AL PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO
Il filosofo Fulvio Papi scrive a Matteo Renzi
Fulvio Papi al centro della foto (Foto: Mirella G.) |
Gentile Matteo Renzi,
ciascuno nasce al mondo con una parola. Lei ha inventato “rottamazione”
che può avere molti significati che qui non contano. Per quanto mi riguarda, se
le va, rottami pure la mia passione adolescenziale per il socialismo (1945-46),
la mia più che modesta partecipazione politica, e quarant’anni di insegnamento
all’Università, e i 25-30 libri di un filosofo che, con i suoi errori, è stato
più attento alla ricerca della realtà che alla verità della filosofia. Posso
vivere il mio tramonto con i miei rottami privati. Ma non rottami la passione
morale che ho sempre considerato fondamentale per ogni compito politico (che è
un onore). E allora “sbatta fuori” subito dal partito chi, in qualsiasi modo,
abbia inquinato il suo compito con l’”esecranda fame dell’oro” che anche lei
avrà studiato al liceo.
Un’ultima cosa. La considerazione secondo cui si è
innocenti sino all’ultimo grado di giudizio, appartiene alla cultura, al
lessico, alla prassi giuridica che, purtroppo, l’esperienza non ha mostrato
uguale per tutti. Questa considerazione estesa al campo morale, quando vi è un
sistema pubblico e inequivocabile di evidenze, è un argomento capzioso, non
vero, interessato. Questo affermava Pasolini quando sosteneva di “sapere”.
Credo che sia quanto ritengono i suoi elettori che possono anche aumentare. Ma
i “suoi” corrotti a qualsiasi livello li sbatta fuori subito. So che non è
facilissimo perché gli intrighi ci sono dovunque. Ma non c’è da avere alcuna
paura quando milioni e milioni di persone che lavorano onestamente sono con
lei.
Cordialmente
Fulvio Papi*
Filosofo, presidente della Fondazione “Corrente”
vice-presidente della Casa della Cultura –Milano-