Il contributo brasiliano alla liberazione
Conferenza stampa per il Memorial
Meeting, improntata alla riscoperta di un capitolo sconosciuto della
storia italiana. Venerdì 4 settembre alle ore 19,30 presso la Sala Convegni del Museo delle Armi Marzoli di Brescia. Allo stesso tempo il Memorial Meeting vuole essere anche
espressione di ringraziamento e profonda gratitudine nei confronti dei
soldati, donne e uomini, appartenenti alla Força Expedicionaria Brasileira
- FEB - che nel biennio 1944/45 combatterono duramente nella campagna di
liberazione dell'Italia dal nazi -fascismo. Mi è gradito cogliere
l'occasione per dirvi che vi attendiamo col più ampio e cordiale
spirito di condivisione e con la più sincera amicizia.
Sandra Bandeira Nolli
Presidente-Connessione Italia Brasile.
Vicesegretario nazionale per il Brasile
dell'Associazione per l'Italia nel Mondo-A.I.M.
Cliccare sulla locandina per ingrandire |
***
MORIRONO PER L’ITALIA
di
Andre Luiz dos Santos Franco
Con
l'acronimo FEB si identifica il corpo di spedizione brasiliano in Italia: la
Fuerza Expedicionaria Brasilera. Forte di 25.834 tra uomini e donne,
rappresentò lo sforzo bellico brasiliano nella sua partecipazione al secondo
conflitto mondiale a fianco degli Alleati, durante la Campagna d'Italia.
Segnatamente nelle sue due fasi finali: lo sfondamento della Linea Gotica e la
conseguente offensiva che dall'Appenino ha portato alla liberazione prima della
pianura Padana e poi del Piemonte e del Veneto. Nerbo della FEB, che contava
anche l'apporto di una squadriglia di caccia; fu la Prima Divisione di
fanteria. Doveroso ricordare come l'esercito brasiliano sia stato l'unica forza
armata realmente multirazziale e non segregazionista di tutte quante le forze
belligeranti impegnate durante la Seconda guerra mondiale. Altrettanto curiosi
sono sia lo slogan che lo scudetto da braccio adottati dalla FEB: un serpente
che fuma la pipa. Fu la replica ironica ad un commento fatto dal ministro della
propaganda del regime nazista Goebbels: "È più facile che un serpente
impari a fumare la pipa che per il Brasile partecipare alla guerra in Europa
" Commento sprezzante che fu poi smentito dai fatti. Inizialmente neutrale
allo scoppio delle ostilità, il pragmatismo del presidente brasiliano Getulio
Vargas e del suo governo, fu abbandonato nel 1942 con la concessione dell'isola
di Fernando de Noronha alle forze aeree statunitensi. La situazione però
degenerò dopo il siluramento di diverse navi cargo brasiliane da parte dei
sommergibili delle potenze dell'Asse, che sollevarono un'ondata di proteste
indignate. Così sempre nel 1942 il Brasile entrava ufficialmente in guerra.
Passarono però altri due anni prima che la Fuerza Expedicionaria sbarcasse il 2
luglio 1944 nel porto di Napoli, al comando del generale Joao Batista
Mascarenhas de Moraes. Incorporata nella Quinta Armata americana del generale
Clark, la Fuerza fu in prima linea dal 15 settembre. Combatté su terreni
montuosi, pagando un alto tributo di sangue in battaglie importanti dal punto
di vista strategico come sul fiume Reno, a Monte Castello, Belvedere e
Castelnuovo. Dopo lo sfondamento della Linea Gotica ed il dilagare nelle
pianure del nord degli Alleati la FEB entrò a Torino e a Susa, per concludere
la sua marcia congiungendosi con le forze francesi della France Libre sul
confine italo/francese. In occasione del 75mo dalla conclusione del conflitto
mondiale e della lotta di liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo, era stato
preparato l'arrivo in Italia di una delegazione dell'esercito brasiliano allo
scopo di rinverdire il ricordo del corpo di spedizione brasiliano, guidata dal
generale, ma tale iniziativa, a causa della pandemia, ha dovuto essere per
questo 2020, cancellata. Oggi però è qui rappresentata dal colonnello André
Luiz dos Santos Franco, addetto militare per il governo brasiliano in Italia.
Crediamo che, seppure tanti anni siano trascorsi da quegli avvenimenti, sia
ancora importante mantenere viva la fiamma del ricordo della gloria e del
sacrificio di quei soldati, che militando nei reggimenti e battaglioni
costituenti la FEB combatterono in Italia. Soprattutto di quanti non fecero più
ritorno a casa e ancora oggi riposano nel cimitero militare di Pistoia.