INTERROGATIVI GEOPOLITICI
di
Franco Astengo
L’oscillare
del pendolo della tragedia afgana (talebani - invasori - talebani) costringe a
una ulteriore riflessione sul quadro internazionale che provo a racchiudere in
due interrogativi:
1). Gli USA chiudono in
questo modo la fase post-Torri Gemelle interpretata come “gendarmi del mondo”
dimostrando di essersi sempre mossi da semplici invasori (pensiamo al Libano, a
Grenada a tante altre occasioni) senza mai riuscire a costruire nei paesi di
volta in volta occupati una classe dirigente e semplicemente appoggiandosi e
foraggiando (in Afghanistan come in Libia) corrotti “signori della guerra”
sempre pronti a voltar gabbana nel momento del pericolo. Su questo punto i
governi occidentali (e buona parte delle sinistre) hanno sempre seguito senza
interrogarsi quasi come se la fase degli USA “poliziotto vendicatore”
rappresentasse un semplice seguito della guerra fredda. Eppure, a suo tempo, ci
si è sperticati nel definire la globalizzazione come la fine della
“geopolitica”, riempendosi la bocca del “nulla sarà mai come prima”;
2). Gli USA proseguiranno
nel tentativo di ricostruire una sorta di “neo-atlantismo” (in Italia così
tante volte auspicato da giornali e riviste del gruppo GEDI, quelli che
preparano la linea del PD) opposto a un nuovo “asse del male” Cina /Russia
operante nell’ambito di una sorta di rinnovata guerra fredda? Uno schema che
incontra difficoltà oggettive nella nuova mappa di ricerca delle risorse
fondamentali per attuare il modello di sviluppo che serve alle grandi
transizioni energetiche e tecnologiche (pensiamo ai percorsi dei gasdotti e
alla ricerca delle “terre rare” che vede la Cina in grande vantaggio). Questo
stato di cose richiama alla sinistra la necessità di dotarsi di una politica
estera (materia latitante da molti anni) recuperando, nel proprio bagaglio
teorico, la “questione europea”.
Penso
sarebbe bene aprire un dibattito sia pur nel ristretto dei nostri ambiti
politico-culturali perché sarà proprio questo tema (dell’assenza politica
estera e non certo delle mie banali osservazioni) che si fonderà una proposta
di possibile recupero di identità e di presenza della sinistra italiana.
Tenuto
conto ancora che l’attuale governo sembra essere quello più propenso a tenere
la politica all'interno di una visione egemonica dell'economia e delle
convenienze che ne derivano.