Arona. MEMORIA E NON
SOLO
di Chiara Pasetti
Ieri, 26 gennaio, ho partecipato
ad Arona, presso l’istituto Comprensivo Giovanni XXIII, a un momento di
riflessione e commemorazione in occasione della Giornata della Memoria, che
ricorre oggi 27 gennaio. Devo dire che sono rimasta davvero sorpresa e commossa
dalla grande partecipazione e attenzione degli studenti della scuola e dei loro
professori. Mi sento di fare sinceramente i miei più vivi complimenti alla
Preside, Professoressa Gabriella Rech, non solo per il suo intervento in cui ha
ricordato Liliana Segre, da poco nominata Senatrice a vita, una tra i
pochissimi bambini sopravvissuti al campo di Auschwitz dove fu deportata a soli
quattordici anni (e ha letto un brano della stessa Senatrice in cui racconta con
dolore la scomparsa di una compagna e amica morta nel campo di concentramento),
ma per l’impegno e l’attenzione con cui coinvolge da anni i propri studenti in
occasione di questa giornata da non dimenticare.
Anche un
docente della scuola, il Professor Natale, ha invitato i ragazzi a non fare di
questa giornata “un ricordo che può durare solo un giorno”, bensì un momento di
riflessione che è necessario portare avanti sempre, affinché questa non resti
una mattinata incastonata nelle tante attività dell’anno di cui poi si perde
traccia, ma qualcosa che resta vivo e presente nella mente e nel cuore
soprattutto delle giovani generazioni. I miei complimenti vanno poi a tutta
l’Amministrazione Comunale di Arona, che da anni organizza questi incontri in
occasione della Giornata della Memoria con grande impegno, passione e cura.
Germaine Tillion |
I ragazzi
dell’orchestra della scuola, diretti dal Maestro Marino Mora, mi hanno commosso
per la loro bravura, per la difficoltà dei brani che hanno eseguito (una
ragazzina solista ha cantato una splendida canzone in lingua ebraica), per
l’emozione che si leggeva nei loro occhi.
Quanto a me,
io ho parlato loro di Germaine Tillion (1907-2008), etnografa, storica, una
delle prime resistenti francesi, sopravvissuta al campo di concentramento di
Ravensbrück (tristemente noto come «l’inferno delle donne»), dove morirono
oltre ottantamila detenute.
Temevo,
sinceramente, che l’argomento fosse troppo complesso o comunque “lontano” da un
pubblico così giovane, invece mi ha sorpreso ed emozionato l’attenzione con cui
questi giovani studenti mi hanno ascoltata, i loro sguardi colpiti dalla
vicenda di Germaine, l’orrore e lo sdegno che ho letto nei volti di alcuni di
loro quando ho raccontato che in quel campo venivano compiuti atroci
esperimenti sulle donne con la scusa di testare una cura per i soldati feriti,
esperimenti che spesso portavano le «cavie» alla morte o all'amputazione di
alcuni arti… Credo che avere avuto l’occasione di raccontare e ricordare alcune
figure testimoni dell’Olocausto ai giovani sia un’esperienza importantissima, e
se sarò riuscita, insieme agli altri relatori della mattinata, a lasciare anche
solo un piccolo seme e un messaggio contro l’odio, la tortura, le persecuzioni,
la guerra, e al contrario un messaggio di amore, rispetto, coraggio, nel mio e
nel nostro piccolo avremo fatto qualcosa, per riprendere le parole del Sindaco
di Arona, per «cambiare il mondo», il nostro mondo, dove un simile orrore non deve ripetersi mai più.
Grazie
ragazzi di avermi ascoltata e applaudita, grazie alla Vostra bravissima
Preside, grazie a tutto il Comune di Arona per avermi permesso di vivere
insieme a Voi questo momento tanto significativo.
La locandina dell'incontro |