LUTTI NOSTRI
Sandro Bajini (a destra della foto)
assieme al regista e attore Massimo De Vita
durante un incontro al Teatro Officina
La
scomparsa a Milano del commediografo Sandro Bajini amico e collaboratore di “Odissea”,
in un ricordo di Ettore Buccianti.
Ieri
20 luglio, è uscito sul “Corriere della Sera” il necrologio annunciante la
scomparsa di Sandro Bajini, una notizia che non avrei mai voluto leggere e che
mi ha riportato alle frequentazioni nella sua casa milanese. Erano pomeriggi
intensi pieni di vivacità che Sandro esprimeva con l’arguzia dei suoi aforismi
e con una cultura che non era da semplice erudito, ma da vero, grande
appassionato della lingua milanese come dei suoi amati autori francesi.
L’apparizione della figlia Irina e del suo adorato nipote lo rendevano felice e
sembrava una vecchiaia che non dovesse terminare mai, sempre resa viva dalla
sua intelligenza e dai tanti interessi letterari.
A
leggere l’elenco dei suoi lavori si rimane quasi increduli dalla quantità della
sua produzione: spiccano le opere teatrali, ma non mancano traduzioni,
curatele, temi ed argomenti vari nei quali esprimeva una gioia di vita e un
desiderio di conoscenza che sicuramente lo hanno sorretto negli ultimi anni.
Passava il tempo al computer e riempiva pagine di annotazioni estemporanee,
sempre puntuali e mai banali, che mi leggeva con soddisfazione. Il teatro era,
credo, il suo più grande amore e conservava le locandine di alcune sue
rappresentazioni. Importante, a questo riguardo è stata la sua collaborazione
con il Teatro Filodrammatici e credo che fossero gli anni più felici.
Io
ho perso un amico, con il rammarico di non averlo incontrato in questi ultimi
anni a causa di miei impedimenti fisici, ma tutti noi abbiamo un grande vuoto.
Ci mancherà il suo garbo, la sua conoscenza letteraria precisa e documentata da
anni di studio e mai esibita, anzi trattenuta con pudore.
Ricordo
che recentemente alla Biblioteca Sormani hanno messo a confronto le traduzioni
in milanese del “Sabato del villaggio” di Leopardi nella traduzione milanese ad
opera di vai autori. La traduzione di Sandro era quella più aderente al testo
leopardiano, resa addolcita dal ricorso ad un milanese colto, ma
scorrevolissimo e la traduzione di Sandro è anch’essa un capolavoro. Solo la
sua preparazione e la sua sensibilità potevano arrivare a cogliere lo spirito
del testo originario.
Addio
Sandro, ci lasci l’insegnamento di uno stile di vita da prendere ad esempio per
dedizione e impegno culturale e tanti aforismi sui quali meditare e prendere a
insegnamento di vita.
Sandro Bajini (a destra della foto) assieme al regista e attore Massimo De Vita durante un incontro al Teatro Officina |