UNA NUOVA ODISSEA...

DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES

Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.

Angelo Gaccione
LIBER

L'illustrazione di Adamo Calabrese

L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
(foto di Fabiano Braccini)

Buon compleanno Odissea

Buon compleanno Odissea
1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)


"Fiorenza Casanova" per "Odissea" (Ottobre 2014)

venerdì 17 ottobre 2025

INTERVISTA A GENNARO GIUDETTI   



Lavinia Marchetti e Massimiliano Tognetti conversano con Gennaro Giudetti.

Domanda: Il 13 ottobre 2025 c’è stato l’“evento”, come dire, la cerimonia imperiale, Trump, Netanyahu e “collaboratori” di genocidio festanti, pacche sulle spalle e sorrisi... Io la chiamo tregua trumpiana, non una pace, perché mancano giustizia, condanne, assunzioni di responsabilità. Tu come l’hai vissuta?

Gennaro: Innanzitutto, quando si fermano le armi siamo tutti contenti. Un processo di pace senza un processo di giustizia è inutile. Chi ha sbagliato deve pagare. Si è fatta tutta questa trattativa per rimuovere Hamas dalle prossime elezioni politiche, però l’accountability [n.d.r. responsabilità giurico-politica] di Israele, che ha sbagliato e deve pagare, non è stata messa in discussione. È una vergogna. È un fallimento del diritto internazionale. Inoltre questi accordi sono basati sulla sabbia, il sangue e sulle macerie: scrivono che i palestinesi possono tornare a casa, ma a casa dove. Le case non ci sono più.

Domanda: Molto forte l’immagine della sabbia, del sangue e delle macerie.

Gennaro: E poi il 55% della Striscia verrà comunque controllato da Israele, quindi non si ritirano.

Domanda: In Cisgiordania vediamo insediamenti in espansione.

Gennaro: Appunto. Lì non c'è neanche la scusa di Hamas e continuano comunque.



Domanda: Il rischio è il modello Libano: si dichiara la pace e poi si bombarda ogni giorno.

Gennaro: Sì, il rischio è quello. Una volta ricevuti tutti gli ostaggi, possono ricominciare a bombardare senza problemi.

Domanda: Un’altra domanda più generale. Sei stato in molti contesti di guerra: Colombia, Libano, Congo, Albania. Dalle tue interviste si vede che Gaza è stata un orrore peggiore tra gli orrori. Ci sono episodi degli ultimi nove mesi che ti tornano in mente, che ti tormentano di più?

Gennaro: Gaza non ha paragoni con le altre guerre che ho vissuto. Il grado di violenza e di expertise militare è altissimo: è come se tutto l’Occidente fosse in campo. Non è solo la distruzione, che già è spaventosa, non hanno lasciato nulla in piedi. È il modo in cui si infligge il massimo dolore alla popolazione. Sparare a un bambino per strada per attirare chi lo soccorre e poi colpire tutti. Bombardare due volte lo stesso punto, così colpisci i soccorritori. È una modalità cinica. Non è un bombardamento “ignorante” e indiscriminato: è studiato. E uccidere degli "internazionali" riduce poi la presenza internazionale per motivi di sicurezza. Uccidendo un "internazionale", ne punisci molti altri.



Domanda: Adesso ti faccio una domanda, che trascende il contesto storico politico. Se è vero che la paura della morte e della sofferenza ci separa dalla giustizia collettiva. è possibile che il segreto dello slancio a portare giustizia nel mondo, come fai tu, anche a costo della vita, è sentire gli altri come frammenti di te stesso? Oppure è un “sentire” che si acquisisce strada facendo? Viene prima l’agire o il sentire per te?

Gennaro: Andare sul posto ti fa capire. Da lontano non ci rendiamo conto. È facile “gestire” la cifra di sessantamila morti. Se li vedi, cambia tutto. Nel Mediterraneo, in nave [Sea‑Watch [n.d.r. ONG di ricerca e soccorso in mare], vedere persone affogare davanti ai tuoi occhi non è come sentirlo al telegiornale. Essere nati in Italia o altrove è fortuna. Questo non deve generare senso di colpa sterile, ma responsabilità. Dobbiamo metterci al servizio dell’umanità. Siamo tutti parte della stessa umanità. Quello che accade “là” ci riguarda. Domani può capitare a noi. Vorremmo che altri stessero al nostro fianco.

Domanda: È il sentire comunitario di cui parlavo: ciò che accade a una parte dell’umanità riguarda la totalità. Tu incarni questa totalità, quando agisci.

Domanda: Una domanda più brutale. Mi occupo in questi giorni di stampa e TV. Inevitabilmente mi sto ponendo il problema dell’egemonia culturale. I social rilanciano notizie dallo stesso bacino, tre o quattro editori. Tu sei stato nove mesi laggiù. Cosa provi quando, anche in TV, vedi che in Italia si attenua, si diluisce, si derubrica tutto ciò che hai visto e viene ribaltato. Giornali come Libero, Il Foglio, Il Riformista, bollettini della Comunità ebraica, attacchi a Francesca Albanese, a Greta, ai ragazzi della Flotilla. Non ti chiedo diplomazia. Quando hai visto persone morire negli ospedali bombardati e poi leggi queste ricostruzioni, cosa provi?



Gennaro: È una vergogna. Non si può, dopo due anni, far finta di nulla. Ieri, 13 ottobre, il portavoce della RAI ha detto che “è tutto finito”. Che era Hamas che rubava dai camion, io ero lì. Ero su quei camion. Quindi stai dicendo una cazzata. Dire bugie a mezzo stampa perché vuoi che la bugia, ripetuta, diventi verità. La stai dicendo a mezzo stampa, in maniera pubblica, e non ti curi minimamente del fatto che quella notizia sia falsa. Ma la stai dando lo stesso perché vuoi che quella bugia venga ripetuta tante volte affinché diventi verità. Quindi tu sei parte del sistema. Sembri più l’ufficio stampa dei soldati israeliani, più che la RAI, l’informazione pubblica italiana. È una vergogna, è uno schifo. Queste persone dovranno pagare prima o poi anche loro, perché sei parte e complice del sistema. Non so come dire: non è “un punto di vista diverso”. Che cazzo significa? Che difendi l’esercito israeliano? Dire che Israele non ha sparato alle persone, quando io, testimone visivo oculare, e i miei colleghi, che vedevamo e parlavamo coi i medici mentre estraevamo proiettili dalla testa, dal corpo, dal petto di ragazzi e bambini. E lì c’erano solo droni israeliani e soldati israeliani. Se poi dici che c’è Hamas, stai facendo fare un autogol a Israele, perché stai ammettendo che Hamas è entrato nelle basi israeliane per sparare ai palestinesi. Non sta in piedi: sei un miliziano a cinquanta metri dai soldati israeliani, hai un fucile in mano e spari ai palestinesi? Ma che stai dicendo? Chi può credere a una roba del genere…

Domanda: Emerge una vergogna vicaria per loro.

Gennaro: Sì.

Domanda: Ti voglio chiedere di “Pallywood” [n.d.r. accusa complottista che attribuisce ai palestinesi video inscenati], l’accusa di messa in scena di video falsi.

Gennaro: Non credo che Hamas si metta a fare una cosa del genere. La distruzione è enorme. È guardare il dito e non la luna. E anche se uno, dieci, mille video fossero falsi, gli altri milioni li fa Hamas?



Domanda: Sulla malnutrizione: hai avuto modo di entrare in contatto con queste problematiche mediche?

Gennaro: Sì, assolutamente, ma è piena la striscia, cioè anche lì non è che uno dice malnutrizione, lì ci sono chiaramente degli studi scientifici, delle analisi fatte con una base scientifica, vengono chiaramente fatte delle misurazioni, soprattutto dei bambini dentro la striscia, dove il cibo non arriva. Questi studi dimostrano che questa è una malnutrizione indotta, cioè non dovuta alla povertà, o alla carestia, ma deriva dal fatto che un governo sta bloccando gli aiuti alimentari, un governo che sceglie di affamare un’intera popolazione.

Domanda: Tu eri ai camion, allo smistamento, giusto?

Gennaro: Sì, sì, io facevo la parte sanitaria, quindi tutta la parte medica, comunque tutti i miei colleghi si occupavano del cibo, quindi eravamo tutti insieme lì, e vedevamo. Se il cibo non arriva a tutta la popolazione, perché per due milioni di persone devono mangiare due milioni di persone, ci vogliono almeno duecento camion, se ne entrano trenta c’è qualcuno che non mangia, se domani non entrano c’è qualcun altro che non mangia, dopo domani continua il blocco, la gente continua a non mangiare, e chi non mangia sono i più deboli, gli ultimi, perché non arrivano fino all’ultima persona, gli aiuti si fermano ai più forti, chi riesce diciamo ad assaltare i camion, ad arrivare al cibo.



Domanda: E riguardo ai medicinali, la questione “dual use”? [n.d.r. beni a duplice uso militare e civile per cui Israele blocca praticamente tutto ciò che dovrebbe entrare].

Gennaro: Mettono “uso militare” su tutto [n.d.r. classificazione come beni a duplice uso]. Hanno bloccato anestetici, latte in polvere 0-3 mesi, protesi pediatriche, incubatrici. Che cazzo c’entra con la guerra? È una puttanata!

Domanda: Sì, non ci sono dubbi. L’intento genocidario appare chiaro!

Domanda: Nel docufilm sulla tua missione, La febbre di Gennaro, racconti che in mare ti sei trovato più volte a dover scegliere chi salvare perché non potevi salvare tutti. Citi un episodio in cui tre donne ti si aggrapparono al braccio per non annegare, mentre una quarta, che non riuscivi a raggiungere, l’hai dovuta lasciare e quella donna è annegata. Come si convive con una decisione del genere e come hai fatto pace con l’idea che il tuo lavoro ti impone di salvare il maggior numero possibile, non tutti?

Gennaro: Non puoi salvare tutti. Salvi una parte. Se centocinquanta persone sono in acqua, tu puoi salvarne dieci o undici, il resto muore. Ma quelle dieci vivono. Se non ci fossi, sarebbero morti tutti. Se ti carichi l’idea di salvarli tutti, impazzisci. Devi concentrarti su quelli che salvi.



Domanda: Nel documentario hai usato l’espressione goccia nell’oceano.

Gennaro: Sì. Una goccia non salva l’oceano. Ma è parte dell’oceano.

Domanda: Un’altra domanda rapida: sono interessato alla tua giornata. Sei stato nove mesi a Deir al‑Balah. Ci spieghi una giornata tipo di un operatore con mandato ONU [n.d.r. incarico ufficiale sotto agenzia delle Nazioni Unite] in un contesto come Gaza.

Gennaro: Dopo esserti accordato con Israele e aver fatto tutte le autorizzazioni e tutto per poter circolare, ogni volta che ti spostavi, ogni 8 chilometri ti dovevi fermare e chiedere ancora un’altra autorizzazione, perché loro ti spostavano da un posto ad un altro, poi arrivavi nel posto dove dovevi andare e lavoravi, io soprattutto ero alla distribuzione dei farmaci dentro gli ospedali, lo spostamento dei farmaci dal confine, dalla frontiera, fino ai nostri magazzini, e quello ti levava veramente un sacco di tempo. Poi l’evacuazione degli ospedali bombardati, quindi andavo negli ospedali bombardati, entravamo dentro gli ospedali, quelli che erano già distrutti, cercavamo di evacuarli e prendere quanto più materiale possibile, dai farmaci alle apparecchiature mediche.

Domanda: Una panoramica degli ospedali in cui ti sei trovato a operare.

Gennaro: La maggior parte sono distrutti o parzialmente funzionanti. In tutta la Striscia ci sono una o due TAC, una o due radiologie. Sono al collasso. La gente viene trattata nei corridoi o nei parcheggi per mancanza di spazi. L’ospedale oncologico e pediatrico di al-Rantisi di Gaza City è stato distrutto e bombardato. Non c’è più un ospedale oncologico.



Domanda: Ricordi scene particolarmente devastanti?

Gennaro: Il sangue per terra, strisce di sangue ovunque: me lo porterò dietro. L’odore di cadaveri nei palazzi: sotto ci sono ancora morti che non si riescono a recuperare.

Domanda: Sul numero dei morti sentivamo giorni fa Francesca Albanese parlare di seicento ottantamila. Si citano da mesi i canonici sessantamila come se il contatore si fosse inceppato.

Gennaro: Io non do numeri. Ma se lo stesso esercito israeliano dice “almeno duecentomila” già quello ti fa capire.

Domanda: Alla fine è probabile che il conteggio, tra morti dirette e indirette (anche quelle tra un anno, due anni) sfiorerà il milione.

Gennaro: Sì.

Domanda: Ti faccio un’altra domanda più astratta: quando incarni un ideale comunitario così nobile come la giustizia, ne ricevi una pienezza interiore che sembra prescindere dagli stimoli esterni. Ti basta sentire la consapevolezza di contribuire alla giustizia per sentirti realizzato, sai dentro di te che quello che stai facendo, rischi inclusi, è giusto di per sé. Che cosa ne pensi?

Gennaro: Sì. Non aspetti il grazie. È il minimo che devi fare per la giustizia umana. Non aspetto il grazie dei palestinesi e non lo voglio: non devono sentirsi in debito. È il minimo. Noi abbiamo la responsabilità collettiva dei bombardamenti [n.d.r Apparteniamo ai paesi che coadiuvano i bombardamenti, vendendo e comprando armi]. Il minimo è alleviare, ridurre. Semmai dobbiamo dire noi grazie a loro.



Domanda: Vorrei farti una domanda sul fatto che non potrai rientrare a Gaza. Com’è andata? Ti hanno negato il nuovo visto per i video e le informazioni vere che hai fornito?

Gennaro: Quando entri a Gaza chiedi il permesso a Israele che può anche rifiutare. È assurdo perché non passi da Israele, non c’entri. Ma decidono loro, anche se sei in missione ufficiale ONU. Siamo in tanti ad aver ricevuto il rifiuto. Nel mio caso non hanno detto perché. Dicono solo “tu non entri più”. Mi sono esposto, ho raccontato sui social. Sono uno scomodo testimone.

Domanda: Hai incontrato giornalisti?

Gennaro: Palestinesi sì, gli altri non entrano. Stavano fuori dagli ospedali. Si lavorava lì. Loro facevano dirette, io lavoravo dentro, non potevo fermarmi molto.

Domanda: Quindi stavi dentro agli ospedali?

Gennaro: Sì, entravo e poi ripartivo. Ricostruzione di reparti bombardati, distribuzione di medicinali, capire come migliorare i reparti.

Domanda: Che cosa ti sei portato dietro da Gaza che oggi vuoi raccontare alle persone?

Gennaro: La resilienza palestinese. Li pieghi ma non li spezzi. Si sono inventati la benzina quando l’hanno bloccata. Macchine a gas, trasporto con i muli. Non li abbatti. Se fosse successo in Italia, forse ci saremmo estinti. Hanno una resistenza pazzesca.

Domanda: La resistenza del popolo.

Gennaro: Sì.



Chi è Gennaro Giudetti

Operatore umanitario, mediatore culturale. Tarantino, attivo da anni tra supporto ai migranti in situazioni di emergenza in mare, conflitti e sanità in emergenza. Ha lavorato con reti civili e ONG in vari teatri: Operazione Colomba, Corpo Nonviolento di Pace; missioni SAR con Sea‑Watch (testimone del naufragio del 6 novembre 2017 nel Mediterraneo centrale); incarichi con agenzie ONU. Nel 2024 - 2025 ha operato per l’OMS a Gaza nel coordinamento della logistica sanitaria per 9 mesi: ingresso e distribuzione dei farmaci, catena del freddo, trasferimenti dal valico ai magazzini e agli ospedali, evacuazione di strutture bombardate. Al rientro in Italia, Israele gli ha negato il visto di re‑ingresso.

Ambiti e paesi toccati. Mediterraneo centrale, Palestina/Gaza, Libano, Colombia, Albania, Kenya, Congo.

Libro. Con loro, come loro. Storie di donne e bambini in fuga (con Angela Iantosca, Paoline, 2024). Scheda editore: https://www.paoline.it/news/novita-libri/con-loro-come-loro.html

Docufilm. La febbre di Gennaro. Scheda produzione: https://www.talpaproduzioni.com/portfolio-items/la-febbre-di-gennaro-2020/ 

Potete vederlo qui: https://www.youtube.com/watch?v=aqxqO3tRfWI

 

Gli Autori

Lavinia Marchetti (biologa, laureata in filosofia politica, ricercatrice)

Massimiliano Tognetti (filosofo, specializzato in filosofia politica)

 

 

giovedì 16 ottobre 2025

BASILICA DI SAN CARLO AL CORSO
Voci d’Opera in preghiera. Sabato 18 ottobre ore 20,30




DATI ELETTORALI
di Franco Astengo


 
MARCHE-CALABRIA-TOSCANA alcuni dati statistici elettorali tra Regionali 2020, Politiche 2022, Regionali 2025
 
AVENTI DIRITTO
2020-2021: MARCHE 1.310.843 CALABRIA 1.890.732 TOSCANA 2.987.881 6.189.456
2022: MARCHE 1.165.397 CALABRIA 1.496.834 TOSCANA 2.811.953 5.474.184
2025: MARCHE 1.325.689 CALABRIA 1.888.368 TOSCANA 3.007.061 6.221.118
 
VOTI VALIDI ESPRESSI
2020-2021: MARCHE 735.200 CALABRIA 792.708 TOSCANA 1.777.809 3.305.717 53,40%
2022: MARCHE 761.144 CALABRIA 718.274 TOSCANA 1.877.492 3.356.910 61,32%
2025: MARCHE 647.912 CALABRIA 792.391TOSCANA 1.359.159 2.799.462 44,90%
 
PRESIDENTE ELETTO
2020-2021: MARCHE 361.186 CALABRIA 431.675 TOSCANA 864.310 1.657.161 26,77%
2025: MARCHE 337.679 CALABRIA 453.926 TOSCANA 752.241 1.543.846 24,81%
 
PRESIDENTE SCONFITTO
2020-2021: MARCHE 274.152 CALABRIA 219.839 TOSCANA 719.266 1.213.257 19,50%
2025: MARCHE 286.209 CALABRIA 330.813 TOSCANA 570.612 1.187.634 19,09%
 
FRATELLI D’ITALIA
2020: MARCHE 116.231 CALABRIA 66.277 TOSCANA 219.165 401.673 6,48%
2022: MARCHE 224.487 CALABRIA 136.060 TOSCANA 486.055 846.602 15,46%
2025: MARCHE 155.540 CALABRIA 88.335 TOSCANA 340.136 584.011 9,38%
 
FORZA ITALIA
2020: MARCHE 36.716 CALABRIA 131.882 TOSCANA 69.456 238.054 3,84%
2022: MARCHE 49.755 CALABRIA 116.700 TOSCANA 107.795 274.250 5,00%
2025: MARCHE 48.823 CALABRIA 136.501 TOSCANA 78.386 236.710 3,80%
 
LEGA
2020: MARCHE 139.438 CALABRIA 63.459 TOSCANA 353.514 556.411 8,99%
2022: MARCHE 60.798 CALABRIA 40.549 TOSCANA 120.356 221.703 4,04%
2025: MARCHE 41.805 CALABRIA 71.381 TOSCANA 55.666 168.852 2,71%
 
UDC-POPOLARI-NOI MODERATI
2020: MARCHE 14.067 CALABRIA 34.923 TOSCANA (lista civica) 16.923 65.913 1,06%
2022: MARCHE 5.976 CALABRIA 5.930 TOSCANA 9.201 21.107 0,38%
2025: MARCHE 20.152 CALABRIA 30.613 TOSCANA 14.564 65.329 1,05%
 
PD
2020: MARCHE 156.394 CALABRIA 100.437 TOSCANA 563.116 820.487 13,25%
2022: MARCHE 151.777 CALABRIA 105.678 TOSCANA 479.932 737.387 13,47%
2025: MARCHE 127.638 CALABRIA 103.119 TOSCANA 437.160 667.917 10,73%
 
ITALIA VIVA
2020: MARCHE 19.742 CALABRIA 28.733 TOSCANA 72.649 121.124 1,95%
2022 con Azione: MARCHE 56.492 CALABRIA 28.535 TOSCANA 174.942 259.969 4,74%
2025marche 41.650 CALABRIA 33.529 TOSCANA 112.533 300.245 4,82%
 
SINISTRA ITALIANA (MARCHE CORAGGIOSA-POI AVS)
2020: MARCHE 9.270 CALABRIA (Europa Verde) 3.755 TOSCANA (Sinistra Ecologista e Europa Verde) 75.344 (Sinistra Italiana) 46.514 181.397 2,93%
2022 (AVS) MARCHE 24.791 CALABRIA 10.733 TOSCANA 89.267 124.791 2,27%
2025: MARCHE 23.565 CALABRIA 29.251TOSCANA 89.046 141.862 2,28%
 
M5S
2020: MARCHE 44.330 CALABRIA 49.414 TOSCANA 113.836 207.580 3,35%
2022: MARCHE 104.970 CALABRIA 211.759 TOSCANA 212.068 528.797 9,65%
2025: MARCHE 28.835 CALABRIA 48.775 TOSCANA 55.140 132.750 2,13%
 
LISTE COMUNISTE
2020: MARCHE 8.184 CALABRIA (COALIZIONE DE MAGISTRIS) 115.614 TOSCANA 32.649 156.447 2,51%
2022: MARCHE 18.666 CALABRIA 19.930 TOSCANA 37.641 76237 1,39%
2025: MARCHE 9.745 TOSCANA 57.146 66.891 1,54%

mercoledì 15 ottobre 2025

LETTERA A CORINA MACHADO
di Adolfo Pérez Esquivel


A. P. Esquivel
 
Lettera aperta del premio Nobel Adolfo Pérez Esquivel a Corina Machado
.
 
Ti rivolgo il saluto di Pace e Bene di cui ha tanto bisogno l’umanità e i popoli che vivono in povertà, conflitti, guerre e fame. Questa lettera aperta è per condividere alcune riflessioni. La tua designazione a Premio Nobel per la Pace da parte del Comitato Nobel mi ha sorpreso. Mi sono tornate alla memoria le lotte contro le dittature nel continente e nel mio paese, dittature militari che sopportammo dal 1976 al 1983. Resistemmo alle carceri, alle torture e all’esilio con migliaia di desaparecidos, bambini sequestrati e scomparsi, e i voli della morte dei quali io sono un sopravvissuto.
Nel 1980, il Comitato Nobel mi conferì il Premio Nobel per la Pace; sono passati 45 anni e continuiamo a lavorare al servizio dei più poveri e insieme ai popoli latinoamericani. In nome di tutti loro ho accettato quell’alto riconoscimento, non per il Premio in sé, ma per l'impegno insieme ai popoli che condividono le lotte e le speranze per costruire una nuova alba. La Pace si costruisce giorno per giorno e dobbiamo essere coerenti tra il dire e il fare.
Ai miei 94 anni, continuo ad essere un apprendista della vita e mi preoccupa la tua posizione e le tue decisioni sociali e politiche. Così ti invio queste riflessioni. Il governo venezuelano è una democrazia con le sue luci e ombre. Hugo Chávez ha tracciato il cammino di libertà e sovranità del popolo e ha lottato per l’unità continentale, fu un risveglio della Patria Grande. Gli Stati Uniti lo hanno attaccato permanentemente: non possono permettere che nessun paese del continente esca dalla loro orbita e dalla dipendenza coloniale; continuano a sostenere che l’America Latina è il loro “cortile di casa”. Il blocco di Cuba da parte degli Stati Uniti da oltre 60 anni è un attacco alla libertà e al diritto dei popoli. La resistenza del popolo cubano è un esempio di dignità e forza. Mi sorprende come ti aggrappi agli Stati Uniti: devi sapere che loro non hanno alleati, né amici, hanno solo interessi. Le dittature imposte in America Latina furono strumentali ai loro interessi di dominazione e distrussero la vita e l’organizzazione sociale, culturale e politica dei popoli che lottano per la propria libertà e autodeterminazione. Noi popoli resistiamo e lottiamo per il diritto ad essere liberi e sovrani e non una colonia degli Stati Uniti. Il governo di Nicolás Maduro vive sotto la minaccia degli Stati Uniti e del blocco, basta tenere presente le forze navali nei Caraibi e il pericolo di invasione per il tuo paese. Non hai detto una parola o appoggi l’ingerenza della grande potenza contro il Venezuela. Il popolo venezuelano è pronto ad affrontare la minaccia.


Corina Machado

Corina, ti chiedo. Perché hai esortato gli Stati Uniti a invadere il Venezuela? Quando hai ricevuto l’annuncio del Premio Nobel per la Pace, lo hai dedicato a Trump. L’aggressore del tuo paese che mente e accusa il Venezuela di essere narcotrafficante, una menzogna simile a quella di George Bush, che accusò Saddam Hussein di avere “armi di distruzione di massa”. Un pretesto per invadere l’Iraq, saccheggiarlo e provocare migliaia di vittime, donne e bambini. Sono stato alla fine della guerra a Baghdad, nell’ospedale pediatrico, e ho potuto vedere la distruzione e le morti causate da coloro che si proclamano difensori della libertà. La peggiore delle violenze è la menzogna.
Non dimenticare, Corina, che Panama fu invasa dagli Stati Uniti, il che causò morti e distruzione per catturare un ex alleato, il generale Noriega. L'invasione lasciò 1200 morti a Los Chorrillos. Oggi, gli Stati Uniti intendono impadronirsi nuovamente del Canale di Panama. È una lunga lista di interventi e dolore in America Latina e nel mondo causati dagli Stati Uniti. Le vene dell’America Latina sono ancora aperte, come diceva Eduardo Galeano.
Mi preoccupa che tu non abbia dedicato il Nobel al tuo popolo, ma invece all’aggressore del Venezuela. Credo, Corina, che tu debba analizzare e sapere dove ti trovi, se sei solo un altro pezzo del colonialismo degli Stati Uniti, sottomessa ai loro interessi di dominazione, cosa che non potrà mai essere per il bene del tuo popolo. Come oppositrice del governo di Maduro, le tue posizioni e scelte generano molta incertezza, ricorri al peggio quando chiedi che gli Stati Uniti invadano il Venezuela.
L'importante è tenere presente che costruire la Pace richiede molta forza e coraggio per il bene del tuo popolo, che conosco e amo profondamente. Dove prima c'erano baracche sulle colline e la gente sopravviveva in povertà e indigenza, oggi ci sono case dignitose, salute, istruzione e cultura. La dignità di un popolo non si compra né si vende.
Corina, come dice il poeta: “Viandante, non esiste un cammino, si fa cammino camminando”. Ora hai la possibilità di lavorare per il tuo popolo e costruire la Pace, non di provocare maggiore violenza; un male non si risolve con un male maggiore. Avremo solo due mali e mai la soluzione del conflitto.
Apri la tua mente e il tuo cuore al dialogo, all’incontro con il tuo popolo, svuota la brocca della violenza e costruisci la Pace e l’unità del tuo popolo, affinché entri la luce della libertà e dell’uguaglianza.
[trad. “Odissea”]

“AMBROGINO”, SALVINI E TRUMP


 
Caro Angelo,
... non eri tu che aspiravi all’ambrogino d’oro? Peccato... Salvini l’ha proposto per Trump... e poi, vuoi mettere il gemellaggio “la tua Milano” - Telaviv... te la viv proprio male, eh?... direi che sui premi dovremmo fare una profonda riflessione... o istituirne uno solo: a chi ce l’ha più lungo! Un caro abbraccio, Gabriella 

[Gabriella Galzio, poeta e critico]
 

Cara Gabriella,
grazie per il tuo messaggio spiritosissimo, mi ha messo buon umore e in un momento in cui non c’è proprio nulla di rassicurante per stare allegri. In passato qualcuno ha pensato di fare il mio nome per chiedere al Comune di Milano di assegnarmi l’ambrogino d’oro per meriti civili (lo ha fatto pubblicamente durante la presentazione del mio libro La mia Milano, più di recente anche il giornalista Gian Giacomo Schiavi del Corriere della Sera, al Circolo Filologico Milanese, promuovendomi addirittura a difensore civico della città. Il giorno dopo mi hanno scritto dei lettori per firmare in mio favore. Ho più volte ribadito che non si scrive per meritarsi qualcosa, ma per un atto di verità. Ho perciò dissuaso quanti avrebbero voluto ricandidarmi al premio per meriti culturali (il fatto che abbia dedicato a questa città un discreto numero di libri, racconti, poesie, teatro) e di scrivere in sua difesa praticamente da quando vi ho messo piede. Ho una rubrica domenicale su un quotidiano che si chiama Pensieri di Città e non faccio che scrivere di Milano. Ma scendo in piazza quando è dovuto, come per San Siro in questi giorni. Come forse saprai il premio è di nomina partitica o di associazioni gradite alla giunta, e in genere queste associazioni non sono gradite a me e a “Odissea”, dunque non corro il rischio che me lo assegnino. Quando alla tua fallica proposta - mi pare una buona idea - ma io sarei fuori gioco vista l’età. Come ho scritto in uno spiritoso aforisma (ho anch’io uno spiccato senso dell’umorismo) “Si comincia ad invecchiare non quando le candeline costano più della torta, ma quando i testicoli diventano più lunghi del pene”. Ahimè!
Un bacio. Angelo G.
 
P. S.
Dimenticavo di aggiungere che nella Sala del Consiglio c’è un dipinto del Figino che raffigura un adirato Ambrogio a cavallo che scaccia gli Ariani. Fosse vivo, sono sicuro che non scaccerebbe me da Milano.  

COMUNICATO ANPI CRESCENZAGO



Grave atto del Consiglio Comunale: la bocciatura della proposta di interrompere il gemellaggio Milano-Tel Aviv.
 
Già da tempo, assieme a tanta cittadinanza attiva, ANPI Crescenzago chiedeva e richiede alla Amministrazione comunale milanese di interrompere ogni relazione politico-culturale, economica e commerciale con Israele e con il suo governo genocida, e specificatamente di annullare il “gemellaggio” Milano-Tel Aviv. Finalmente, lunedì 6 ottobre va in aula un ordine del giorno col quale si sancisce la sospensione del gemellaggio, come atto concreto di boicottaggio disinvestimento sanzione (B.D.S.) nei confronti della più importante città israeliana, e quindi dando maggiore valore all’espressione di solidarietà col martoriato popolo palestinese. Nella discussione, alla contrarietà dei consiglieri del centro-destra si aggiungono e si manifestano le divisioni e le posizioni diversificate e contrastanti all’interno della maggioranza di centro-sinistra. Mancato il numero legale, si rinvia la votazione a lunedì 13.
L’o.d.g. viene “spacchettato” in punti distinti. Quello fondamentale e qualificante, il numero 3 - l’interruzione del gemellaggio Milano Tel Aviv - viene bocciato con 21 voti contrari (13 centro-destra, 3 PD, 3 Riformisti, 2 Lista Sala), 9 favorevoli (4 PD, 3 Verdi, 1 Lista Sala, 1 Gruppo misto), 6 astenuti (PD).
È andato in scena uno spettacolo deprimente e avvilente. Anche a livello locale aumenta ulteriormente la distanza tra i rappresentanti dell’istituzione locale e la cittadinanza, come a livello nazionale tra istituzioni centrali e società civile. A danno della partecipazione e del sistema democratico costituzionale. Inascoltati i cittadini e le cittadine, le associazioni e i comitati, i sindacati e le tante forze sociali civili e culturali che, mobilitandosi a milioni, hanno riempito le strade e le piazze d’Italia.
Il piccolo spiraglio aperto, con il cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri e il ritiro parziale dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza (ne occupa ancora il 53%!), non è la pace come narra e recita il tycoon e lo showman Trump, corresponsabile del genocidio palestinese. Forse è tregua, che si augura duri il più a lungo possibile. La pace e la convivenza pacifica civile e rispettosa di tutti i diritti tra i due popoli potranno cominciare a realizzarsi con il pieno riconoscimento dei sacrosanti diritti del popolo palestinese nel rispetto del diritto internazionale e di quello basilare dell’autodeterminazione dei popoli.
È quindi estremamente grave e assai preoccupante che il Consiglio comunale di Milano non abbia voluto dare il suo piccolo ma concreto e significativo contributo, in sintonia con il movimento globale e locale di resistenza (sumud) pacifica per la fine del genocidio e per la Palestina libera, per la pace e il disarmo, per la libertà e i diritti uguali per tutti i popoli.
Giuseppe Natale - presedente Anpi Crescenzago
Milano, 14 ottobre 2025    

martedì 14 ottobre 2025

NUMERI DALLA TOSCANA
di Franco Astengo


 
Frana la partecipazione al voto
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20 giugno 1976, elezioni politiche: Circoscrizione Firenze-Pistoia, aventi diritto 1.110.575 voti validi espressi 1.051.172. (94,65%) Circoscrizione Pisa - Livorno - Lucca - Massa Carrara aventi diritto 974.112 voti validi espressi 949.602 (97,48%). Circoscrizione Siena - Arezzo - Grosseto aventi diritto 614.443 voti validi 587.072 (95,54%). Totale Toscana per la Camera dei Deputati: aventi diritto 2.699.130 Voti validi espressi: 2.587.846 (95,87%).
16 aprile 2000, elezioni regionali con l’elezione diretta del Presidente: aventi diritto 3.033.668 eletto Martini (centro-sinistra) 1.029.142 (33,92% sul totale degli aventi diritto), candidato del centrodestra Matteoli 836.001 (27,55% sul totale degli aventi diritto. La somma delle percentuali di centrodestra e centrosinistra sul totale degli aventi diritto fu del 61,47%.
20 settembre 2020 elezioni regionali: aventi diritto 2.987.881 eletto presidente Giani centro sinistra 864.310 voti (28,92% sul totale degli aventi diritto), Ceccardi centrodestra 719.266 voti (24,07% sul totale degli aventi diritto), Galletti M5S 113.796 voti (4,26% sul totale degli avanti diritto. In totale i primi 3 candidati raccolgono il 57,25% del totale degli aventi diritto.


 
Elezioni politiche 2022. In Toscana sono iscritti nelle liste 2.811.953 elettrici ed elettori: i voti validi alle fine furono 1.877.492 pari al 66,76%.
Elezioni regionali 2025: totale dei voti validi 1.359.159 per i 3 candidati presidenti, e 1.269.967 per le liste (rispettivamente 45,19% sul totale degli aventi diritto per i presidenti; 42,23% sul totale degli aventi diritto per le liste.
Elezioni regionali 2025 (manca il dato di una sezione di Sovicille in provincia di Siena):
Il candidato del centro-sinistra Giani è stato riconfermato con 752.241 voti su 3.007.061 elettrici ed elettori aventi diritto quindi con una percentuale effettiva del 25,01%: un calo di 112.069 suffragi pari al 3,91% sul totale degli aventi diritto. Rispetto alla candidatura del centro-sinistra è necessario ricordare che nel 2025 ha ricevuto anche l’appoggio del M5S che nel 2020 aveva presentato una propria candidatura con 113.796 (4,26% sul totale degli aventi diritto) e di Sinistra Italiana - confluita in AVS - che nel 2020 aveva presentato la candidatura Fattori con 39.684 voti (1,33% sul totale degli aventi diritto).
La candidatura del centro-destra Tommasi ha avuto 570.612 voti, 148. 654 voti in meno rispetto alla candidatura Ceccardi nel 2020(719.266 voti). Dal punto di vista della percentuale sul totale degli avanti diritto la candidatura del centro-destra passa dal 24,07% del 2020 al 18,97 del 2025 con un calo del 5,10%.
Da considerare ancora la differenza tra i voti avuti dalla candidatura alla presidenza e i voti ottenuti complessivamente dalle liste di sostegno: Giani ha avuto 752.241 voti, le liste 693.879 (una differenza di 58.363 unità) Tommasi ha avuto 570.612 voti le liste 518.856 (51.756 voti di differenza). Dati che confermano il peso della personalizzazione in particolare quando si tratta di eleggere direttamente una carica monocratica.
Dal punto di vista dell’andamento bipolare le due candidature principali hanno assommato 1.322.853 voti pari al 43,99% dell’intero corpo elettorale, con una perdita del 13,26% rispetto al 2020 (dove andava considerato anche il candidato del M5S presentatosi in forma autonoma, mentre nel 2025 il Movimento è confluito nel centro sinistra).



Andamento delle forze politiche tra 2020, 2022, 2025
Partito Democratico: Regionali 2020 563.116 voti politiche 2022 479.932 Regionali 2025 437.160 (tra il 2020 e il 2025 persi 125.956 suffragi)
Italia Viva (Casa Riformista 2025): Regionali 2020 (con +Europa) 72.649 voti; Politiche 2022 (con Azione) 174.942 voti; Regionali 2025 (in abbinamento con la lista del Presidente) 112.533. In vantaggio di 39.884 voti sulle regionali 2020, in calo di 62,409 voti rispetto alle politiche 2022.
Movimento 5 Stelle: Regionali 2020 113.836 Politiche 2022 212.068 (in entrambi i casi presentazione autonoma) Regionali 2025 55.140. Una perdita di 58.696 voti rispetto alle Regionali 2020 e di 156.928 voti rispetto alle Politiche 2022. Appare evidente come l’elettorato 5 Stelle attratto dall’antipolitica e dal “né di destra, né di sinistra” rifugge dall’idea di un Fronte Popolare con il PD e una posizione di “populismo più o meno di sinistra”.
Quanto ad AVS il paragone corretto può essere compiuto soltanto con il risultato delle politiche 2022 con 89.267 voti praticamente eguagliato nelle regionali 2025 con 89.046, 221 voti in meno.
Fratelli d’Italia: Regionali 2020 219.165 voti, Politiche 2022 486.055 voti Regionali 2025 340.136: tra le regionali 2020 e le politiche 2022 una crescita di 266.890 voti. Tra le politiche 2022 e le Regionali 2025 un calo di 145.919 voti.
Forza Italia: Regionali 2020 (con UDC) 69.456 voti Politiche 2022 107.795 voti Regionali 2025 78.386 voti. In aumento tra le Regionali 2020 e le Politiche 2022 di 38.339 unità e in calo tra le Politiche 2022 e le Regionali 2025 di 29.409 suffragi
Lega: Regionali 2020 353.514 voti Politiche 2022 120.356 voti Regionali 2025 55.666 voti con un calo tra il 2020 e il 2025 di 297.848 voti
Noi Moderati: comparazione possibile soltanto con le politiche 2022: in allora 9,201 voti Regionali 2025 14.564 incremento di 5.363 voti
Lista del Presidente: Regionali 2020 una lista civica in appoggio alla candidatura Ceccardi ottenne 16.923 voti Regionali 2025 la lista a sostegno della candidatura Tommasi ne ha avuti 30.104 con un incremento di 13.181 suffragi
 

In queste condizioni è difficile poter considerare in calo di partecipazione così ampio come frutto di un meccanismo di “indifferenza-assenso” così come si giustificava un tempo la scarsa presenza nelle urne all’occasione delle elezioni USA, quando sembrava naturale che il presidente americano fosse eletto all’incirca dal 25% della popolazione e dalle nostre parti si giudicava il calo nelle urne come un “fisiologico allineamento alle democrazie mature”.
La complessità e l’insoddisfazione sociale si sono tradotte, in Italia, per un certo periodo (2013-2022) in una fortissima volatilità elettorale contrassegnata anche da una massiccia presenza di “antipolitica”: adesso questa “indifferenza-ostilità” si dirige costantemente al di fuori dall’arena politica rendendo il sistema permeabile a scossoni che potrebbero far traballare l’impianto democratico costituzionale: situazione della quale si colgono già i segni pur sottovalutati in un quadro dove le forze politiche si limitano a giudicare l’esito elettorale soltanto in chiave di “vittoria” e “sconfitta”, nella logica dell’esaurimento dell’agire politico all’interno del concetto di governabilità.
Oggi tra l’altro scriviamo della Toscana antica “isola rossa” forse ancora più salda di quella rappresentata dall’Emilia-Romagna, una testimonianza di socialità e di idealità tramandata nel tempo con grandi sedi di aggregazione come le Case del Popolo.
Un piccolo ma significativo segnale in controtendenza che potrebbe anche indicare un legame tra il voto e la mobilitazione in atto sul tema della Palestina viene dall’estrema sinistra con il risultato ottenuto dalla candidata di “Toscana Rossa” Antonella Bundu. Nell’occasione delle elezioni regionali 2020 si presentarono due candidature separate espressione del Partito Comunista e di Rifondazione Comunista raccogliendo complessivamente 33.085 voti (1,76% sul totale degli aventi diritto). Nelle successive elezioni politiche Unione Popolare aveva ottenuto 37.641 voti (1,33% sul totale degli aventi diritto). Nelle regionali 2025 la candidatura Bundu ha ottenuto 72.208 voti (2,40% sul totale degli aventi diritto). La differenza con i voti ottenuti dalla lista che sono stati 57.146 è stata di ben 15.062 voti tanto da far pensare ad un possibile movimento sul terreno del voto disgiunto a favore della candidata.
 

 

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