Per
conoscere Cassola la Letteratura non basta
di Marzia Borzi
La copertina del volume |
A
cento anni dalla nascita di Carlo Cassola (Roma 17 marzo 1917), viene data alle
stampe una pubblicazione importante, che finalmente rende merito a quella parte
di vita di un autore conosciuto soprattutto come romanziere ma che nell’impegno
antimilitarista ha vissuto la sua stagione più ricca e profonda. «Carlo Cassola e il disarmo: la Letteratura non basta» è il titolo del saggio,
presentato presso la biblioteca Sormani di Milano, alla presenza di un pubblico
numeroso e stupito dalla descrizione di un Cassola inedito e quasi sconosciuto.
Un testo frutto dell’impegnativo lavoro a quattro mani svolto da Angelo
Gaccione, narratore e drammaturgo, intellettuale vivace, grande amico di
Cassola negli anni dello impegno disarmista, con il quale condivise lotte e
impegno nella Lega per il disarmo unilaterale e Federico Migliorati,
giornalista e ricercatore letterario, che da qualche hanno sta svolgendo una
meticolosa opera di approfondimento sui maggiori autori del Novecento.
Biblioteca Sormani, Sala del Grechetto 12 aprile 2017 da sin. Bianchi, Gaccione, Migliorati, Ferretti |
La
fortunata collaborazione, nata anche grazie all’intermediazione del critico
letterario Vincenzo Guarracino, ha permesso la stesura di un’opera non solo
significativa nel panorama dell’approfondimento letterario contemporaneo ma
indispensabile per conoscere pensiero e azione di un autore impegnato, che con
coraggio ha sostenuto le proprie idee anche davanti alla chiusura nel suoi
confronti non solo di parte del mondo letterario ma in primis di quegli
ambienti editoriali che con i suoi romanzi si erano ampiamente arricchiti. «Carlo Cassola e il disarmo» si compone
di tutte quelle lettere che Gaccione e Cassola si scambiarono nei lunghi anni
di impegno antimilitarista, un epistolario ricostruito con grande cura, che
apre uno spaccato indispensabile sull’autore romano e, per molti versi, risulta
un testamento spirituale postumo.
Un momento dell'incontro |
La serata alla Sormani ha visto la
partecipazione di Giovanni Bianchi, ex parlamentare e scrittore e Carlo
Ferretti, tra i più noti critici letterari italiani, i quali hanno ripercorso
gli anni intensi dell’impegno civile di Cassola, i suoi assidui confronti con
Don Maria Turoldo sull’importanza del disarmo e dell’antimilitarismo, la figura
stessa di un Cassola lontanissimo dallo scrittore da talk show, costretto a
subire una freddezza critica come pochi da parte delle principali testate
giornalistiche, che non ne comprendevano le scelte e lo consideravano quasi un
politico utopista, oltre ad una sorta di scomunica dal «pulpito marxista» che
lo accusava di visione antieroica della lotta partigiana e accuse a non finire
dal fronte Neoavanguardista. Insomma un fuoco incrociato di attacchi che invece
di indebolire lo scrittore ne fece emergere l’anima più vera: quella
dell’impegno antimilitarista, della presa di pozione appassionata contro la
guerra, che lo accomunò ad altri grandi della Letteratura e della scienza,
quali Einstein, Bertrand Russell, Tolstoj,
don Chisciotte meravigliosi in una società che faticava a recepirne la grande
opportunità di messaggio civico.
Un momento dell'incontro |
«La
ragazza di Bube», «Fausto e Anna»
restano romanzi vivi, privi di quella retorica che fin troppo spesso domina le
pagine degli scrittori più noti, paesaggi reali fatti da personaggi che
meritano sicuramente di essere riletti e riscoperti ma spesso, soprattutto in
tempi oscuri come quelli attuali dove il pericolo di una guerra atomica appare
nemmeno tanto lontano all’orizzonte, la Letteratura non può più bastare.
Da sin. Bianchi, Gaccione, Ferretti, Migliorati |
Occorre cercare nel profondo un messaggio che possa essere da guida verso un
futuro di pace, un messaggio che tra le righe delle lettere di Cassola emerge
con chiarezza disarmante.
[Le foto del servizio sono di Marzia Borzi]