Elicotteri italiani in Turchia per giochi di
guerra Nato
di Antonio Mazzeo
Il governo di
Ankara ha scatenato una violenta offensiva contro la resistenza kurda, si
appresta con l’Arabia Saudita a fornire assistenza ai ribelli siriani in lotta
contro il regime di Bashar al-Assad e minaccia d’intervenire in Libia per
punire i responsabili del bombardamento di un mercantile turco carico di armi
destinate alle milizie islamico-radicali. Mentre la Turchia è al centro di un
frenetico attivismo bellicista, alcuni paesi Nato (tra cui l’Italia), stanno
fornendo pieno sostegno alle forze armate del pericoloso partner mediterraneo.
Dal 4 al 15 maggio una trentina di velivoli dell’Alleanza atlantica sono stati
rischiarati nella base aerea di Konya, Anatolia, per partecipare
all’esercitazione “Tiger Meet 2015”: cacciabombardieri F-16 “Falcon Fighters”
delle aeronautiche di Polonia e Turchia, i caccia F-18 Hornet” dell’aeronautica
svizzera, i “Rafale” francesi, un velivolo radar “Awacs” della forza
multinazionale Nato di Geilenkirchen (Germania), due elicotteri AB-212 del 9°
Stormo di Grazzanise (Caserta). Le operazioni aeree sono seguite da un folto
gruppo di “osservatori militari” appositamente giunti da Grecia, Austria,
Germania, Olanda, Repubblica Ceca e dalla base dell’Aeronautica italiana di
Gioia del Colle (Bari).
“Il Tiger Meet rappresenta l’opportunità di incrementare
professionalità, solidarietà e interoperabilità tra le nazioni Nato e partner,
all’interno di scenari realistici e missioni complesse COMAO (COMposite Air
Operations)”, spiega il Comando del 9° Stormo. Gli elicotteri AB-212 sono
utilizzati a supporto delle forze speciali, per il trasporto tattico e la
ricerca e soccorso di personale in teatro ostile. Con una velocità massima di
240 km/h e un’autonomia di 750 km, i velivoli sono armati con due
mitragliatrici brandeggiabili cal. 7,62 mm e operano anche di notte e in
condizioni meteo critiche grazie all’utilizzo di speciali visori notturni NVG
(Night Vision Goggles). “Per gli equipaggi del 9° Stormo – spiega il Comando di
Grazzanise - l’esercitazione Tiger Meet costituisce una preziosa occasione per
accrescere l’Air to Land Integration, ossia di ottimizzare la capacità degli
assetti nel supporto alle operazioni speciali e rinsaldare lo spirito di
appartenenza e di cooperazione fra gli appartenenti alla Nato Tiger
Association, l’associazione che riunisce i Gruppi di volo dell’Alleanza
Atlantica che hanno come emblema la tigre”.
Costituita nel lontano 1961 presso la base aerea di
Woodbridge (Gran Bretagna), la Nato Tiger Assiciation ha lo scopo di scambiare
informazioni, tattiche ed esperienze professionali tra i gruppi di volo
aderenti. L’Italia è entrata a far parte del club aereo d’eccellenza nel 1968,
dopo Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti; dalla primavera del 2006 ne è membro
il 21° Gruppo di volo “Tigre” del 9° Stormo di Grazzanise. Questo reparto era
stato posto in posizione quadro dal 1° marzo 2001, dopo essere stato impiegato
per le operazioni di guerra Nato in Kosovo e in Serbia. Oltre a partecipare
alle recenti edizioni del Tiger Meet il ricostruito 21° Gruppo è stato
impiegato in Afghanistan a supporto delle attività del Comando ISAF-Nato.
Il 9° Stormo di Grazzanise svolge prioritariamente
operazioni di ricerca e soccorso (SAR) di personale sia in Italia che
nell’ambito delle missioni internazionali, fornendo il supporto aereo alle
forze di superficie e alla conduzione di missioni complesse (ricognizioni
speciali, aviolancio, combat control, trasporto tattico, ecc.). Oltre al 21°
Gruppo di volo, a partire del 2009 il 9° Stormo dispone pure di un Gruppo
Fucilieri dell’Aria per le attività di controllo del territorio e di “obiettivi
sensibili”, la difesa CBRN, il riconoscimento e la disattivazione di ordigni
esplosivi, la perlustrazione aree e la disposizione di check-point.
Equipaggiati e armati con mezzi tattici Iveco VTLM Lince, mitragliatrici
pesanti Browning cal. 12,7mm, fucili d’assalto Beretta ARX160 e fucili a pompa
Benelli M4 e Franchi SPAS 12 e 15, questo reparto d’élite fornisce il proprio supporto
ai reparti speciali italiani inquadrati nella Task Force 45, l’unità di pronto
intervento interforze composta dal 17° Stormo Incursori dell’Aeronautica, dal
Gruppo Intervento Speciale dei Carabinieri, dal 9° Reggimento “Col Moschin”
dell’Esercito e dal Gruppo Operativo Incursori della Marina militare. I
“Fucilieri dell’Aria” di Grazzanise sono stati schierati in Afghanistan e hanno
contribuito alle operazioni “Strade pulite” durante un’emergenza ambientale in
Campania e “Strade sicure” nel contesto di una rivolta di migranti e
richiedenti asilo a Lampedusa.
Nello scalo di Grazzanise è operativo pure il Gruppo
Efficienza Aeromobili (GEA) dell’Aeronautica per la manutenzione degli
elicotteri AB-212, degli impianti di bordo, degli equipaggiamenti di volo e
delle attrezzature in dotazione al 9° Stormo. L’aeroporto è base alternata per
i velivoli della difesa aerea, cui garantisce atterraggio e decollo assistito
nonché supporto tecnico-logistico di ogni genere. Nel marzo 2012 a Grazzanise è
stata inaugurata una pista in terra battuta, parallela alla pista in asfalto,
per gli atterraggi dei velivoli da trasporto C-27J e C-130J della 46ª Brigata
Aerea di Pisa. “L’uso diurno e notturno di questa nuova pista consente
l’addestramento degli equipaggi dell’Aeronautica militare per il loro futuro
impiego in zone fuori dei confini nazionali, non dotate di piste convenzionali
e il consolidamento delle procedure operative standard alle quali si attengono
i piloti della Nato”, spiega il ministero della Difesa. Oltre ai velivoli
italiani, nello scalo casertano vengono periodicamente rischierati anche gli
aerei da trasporto delle forze armate di Stati Uniti d’America, Gran Bretagna e
di altri paesi dell’Alleanza Atlantica.
Da tre anni circa, a Grazzanise è infine ospitato il 2nd
Nato Signal Battalion (dipendente dal Comando del Nato Communications and
Information Systems Group), con funzioni di Centro mobile per le
telecomunicazioni e il supporto alle esercitazioni e alle operazioni nei teatri
operativi del personale alleato. Il battaglione di telecomunicazioni Nato, un
tempo schierato a Verona e Bagnoli (Napoli), è un’unità di pronto interevento
multinazionale composta da un Comando, una compagnia di supporto e manutenzione
e quattro “moduli trasportabili CIS” di stanza a Grazzanise (due italiani e due
statunitensi), più altri due “moduli CIS” a Bucarest (Romania) e Sofia
(Bulgaria). Dopo aver operato in Afghanistan, il 2nd Nato Signal Battalion è
impiegato attualmente nell’ambito della cosiddetta Operation Active Fence, l’operazione
di “rafforzamento” della difesa aerea e missilistica della Turchia avviata
dalla Nato nel gennaio 2013 dopo lo scoppio del conflitto in Siria. Prorogata
sino alla fine del gennaio 2016, Active Fence include lo schieramento di
batterie di missili “Patriot” di Germania, Olanda e Stati Uniti nelle basi
turche di Kahramanmaras, Adanae e Gaziantep.
Dal 4 all’8 marzo 2015, il 2nd Nato Signal Battalion ha
svolto l’esercitazione “Cobalt Cloud 15” allo scopo di “raggiungere la completa
capacità operativa da parte del NATO Communications and Information Systems
Group quale fornitore dei servizi CIS per tutti i Quartier Generali della Nato,
ed addestrare e valutare la realizzazione e la fornitura dei servizi
proiettabili CIS in supporto alla struttura di Comando della Nato Response
Force (NRF) per il 2016”.