiamo immaginarlo stretto tra questo
dualismo che schiaccia l'uomo da tempo immemore che così recita: - Per quanto si eviti di vedere la violenza, la violenza viene a cercarti.
Uno o la subisce o la fa. O, comunque, se a te non fanno niente, la fanno ad
altri, ed è lì che interviene la coscienza. Perché se uno permette che la
facciamo ad altri diventa, dichiaratamente o no, complice. (Gioconda Belli, La donna abitata).
Ci
sono molte forme di resistenza, lo dimentichiamo sovente. Tante quante le
traiettorie degli aquiloni, tante quanto il desiderio, il bisogno di libertà e
giustizia che il cuore umano può contenere e che spesso, oggi troppo spesso, e
nel vicino futuro ancora molto meno, non riesce più a immaginare. Youssef aveva
“scelto” di raccontare la condizione del proprio popolo coltivando pomodori. È
stato il suo atto di responsabilità davanti all’oppressore. Chissà se l’avrà
scelto, ma questo non ci riguarda. L’ha visto, ecco ciò che conta. Aveva perciò
colorato le macerie che stavano intorno alle sue coltivazioni con le sue
piantine. Ma all’assassino nazionalista, che non è solo Israele, tutto ciò che
ricordi la vita fa paura. Il nazionalismo sopprime la vita: essere di sinistra
è combatterlo. Tutte le armi sarebbero buone per farlo? No, perché la
resistenza mai e poi mai colpirà i civili inermi. Youssef, come i personaggi de
Le rose di Atacama fa emergere altre prospettive di resistenza,
un’altra speranza di cui non si vede nemmeno l’aurora, per cui bisogna tacere.
Quelli che credono nella violenza proscrivono Youssef e i suoi pomodori. Quelli
che rifiutano la violenza se ne appropriano per sostanziare dogmaticamente la
propria lotta. Ma entrambi si cacciano nella prigionia degli schemi con cui
guardano la realtà, cristallizzandola, poiché ne rifiutando la dialettica e la
poetica della storia che intesse ogni rivoluzione. Nessuno schema nell’azione
di Youssef, nessun manuale di tecnica della resistenza: solo vita spogliata da
ogni ipocrisia redentrice di speranza e difesa fino all’indifendibile. Come nei
fiori di Atacama. Eppure, resistenza. Resistenza che si spoglia fino
all’annullamento. Resistenza e resa disse Dietrich Bonhoeffer, spogliarsi
della creatura che ci è stata appiccicata addosso disse la coeva Simone
Weil ai quali fa da controcanto l’opera rivoluzionaria di Rosa Luxembourg.
Non
so se Giono nell’affermare la meraviglia davanti alla condizione umana avesse
potuto essere più cauto con l’incanto. A guardare in che condizioni versi oggi
l’umanità un salto nella reductio per absurdum avrebbe dato a
quell’enunciazione un senso più pragmatico (forse la letteratura, forse l’arte
quando rifuggono la reductio per absurdum dell’essere umano ne devono
invocare la speranza quale bisogno auto-conservativo, rischiando di
compiere un attentato a se stesse: uccidere la negazione, anche solo in veste
speculativa, che fa paura, poiché fa emergere il non-detto. Perciò il
Nichilismo, quello nietzschiano, è stato ridotto a nozioni).
Poiché
dopo la Shoah, dopo Sabra e Chatila, dopo Srebrenica, davanti all’orrore
indicibile contro il popolo palestinese, che “il nostro mondo” ripaga con
l’ignavia di guardarlo da lontano, la condizione umana pare si sia definitivamente
arresa, continuando a vestire armature, a se stessa, in un vortice antropofago
nel quale il vaso di Pandora è risucchiato, diversamente dal mito.
“[…] di tutto ciò, cosa è rimasto
di buono? mi chiedo. Gli uomini continuano a fuggire. Ci sono governanti
sanguinari. Si continuano a straziare i corpi, si continua a far guerre. Il
suono dei nostri tamburi deve continuare a battere nel sangue delle attuali
generazioni. È l’unica cosa che
di noi è rimasta, Yarince: la resistenza” (G. Belli, La donna abitata).
IL POTERE DELLA
MUSICA
Amati
“La
musica è il pieno assoluto”
[A.
Gaccione - 1991]
“Oh, ma
voi non avete bisogno di parole per arrivare all’anima…”.
“Vede? Lei ha
usato delle parole così belle e poetiche che noi non sapremmo assolutamente
formulare”.
“Lei mi
lusinga, maestro, ma io resto della mia opinione: nulla è superiore alla
musica…”.
“Eppure le
parole dei poeti commuovono di più”.
“Glielo
riconosco, ma se voglio sentire lo spazio, la vastità dell’universo, è solo la
musica che me li fa sentire, me li fa immaginare…”.
“Oh, no, lei si
sbaglia, per questo basta guardarsi intorno: c’è il cielo infinito, la luce, ci
sono i colori…”.
Angelo Gaccione [Sonata in
due movimenti, Di Felice Ed. 2023]
Guarneri
Guarneri |
“La musica, fin dalle sue origini, è stata parte integrante di
antichi riti comunitari e del processo di formazione dell’identità sociale.
Essa, oltre a rappresentare un potente mezzo per entrare in contatto con le
energie presenti in natura, è in grado di manifestare il logos universale e le
armonie celesti. La musica di fatto crea un sodalizio tra gli istinti primitivi
e le più elevate virtù dell’anima trasformando la materia sonora in racconto di
mondi e di visioni, immaginari o reali, trasmettendo a chi l’ascolta il senso
profondo del sacro, del fantastico, del mistero e di infinite sfumature
dell’universo umano. La musica agisce come mediatrice tra il mondo visibile e
quello invisibile. Come un ponte sospeso tra l’esperienza tangibile e il
mistero dell’impercettibile, ci conduce oltre i confini della realtà fisica,
aprendo le porte a dimensioni sconosciute e rarefatte, dove le emozioni
prendono forma e si fondono con la nostra interiorità”.
Davide Santi e Rachel O’Brien
[Viaggio sonoro nell’invisibile,
2024]
Stradivari
“La civiltà occidentale è abituata a identificare l’esistenza
con il visibile: vedere per credere. La vista predomina i parametri della
verità, dell’esistenza di ciò che può produrre effetti nel mondo, o sul nostro
corpo, e nell’anima. Eppure, la musica fa ballare, muove i corpi e stimola chi
ascolta a sondare i confini e le sfumature della propria vita emotiva. Ma tali
effetti non attraversano lo spazio del visibile, quanto piuttosto l’udibile: la
potenza della musica sfida continuamente il pregiudizio che l’esistenza o
l’effettualità si identifichi con il visibile. Dal mito di Orfeo, il cui canto
sospende la lotta tra le specie dettata dalle esigenze di autoconservazione, o
le Sirene omeriche, o ancora la leggenda di Santa Cecilia, la cui musica preservò
il convento contro atti iconoclastici per tutta la Guerra dei Trent’anni, fino
ad Hildegard von Bingen, che spiega il mistero della Trinità radicandolo nella
capacità sonora della carne umana, lo spazio sonoro appare investito di un
potere magico, o meglio farmacologico: al contempo veleno e rimedio. Oltre alla
dimensione somatica dell’effettualità musicale, va oggi sempre più esplorata la
specifica grammatica emotiva implicita nei diversi generi e forme musicali. Ma
più che di grammatica emotiva, che suggerisce una staticità, si dovrebbe
parlare di economia libidica quando un brano musicale si struttura e trasmette
una specifica organizzazione temporale che non è altro che la temporalità
propria di determinate tonalità emotive. Non è un caso per esempio che
Monteverdi insistesse sulla figura ritmica attraverso cui restituire una stessa
nota: diversa è la tonalità emotiva di una singola nota di lunga durata o la
medesima nota ripetuta assillantemente in sedicesimi. L’invisibile non solo
esiste, ma nel caso della musica è anche potente”
Mousikè. Ist. di critica e farmacologia della musica
[Il potere invisibile della musica, 2024]
Stradivari |
I LIBRI DI BORGNA
di
Gabriele Scaramuzza
J. H. Fragonard
Giovane che legge
Due
preziosi, snelli libri di Eugenio Borgna sono apparsi quest’anno; ed è già di
per sé miracoloso, data l’età dell’autore. Tuttavia non hanno età i
temi proposti, che ripercorrono in nuovi profili l’ampia disamina del mondo
letteralmente “estetico” (nel senso di sensibile-emotivo) cui Borgna ha
dedicato tutta la vita - nei modi più diversi, da professionale-psichiatrico a
teorico, da letterario a senz’altro poetico. Illustre esponente della
psichiatria fenomenologica, Borgna continua qui l’ampia fenomenologia delle
emozioni umane da tempo intrapresa, e che include la mitezza, la solitudine, la
fragilità, la follia, la gentilezza, la speranza e la disperazione, la
nostalgia, la tenerezza - emozioni tante volte neglette, o sottovalutate. Esse
costituiscono un quadro umano aggressivamente contrastato dalla
realtà dei tempi in cui viviamo; quadro che invece è
indispensabile tener vivo, per motivi morali, etico-politici, ampiamente umani.
La
scrittura di Borgna è come sempre duttile, avvolgente - terapeutica, nei modi
in cui l’autore intende la cura. Modi che certo includono l’uso della parola
anche nei suoi aspetti non “scientifici”. Il tema “affascinante e complesso”
del silenzio è affrontato da più punti di vista, e in diverse connessioni:
“nella sua vertiginose articolazioni tematiche e nelle sue infinite forme di
espressione”. Verso la fine scrive lo stesso Borgna: “questo mio libro […] ha
cercato di sciogliere gli snodi tematici complessi e sfuggenti del silenzio nel
corso della vita e della mia vita, e sulla scia di pensieri che venivano dal
cuore. La strada maestra di questo mio libro è stata tracciata dalla
psichiatria, certo, ma anche dalla poesia. Così noi viviamo, e di giorno in
giorno prendiamo commiato dalla vita, e non sempre ne riconosciamo i sentieri di
senso. La cosa più importante è quella di guardare al silenzio come ad una
esperienza che non sia mai estranea alla vita, e alla cura in psichiatria. Al
di là dei suoi molteplici aspetti, quello che unifica i diversi modi di essere
nel silenzio è la loro sorgente: quella della interiorità”.
Gli
scritti di Borgna sono stati da me per lo più recensiti su “Odissea”, e in
buona parte anche raccolti nei miei Smarrimento e scrittura e Passaggi.
So che Borgna conosce Massimo Camisasca, e in qualcosa, anche per certi sfondi
in senso lato religiosi (comunque assai diversi tra loro), i suoi scritti sono
da associare al saggio di Camisasca appunto, Il silenzio, pubblicato in
“Materiali di Estetica”, 10.2 (2023), pp. 339-349.
Se
religiosità è senso della trascendenza, in qualsiasi modo venga agito, sta
all’opposto di ogni fanatismo, dei fondamentalismi, delle guerre che purtroppo nella
storia delle religioni continuano ma non mancare. Il rifiuto di ogni violenza,
di ogni sopraffazione, non dovrebbe mai esserle estraneo.
Enrico
Berti, da me lontano negli anni di insegnamento a Padova, ma che ho sentito vicino
negli ultimi anni (come del resto Franco Chiereghin), ha scritto Le prove
dell’esistenza di Dio nella filosofia (Morcelliana, Brescia 2022). Ho
sempre diffidato di simili “prove”, più che altro si tratta di motivazioni, rilevanti
certo, ma non decisive; Berti se ne mostra cosciente. C’è un motivo comunque
che percorre l’esigenza di “prove”, ed è la coscienza del non bastare a sé
dell’esperienza, e l’inquietudine che ne deriva, e cerca di placarsi: Et
inquietum est cor nostrum donec requiescat in te.
Termini
riconducibili all’ansietà, all’irrequietudine, all’insoddisfazione percorrono
con insistenza le pagine di Borgna, e non solo in riferimento ai suoi pazienti:
insondabile, indicibile, arcano, speranza, sfuggente, nostalgia, silenzio, vertigine, fragilità, vulnerabilità, depressione, speranza… indicano tutte una carenza, e
anche l’urgenza di rispondervi. A un
trauma originario seguono i reiterati, affannosi tentativi, per mille vie, di
“ricomporre l’infranto”, e di reagire all’inquietudine che ne deriva. Al disfarsi
delle vite è
necessario far fronte, se si vuol sopravvivere.
Eugenio
Borgna
In
ascolto del silenzio
Einaudi,
2024 pp. 101, € 12
J. H. Fragonard Giovane che legge |
Mi ha grandemente coinvolto L’ora che non ha più sorelle, e non solo per la sua originalità (non ho letto molto sul peculiare suicidio femminile e sul tema della specifica “fragilità” che gli è annesso) e per il ritorno a mo’ di leitmotiv del silenzio e per le sottili venature “estetiche” che lo percorre. Ma anche perché Borgna dedica di fatto questo suo libro ad Antonia Pozzi - poetessa che ho amato e con cui mi sono, per quanto possibile, identificato. Estremamente significativo è che (tra i non pochi cui ha volto la sua sensibile attenzione) proprio lei sia al centro di questo ultimo (per ora) lavoro di Borgna; e che tenga conto di scritti su di lei quali quelli di Eugenio Montale e, in senso più approfondito e specifico, Graziella Bernabò. Leggiamo: “Una malinconia leopardiana ha accompagnato la breve vita di Antonia Pozzi, che moriva suicida a ventisei anni, scrivendo poesie, sommesse e arcane, fosforescenti e luminose, immerse nella grazia ferita e nel mistero del continuo desiderio di morire, che le sue relazioni, ogni volta franate, e incomprese, hanno concorso a realizzare”. “La sua testimonianza di vita e di morte ha nondimeno un grande indicibile valore psicologico e umano, e ci induce a meditare sul senso del vivere e del morire, e a ricercare le ragioni che mantengono aperto il cuore alla speranza anche nelle ore dolorose e oscure della vita”. E ancora: “Nelle poesie di Antonia Pozzi, anche in quelle divorate dal desiderio di suicidio, non mancano mai una fragile eterea dolcezza e una morente speranza”. Altrove Borgna dice di “parole gentili e tenere” che “si sono accompagnate al suicidio di Antonia Pozzi”. Atri nomi che ricorrono sono Antigone (via George Steiner), Virginia Woolf, Simone Weil, Amelia Rosselli; Margherita (di cui è riportata una poesia a mio parere molto “vera”), Emilia e Stefania (tutte e tre pazienti di Borgna). Ma non sono assenti nomi quali Paul Celan, Giacomo Leopardi e Cesare Pavese - di cui Borgna legge le ultime poesie con una profonda sensibilità, purtroppo spesso assente. Più volte sottolinea comunque le differenze di genere nei confronti del suicidio. Ci sono notazioni di Borgna che condivido profondamente: il suo “ripensare a quello che si sarebbe potuto fare, e non è stato fatto, al fine di evitare che dilagasse il deserto delle speranze”. “Una psichiatria che non sappia ascoltare e interpretare la disperazione e il silenzio di una persona che chieda aiuto non è psichiatria”. “Non saremmo vissuti invano, se siamo stati capaci di ascoltare le voci del dolore e della disperazione che fanno rivivere il suicidio”. “Nelle famiglie e nelle scuole si dovrebbe senza fine insegnar a essere gentili, come a essere capaci di tenerezza e di mitezza, che sono molto più importanti di quelle che sono le conoscenze tecnologiche”. E infine “Non dovremmo mai lasciarci trasportare dalle fretta e dalla impazienza, dalla smania di concludere e dalla leggerezza, ad aggredire il silenzio senza cercare di intenderne le motivazioni”.
Eugenio
Borgna
L’ora
che non ha più sorelle. Sul suicidio femminile
Einaudi,
Torino 2024, pp. 115, € 13
RADIO “NUOVA RESISTENZA”
Carissimo, solo
per informarti che collaboro, per passione, come con “Odissea” con la radio
fiorentina “Nuova Resistenza”, abbiamo un sito Facebook (io non ce l’ho
privatamente), un canale Youtube dove stiamo cominciando a fare approfondimenti
di temi generali, e uno Telegram. Solo per dirti che le riflessioni edite da “Odissea”
stanno girando anche su questo canale... spero contribuisca a mantenere alto il
livello della riflessione, dell’attenzione e della partecipazione non solo per
il blog ma anche per la pace.
Un caro saluto
Pierpaolo Calonaci
martedì 19 novembre 2024
NUMERI DALL’EMILIA E DALL’UMBRIA
di
Franco Astengo
Il
doppio successo del centro-sinistra nella sfida delle regionali di Emilia-
Romagna e Umbria nelle elezioni svolte il 17-18 novembre non deve trarre in
inganno. È stato l’astensionismo il fattore principale anche di questa tornata
come accade ormai da molto tempo ed è capitato anche in una regione
"solida" dal punto di vista istituzionale come l'Emilia-Romagna nella
quale il totale dei voti validi si colloca ben al di sotto del 50% e dove la
vittoria del centro-sinistra è stata sicuramente dovuta al "campo
largo" ma soprattutto alla capacità di richiamare l'insieme dei propri
tradizionali elettrici ed elettori come dimostra il risultato del PD nella
regione dove maggiore è sempre apparsa la continuità con le fonti storiche
primarie di identità del Partito.
Le
forze politiche, esaurita la legittima necessità di analisi del voto con maggiore
o minore grado di soddisfazione, dovrebbero porre al centro il tema della
disaffezione complessiva che si esprime attraverso la non partecipazione, il
voto bianco e quello nullo: in ispecie le forze della coalizione di centro-sinistra
se non intendono ripetere l'errore di considerare la governabilità fine
esaustivo dell'azione politica trascurando il tema della rappresentanza. Inoltre
sempre nell'ambito del centro-sinistra appare ormai netta l'assunzione da parte
del PD del ruolo di partito-pivotale e di conseguenza di tentare di costruire
attorno a questo partito l'indispensabile omogeneità coalizionale attraverso
una grande discussione sui valori di fondo e il confronto sulle specifiche
visioni progettuali.
Soltanto
in Umbria i voti per il candidato presidente superano il 50% dei voti validi
mentre precipita, nella stessa regione, al 45% per quello che riguarda le
liste: si tratta non di segnali ma di precise indicazioni rivolte alle forze politiche
sulle quali va aperta una riflessione molto più approfondita rispetto a quanto
non sia ancora stato fatto finora.
Si
ricorda che tutte le percentuali sono misurate sul totale degli aventi diritto
e non sul totale dei voti validi: è questo l'unico schema possibile da seguire
per realizzare una precisa comparazione in tempo di astensione superiore al
50%. Ecco dati e raffronti:
EMILIA ROMAGNA
Partecipazione: tra il 2020 e il 2022 più 2,97% (sui candidati presidenti) più
7,62% (sulle liste); tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 12,57% (320.837
voti); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 11,64% sui candidati
presidenti (360.203 voti) e 490.153 voti in meno rispetto alle liste.
Regionali 2020:
Iscritti
3.508.179
Voti
validi
Candidati
presidenti 2.325.497 66,28%
Liste
2.162.216 61,63%
Politiche 2022:
Iscritti
3.328.327 (differenza dovuta alle liste per il voto all'estero)
Voti
Validi 2.304.908 69,25%
Europee 2024
Iscritti
3.500.353
Voti
Validi 1.984.071 56,68%
Regionali 2024
Iscritti
3.576.428
Voti
validi presidente 1.623.868 45,04%
liste
1.493.918 41,77%
Candidati
Presidenti:
Regionali 2020
Bonaccini
(centro sinistra) 1.195.819 34,08%
Borgonzoni
(centro destra) 1.014.654 28,92%
Benini
(M5S) 80.783 2,30%
Battaglia
(No vax) 10.978 0,31%
Bergamini
(Partito Comunista Rizzo) 10.263 0,29%
Collot
(Potere al Popolo) 7.024 0,20%
Lugli
(Lista Civica) 5.976 0,17%
Regionali 2024
De
Pascale (centrosinistra) 921.980 25,77%
Ugolini
(centrodestra) 650.760 18,19%
Serra
(PRC-PaP-PCI) 31.474 0,88%
Teodori
(Lealtà Verità) 19.830 0,55%
De
Pascale è stato eletto con 273.839 voti rispetto a Bonaccini nel 2020 con una
percentuale inferiore del'8,31% sul totale degli aventi diritto.
Coalizioni: Centro-Sinistra tra il 2020 e il 2022 (fuori il M5S) meno 4,83%;
tra il 2022 e il 2024 (europee; somma delle liste che sostengono De Pascale
alle Regionali 2024) più 6,89% (M5S alle politiche 2022 6,92%), tra il 2024
(europee) e il 2024 (regionali) il centrosinistra (le cui liste raccolgono
64.836 voti in meno rispetto al candidato presidente) perdono il 7,75% sul
totale degli aventi diritto.
Centro-Destra tra il 2020 e il 2022 meno 1,05%; tra il 2022 e
il 2024 (europee) somma delle liste che sostengono Ugolini meno 3,74% (meno
84.601); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 6,67% (217.453 voti)
Regionali 2020
Centro
Sinistra: 1.040.482 29,65%
Centro
Destra: 981.787 27,98%
M5S
102.595 2,92%
Politiche 2022
Centro
Sinistra 826.362 24,82%
Centro
Destra 896.607 26,93%
M5S
230.444 6,92%
Centristi
195.499 5,87%
Europee 2024
Liste
centro-sinistra (appoggio De Pascale) somma 1.110.202 31,71%
Liste
centro-destra (appoggio Ugolini) somma 812.006 23,19%
Regionali 2024
Centro
Sinistra (con il M5S) 857.144 23,96%
Centro
destra 594.553 16,62%
Liste: (sui
risultati delle liste nelle elezioni regionali incidono naturalmente i voti
delle liste civiche, alcune delle quali pur schierate nelle rispettive
coalizioni, di difficile attribuzione strettamente partitica).
PD
tra il
2020 e il 2022 meno 2,17%; tra il 2022 e il 2024 (europee) più 1,28% (77.732
voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,53% (74.835 voti)
AVS
tra il
2020 (lista Coraggiosa ed Europa Verde) e il 2022 meno 0,40% tra il 2022 e il
2024 (europee) più 0,58% (25.471 voti) tra il 2024 (europee) e il
2024 (regionali) meno 1,49% (50.340 voti)
M5S
tra il
2020 e il 2022 più 4% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 2,86% (88.161 voti)
tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 2,58% (89.208 voti)
Liste Centriste: tra il 2022 e il 2024 (europee somma di SUE e
Azione) meno 2,40% (73.695 voti); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali)
meno 2,76% (96.725 voti)
FdI tra
il 2020 e il 2022 più 11,99%, tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,40%
(19.441 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 5,96% (201.148
voti)
Lega
tra il
2022 e il 2022 meno 14,33% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,69% (49.964
voti) tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) meno 1,47% (49.845 voti)
Forza Italia (con moderati) tra il 2020 e il 2022 più 0,19% tra il 2022 e
il 2024 (europee) meno 0,81 (12.414 voti) tra il 2024 (europee) e il 2024
(regionali) meno 1,13% (37.721 voti)
PRC-Pap-PCI tra il 2020 e il 2022 più 0,75% tra il 2022 e il 2024
(europee) più 0,34% (13.459 voti) tra il
2024 (europee) e il 2025 (regionali) meno 0,55% (18.665 voti)
Lista Bonaccini 2020 124.591 3,55% Lista De Pascale 2024 57.400 1,60%
Lista Borgonzoni 2020 37.462 1,06% Lista Ugolini 2024 76.988 2,15%
Regionali 2020:
PD
749.676 21,36%
Lista
Bonaccini 124.591 3,55%
Lista
Coraggiosa (Schlein) 81.419 2,32%
Europa
Verde 42.146 1,20%
+
Europa 33.087 0,94%
Volt
9.253 0,26%
Lega
690.864 19,69%
FdI
185.796 5,29%
Forza
Italia 55.317 1,57%
Lista
Borgonzoni 37.642 1,07%
Popolo
della Famiglia - Cambiamo 6.341 0,18%
Giovani
per l'ambiente 6.007 0,17%
M5S
102.595 2,92%
No
Vax 11.187 0,31%
Partito
Comunista (Rizzo) 10.287 0,29%
Potere
al popolo 8.048 0,22%
L'altra
Emilia Romagna 7.830 0,22%
Politiche 2022
PD
638.807 19,19%
AVS
104.105 3,12%
+
Europa 76.138 2,28%
Impegno
Civico 7.312 0,21%
FdI
575.452 17,28%
Lega
178.543 5,36%
Forza
Italia 130.198 3,91%
Moderati
12.414 0,37%
M5S
230.444 6,92%
Centristi
195.499 5,87%
Italexit
44.188 1,32%
Unione
Popolare 32.543 0,97%
Sovrana
Popolare 28.387 0,85%
Vita
25.483 0,76%
Animalisti
14.888 0,44%
No
Vax 6.233 0,18%
Destre
Unite 2415 0,07%
Noi
di Centro 1859 0,05%
Europee 2024
PD
716.539 20,47%
AVS
129.576 3,70%
M5S
142.283 4,06%
Azione
63.106 1,80%
+
Europa e IV 58.698 1,67%
FdI
555.981 15,88%
Lega
128.579 3,67%
FI
con Moderati 121.719 3,47%
Alt.
Pop. (Bandecchi) 6.267 0,17%
Santoro
(PRC, PAP, PCI) 46.002 1,31%
Libertà
13.246 0,37%
SVP
2.615 0,07%
Regionali 2024
PD
641.704 17,94%
AVS
79.236 2,21%
Presidente
De Pascale 57.400 1,60%
M5S
53.075 1,48%
Riformisti
25.729 0,71%
FdI
354.833 9,92%
Forza
Italia -Moderati 83.998 2,34%
Lega
78.734 2,20%
Presidente
Ugolini 76.988 2,15%
PRC-
PaP - PCI 27.337 0,76%
Lealtà-Verità
15.3410,42%
UMBRIA
Partecipazione:
tra il 2019 e il 2022 più 2,86%, tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 8,43% (39.470
voti); tra il 2024 (europee) e il 2024 (regionali) : candidati presidenti meno
6,58% ( 35.493 voti) liste meno 11,66% (71.562 voti)
Regionali 2019:
Iscritti
703.596
Voti
Validi
Presidenti
443.343 63.01%
Liste
417.877 59,39%
Partecipazione
Politiche 2022
Iscritti
662.094 (sempre da tener conto del voto all'estero)
Voti
Validi 436.170 65,87%
Partecipazione
Europee 2024
Iscritti
683.555
Voti
Validi 392.700 57,44%
Regionali 2024
Iscritti
701.367
Voti
validi presidente 356.757 50,86%
Voti
validi liste 321.138 45,78%
Candidati Presidenti: tra il 2019 e il 2024 la presidente uscente
Tesei ha perso il 12,78% e 90.431 voti. La presidente eletta Proietti rispetto
alla candidatura Bianconi del 2019 ha migliorato del 2,39% e 16.215 voti (un
risultato di crescita per Proietti dovuto anche al maggior numero di voti
espressi per le candidature presidenziali rispetto a quelle per le liste, sia
di partito, sia civiche).
Regionali 2019
Tesei
255.158 36,26%
Bianconi
166.179 23,61%
Ricci
11.718 1,66%
Rubicondi
4.484 0,63%
Camuzzi
2.098 0,29%
Carletti
910 0,12%
Pappalardo
587 0,08
Seduction
461 0,06%
Regionali 2024
Proietti
182.394 26.00%
Tesei
164.727 23,48%
Rizzo
3.946 0,56%
Leonardi
1.901 0,27%
Pasquinelli
993 0,14%
Paolone
866 0,12%
Fiorini
840 0,11%
Tritto
837 0,11%
Pignalberi
253 0,03
Coalizioni:
Centro Sinistra tra il 2019 (con il M5S) e il 2022 (fuori il M5S, nel 2022
all'8,33%) meno 3,70, tra il 2022 e il 2024 (europee somma delle liste che
sostengono Proietti compreso centristi e M5S) più 8,58% (90.316 voti). Tra il
2024 (europee somma come indicato poc'anzi) e 2024 (regionali) meno 3,74%
(21.470 voti)
Centro destra tra
il 2019 e il 2022 meno 4,78%, tra il 2022 e il 2024 (europee somma delle liste
che nelle regionali sostengono Tesei) meno 1,62% (4581 voti) tra il 2024
(europee somma delle liste) e il 2024 (regionali) meno 6,88% (30,865 voti).
Sono
questi i dati nel rapporto candidati/coalizioni che dovrebbero far riflettere
le forze politiche.
Regionali 2019
Centro Destra 245.789
- 34,93%
Centro Sinistra (con M5S) 153.784 - 21,85%
Politiche 2022
Centro Destra 199.663
- 30,15%
Centro Sinistra 120.210 - 18,15%
M5S
55.205 - 8,33%
Centristi
35.111 - 5,30%
Europee 2024
Liste
sostegno candidatura Tesei (somma) 195.082 28,53%
Liste
sostegno candidatura Proietti (somma) 182.764 26,73%
Regionali 2024
Centro-sinistra
161.294 22,99%
Centro-destra 151.899 21,65%
Liste
PD dal
2019 al 2022 più 0,86%, tra il 2022 e il 2024 (europee) più 1,04% (voti 9.048)
AVS dal
2019 (2 liste verdi) al 2022 più 0,50, dal 2022 al 2024 (europee) più 0,99%
(7.209 voti)
M5S
tra il
2019 e il 2022 più 3,99% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 3,24% (20.388
voti)
Liste Centriste tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 3,48% (22.306
voti)
Fratelli d'Italia tra il 2019 e il 2022 più 13,81%, tra il 2022 e il
2024 (europee) meno 1,10% (3.282 voti)
Lega
tra il
2019 e il 2022 meno 16,73% tra il 2022 e il 2024 (europee) meno 1,28% (7.699
voti)
Forza Italia (con i moderati) tra il 2019 e il 2022 più 1,83% tra il 2022 e
il 2024 (europee) meno 0,28% (845 voti)
PRC-PaP- PCI tra il 2019 e il 2022 più 1,06% tra il 2022 e il 2024
(europee) meno 0,19% (1284 voti)
Civica Tesei 2019 16.424 - 2,33%
Civica Bianconi 2019 16.833 - 2,39%
Regionali 2019
Lega
154.413 - 21,94%
FdI
43.443 - 6.03%
Forza Italia 22.991
- 3,26%
Lista Tesei 16.424
- 2,33%
Civica
8,608 - 1,22%
PD
93.296 - 13,25%
M5S
30.953 - 4,34%
Lista Bianconi 16.833 - 2,39%
Verdi Civici 6.727
- 0,95%
Verdi
5.975 - 0,84%
Lista Ricci 5.261
- 0,74%
Italia Civica 2.175
- 0,30%
Proposta Umbria 1.475 - 0,20%
Partito Comunista (Rizzo) 4.108 - 0,58%
PCI
2.098 - 0,29%
PaP
1.345 - 0,19%
Riconquistare
808 - 0.11%
Arancioni 524
- 0,07
Buone Maniere 420
- 0,05%
Politiche 2022
Fdi 131.396
- 19,84%
Lega
34.517 - 5,21%
Forza Italia 31.743
- 4,79%
Moderati
2.007 - 0,30%
PD
93.435 - 14,11%
AVS
15.217 - 2,29%
+ Europa 9.143
- 1,38%
Impegno Civico 2.415 - 0,36%
M5S 55.205
- 8,33%
Centristi 35.111
- 5,30%
Italexit
7.821 - 1,18%
Sovr. Pop.
5.373 - 0,81%
PCI
5.199 - 0,78%
UP
5.051 - 0,76%
Vita
2357 - 0,35%
Europee 2024
Fdi 128.114
- 18,74%
PD
103.583 - 15,15%
M5S 34.817
- 5,09%
FI e Moderati 32.905
- 4,81%
Lega
26.818 - 3,92%
AVS 22.426
- 3,28%
+Europa e IV 11.988
- 1,75%
Azione 9.950
- 1,45%
Santoro
(PRC-Pap-PCI) 9.288 - 1,35%
Bandecchi
(A.P.) 7.245 - 1,05%
Sov.Pop. 3.109
- 0.45%
Libertà
2.457 - 0,35%