UN POPOLO DI
CONFORMISTI
di Vincenzo Rizzuto
Ci dobbiamo convincere,
purtroppo: un popolo che, dopo avere fatto la terribile esperienza del
nazifascismo, a distanza di settant’anni, si invaghisce di nuovo della Destra
più becera e la porta ai fasti della vittoria, deve avere qualcosa di profondamente
radicato nel suo animo. Questo qualcosa sicuramente è anche costituito dalla
mancanza di un’adeguata alfabetizzazione dei larghi strati meno abbienti della
società. Non a caso la scuola in Italia è da sempre lasciata in un abbandono
totale da tutte le ideologie, che di volta in volta si alternano sugli scranni
del potere; lo ha fatto la cosiddetta Sinistra e lo continua a fare la Destra
con i suoi ministri, che hanno operato addirittura altri tagli all’istruzione.
Si lasciano così scuole che crollano addosso alle scolaresche; si nega il tempo
prolungato e la mensa a tutti; si affama il personale con stipendi da fame, e non
si costruisce un solo asilo nido o scuola materna, che si lasciano in mano ai
privati e a cui possono accedere solo i ceti più abbienti con rette di
centinaia di euro al mese. La gran parte del mondo dell’infanzia povera è
condannata così a crescere nell’abbandono scolastico, che è la vera culla del
precariato a vita, dalle cui fila la delinquenza organizzata trae la
manovalanza. Questo meccanismo lo aveva capito bene Don Milani, e vi si era
opposto generosamente con tutte le sue forze nell’esilio di Barbiana, dove raccolse
ragazzi emarginati, che la scuola ufficiale aveva rifiutato come scarto della
società. Per questa sua apertura verso gli emarginati, Don Milani fu condannato
e vilipeso non solo dai tribunali dello Stato, ma anche dagli intellettuali e dalla
Chiesa togata, salvo poi a farne un ‘santo’ e un martire! Per tutto questo non
facciamo appello certamente al perbenismo della Destra, che per sua natura è
vocata a vedere la Scuola pubblica come fumo negli occhi, ma a quanti hanno a
cuore, in nome della democrazia e dell’uguaglianza, l’istruzione dei ceti meno
abbienti affinché vengano promosse iniziative serie di rilancio e di difesa
della politica scolastica pubblica; non lasciamo, cara Sinistra evanescente,
che l’atto educativo, diritto inalienabile della persona, sia solo appannaggio
dei ‘figli di papà’, perché se questo dovesse accadere si condannerebbe per
sempre la società al sopruso e alla schiavitù del più forte!