Contro i ladri di democrazia
Condividi su Facebook la petizione
Ciao Angelo,
Quaranta giorni fa il Fatto Quotidiano lanciava l'appello
“Contro i ladri di democrazia e il Parlamento dei nominati, per riforme che
facciano contare i cittadini”. La risposta dei lettori e degli amici del Fatto
è stata travolgente: 235 mila firme in poco più di un mese, prestigiose
adesioni di giuristi, intellettuali, artisti ed esponenti della società civile.
Fra le tante, ci ha commosso quella di un grande regista
del cinema italiano, Ermanno Olmi, che ci ha scritto:
C'è un articolo che
non è stato scritto alle origini della nostra Costituzione: non per
dimenticanza, ma perché era già radicato in ciascuno dei padri costituenti.
Costoro avevano l'onestà come primo comandamento. E con quel puntiglio hanno
scritto tutti gli altri articoli.
Oggi è sceso il
buio della indifferenza e della rinuncia alla propria dignità. Solo pochi
sentono il dovere di tenere acceso il lumicino di una coscienza civile.
Abbiamo appena trascorsa tutta l'estate con la riforma
del Senato e per tutte le altre riforme che si faccia almeno in modo di tener
presente una raccomandazione di Albert Camus: "Perché un pensiero cambi il
mondo, bisogna prima che cambi la vita di colui che l'esprime. Che cambi in
esempio".
Intorno alla nostra petizione si è raccolta una vasta e
vivace comunità di cittadini informati, consapevoli e ansiosi di partecipare
attivamente alla vita pubblica, di scegliere i propri rappresentanti in
Parlamento e di dire la loro su un vero processo riformatore, senza rassegnarsi
ai patti occulti e ai disegni oscuri di chi vuole espropriarci dei nostri
diritti devastando i principi democratici irrinunciabili della nostra
Costituzione. La nostra voce si è fatta sentire, eccome, nei palazzi della
politica. Ha dato forza e coraggio ai parlamentari di maggioranza e di
opposizione che contestano questa svolta autoritaria, ha costretto i
controriformatori alla retromarcia su alcune delle norme più vergognose (come
l'innalzamento delle firme per i referendum da 500 a 800 mila), ha tenuto
aperto il dibattito sulla porcata del “Senato dei nominati” che persino il
relatore Calderoli ha ribattezzato “una merdina”, rinviando la resa dei conti
al successivo passaggio a Montecitorio. Intanto l'altra clausola del Patto del
Nazareno Renzi-Berlusconi, quella che perpetua le liste bloccate del Porcellum
per una nuova “Camera dei nominati”, ha subito tali e tante contestazioni da
indurre gli stessi contraenti ad annunciare qualche ripensamento. Tutto questo dimostra che alzare la voce non è inutile,
anzi: più siamo, più contiamo. Per questo ti invitiamo a passare parola fra
parenti, amici e conoscenti condividendo questa petizione su Facebook e su
Twitter. Dopo la festa del Fatto quotidiano alla Versiliana (6-7 settembre),
consegneremo le firme raccolte ai presidenti della Repubblica, del Senato,
della Camera e del Consiglio perché facciano tesoro del contributo di tanti
cittadini.
Grazie a tutti,
Antonio Padellaro,
Marco Travaglio, Peter Gomez
e la redazione de
Il Fatto Quotidiano