Teatro Garage
Presenta
Dal
4 al 16 FEBBRAIO 2014
GIROTONDO
di Arthur Schnitzler
traduzione di Gianni Guardigli
di Arthur Schnitzler
traduzione di Gianni Guardigli
regia Francesco
Branchetti
con
Gaia de Laurentiis
Lorenzo Costa
e
con
Giovanni Guardiano
Vincenzo Schirru
Simone Lambertini
Nicola Paduano
danzatrice
Federica
Ruggero
musiche Pino Cangialosi
scene Alessandra Ricci
scene Alessandra Ricci
costumi Clara Surro
assistente alla regia Ilaria Fioravanti
assistente alla regia Ilaria Fioravanti
disegno
luci
Francesco Branchetti
foto
di scena Pierpaolo
Redondo
Girotondo è un'opera teatrale dello scrittore e drammaturgo Arthur Schnitzler,
che sin dalle prime rappresentazioni suscitò grande clamore e scandalo.
“Girotondo” ha il
fascino intenso di un testo che, raccontando una storia apparentemente guidata
dai meccanismi ambigui dell’eros e dai movimenti del pensiero di personaggi che
duettano su partiture a tema privato, racconta in realtà la fine di un’epoca,
la fine di un impero, la fine di un mondo.
E’ una avvincente
prova di “stile drammaturgico” spinto talmente in alto da raggiungere gamme
diversissime: da note ironiche a sfumature di profonda amarezza, da gioco
verbale ai limiti del virtuosismo a denuncia dell’ipocrisia delle norme morali
dell’Austria felix e, in particolare, della Vienna in cui sta nascendo la
psicanalisi e sta crollando l’Impero Asburgico.
Ogni personaggio di
questa geniale pièce è un tassello di un mosaico che esibisce tutti i colori
della società dell’epoca.
Girotondo è una commedia attualissima e a renderla tale è il tono
drammaturgico di Schnitzler, il suo disincanto, la sua ironia che spesso sfocia
nell’amarezza e che svela spesso l’assurdità delle norme e consuetudini morali
dominanti nella società.
L’intreccio si basa
sugli incontri tra dieci personaggi appartenenti a dieci differenti condizioni
sociali ed umane: la prostituta, il soldato, la cameriera, il giovane signore,
la giovane signora, il marito, la ragazzina, il poeta, l’attrice, il conte.
Dieci quadri in cui i personaggi
dialogano due alla volta. Uno dei due personaggi è poi protagonista anche del
quadro successivo, tranne la prostituta. Quando il conte, ultimo personaggio ad
entrare in scena, si congiunge alla prostituta del primo quadro la danza
sessuale ha termine. I personaggi di Girotondo
sono i rappresentanti di tutte le classi sociali senza distinzioni di sorta
e l’aridità alla fine fatalmente colpisce tutti. Ogni personaggio è smascherato
della sua veste sociale e svelato nella sua umanità più vera, attraverso la
straordinaria capacità dell’autore di indagare, di analizzare
e raccontare la banalità, il quotidiano, l’inutilità delle convenzioni e
la retorica spietata dei rapporti.
In Girotondo, si indaga la catastrofe affettiva ed amorosa in cui ogni essere
umano può imbattersi, si parla con straordinario acume psicologico della crisi
generale dell’uomo contemporaneo, in una
riflessione sulla condizione umana in cui l’amore talvolta diviene soltanto
piacere fisico, pur inteso in tutte le sue sfumature, e che spesso e volentieri sfocia in mera
abitudine. Girotondo è la rappresentazione di una società in crisi che
fatalmente è costretta a fare i conti con sé stessa. Si parla di convenzioni,
di finzione, di un amore alienato, di una ricerca mossa dal desiderio di colmare
un vuoto, di una solitudine che ha conseguenze profonde nella società.
L’ipocrisia è il motore principale dei personaggi, ma le loro vite si rivelano
come una dolorosa ricerca del nulla, in un girotondo dove l’amore è spesso
inutile, quasi sempre uguale, ripetitivo, negativo, in fondo disperato. Ogni
cosa gira su sé stessa e alla fine anche le esistenze dei protagonisti si
svuotano di senso in un balletto implacabile in cui dominano banalità, falsità,
retorica, perdita di senso della realtà, vacuità della vita e stereotipi di
relazioni e rapporti.
La regia intende restituire al
testo la straordinaria capacità d'indagare l'animo umano e le tortuose
relazioni che abbiamo con noi stessi e poi con gli altri; ansie, paure,
malesseri, malinconie, dolori, solitudini si confondono in una danza macabra e
straziante che ci trascina nell'inferno privato di un rapporto di coppia, di
una relazione, di un incontro. Scene e musiche, daranno un apporto fondamentale
a questo viaggio nel mondo dei rapporti tra uomini e donne, nell'inconscio,
nella psiche, di cui sono proiezioni.
Teatro
dell’Angelo
Via Simone de
Saint Bon n°19, Roma
tel 06/37513571 – 06/37514258
Dal martedì al sabato ore 21.00 -
domenica e festivi ore 17.30
Biglietti: da €25,00 a €18,00
Ufficio stampa Silvia Signorelli +39.338.9918303 signorellisilvia@libero.it
Gli Amici della Scala ricordano il loro Amico e Socio Onorario
il maestro Claudio Abbado
Il più grande rossiniano – Il più grande verdiano – Il
più grande mahleriano
La sua Cenerentola è stata fantastica, e ha contribuito
alla riscoperta del compositore pesarese.
Ha portato alla Scala Mahler e lo ha fatto conoscere al
grande pubblico. Nel suo primo concerto sinfonico alla Scala ha diretto la
Seconda sinfonia.
Memorabile il Don Carlo con Ronconi, che fu una pietra
miliare, e Il Ballo in maschera. E poi il Macbeth e Simon Boccanegra con
Strehler.
Il grande rapporto con Pollini.
L'intenso rapporto con la Scala e Milano, la sua città
che molto ha amato.
L'amore per la musica contemporanea e soprattutto la
collaborazione con Nono.
Di lui è stata straordinaria l'illuminata e al contempo artistica
managerialità, la sua capacità di fondare orchestre, formarle e dirigerle. Un
assemblatore.
La fondazione dell’orchestra Filarmonica della Scala è
uno dei più grandi regali che ha fatto a Milano.
Il lavoro a Vienna con i Wiener e la rivoluzione con i
Berliner, il passaggio da Karajan al suo stile, ha cambiato lo stile di
un’orchestra e non di un’orchestra qualunque.
Riuscire a cambiare e trasformare i Berliner è stato
epocale.
Il suo ritorno alla Scala nel 2012.
*
"Odissea" lo ricorderà presto con uno scritto del filosofo e musicologo Gabriele Scaramuzza.