LETTERA AL PRESIDENTE MACRON
di
Girolamo Dell’Olio
Macron gioca con le nostre vite
La lettera aperta a Emmanuel Macron, recapitata per via
elettronica al Consolato Generale di Francia a Firenze, sarà distribuita oggi
all’ingresso del Consolato, in Piazza Ognissanti 2, in lingua italiana e
francese. Qui avrà luogo, dalle 10 alle 11, l’appuntamento di ‘dialogo
itinerante’ dedicato alle dichiarazioni
inquietanti rilasciate nelle ultime settimane dal presidente della sola
nazione dell’Unione Europea in possesso dell’arma nucleare.
Sarà cura
dell’associazione promotrice dell’iniziativa rendere noti i contenuti del
riscontro atteso dal capo dello Stato francese ai tre quesiti posti nel
messaggio pubblico a lui indirizzato.
Gentile
Presidente,
Le
scriviamo dalla città culla del Rinascimento e porta d’ingresso dei valori
dell’umanesimo, profondamente preoccupati per il progressivo acutizzarsi del
conflitto in Europa orientale fra la Federazione Russa e la Repubblica di
Ucraina. Non riteniamo utile né opportuno discutere qui il tema delle origini e
degli sviluppi della guerra in corso, e il ruolo che vi gioca ciascuno di
questi Paesi, ambedue peraltro non appartenenti a quell’Unione Europea di cui
Francia e Italia sono membri fondatori. Desideriamo piuttosto comprendere
meglio, attraverso un cortese riscontro che auspichiamo da parte Sua agli
interrogativi che seguono, quali attenzioni per la sicurezza,
per la salute e per l’incolumità delle popolazioni europee abbiano
ispirato e guidato le
Sue recenti dichiarazioni e taluni comportamenti che in noi suscitano – per la
carica che Ella riveste – viva apprensione e allarme.
In
primo luogo Le chiediamo: il fatto che il Paese ai cui vertici Ella si trova
sia l’unico a disporre, nell’Unione Europea, dell’arma nucleare, e di un
consistente arsenale atomico, dovrebbe a Suo avviso suggerire un atteggiamento
particolarmente responsabile dinanzi all’intera comunità continentale? O è
ammissibile invece che tale prerogativa giustifichi azzardi istituzionali, e
autorizzi a incentivare – anche soltanto a parole – la polarizzazione fra i
Paesi belligeranti, e fra le stesse opinioni pubbliche dell’Unione?
In
secondo luogo Le chiediamo: Ella ritiene saggio che il presidente di uno Stato
importante come la Francia, col ruolo, il potere e le responsabilità che gli
appartengono, permetta in un contesto storico così delicato la diffusione di
proprie immagini in posa da boxeur? Lei crede che la divulgazione di posture
letteralmente (e non solo metaforicamente) muscolari giovi, con le guerre alle
porte, alla percezione dell’uomo di Stato quale soggetto serio e credibile? O
si tratta invece di teatro, di boutades, nel qual caso ci domanderemmo ancora
una volta quale grado di maturità politica sia associabile a chi se ne fa
interprete?
Infine,
Presidente Macron, Lei è proprio sicuro di poter perseguire gli obiettivi
apparentemente connessi alla Sua comunicazione col sostegno dell’opinione
pubblica nel Suo Paese, laddove il mondo intero ha notizia di reiterate e
vigorose resistenze opposte in più occasioni e da più strati della popolazione
alla Sua azione di governo? Non sarebbe forse più prudente sposare la causa
della ricerca attiva della sospensione delle ostilità e della riconciliazione
fra i popoli? Anche perché la storia del Novecento, e ancora quella di questo
secolo, sembra insegnare che se il riarmo diventa traguardo e pratica di
governi incapaci di coltivare la convivenza civile pacifica dei popoli è
sufficiente una scintilla, magari non involontaria, a far deflagrare nazioni e
continenti. Come vede, le nostre sono domande semplici ed educate, che ci piace
porLe nella Sua stessa lingua. Confidiamo di poter ricevere una cortese
risposta pubblica.
Per
l’Associazione di volontariato Idra
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presidente, Girolamo Dell’Olio
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