Tribuna Libera
MEDICINA E LAVORATORI
Protesta per i bambini colpiti da tumore
a Taranto
La scienza, la medicina, la giustizia sono neutrali,
al di sopra delle parti o al servizio del potere? Ecco alcune semplici
riflessioni.
Il profitto è la molla, il
fondamento e l’obiettivo di tutta la società capitalista. Per i borghesi, i
padroni, il profitto viene prima di tutto, prima della salute e della vita del
proletariato e delle masse popolari. Pagare gli scienziati, i tecnici, per
ricerche finalizzate a realizzare il massimo profitto in ogni campo economico
della società e una delle spese necessarie per il capitale.
Nello stesso tempo ostacolare, nascondere gli studi di
scienziati indipendenti, senza conflitti d’interessi, sulla salute, sugli
inquinanti e cancerogeni, sulle malattie, è da sempre l’obiettivo dei padroni
delle industrie multinazionali e della società capitalista/imperialista.
La scienza e la medicina del capitale sono funzionali
alle esigenze e agli interessi del sistema. La storia dell’amianto e del
cloruro di vinile monomero che tanti morti hanno causato, lo dimostrano. L’amianto
e le fibre da cui è composto, come altri cancerogeni, uccidono. L’asbesto è un
killer che non perdona ed è direttamente collegato all’insorgenza del
mesotelioma della pleura e del peritoneo e di altri tipi di cancro, fra i quali
al polmone e alle vie respiratorie. La vicenda dell’amianto che produce
migliaia di morti ogni anno dimostra il cinismo, il crimine di chi in nome del
profitto ha mandato consapevolmente a morte decine di migliaia di lavoratori e
cittadini.
Gli studi sulla sua pericolosità risalgono a primi
anni del 1900 quando in Gran Bretagna furono approvate le prime leggi che
prevedevano il monitoraggio della salute dei lavoratori e i risarcimenti per
chi si ammalava.
a Taranto
L’uso dell’amianto che ha arricchito le multinazionali e i padroni di tutto il mondo hanno causato una strage di lavoratori e cittadini dimenticata da tutti i governi caduta nell’oblio che continua. Ancora oggi l’amianto uccide, solo in Italia ogni anno le vittime sono 6000, 16 al giorno quasi 2 ogni ora. L’amianto è un cancerogeno che non provoca solo il mesotelioma, il tipico tumore d’amianto, ma anche un’altra decina e più di cancri e tumori e malattie molto invalidanti. I governi, le autorità mediche scientifiche, molti delle quali sui libri paga delle multinazionali e delle lobbie dell’amianto, fino a pochi anni fa negavano la cancerogenicità di questo minerale e ancora oggi nei processi gli avvocati e i consulenti dei padroni continuano a negarlo.
Noi abbiamo imparato sulla nostra pelle che la lotta per la salute in fabbrica e nel territorio non va delegata nessuno, meno che mai ai Governi, padroni e Confindustria che oggi durante la pandemia mentre a parole dichiarano difendere la salute dei cittadini, costringono i lavoratori con il ricatto della perdita del posto di lavoro, con il Green pass a condizioni lavorative sempre peggiori. Eppure la prevenzione sarebbe semplice: basterebbe un piano nazionale di rimozione delle 40 milioni di tonnellate di amianto presenti in Italia a cominciare dai 400mila manufatti di amianto di scuole, ospedali, tubature, edifici pubblici per salvare decine di migliaia di vita umane. Questo sì che sarebbe una grande opera utile alla popolazione! Che le industrie capitaliste finanzino studi di parte e nascondano, per ragioni di profitto, i danni che certe sostanze nocive usate nelle lavorazioni provocano a lavoratori e cittadini è ormai dimostrato.
Morti per cloruro di vinile monomero.
Anche durante il processo Montedison a Porto Marghera
sugli omicidi dei lavoratori morti per cloruro di vinile monomero e sui crimini
ambientali della laguna di Venezia iniziato il 13 marzo 1998, l’azienda nascose
i dati sulla cancerogenicità e la relazione tra angiosarcoma e cloruro di
vinile già dimostrata da studi condotti dalle stesse aziende chimiche
produttrici e tenuta segreta senza avvisare i lavoratori e senza prendere
nessun provvedimento per la salute. Le gravi conseguenze dell’esposizione al
CVM, ipotizzate per la prima volta nel 1969 al Congresso Internazionale di
Medicina del Lavoro di Tokio da un medico della Solvay, Pierluigi Viola, furono
definitivamente confermate in Italia a seguito di un’indagine epidemiologica
commissionata da Montedison all’Università di Milano, condotta nel 1971 dal
prof. Cesare Maltoni negli stabilimenti di Brindisi, Marghera, Terni e
colpevolmente nascoste per non intaccare i profitti della multinazionale.
Non c’è da stupirsi che il capo redattore della
rivista scientifica Lancet (una delle più autorevoli) abbia dichiarato
recentemente che “(…) gran parte della letteratura scientifica, forse la metà,
può semplicemente essere falsa”.
La ricerca indipendente è strozzata, la stragrande
maggioranza delle ricerche è finanziata da aziende private, sia per quanto
riguarda l’attendibilità dei risultati, sia perché la ricerca è indirizzata a
ottenere risultati spendibili sul mercato, non socialmente utili. Anche nei
pochi casi in cui è finanziata dallo stato, come nel caso dei vaccini, i
profitti diventano privati e finiscono nelle tasche degli azionisti delle
multinazionali. Quando si parla di scienza, sia fatta da uno scienziato, sia da
un non addetto ai lavori, si ha sempre l’idea di parlare di qualcosa che non ha
a che fare con la fallibilità umana, col conflitto d’interessi, con l’economia,
con l’egemonia, con il capitalismo, con l’utilitarismo, con la produttività.
Questo è il grande errore.
Nel capitalismo, la scienza, la medicina, le leggi i
governi e le istituzioni sono espressione delle dinamiche economiche
capitaliste, industriali, produttivistiche, politiche e militari. Sono al loro
servizio, sostengono i loro interessi e le decisioni ricevendo in cambio lauti
compensi. Oggi padroni e governi giustificano il peggioramento costante delle
condizioni di vita e di lavoro dei proletari in tutti i paesi, prendendo a
pretesto l’allungamento della vita media della popolazione e la pandemia di
covid 19, nascondono la realtà, cioè che nella società in cui ci sono ricchi e
poveri, sfruttati e sfruttatori ci si ammala e si muore di più (e spesso ancora
giovani) fra la classe proletaria che in quella borghese. In una società divisa
in classi dove il potere è in mano ai capitalisti il cui unico scopo è la
realizzazione del massimo profitto, la scienza e la medicina non sono neutre,
ma al servizio della classe dominante.
Solo in una società socialista, con il potere operaio,
dove la proprietà privata dei mezzi di produzione è abolita, lo sfruttamento
dell’uomo sull’uomo considerato un crimine contro l’umanità, dove si produce
per soddisfare i bisogni degli esseri umani e non per il profitto, la classe
operaia e proletaria liberando sé stessa può emancipare e liberare anche la
scienza, la medicina.
La salute dei lavoratori non la difendono i governi e
i padroni.
La nocività, l’usura, la fatica fisica e psicologica
dovuta all’aumento dei ritmi, alla ripetitività del lavoro, la precarietà, il
salario insufficiente, le pandemie, l’incertezza del futuro, il comando di
fabbrica o azienda sempre più repressivo, portano il lavoratore a logorarsi
minando la sua salute.
La vera medicina preventiva è quella che si oppone al
capitale, quella che ricerca le cause patogene e le elimina, non quella che
cronicizza malattie su cui fare profitti.
Michele Michelino
Comitato per la Difesa della Salute
nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio