MONTREAL, CANADA: LE ALTERNATIVE
AL LIBERISMO SI DISCUTONO
NELLA TANA DEL LUPO
AL LIBERISMO SI DISCUTONO
NELLA TANA DEL LUPO
di Vittorio Agnoletto
Montreal, 12 Agosto 2016.
Riflessioni sul
Forum Sociale Mondiale che si sta svolgendo a Montreal.
Carissimi,
in questi giorni si sta svolgendo in Canada, a Montreal,
il Forum Sociale Mondiale, il primo che si realizza nel nord del mondo. Il
Canada ha rifiutato i visti d'entrata a molti attivisti; questo ha fatto
scrivere a qualche giornalista di "scommessa persa". A mio parere
invece, pur con i suoi limiti, il Forum al quale sto partecipando è di estremo
interesse ed in particolar modo proprio per noi cittadini del nord del mondo. Buona lettura.
Vittorio
“Queste
sarebbero le nazioni che pretendono di darci lezioni di democrazia? In verità l’occidente
ha paura del confronto sulle idee e sulle nostre proposte. Noi siamo portatori
di idee non di bombe” Questa la dura reazione di Aminata Traore’, attivista dei
diritti umani, già ministra della
cultura del Mali. Sono oltre 250 gli attivisti e i dirigenti sindacali e dei
movimenti sociali ai quali è stato rifiutato il visto per entrare in Canada per
partecipare a Montreal al 12° Forum Sociale Mondiale. Nonostante una
dichiarazione di protesta firmata da centinaia di associazioni di tutto il
mondo non è pervenuta alcuna reazione da parte del governo canadese che mostra
assoluta indifferenza alle critiche ampiamente riprese dai media.
Il numero esiguo di
rappresentanti del sud del mondo sta modificando sensibilmente l’andamento del
Forum; non c’è dubbio che il tentativo
di costruire, attraverso il primo Forum realizzato nel nord del mondo, un ponte
tra le emergenze sociali dei due emisferi abbia subito un arresto. Tuttavia
questo non significa il fallimento del Forum che si sarebbe trasformato in una
“scommessa persa” come viene sostenuto ad esempio da Sara Gandolfi sul
Corriere, uno dei pochi media mainstream di casa nostra che ha scritto
sull’argomento. Anzi, paradossalmente questa obbligata e imposta pausa di
riflessione, può aiutarci a riprendere il cammino con maggior forza.
Il Forum si trasforma
Il Forum nato a Poro
Allegre 15 anni fa, nel 2001, pur dentro un approccio globale, leggeva il mondo
attraverso uno sguardo al cui centro c’era il rapporto nord/sud con i temi
della solidarietà e della cooperazione internazionale,
la denuncia delle politiche del Fondo Monetario Internazionale e della Banca
Mondiale in Africa, tutto questo letto con una forte sensibilità terzomondista.
Sullo sfondo la discussione e l’analisi si ampliava al crescente dominio della
finanza e al ruolo delle nuove istituzioni internazionali quali il WTO,
l’Organizzazione Mondiale del Commercio.
Oggi la drammatica crisi
sociale ed economica che investe tutto il mondo e in particolare modo
l’emisfero nord-occidentale ci obbliga, se vogliamo essere realisti e credibili
anche per i nostri concittadini, a puntare lo sguardo innanzitutto sui nostri
territori, a sforzarci di trovare soluzioni idonee ad affrontare la pesante
realtà del nostro quotidiano con proposte capaci di porre al centro anche nelle
nostre nazioni i temi della redistribuzione della ricchezza, della giustizia
sociale, della democrazia reale e quindi dell’accesso libero e generalizzato al
sapere e alle nuove tecnologie.
Nel 2001 il 20% della
popolazione possedeva l’80% della ricchezza, oggi l’8,7% possiede, secondo
Credite Suisse l’85% della ricchezza globale. Questa concentrazione del potere
economico sempre più nelle mani di pochi testimonia certamente un ulteriore
impoverimento dei Paesi del sud del mondo, ma anche i tanti &sud& che
si sono sviluppati nel ricco nord del paneta.
Questo non significa
assolutamente ignorare la catastrofe economica, sociale ed umanitaria che
travolge intere regioni del mondo, ed infatti i temi dell’emigrazione, dei
rifugiati, dell’accapparramento delle risorse, delle terre e delll’acqua hanno
grande spazio nelle discussioni che si sviluppano qui a Montreal. Significa
avere uno sguardo globale ma partendo dalla consapevolezza della propria
situazione.E questo oggi è l’unico modo serio per poter contribuire a
modificare la situazione anche nel sud del mondo. Il Forum che si sta svolgendo
a Montreal ci può, seppure con i suoi
limiti, aiutare a compiere questo percorso.
Da “Occupy Wall Street” al Forum
I soggetti che oggi hanno
organizzato il Forum sono molto diversi da quelli che lo hanno fondato nel
2001: allora i protagonisti indiscussi erano la CUT, il grande sindacato
brasiliano, i Sem Terra e via Campesina, le grandi organizzazioni contadine
diffuse in America Latina, in Africa e in Asia; in collaborazione, ma in seconda
fila, con Attac, l’organizzazione nata nel nord del mondo, in Francia, con
l’obiettivo di tassare le speculazioni finanziarie. Era la fotografia di due
attraversamenti, quello a cavallo dell’Equatore e quello tra i due millenni.
Questa complessità permane
tutta ed infatti qui nel Forum vi sono
importanti incontri sugli accordi commerciali internazionali tra via Campesina,
e le organizzazioni dei coltivatori del Quebec e perfino le associazioni dei
nativi di queste terre; ma gli organizzatori di questo Forum hanno alle spalle
un’altra storia: provengono da “Occupy Wall Street”, dalle lotte studentesche
contro la privatizzazione del sapere e per un web libero, dalla lotta contro i
grandi oleodotti, contro le pipeline, dall’impegno per un’energia pulita, contro
un modello di sviluppo energivoro fondato sui combustibili fossili.
Cambiare il pianeta partendo dalla nostra condizione
Sono giovani tra i 20 e i
trent’anni, frequentano assiduamente il mondo del web, non portano sulle loro
spalle il ‘900 ma conoscono, hanno sperimentato da sempre, il dominio della
finanza e dei mercati sulle loro vite e hanno piena consapevolezza dell’assenza
di una qualunque tutela sul loro futuro. Conoscono forse meno la storia
coloniale, ma sanno tutto del WTO, del TTIP, degli accordi TRIPs sulla
proprietà intellettuale e sui medicinali, organizzano campagne per la chiusura
dei paradisi fiscali e per la messa al bando nella finanza dei
&derivati&.
Frequentano le università
ed hanno trascinato centinaia di loro professori al Forum dove li troviamo
impegnati in dibattiti complessi. Cresciuti in un mondo dominato dalle
multinazionali, hanno chiuso rigidamente la porta a qualunque offerta di
sponsorizzazione avanzata da compagnie telefoniche, da catene distributive
ecc.; consapevoli dell’importanza del ruolo delle istituzioni – sia da un punto
di vista democratico che nella redistribuzione della ricchezza e nella gestione
del welfare, il sistema di sicurezza sociale – hanno fatto di tutto per
coinvolgerle nella preparazione e nella partecipazione ai dibattiti.
Ecco perché pur con tutti
i limiti, il Forum che si sta svolgendo a Montreal, rappresenta comunque
un’opportunità per chi, anche nel nord del mondo, non rinuncia a cercare delle
alternative al dominio del sistema liberista.
Una pausa di riflessione
con un profondo lavoro su noi stessi, per riprendere, con maggior forza un
percorso condiviso con tutti coloro ai quali, qui a Montreal, è stata chiusa la
porta in faccia.
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