MA COS’È QUESTO NATALE?
Questi auguri
natalizi dell’artista Anne Delaby ci sono sembrati qualcosa
in più di semplici
auguri privati, e perciò li propongo alla riflessione dei lettori.
Ma anche i due testi
poetici di Giovanni Bianchi mi sono parsi in sintonia
con l’atmosfera di
questo tempo e di questi giorni, e così li lego assieme per una
prima pagina un po’
insolita. La foto con gli auguri è di Livia Corona.
Con questo mio
scritto ti faccio i miei più sentiti Auguri di un Felice Natale
di rinascita e per
un nuovo anno ricco di nuovi impulsi.
Girando per le
vie del centro a Milano, mi hanno invasa una strana tristezza e un senso di
vuoto.
Siamo nell’avvento; nell’avvento di un evento che ha
impregnato la nostra cultura nelle sue radici più profonde, e che si sta
cercando con tutti i mezzi di occultare! All’inizio di corso Venezia, invece di
auguri di Natale c’è una scritta nei luminari: l’unione fa la forza! Sicuro,
non fa una piega, ma cosa c’entra con Natale? A parte anonimi illuminazioni,
non un accenno al Natale, nemmeno più l’albero… In un'unica boutique, quella di
Dolce &Gabbana di cui addirittura occupava un’ intera vetrina, un grande
presepe! Un sincero grazie agli stilisti per aver perpetrato la memoria della
Nascita del bambino che divenne portatore del Cristo-Logo, a ricordare a noi
uomini e donne induriti del XXI secolo di ritrovare un anima da bambino per
poter varcare la soglia del paradiso!
Chiesto a dei ragazzi di una scuola superiore: cos’è per
te Natale? Le risposte, in ordine: “ boh…; avere dei regali…; momenti in
famiglia…; ritrovarci insieme..; mangiare e dormire…!”
Ho dovuto insistere perché alla fine una ragazza dicesse
con voce annoiata. “la nascita di Gesù”!
Faccio una domanda alle coscienze, una domanda provocatoria
e indignata che si vuole un appello alla coerenza: Perché festeggiate Natale?
Cos’è NATALE e perché ci si fa dei regali? Forse è il
caso di ricordarlo, visto che sembra tabù e che se va avanti così tra un po’ di
anni sarà non più solo fuori moda ma un reato essere cristiani!
Natale s’innesta, come d’altronde molte tradizioni, su
riti antichissimi di iniziazione che avevano luogo proprio nelle notti più buie
dell’anno, la nascita del “Sole di Mezzanotte”, nelle Scuole dei Misteri
persiani e indiani del culto di Zoroastro, del culto di Mitra, dei Misteri
egizi con il culto di Osiride, e in quelli Greci Eleusini. Era infatti noto ai
Sacerdoti -allora iniziati!- che durante le
notti più buie dell’anno, e precisamente le 12 notti sante tra Natale e
l’Epifania, il mondo spirituale era più vicino all’uomo, come ”se il cielo
scendesse sulla terra”, ed era il
periodo più propizio all’iniziazione degli aspiranti discepoli che potevano
incontrare il Cristo-Logos tanto nelle vesti di Zoroastro, che di Osiride ecc..
E’ questo periodo che scelse Gesù di Nazareth per nascere
in umili vesti, e non in abiti da festa, per ricordarci la Via, la Verità e la
Vita che ci riportano alla nostra essenza divina. E così per 3 anni, dal
battesimo del Giordano fino alla Crocefissione, si fece da uomo portatore di
Dio.
Cristo non appartiene alla chiesa! Cristo non ha portato
una religione con dei dogmi, questo lo hanno fattoi romani poi! Egli è il
Logos, il Verbo, il Figlio dell’uomo ossia il nostro Sé superiore!
E perché a Natale ci si fa dei regali? Sicuro per
ricordare i Re magi che portarono doni per rendere omaggio al regale neonato, o
i pastori che anche loro portarono i loro umili doni. Ma perché è un
anniversario per ognuno di noi, per ricordare che in queste 12 notti sante -corrispondenti
alle 12 gerarchie angeliche e ai 12 segni dello zodiaco- avviene una rinascita nel cuore degli uomini di buona
volontà, nasce il Cristo-Logos. Forse a Natale si diventa più buoni, forse ci
sono lampi di consapevolezza che ci ricordano per alcuni istanti l’essenziale,
forse le luci nel buio ci ricordano la forze dell’Amore… Questo voleva essere
mio Augurio di Natale, di un Natale vissuto con il cuore, e che l’abbondanza
sia per tutti!
Un caro saluto e un abbraccio
Anne
Lentius
Lentius, profundius, suavius
era il mantra di Alexander Langer,
il più grande tra gli ecologisti
e non soltanto
Non c'è nulla
che basti.
Neanche tornare
indietro.
(Portiamo da
troppo tempo
troppe
maschere.)
Che ne faremo di
tutti
questi affamati?
(Me lo chiedevo
in sogno.)
Venne nel sogno
un gatto tutto
nero
(Paride così non
era)
di felinità
egizia
dettata al
computer
e tu, Sara, come
felice
di
un'indifferenza beatifica,
fuori da te
stessa,
correvi a un
tuffo.
(Il sottofondo
audio
mandava suoni di
ambulanze.)
È tornato il
figliol prodigo.
Fa lezione al
babbo.
Viaggia
lieve e confusa
–
eppure analcolica –
la
mente per le stanze
e
il cuore per divani.
L'è
el dì di Mort, alegher !
(Tessa
era bravo.)
Fruscia
il bosco quando fruscia.
E
il barbaro idioma d'oltre Manica
s'è
mangiato la dolce lingua di Firenze…
"Questa
insensata gara a diventare
il
più ricco del cimitero".
"Insomma,
stiamo prendendo
la
mucca dalla parte delle balle",
sbotta
il Bollini già pensoso al liceo Zucchi.
La politica che vorrei
La
politica che vorrei
non
è una politica di cortile.
La
politica che vorrei
è
la politica che non c'è.
La
politica che vorrei
non
è questa politica.
E
se mi documentassi
non
la ritroverei nei secoli brevi
e
neppure in quelli lunghi.
La
politica che vorrei
è
soltanto la politica che vorrei.
Giovanni Bianchi