AMIANTO: RISCHIO
TERREMOTO POLITICO A MILANO
TRE SINDACI POTREBBERO
ANDARE SOTTO PROCESSO
di Michele Michelino
Il 13 luglio scorso davanti al
Tribunale di Milano, lavoratori del Comune di Milano, associati del nostro
Comitato e membri del Sindacato Generale di Base (SGB) hanno fatto un presidio,
in attesa della decisione del Giudice per le Indagini Preliminari dott. Mastrangelo riguardo alla morte per
mesotelioma pleurico causato dall’amianto di una ex lavoratrice del Comune di
Milano. Daniela Cavallotti, deceduta dopo mesi di sofferenze il 2 gennaio 2017,
aveva lavorato dal 1985 al 2010 presso il palazzo comunale di via Pirelli 39,
edificio pieno d’amianto, attualmente in fase di bonifica. Aveva presentato,
ancora in vita, un esposto-denuncia, ma il Pubblico Ministero incaricato aveva
richiesto l’archiviazione del caso, basandosi sulla relazione dell’ATS (ex ASL
Milano) di Piazzale Accursio in cui si sosteneva che la lavoratrice si sarebbe
ammalata per aver trascorso meno di 1 mese all’anno in una località ligure dove
c’era una presunta presenza di amianto, e non durante i rimanenti 11 mesi in
cui lavorava nell’edificio di via Pirelli 39.
Il GIP si è
riservato di decidere nelle prossime settimane.
Se decidesse
di richiedere ulteriori indagini e di aprire quindi un procedimento, questo
rappresenterebbe un terremoto politico: i responsabili chiamati in giudizio,
infatti, per legge in quanto datori di lavoro e responsabili della salute dei
lavoratori e dei cittadini, sarebbero vari ex sindaci e il sindaco attualmente
in carica, coinvolto in quanto General Manager del Comune di Milano delle
giunte precedenti.
Nel palazzo
comunale di via Pirelli lavoravano ben 800 lavoratori e c’erano centinaia di
cittadini che ogni giorno vi accedevano. Quindi, ad essere stati messi in
pericolo, non sono solo i lavoratori ma anche tutti quei cittadini della cui
salute i responsabili non si sono fatti minimamente carico, visto che del
rischio amianto non hanno informato né i lavoratori stessi – che non sono neanche
sottoposti a sorveglianza sanitaria - né i cittadini.
Il Comune di
Milano non è nuovo a queste vicende: ricordiamo solo che la bonifica
dall’amianto del Museo di Storia Naturale di Via Palestro (frequentato tra
l’altro da migliaia di bambini), di Palazzo Marino, della sede di Via Larga e
del Museo Egizio è avvenuta alcuni anni fa proprio su segnalazione di Daniela
Cavallotti e di alcuni delegati e lavoratori del Comune presenti questa mattina
al presidio.
Sappiamo
bene che il Tribunale di Milano, in materia di lavoratori morti per amianto,
preferisce lavarsene le mani e assolvere padroni e manager, come successo negli
ultimi processi Pirelli, Enel di Turbigo, Franco Tosi, Alfa Romeo, Fibronit,
Breda.
Ma noi,
anche in caso negativo, non rimarremo con le mani in mano. La salute dei
lavoratori e dei cittadini è un diritto e la giustizia (che è altra cosa
rispetto alla legge, evidentemente) sono valori che una società si definisce
civile non può calpestare e che vengono ben prima dei tagli dei costi delle
società e dei pareggi di bilancio.
Per Daniela
che è morta, per i suoi colleghi che rischiano di ammalarsi, per tutti gli
ignari cittadini che corrono lo stesso pericolo, noi continueremo a lottare.
Comitato per la Difesa della Salute
nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio
cell. 3357850799
Sindacato Generale di Base (SGB),
cell. 3388847315
e-mail: cip.mi@tiscali.it
web: http://comitatodifesasalutessg.jimdo.com