CALABRIA E
UMANITÀ
Vincenzo Rizzuto
Cosenza. Nel crotonese, uno dei
territori più poveri d’Europa come più volte è stato certificato dalla stampa
locale e nazionale, ancora una volta in questi giorni si sta mettendo in luce
la sua grande, superiore civiltà accogliendo a braccia aperte, con generosità
autenticamente evangelica, centinaia, migliaia di poveri migranti provenienti
da ogni parte del mondo. L’ultimo episodio di questa grande disponibilità umana
della gente di Calabria, che mi ha profondamente commosso, è stato quello che
ha visto nella scorsa notte militari e civili che, noncuranti del pericolo, si
sono lanciati nelle onde di un mare paurosamente agitato della costa di Isola
capo Rizzuto, per salvare circa 80 migranti che, stipati su di una piccola
imbarcazione, stavano per essere inghiottiti dalle acque. Fra di essi erano
presenti, come al solito, donne e bambini allo stremo delle forze.
I soccorritori, ignorando
il pericolo di morte non solo per le acque agitate ma anche per l’oscurità
della notte, con sforzi sovrumani hanno resistito alla furia delle acque
aggrappandosi l’uno all’altro in una vera e propria catena umana; e tutto
questo era reso possibile anche da un altrettanto slancio di generosità della
popolazione, che nel cuore della notte, lasciando ‘le molli piume’ delle
proprie abitazioni, ha raggiunto la costa e si è messa a collaborare nelle
operazioni di salvataggio.
Ancora una volta quindi
l’estremo Sud, quello dove manca tutto, dal lavoro alla sanità, dalla scuola
all’università, dalle strade agli acquedotti, nonostante nelle varie tornate
elettorali dia spesso prova di poca maturità, è capace di dare esempi di
eccezionale civiltà, di esemplare umanità, fatta di generosità verso i più deboli
e bisognosi di tutto. E tutto questo forse accade proprio perché,
paradossalmente, questa nostra Regione è caratterizzata non solo dalla povertà,
ma anche da una civiltà antica, profondamente radicata nell’animo dei suoi
abitanti, eredi della Magna Grecia, degli arabi, del Cristianesimo e di tutte
le altre influenze che si sono succedute nel corso dei millenni. Questi valori
sono radicati nel DNA dei calabresi, che non hanno mai chiuso la porta al
forestiero, al diverso, a chi ha bussato alla porta per chiedere qualcosa.
Isola Capo Rizzuto
Le Castella
Ed ecco perché la Calabria,
pur deponendo nell’urna qualche suffragio per i ‘sovranisti’ e i nostalgici
dell’autarchia, che invitano a chiudere le porte, i ponti e i porti, e che
inneggiano ai dittatori che costruiscono le muraglie, nel profondo dell’anima
ama mescolarsi e convivere pacificamente con il forestiero, con il diverso
senza alcuna discriminazione, senza alcuna separatezza, nella convinzione che
mai nessuno può fare a meno degli altri, perché l’esistenza dell’uomo non ha
significato se vissuta nella disperazione della solitudine.
Ora, pensando a quanto
abbiamo detto sulla generosità delle popolazioni della nostra Regione,
generosità non formale ma sostanziale e sempre operativa, fa rabbia constatare
che queste medesime popolazioni, come quella del crotonese, ricca di storia e
di grandi potenzialità, siano lasciate sole e alla deriva, perché private,
ripeto, di scuole, di università, di strade e ferrovie, di aeroporti adeguati,
ma anche pressate da siccità e alluvioni per degrado idrogeologico; per non
parlare del pericoloso inquinamento di buona parte del territorio, dove le
patologie tumorali mietono vittime senza tregua. E allora con rabbia mi chiedo,
ma perché in questa nostra Regione una città come la Crotone di Pitagora e di
Milone non devono esserci gli invasi che raccolgano l’acqua cristallina dei
fiumi silani, con cui far rivivere i campi assetati; perché non devono esserci
conservatori musicali, accademie, università e ospedali di serie A, che in
altre Regioni sono diffusi come da noi nemmeno le scuole medie lo sono?
Per questo faccio un appello
al nuovo ‘Governatore’ della Regione e a tutti i Sindaci, con particolare
riguardo a quello di Crotone, affinché si facciano finalmente alfieri di un
effettivo riscatto delle nostre popolazioni, un riscatto innanzitutto culturale
oltre che economico.
Le Castella