IN RICORDO DI
PIO LA TORRE
Pio
La Torre ucciso dalla mafia per conto del capitale trans-nazionale
Il
30 Aprile 1982 veniva ucciso a Palermo Pio La Torra, insieme a Rosario Di
Salvo. Antonio Mazzeo, giornalista, scrittore e militante pacifista, candidato
alle prossime elezioni Europee nella lista L’Altra Europa con Tsipras, ricorda
Pio La Torre, le divergenze politiche di quegli anni e la grande eredità
attuale:
“Per
l’ennesima volta un anniversario come questo dell’omicidio di Pio La Torre passa
del tutto inosservato. Ricordo che in quegli anni io ero distante dalle
posizioni politiche di Pio La Torre. Il 4 Aprile del 1982, ventisei giorni
prima dell’omicidio, ci fu una grande manifestazione a Comiso, in occasione
della quale avvenne uno scontro tra il Comitato per il disarmo unilaterale –di
cui facevo parte– e il PCI, che a quel tempo aveva delle posizioni distanti
dalle nostre, invocando piuttosto un disarmo bilanciato.
Al momento del
concerto degli Intillimani, Renato Accorinti, anche lui membro del Comitato per
il Disarmo Unilaterale, riuscì a salire sul palco e a fare un intervento,
mentre noi facevamo scudo con i nostri stessi corpi contro la rabbia dei
compagni del PCI che non volevano farci intervenire. Quella volta i toni si
accesero molto e quasi finì in rissa, fu Pio La Torre a sedare lo scontro e
mediare. Ventisei giorni dopo fu ucciso. Io ero sempre con Renato, quando
giunse la notizia, stavamo andando nuovamente a Comiso perché era prevista per
l’1 Maggio un’iniziativa di solidarietà per i pacifisti di Comiso che avevano
indetto uno sciopero della fame, in quell’occasione, sarebbe dovuto intervenire
anche Pio La Torre.
Nonostante le
grandi differenze di quegli anni, non posso non riconoscere il ruolo enorme che
Pio La Torre ha avuto, soprattutto per il rilancio del movimento pacifista.
Un’area, questa, che continua a ricordarlo e a coltivarne l’eredità molto di più –e forse meglio– dei suoi vecchi
compagni di strada di allora. Quello che deve essere riconosciuto a Pio La
Torre è la sua grande capacità di analisi che l’ha portato ad essere uno dei
primi a cogliere il nesso strettissimo tra mafia e militarizzazione. I processi
di controllo mafioso del territorio infatti, favoriscono lo sviluppo della
militarizzazione e la presenza militare, viceversa, storicamente ha favorito il
dilagare dell’egemonia mafiosa sul territorio.
È avvenuto a
Comiso come a Sigonella e in ultimo con il Muos a Niscemi, sempre la mafia
specula sulla realizzazione dei grandi impianti militari. Questo nesso
strettissimo di interdipendenza nasce già dalle modalità di relazione storiche
che si sono sviluppate fin dallo sbarco degli Alleati in Sicilia durante la
Seconda Guerra Mondiale. A tal proposito ve detto e ribadito con forza, che
quello di Pio La Torre non è un omicidio di mafia. La mafia è il braccio
armato, lo strumento militare del capitale trasn-nazionale in combutta con
forze armate e servizi segreti atlantici”.
Antonio Mazzeo
giornalista candidato alle europee
2014 con L’Altra Europa con Tsipras