TURCHIA: FORSE NON TUTTO È COME CI VIENE RACCONTATO
di Vittorio Agnoletto
Ieri sera mentre seguivo in tv il
tentato golpe in Turchia, una mia amica turca che vive tra l'Italia e Istanbul
mi diceva, mentre ancora tutte le televisioni parlavano della disfatta di
Erdogan; " Vedrai che il golpe fallirà. I militari avversari di Erdogan
sono stati spinti ad uscire allo scoperto, sono stati illusi di potercela fare,
finiranno sconfitti e sommersi da una marea di folla. Quelle immagini daranno
ulteriore forza ad Erdogan che in tal modo potrà procedere ulteriormente ad un
repulisti nell'esercito, ad una modifica della Costituzione e ad instaurare un
sistema ancora più autoritario togliendo qualunque legittimità a chi tenterà di
opporsi". In sostanza Erdogan avrebbe giocato d’anticipo stroncando
un’opposizione che stava crescendo di giorno in giorno dentro all’esercito;
l’ha bruciata e ora la annienterà. Un gioco complicato, ma che se così fosse,
alla fine si sta mostrando vincente. Non so se quanto affermato dalla mia amica
si realizzerà, so che quanto aveva predetto ieri sera, completamente
controcorrente, fino ad ora si è realizzato. Per la Turchia il futuro prossimo
appare sempre più nero e il destino dei curdi e di tutti i democratici che si
oppongono al regime di Erdogan diventerà ancora più difficile, già nelle prime
ore dopo il golpe sono stati rimossi oltre 2.700 giudici e il primo ministro
non ha escluso l’introduzione della pena di morte; tutto questo
nell’indifferenza e anzi con la complicità dell’UE che concede qualunque cosa
ad Erdogan purché blocchi i disperati in cammino verso l’occidente. Ieri sera,
come era già avvenuto in Egitto, abbiamo assistito allo scontro tra militari e
forze autoritarie legate all’integralismo religioso; sembrano essere gli unici
due protagonisti in grado di occupare tutta la scena, ovviamente con le
alleanze e gli appoggi che ognuno dei contendenti si è garantito, di volta
involta, tra i Paesi occidentali. La voce dei democratici non si sente, o
comunque è sempre più flebile, repressa e ridotta ad un tragico, disperato
lamento. La crescita dell’integralismo religioso con il corredo del suo
spietato terrorismo, lo sviluppo dei populismi di destra in gran parte dell’UE
hanno trovato spazio nella sconfitta dei movimenti altermondialisti e
democratici che si sono sviluppati dal 2000 al 2011, dai Forum Sociali
Mondiali, passando attraverso i movimenti del luglio 2001, alle grandi
manifestazioni contro la guerra del febbraio 2003, fino ad arrivare alle
primavere arabe del 2010/2011.
Noi siamo
stati sconfitti. Chi, per difendere un mondo profondamente ingiusto dominato da
una finanza rapace e da un enorme accumulazione di ricchezza nelle mani di un
numero sempre più ristretto di persone, ha fatto di tutto per reprimere quei
grandi movimenti di libertà, ha contribuito a determinare la situazione
odierna. Che potrà essere modificata in profondità solo da nuovi, grandi
movimenti di cittadini e di società civile organizzata sulle diverse sponde del
Mediterraneo. Movimenti dei quali oggi non si vede nulla all’orizzonte. Ma è
questo l’unico obiettivo per il quale ha senso lavorare. Se vogliamo uscire
dall’inferno odierno.