ESTREMI SENZA IDENTITÀ
di
Franco Astengo
Savona
Savona
è una piccola città di provincia nel cui tessuto politico-culturale nel corso
degli anni è capitato si verificassero interessanti fenomeni di sperimentazione
che l’hanno resa, di volta in volta, sede di momenti di presenza di veri e
propri “laboratori”.
Un
fenomeno che si sta verificando anche in questo periodo di contestazione no-va
e no-pass. Succede infatti che, come in altre Città da qualche settimana il
sabato pomeriggio sia occupato da comizi e cortei, nel nostro caso gestiti
dalla CUB, proprio per protestare su presunte violazioni delle libertà
costituzionali in questo periodo di emergenza sanitaria.
Proteste
che, come in altre parti d’Italia, hanno raccolto insieme istanze svariate e
soggetti diversi al di là delle motivazioni più o meno condivisibili che in
quelle iniziative vi sono sostenute.
A
questo proposito non sarebbe trascurabile analizzare il piano della
strumentalizzazione politica (della quale non è stato estraneo uno dei
protagonisti dell’avvento in Italia della Tivù commerciale e poi ha lungo
dirigente della RAI) che viene sviluppato da portatori di posizioni estreme che
danno anche luogo a particolari intrecci.
Una
situazione che proprio a Savona, seguendo il programma fin qui noto per sabato
prossimo 6 novembre, potrebbe promettere (o minacciare?) di arrivare ad un
punto di critico. Dalla partecipazione a queste iniziative è sorto infatti un
gruppo di “Pensiero Critico” (al quale pare non siano estranei iscritti o
simpatizzanti della stessa CUB). Questo gruppo ha innestato nel quadro della
protesta settimanale una doppia presenza: quella del cantautore Povia, persona
notoriamente riconducibile all’estrema destra, e di Ugo Mattei, professore
universitario spesso presente con suoi testi sui giornali della sinistra e
fautore della teoria dei “beni comuni”.
Savona: La Torre del Brandale |
Di fronte a questo programma si è sviluppata anche all’interno dello stesso fronte aderente alla protesta una forte contestazione e la stessa CUB ha dovuto prendere le distanze dall’iniziativa del gruppo “Pensiero Critico”.
Alcune riflessioni però si impongono ed è necessario sottoporle anche all’attenzione degli organizzatori di questi eventi.
La prima riflessione è la più banale: una protesta condotta senza prospettive di perseguire un verosimile obiettivo (con relativo punto di caduta) e reiterata nel tempo rischia di far smarrire una possibile identità e farla così confondere con un coacervo meramente contestatario ( ciò può avvenire specialmente se si tende a caratterizzare la propria presenza con una venatura di “arditismo”) che inevitabilmente finisce con l’offrire facilmente il fianco a inquinamenti e infiltrazioni, se non addirittura a una sorta di “egemonizzazione al contrario”. Succede quando la tensione estremistica viene sviluppata fino a determinare una “connessione tra estremi” tipica di un situazionismo senza principi.
La seconda riguarda specificatamente il tema di una politica condotta seguendo la “moltitudine” come piano teorico.
Una linea “movimentista” e “populista” - tanto per semplificare - che ha portato intellettuali di sinistra a favorire l’ascesa del Movimento 5 stelle prima maniera, che ha trovato punti di sperimentazione nel gruppo che fa capo all’ex-sindaco di Napoli De Magistris, alla teorizzazione al ritorno verso certe proposte di “mutualismo” intese come base per una sorta di “ricostruzione progressista” e non come semplice approccio ad una emergenza imposta in un quadro di vero e proprio “ritorno all’indietro”. Una “ricostruzione progressista” quindi semplicemente figlia di una identità debole.