DI NUOVO IN PIAZZA
di Giuseppe Natale
Sabato 29 novembre 2025 Giornata
internazionale di solidarietà col Popolo Palestinese Cortei a Roma e Milano.
Nella
riunione di sabato 22 novembre scorso dei comitati provinciali di ANPI
Lombardia, svoltasi alla Camera del Lavoro di Milano, sono intervenuto, in
qualità di membro del comitato milanese, sulle questioni più scottanti che
angustiano l’umanità e il pianeta oggi. Ho cercato di valorizzare il documento
di ANPI nazionale che, secondo me, costituisce una buona base di analisi e
proposta, in sintonia col movimento mondiale per la fine immediata del
genocidio in corso a Gaza e in Palestina e per porre fine a tutte le guerre che
insanguinano tante zone del mondo, e nel cuore stesso dell’Europa; per il
disarmo e la pace, per la difesa dei diritti umani e del diritto
internazionale, per la riconversione dell’economia fossile e dell’economia di
guerra in economia di pace. Ho sostenuto che alle parole devono seguire gli
atti coerenti e le azioni conseguenti: nell’immediato è doveroso partecipare
alla Giornata internazionale di solidarietà con il Popolo Palestinese. Occorre riprendere l'unità
d'azione che portò allo sciopero generale del 3 e alla grandiosa manifestazione
del 4 ottobre scorso. Purtroppo non è un buon segno quello di trovarsi di
fronte all’indizione di due scioperi separati: quello di domani 28 novembre dei
sindacati di base e quello del 12 dicembre prossimo della CGIL.
Di seguito le motivazioni del mio
appello all’ANPI ad aderire e partecipare ufficialmente alle manifestazioni e
ai cortei del 29 novembre 2025.
1. Partecipare a tutti gli eventi in programma, in
particolare alle manifestazioni e ai cortei che si svolgeranno a Roma e Milano,
in contemporanea con quelli di decine di città di oltre 35 Paesi del mondo.
2. Il corteo di Milano partirà alle ore 14-14.30 da
Piazza XXIV Maggio e terminerà in Piazza Duomo. I principali promotori e
organizzatori sono le associazioni e le rappresentanze dei Palestinesi in
Italia, i soggetti della cittadinanza attiva nelle loro diverse e plurali
componenti di un movimento globale per la Palestina, per i diritti uguali e per
l’autodeterminazione dei popoli, per il disarmo e per la pace, contro la
barbarie e la disumanizzazione del neocolonialismo di “insediamento” e di un
capitalismo rapace e distruttivo.
3. Come si afferma nel documento del Comitato nazionale
di ANPI del 24 ottobre scorso, occorre contribuire a tenere vivo e a rafforzare
il grande movimento globale della società civile per la vita e la cura del
pianeta, nostra casa comune e per fermare le guerre che imperversano e portano
distruzione e morte, ecocidio e crisi economiche e sociali e disuguaglianze e
povertà.
4. Faccio appello a tutte le sezioni dell’ANPI perché si
mobilitino in modo permanente per:
a) la fine immediata del genocidio a Gaza e in Palestina;
b) la difesa dei diritti umani e il rispetto e
l’attuazione del diritto internazionale, con iniziative specifiche, compresa
l’adesione all’esposto-denuncia inoltrato alla Corte Penale Internazionale da 54
giuristi e avvocati nei confronti dei rappresentanti del Governo italiano e
dell'AD di Leonardo, per complicità nel genocidio del popolo palestinese;
c) l’espressione di solidarietà a Francesca Albanese
autrice per conto dell’ONU di ben 6 rapporti sul genocidio a Gaza e sul
colonialismo genocidario in Cisgiordania, sottoposta a sanzioni gravissime e
minacce; la stessa solidarietà deve darsi anche ai giudici delle Corti
internazionali sotto minacce e processi;
d) la fine dell'occupazione israeliana dei territori
palestinesi;
e) la fine del “colonialismo d’insediamento” e dell’espropriazione
continua delle terre e dei beni dei palestinesi da parte di bande armate e
violente, sioniste e razziste, chiamate impropriamente coloni, protette
dall’esercito e dal governo dello Stato d’Israele; e quindi la fine delle
aggressioni e delle violenze ai danni dei palestinesi, in particolare delle
donne e dei bambini, in Cisgiordania e a Gerusalemme est;
f) la liberazione dei prigionieri politici palestinesi,
tra i quali Marwan Barghouti, e dei detenuti nei campi di tortura (più di
10.000 persone!);
g) la cessazione immediata della cooperazione militare
tra Italia e Israele, e la rottura del “gemellaggio” tra Milano e Tel Aviv;
h) l’imposizione dell'embargo totale e delle sanzioni da
parte dell’Unione Europea nei confronti dello Stato di Israele, il cui governo
è responsabile di una politica di pianificazione genocidaria, colonialista e
razzista;
i) l’apertura immediata di canali ufficiali e permanenti,
sotto l’egida dell'ONU e dei 157 Paesi che hanno riconosciuto lo Stato di
Palestina, di aiuti urgenti alla popolazione di Gaza, finalizzati a salvare 2
milioni di persone, di cui il 40% bambini e bambine;
l) il contrasto convinto e deciso al processo devastante
di un’economia di guerra accompagnata da una sempre più diffusa ideologia
autoritaria e militarista, che nel documento ANPI viene efficacemente definita
“parossismo bellicista”, e all’involuzione autoritaria e neofascista in corso
in molti paesi del mondo e nella nostra Europa;
m) l’opposizione convinta e decisa contro gli atti del
Governo italiano che limitano le libertà e gli spazi di democrazia, comprese le
misure repressive sempre più frequenti e inquietanti nei confronti dei
rappresentanti delle comunità palestinesi e delle persone che solidarizzano e
manifestano per la Palestina; che riducono i servizi sociali e aumentano le
spese militari e che mettono in discussione i fondamenti stessi della
Costituzione della Repubblica democratica e antifascista.
Gli accordi di Sharm el Sheik (13 ottobre 2025), che
avrebbero portato al processo di pace, diventano parziale tregua. Continuano le
violazioni e gli atti di guerra da parte dell’esercito di Israele: il genocidio
si trasforma in stillicidio quotidiano di aggressioni e morti.
L’ultimo atto, che espropria i Palestinesi del loro
sacrosanto diritto all’autodeterminazione, che dà una picconata micidiale al
diritto internazionale e che mette profondamente in discussione il ruolo stesso
dell’ONU, di Garante mondiale della convivenza civile tra i popoli, l’ha
inventato e imposto il Presidente degli USA, Donald Trump, connivente e
corresponsabile (come i precedenti presidenti e governi statunitensi) del
genocidio palestinese. Si tratta della Risoluzione 2803/17 novembre 2025 del
Consiglio di Sicurezza dell’ONU, approvata con 13 voti favorevoli (3 membri
permanenti: Francia, Regno Unito, Stati Uniti; 10 membri non permanenti:
Algeria, Danimarca, Grecia, Guyana, Pakistan, Panama, Repubblica di Corea,
Sierra Leone, Slovenia, Somalia), 2 astensioni (Cina e Russia). È un atto che
non pone fine alla politica colonialista e genocidaria di Israele, perché
esclude il popolo palestinese e i suoi rappresentanti dalle decisioni
riguardanti il suo destino e i suoi diritti inalienabili. Mentre si affida al Board
of Peace - organo quasi privato - presieduto da Donald Trump, una
possibile soluzione del conflitto israelo-palestinese, si conferma il dominio
coloniale, la pulizia etnica e lo sradicamento e il conseguente annientamento
del popolo palestinese.
Solo la presa di coscienza e la mobilitazione locale,
nazionale e internazionale della cittadinanza attiva e di moltitudini sempre
più ampie e militanti di tutti i popoli del mondo possono mettere in moto un
processo di lotte e di iniziative concrete per salvare l’umanità e la terra
madre. Risorgano la Global Sumud Flotilla e i diversi multiformi movimenti per
il disarmo e la pace, per l’uscita da un sistema capitalistico rapace feroce e
distruttivo. Ripartiamo dal 29 n0vembre, Giornata Internazionale per la
Palestina dichiarata dall’ONU.

























