MORIRESTI PER LA NATO?
Trieste contro la guerra.
La promessa
infranta dall’occidente di non espandere la NATO “neanche un centimetro
più ad est”, fatta in seguito al crollo dell’Unione Sovietica, sta
trascinando il mondo in una nuova guerra mondiale. L’imperialismo occidentale,
scosso da una profonda crisi economica e dal riordinamento dell’assetto
geopolitico, continua ad alimentare l’escalation militare in Ucraina per difendere la
propria egemonia sul mondo. Non da ultimo arrivano le allarmanti dichiarazioni del presidente
francese
Macron, che dice di non escludere l’invio di truppe francesi in Ucraina, il che
ci lascia immaginare che il peggio debba ancora venire. Similmente il
sistematico genocidio del popolo palestinese che, in pochi mesi, ha causato
almeno 33 mila morti, dimostra come l’occidente ed i suoi vassalli
siano pronti a tutto pur di mantenere integro il proprio giogo oppressivo.
L’indiscriminato
massacro a Gaza e l’indomita lotta della resistenza palestinese danno
ulteriore testimonianza dell’aggravamento dello stato di crisi dell’egemonia
occidentale e dei suoi piani. Su ogni fronte il macello continua e si
intensifica, nonostante la sempre più marcata contrarietà dell’opinione pubblica.
Il clima di guerra viene sempre più apertamente alimentato e sostenuto
dalle istituzioni
politiche e statuali. Ma, mentre i nostri politici parlano di investire in truppe
ed armamenti,
ampi strati della popolazione vengono spremuti dall’aumento dell’inflazione
e da condizioni di vita e lavorative sempre più precarie. Questo anche
nella nostra città che, data la sua posizione strategica e con il suo porto,
rimane un polo cruciale nella scacchiera geopolitica usata dai padroni
del mondo. Il diritto internazionale però è chiaro: Trieste deve essere una città neutrale,
demilitarizzata e dotata di un porto franco internazionale aperto a tutti
gli Stati del mondo - inclusi quelli non allineati all’ordine atlantista. Lo
Stato italiano e la NATO stanno però violando il Trattato di Pace di Parigi del
1947 che impone questo status, trascinando pure la città di Trieste e la sua
popolazione nel delirio bellico. A riprova di ciò ci sono le recenti dichiarazioni
del ministro Urso, che ha definito Trieste “il porto di Kiev”.
Il nostro territorio, che per diritto dovrebbe essere libero e demilitarizzato, può ormai contare soltanto sulla volontà delle persone che lo vivono veramente. Quando le istituzioni sono vendute agli interessi bellici è compito nostro opporci a tali sfruttamenti e combattere per la demilitarizzazione e la pace. Facciamo sentire la nostra voce contro la NATO, l’escalation militare e per una Trieste non soggiogata all’interesse dell’imperialismo! Che si senta ovunque la nostra voce, proveniente da una città aperta, una città che vuole pace, fratellanza, solidarietà e libertà!
Associazione
Alister, Coordinamento No Green Pass e Oltre, Fronte della Primavera
Triestina, “Insieme Liberi”, Tavola per la Pace Friuli Venezia Giulia