LUTTI NOSTRI
ROBERTO CARUSI È MORTO
di Angelo Gaccione
Carusi legge Turoldo
fra Kohler con la tromba e Gaccione
Milano. Ieri a tarda sera, ho appreso della scomparsa di Roberto
Carusi. Un messaggio tramite WhatsApp di Luisa Cozzi, che avevo incontrato
alcune ore prime alla Libreria Popolare di Via Tadino per una intervista per il
suo bel programma televisivo “Poetando” su Rete 55, mi informava della ferale notizia.
Avevo saputo che Carusi era stato ricoverato in ospedale, durante il ricordo in
Piazza Diaz per il 38° anniversario dell’omicidio, ad opera della mafia
siciliana, del generale Dalla Chiesa, di sua moglie Setti Carraro e di Domenico
Russo. Lo avevo poi sentito telefonicamente il 29 settembre e mi era parso
fiducioso e sereno, tant’è che avevamo pensato ad una comune iniziativa appena
lo avrebbero mandato a casa. Evidentemente la situazione era molto più grave e
i medici gliela avevano tenuta nascosta. L’ultima volta che ci eravamo visti,
era stato il 9 febbraio di quest’anno al Giardino Turoldo di Largo Corsia dei
Servi, dove era venuto (disponibile come sempre) a leggere versi del “frate
partigiano”; lettura che era continuata dentro la Basilica di San Carlo al
Corso, dove c’era stata anche la presenza di un coro musicale, la celebrazione
della messa da parte di padre Giuseppe Zaupa, e la condivisione della mensa. In
quella occasione il trombettista Raffaele Kohler aveva suonato “Il Silenzio” e
“Bella ciao”. Una serie di foto ha immortalato quella giornata. Poi è esploso
il virus maligno, e ci ha segregati tutti: ha impedito ogni contatto, ha fatto
saltare ogni progetto, cancellato ogni iniziativa a Milano e fuori, e la tromba
di Kohler ha potuto suonare “Oh mia bella Madunina” da dietro la cancellata
della sua finestra il 14 marzo, come si vede dal video messo in Rete e
rilanciato anche dalla Rai.
fra Kohler con la tromba e Gaccione