OMAGGIO A VALENTINO
DIONISI PITTORE E SCULTORE MILANESE
Un anno fa, il 17 aprile 2013 è morto a Borgo di
Terzo (BG) all’età di 74 anni, il pittore e scultore Valentino Dionisi. Era
nato a Milano il 13/01/1939 ed aveva preso parte attiva ai nuovi fermenti
artistici degli anni più vivi (1960-70) dell’ambiente artistico milanese. Aveva
frequentato amici pittori come Usellini (Direttore dell’Accademia di Brera),
Milani, Chighine, Segota, e quelli del Bar Jamaica, tra cui Crippa e Dova. Dopo
diversi soggiorni a Parigi, Madrid, Londra e Roma, era ritornato a Milano, e
solo nel 1992 si era trasferito a Borgo di Terzo, un paesino della bergamasca a
cui era tanto legato, dove ha vissuto, lavorato e dove è scomparso.
Numerose
le mostre personali e collettive nelle principali città italiane ed europee
(Londra, Parigi, Madrid, Zurigo), e le esecuzioni di composizioni murali in
edifici privati, pubblicati su riviste quali “Architettura”, “Interni-La Rivista Dell'Arredamento”, “L’oeil Du Decorateur“,
“L’Arredamento in Italia ieri e oggi”, e su altre riviste specializzate.
Dopo oltre
un decennio di pittura informale sente il bisogno di rimuovere queste forme
gestuali con un nuovo, significativo, sensibile ed umano ciclo di pittura “di
forma”.
Convinto
di questa nuova maturità, nel 1968 espresse al gruppo di amici sostenitori la
volontà di avventurarsi nell’impresa dell’ illustrazione della Divina Commedia. Gli amici-mecenati finanziarono il progetto, permettendo
la concretizzazione dell’illustrazione dell’opera, composta di ben 330 tavole
(acrilici su cartoncino di cm. 50x70), dopo due intensi anni di studio e di
lavoro (1969-1970).
L’originalità
e la genialità di questa operazione risiedono nel fatto che Dionisi ha tradotto
in pittura le figure e gli eventi straordinari dell’Inferno, del Purgatorio e
del Paradiso, non mediante il consueto linguaggio iconico usato nei secoli
passati, ma attraverso la potenza espressionistica di vigorose strutture
informali capaci di eccitare al massimo la libera fantasia di ogni fruitore,
senza minimamente condizionarla. Nessun altro illustratore del passato o
contemporaneo ha illustrato in modo così totale e completo la più grande
creazione poetica della nostra storia.
Dopo
questa vulcanica fase di creatività gestuale, sente il bisogno di recuperare la
sostanzialità della forma e l’unitaria organicità dell’immagine. Nascono così
le immagini sacre sui Vangeli; la stupenda Crocifissione
del 1971; le favolose teste di
cavalli, nelle quali interagiscono varie forme di linguaggi post-cubistici;
figure leggendarie come Patroclo;
battaglie; architetture reali e fantastiche di grandi città; e una serie di stupende
sculture sui grandi miti. (1971-1974).
Dopo
questo intenso periodo di attività e di “vita d’artista” egli sente il bisogno
di ricostruirsi psichicamente e si concede un periodo sabbatico di riflessione
e di studio dell’approfondimento dei classici.
Nascono così illustrazioni di Odissea,
dell’ Apocalisse, del Mito della Corrida in cui si ha lo
scontro mortale fra l’intelligenza dell’uomo e la forza bruta della bestialità,
sorrette dall’istinto naturale e
possente della sopravvivenza; nasce così il mito de l’ Uomo e il Tempo (il mito dell’incessante mutare e perire di tutte
le cose del cosmo) reso con la poesia metaforica di una serie di orologi
simbolici; nascono così le illustrazioni di Excalibur
(La ricerca del Graal), di Pinocchio,
dei Segni Zodiacali, di Don Chisciotte e quella di Milan e poeu pu’ (libro di Mario Comolli) e de Il Viaggio (Racconti di narratori contemporanei).
Antonino
Ponte