Siamo
circondati?
di Giovanni Bianchi
Gli imperi invisibili
Gli
"imperi invisibili" ci attorniano e ci circondano? L'allarme è di
Luigino Bruni. Quali allora i segni dei tempi? Da dove la salvezza?
Scrive
sempre Luigino Bruni: "Mosé parlò così agli israeliti, ma essi non lo
ascoltarono, perché erano stremati dalla dura schiavitù". Continua il Bruni
avvertendoci che quando gli imperi cominciano a vacillare, i dominatori
chiamano i maghi, gli aruspici, gli indovini, le fattucchiere, gli imbonitori
televisivi, i presentatori dei talk-show. I dominatori chiedono a tutti costoro
conferme che quanto di nuovo sta accadendo nel loro regno non è nulla di
veramente preoccupante, e quindi spiegabile utilizzando la stessa logica
dell'impero...
"Abbiamo
assistito per anni al susseguirsi di divinazioni e di oroscopi dei maghi della
finanza e dell'economia che ci volevano (e vogliono) convincere che le
"piaghe" che stavano (e stiamo) vivendo non erano (sono) un segno
forte della necessità di conversione e di cambiamento della logica profonda del
nostro impero, ma soltanto oscillazioni naturali del ciclo economico, o errori
e disturbi interni al sistema e da questo riassorbibili nel lungo periodo".
E
allora? Tornano i "demoni"?
È
la domanda di Marco Revelli intorno ai poteri. Ma cos'è il potere oggi? E
com’è? Quali la sua immagine la sua essenza: come si tengono e come
differiscono? Che cos'è la maschera del potere attuale? Del potere in atto?
Una
risposta discende dall'analisi del comando
proposta da Elias Canetti in Massa e Potere.
Perché, se il potere è sempre mascherato, fingiamo di stupirci quando i guitti
–in Italia come in Brasile– cercano di apertamente impadronirsene? Siamo così
impotenti a decifrare il potere da suonare, divagando, tutta la tastiera delle
mitologie disponibili, dalla Gorgone alla Medusa, alle Sirene...
Le maschere
Horkheimer |
Ma
non sono anch'esse maschere sontuose? Perché stiamo al gioco? Dunque il mito
–spiace per Horkheimer ed Adorno– non si è affatto esaurito.
Le
Sirene? In che senso il potere è anche femminile? Soltanto per lo sguardo dalla Gorgone o per la voce delle sirene?
Dentro
e fuori dal mitologismo anche nella politica senza fondamenti e nella politica
ridotta alla pubblicità la caccia al potere, al suo senso, alle sue infinite
dissimulazioni non può e non deve essere differita. Nessuno deve occultare il
rapporto perennemente problematico – tipo amico/nemico – tra potere e
democrazia.
La
democrazia è addomesticamento dei poteri, e se un potere cresce troppo la
democrazia finisce a rischio. Io non sono Odisseo né figlio di Laerte, né ricco
di infinite astuzie, ma del potere diffiderò finché campo. Tanto più in
quest'oggi che è tutto un servitevi-da-soli che ha irriso e definitivamente
messo in soffitta il troppo democristiano "spirito di servizio".
Se
scema e si dilegua la solidarietà, il vuoto non resta a lungo. Nessun remake:
al solidarismo succede rapidamente
l'invidia sociale.
Tutto
tace. Le Sirene si sono fatte afone e distratte alle rotte dei naviganti: solo
la volontà di potenza sussurra senza posa né intervallo.
E
il potere canta a tutti i microfoni possibili, anche con le voci dei giovani
disoccupati che provano per disperazione l'avventura di X Factor.
Pasolini
Pasolini |
Il
Pasolini di una delle ultime interviste, quella dedicata a Salò. Le centoventi giornate di Sodoma, cerca di dar conto
"della devastazione antropologica in corso nella coscienza stessa
dell'Occidente". Davvero Pasolini è l'ultimo poeta.
Bando
alle ciance, è sempre il capitalismo la Sirena: canta, suona, ma anche balla e
soprattutto seduce sine intermissione,
con sempre nuovi artifizi. È lui l'inventore principe e adesso viaggia col
turbo nelle ultime generazioni del finanzcapitalismo. Include ed esclude. Il
suo massimo capolavoro è di escludere includendo.
E
chi se ne importa di chi vorrebbe esorcizzare PPP definendolo una sorta di
campagnolo friulano antimoderno e reazionario, solo perché alla metà degli anni
Settanta ebbe il coraggio di scrivere: "I giovani sono brutti o disperati,
cattivi o sconfitti".
Forse
non aveva ragione, ma ha avuto il coraggio di scriverlo, andando per l'ennesima
volta controcorrente e contro la propria reputazione.