Esplorando la California, e le sue due maggiori università:
Berkeley e Stanford
di Michela Beatrice Ferri
Michela Beatrice Ferri |
Esplorando la California, e le sue due maggiori università:
Berkeley e Stanford
di Michela Beatrice Ferri
Berkeley. Mio padre si recò in
California per fare visita al nostro cugino “americano”, lo zio Bruno Giordano
Ferri, nel Maggio del 1981. Un trentaduenne della bassa bergamasca partiva per
la California verso i primi di Maggio nei primissimi anni Ottanta: la
destinazione era Cupertino, dove lo zio aveva scelto di abitare. Di quel
viaggio mio padre conserva immagini fotografiche uniche, una bandiera della
California che né io né mia sorella abbiamo mai aperto, e ricordi che stanno
chiusi nella sua memoria. Nel 2012 mio marito, dopo un viaggio di lavoro a
Philadelphia, si reca sempre per lavoro a San Josè per seguire una conferenza
sull’informatica: pensai ad una coincidenza, pensai, a dire il vero, che i
trentaduenni della mia famiglia sono destinati, perché trentaduenni, a vedere
la California. Fino a quest’anno io, invece, rimasi prettamente “newyorkese”: proprio
nella Grande Mela avevo svolto la mia prima esperienza lavorativa all’estero.
Nel 2014 ho conosciuto,
finalmente, la California, abitandovi per ben due volte a distanza di sei mesi.
Ironia della sorte: la mia ricerca accademica sulla storia della divulgazione
della fenomenologia in Nord America parte da New York e si conclude proprio in
California, tra Stanford e Berkeley per poi fare tappa a Los Angeles. Ricordo
ancora che volli parlare di questa curiosa coincidenza anzitutto al professor
Gabriele Scaramuzza.
Immaginate lo stupore
di una giovane cresciuta imparando a memoria (ed ero ancora alle scuole
elementari, ci tengo a precisare) i nomi delle località della California, del
nord e del sud. Lo zio americano aveva vissuto proprio in quei luoghi in cui
stavolta sarebbe toccato a me soggiornare per due volte tra il Marzo e l’Ottobre:
quei luoghi della Santa Clara County, tra la Bay Area e la Silicon Valley. Così
sono partita, trentenne, avanti sui tempi della famiglia, ed in compagnia di
mio marito che stavolta dovette lavorare proprio in Silicon Valley.
Quest’area della California ospita le due grandi università di
Stanford e di Berkeley. Della seconda ho già parlato nel mio testo intitolato “Berkeley e il Free Speech Movement”.
Voglio ricordare che Berkeley è la più antica tra le dieci università della
California. Qui nacque la Berkeley Software Distribution. Alcuni suoi
scienziati inventarono il ciclotrone. Altri isolarono il virus della
poliomielite. Qui avvenne la scoperta di alcuni elementi tra cui il Berkelio e
il Californio. Ben 61 vincitori del Premio Nobel sono legati a questo ateneo.
L’altra importante
università è Stanford. Il vero nome della Stanford University -che sorge nel
territorio adiacente a Palo Alto- è “Leland Stanford Junior University”.
Considerato anch’esso uno dei più importanti atenei a livello mondiale, aprì le
porte a tutti gli effetti nel 1891. I benefattori, Jane e Leland Stanford,
vollero dedicare questa università al loro figliolo, Leland Junior (14 maggio
1868, 13 marzo 1884), morto di tifo a Firenze. Nell’ambito degli studi
filosofici, Stanford è nota anche per la famosa Stanford Encyclopedia of
Philosophy, disponibile online. Quest’anno la celebre medaglia “Fields” -il più
prestigioso premio per gli studi della matematica- è stato conferito a Maryam
Mirzakhani, docente alla Stanford University. Non si deve dimenticare, inoltre,
che proprio ex studenti di Stanford hanno creato società di informatica quali
Apple, Google, Hewlett-Packard ed altre ancora ormai note. Mi preme, inoltre, indicare
che presso l’“Hoover Institution on
War, Revolution, and Peace” -che sorge all’ombra della torre del campus-
sono conservate nella raccolta degli “Eric Voegelin Papers” le lettere che il
rappresentante della sociologia fenomenologica -già allievo e poi amico di
Edmund Husserl- Alfred Schutz, scambiò con l’amico politologo Eric Voegelin. Immaginate
quale emozione si provi visitando questi due atenei, dopo anni di ricerca, sulle
orme delgli autori del movimento fenomenologico, dopo che i propri studi sono
cominciati dal Greco antico e dal Latino, dall’analisi grammaticale della
nostra lingua, da Talete e dai primi fisici.