UNA NUOVA ODISSEA...

DA JOHANN GUTENBERG A BILL GATES

Cari lettori, cari collaboratori e collaboratrici, “Odissea” cartaceo ha compiuto 10 anni. Dieci anni di libertà rivendicati con orgoglio, senza chiedere un centesimo di finanziamento, senza essere debitori a padroni e padrini, orgogliosamente poveri, ma dignitosi, apertamente schierati contro poteri di ogni sorta. Grazie a tutti voi per la fedeltà, per la stima, per l’aiuto, per l’incoraggiamento che ci avete dato: siete stati preziosi in tutti questi dieci anni di vita di “Odissea”. Insieme abbiamo condiviso idee, impegni, battaglie culturali e civili, lutti e sentimenti. Sono nate anche delle belle amicizie che certamente non saranno vanificate. Non sono molti i giornali che possono vantare una quantità di firme prestigiose come quelle apparse su queste pagine. Non sono molti i giornali che possono dire di avere avuto una indipendenza di pensiero e una radicalità di critica (senza piaggeria verso chicchessia) come “Odissea”, e ancora meno quelli che possono dire di avere affrontato argomenti insoliti e spiazzanti come quel piccolo, colto, e prezioso organo. Le idee e gli argomenti proposti da "Odissea", sono stati discussi, dibattuti, analizzati, e quando occorreva, a giusta ragione “rubati”, [era questa, del resto, la funzione che ci eravamo assunti: far circolare idee, funzionare da laboratorio produttivo di intelligenza] in molti ambiti, sia culturali che politici. Quelle idee hanno concretamente e positivamente influito nella realtà italiana, e per molto tempo ancora, lo faranno; e anche quando venivano avversate, se ne riconosceva la qualità e l’importanza. Mai su quelle pagine è stato proposto qualcosa di banale. Ma non siamo qui per tessere le lodi del giornale, siamo qui per dirvi che comincia una una avventura, una nuova Odissea...: il gruppo redazionale e i responsabili delle varie rubriche, si sono riuniti e hanno deciso una svolta rivoluzionaria e in linea con i tempi ipertecnologici che viviamo: trasformare il giornale cartaceo in uno strumento più innovativo facendo evolvere “Odissea” in un vero e proprio blog internazionale, che usando il Web, la Rete, si apra alla collaborazione più ampia possibile, senza limiti di spazio, senza obblighi di tempo e mettendosi in rapporto con le questioni e i lettori in tempo reale. Una sfida nuova, baldanzosa, ma piena di opportunità: da Johann Gutenberg a Bill Gates, come abbiamo scritto nel titolo di questa lettera. In questo modo “Odissea” potrà continuare a svolgere in modo ancora più vasto ed efficace, il suo ruolo di laboratorio, di coscienza critica di questo nostro violato e meraviglioso Paese, e a difenderne, come ha fatto in questi 10 anni, le ragioni collettive.
Sono sicuro ci seguirete fedelmente anche su questo Blog, come avete fatto per il giornale cartaceo, che interagirete con noi, che vi impegnerete in prima persona per le battaglie civili e culturali che ci attendono. A voi va tutto il mio affetto e il mio grazie e l'invito a seguirci, a collaborare, a scriverci, a segnalare storture, ingiustizie, a mandarci i vostri materiali creativi. Il mio grazie e la mia riconoscenza anche ai numerosi estimatori che da ogni parte d’Italia ci hanno testimoniato la loro vicinanza e la loro stima con lettere, messaggi, telefonate.

Angelo Gaccione
LIBER

L'illustrazione di Adamo Calabrese

L'illustrazione di Adamo Calabrese

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA

FOTOGALLERY DECENNALE DI ODISSEA
(foto di Fabiano Braccini)

Buon compleanno Odissea

Buon compleanno Odissea
1° anniversario di "Odissea" in Rete (Illustrazione di Vittorio Sedini)


"Fiorenza Casanova" per "Odissea" (Ottobre 2014)

giovedì 31 marzo 2022

LA BEFFA


 
È curioso come coloro che sono costretti a subire danni di ogni genere provocati da chi li causa (Stati e Governi guerrafondai) si mettano a polemizzare non con i responsabili, ma con chi si oppone a quei danni e a quelle devastazioni. E sì, è ben strano. Chi i danni glieli provoca non si fa invece scrupolo alcuno. Li espone alle guerre e ai massacri con disinvoltura; lascia che i malati siano parcheggiati nei corridoi degli ospedali sulle barelle, ma aumenta le spese militari. Chiude gli ospedali di mezza Italia ma aumenta le spese della morte a 38 miliardi (104 milioni al giorno) in pochi minuti. È proprio strano. Polemizzano con noi, ma non con Draghi, Letta, Di Maio, Salvini, Meloni, Tajani e i capi dei partiti responsabili di tutto questo. Noi queste cose ve le ripeteremo fino alla noia, anche se non volete sentirvele dire. Saremo la vostra cattiva coscienza. Ebbene sì.

 

 

DRAGHI E CAMALEONTI
 

"Obbedisco!"

Draghi: “Dovete votare per l’aumento delle spese militari e subito!”
 
5Stelle: “Sì padrone, ai suoi ordini, anzi, ai suoi piedi…”.

Libri
LA ROCCIOSA BRESCIA

La copertina del libro

Cento pagine o poco più, ma ne vale la pena. Ne vale la pena se amate Brescia, ne vale la pena se amate l’arte, la storia, se tenete al patrimonio culturale del nostro Paese, al territorio e alle sue eccellenze, alla buona amministrazione, ai beni comuni, alle idee che devono circolare e incarnarsi nella pratica del fare civile. Ma sono tanti i motivi per procurarvi La Rocciosa Brescia e le mie altre città dell’economista Marco Vitale. Lo ha pubblicato Marco Serra Tarantola (editore@tarantola.it Tel. 030 – 49300) se volete procurarvelo. Lo potete richiedere anche a noi che ci faremo parte diligente, come si suol dire: 348 – 8760129; latoestremo@gmail.com
“Brescia è una città bellissima; per me una fra le più belle città d’Italia: su questa convinzione posso sfidare chiunque a sostenere il contrario. Potete scegliere un Corso, un Viale, una Contrada e percorrerla a caso: raramente voi incontrerete qualcosa che visivamente offenda il vostro sguardo”. A. G.

ELEZIONI: UNA ZIMMERWALD ITALIANA 
di Franco Astengo
 


Mi rivolgo ad alcuni esponenti di quella che può essere definita “sinistra fuori dal perimetro Draghi” al semplice scopo di ricordare alcuni punti che mi paiono di assoluta attualità (ed anche urgenza) e meritevoli di una discussione:
1) Indipendentemente dall’esito delle schermaglie in atto nel sistema politico italiano la data delle elezioni legislative generali si sta comunque avvicinando a grandi passi;
2) La gran parte di attori e comprimari che intendono essere presenti in quella circostanza si stanno già muovendo a colpi di propaganda utilizzando il tema della guerra (e/o della pace) in maniera del tutto strumentale: così è per il M5S che ponendo il tema delle spese militari si augura di recuperare una parte dell’anima movimentista facendo dimenticare i disastri dei quali questo sedicente Movimento è stato assoluto autore nel corso di questa XVIII legislatura; così è per Fratelli d’Italia che solletica, per contro, un’anima militarista che potrebbe anche percorrere il Paese considerato tono e contenuti della gran parte dell’informazione e delle immagini che sono state diffuse alimentando una sorta di “spirito bellicista” da salotto (persiste nel Paese una sorta di latente dannunzianesimo); così è per Draghi che intende elevarsi, sfruttando l’atlantismo come vera e propria arma di censura, alla condizione di chiedere la propria riconferma al di là di quello che potrà essere l’esito elettorale e arrivare a mutare non solo “de facto” la forma di governo in una torsione presidenzialista;
3) A sinistra più o meno tutto tace mentre il confronto bellico ha spostato i termini del confronto politico. Soprattutto pare abbandonata la possibilità di offrire ai vagiti di risveglio del movimento pacifista una qualche “sponda”, Sponda dalla quale porre con chiarezza il tema della rappresentanza politica necessaria per conseguire un’adeguata rappresentanza parlamentare nella prossima legislatura, con le Camere proditoriamente ridotte nel numero dei componenti;
4) È necessario declinare il tema della pace in una forma unitaria facendo in modo che possa trattarsi del “focus” di una possibile progettazione alternativa da far vivere in campagna elettorale e oltre, partendo dalla necessità di sostenere come non possa essere più intesa la pace come semplice intervallo tra le guerre;
5) Sotto questo aspetto è necessario affrontare alcuni punti che potrebbero risultare dirimenti: 



a) L’elaborazione di un quadro complessivo di impianto progettuale fondato su di una idea di “Sinistra Costituzionale” in modo da tener ferma la forma della democrazia repubblicana come indicato nella Carta Fondamentale del’48;      

b) il rapporto tra spese militari, transizione ecologica, transizione digitale, PNRR (rapporto che il procedere bellico sta sicuramente alterando rispetto ai punti di partenza di qualche mese fa);
c) La richiesta di piena applicazione dell’articolo 11 della Costituzione (come di altre parti della nostra Carta Fondamentale) nella necessità di una espressione compiutamente pacifista della “Sinistra Costituzionale”;
d) come è stato sottolineato con grande forza nel corso del seminario “ARS/CRS” del 29 marzo diventa assolutamente centrale il tema dell’informazione (di cui fa parte integrante anche l’utilizzo dei social e l’intera macchina della propaganda) in un momento in cui i media mainstream violano tranquillamente i canoni minimi di deontologia professionale, in Russia, in Ucraina, negli USA ma anche in Italia;
e) l’idea dell’Europa come spazio politico lavorando per trasformarne la struttura istituzionale e la collocazione come semplice avamposto dell’atlantismo partendo dal punto di principio della crisi della globalizzazione e del ritorno alla geopolitica.
 
Mi auguro si possa giungere rapidamente a un incontro tra tutti i soggetti potenzialmente interessati al fine di poter avviare un confronto serio su di una adeguata prospettiva politica.
Servirebbe una (modesta) riattualizzazione di una Zimmerwald italiana del XXI secolo.

DUE STATI ARMATI CRIMINALI


"Tutte le guerre contro di noi.
Noi contro tutte le guerre"

Gli anarchici ucraini hanno le idee chiare. Non si tratta di alcuna Resistenza come vanno farneticando menti balzane che si annidano nelle Università e nei giornali, e come si è fatto illudere persino l’ex presidente dell’Anpi Carlo Smuraglia. Si tratta di due Stati Canaglia super armati e criminali che si combattono per i loro sporchi interessi, sulla pelle dei civili e della popolazione, mentre i capi e le loro famiglie se ne stanno al sicuro. La scritta del manifesto saggiamente recita: “Tutte le guerre contro di noi. Noi contro tutte le guerre”.

CONTRO LE GUERRE E CHI LE ARMA


La locandina della mobilitazione


COSE TURCHE


Vignetta di Claudio Fantozzi


mercoledì 30 marzo 2022

SCIOPERO CONTRO LA GUERRA



Sciopero generale e sociale contro la guerra e contro l’economia di guerra. 
 
“Odissea” sin dalle prime avvisaglie di un possibile conflitto, ha indicato nello sciopero generale e nella mobilitazione delle masse popolari, dei lavoratori, delle donne, delle mamme, degli studenti, della società civile nel suo complesso, la risposta degli italiani contro la guerra. Contro un Governo irresponsabile e un Parlamento avventurista, estremista, guerrafondaio che si sono messi sotto i piedi la Costituzione ed hanno esposto il nostro Paese alla rappresaglia nucleare mandando armi e gettando benzina sul fuoco. Contro i mercati di armi che si stanno arricchendo sul sangue dei loro popoli, contro gli speculatori che stanno alzando il prezzo delle merci condannando all’impoverimento settori già in difficoltà, contro i capi di partito (quasi nessuno escluso) dobbiamo scendere in piazza e far sentir loro tutta la nostra indignazione. Gridargli in faccia che li riteniamo responsabili di quanto accadrà al nostro Paese, ai nostri figli e nipoti, a noi stessi.
 
Assemblea Nazionale sabato 9 aprile 2022 a Milano dalle ore 10 alle ore 16 al Circolo Arci di via Bellezza n.16/a, vicino al Parco Ravizza. A due passi dal Viale Bligny e dalla via Ripamonti.
 
La guerra in Ucraina sta seminando morte, distruzione e miseria. Ad oggi non sembra essere imminente un cessate il fuoco duraturo tra le parti contendenti e il conflitto sta rischiando di espandersi a macchia d’olio. L’invasione dell’Ucraina ha messo a nudo le mire egemoniche di Putin e altrettanto quelle falsamente democratiche degli USA e dei loro alleati UE (Italia inclusa), e della Gran Bretagna, nascoste dietro la massiccia presenza militare della Nato nei territori dell’Europa orientale nell’ex sfera di influenza russa, una cintura composta da missili, aerei e navi capaci di colpire le città russe. Siamo di fronte ad una catastrofe umanitaria con migliaia di morti e 6 milioni di persone in fuga dalle aree di guerra (compreso il Donbass), cosa inedita dal 1945. È giusto fornire assistenza medica ed umanitaria a tutte le popolazioni civili colpite, altra cosa è invece diventare parte in causa nel conflitto con la fornitura di armi: la pace si favorisce col dialogo e la responsabilità, non tramite strumenti di morte. Le ragioni del contendere sono il controllo economico del mercato delle risorse energetiche in nome dello sfruttamento e del profitto e nei mesi scorsi il loro effetto era già stato tangibile in parte anche nel nostro paese con l’aumento delle tariffe di gas ed energia elettrica, oggi salite alle stelle. Le sanzioni paiono un boomerang che colpisce l’Europa, ed in particolare l’economia italiana e quella tedesca, a tutto vantaggio degli interessi Usa persino relativamente alle forniture di gas. Il riarmo tedesco, altro effetto della crisi, peraltro mai auspicato dal 1945, con 200 miliardi investiti in 5 anni, cancellerà il welfare più avanzato della Ue, trascinando con sé alla rovina anche ciò che rimane del welfare in Italia e nel resto del continente. Un obiettivo fondamentale del neo-liberismo. Nel nostro paese, a fronte di una forte crisi economica causata dalla pandemia ancora in corso già devastante per le condizioni di vita dei ceti popolari in termini di licenziamenti e aumento della disoccupazione è stato raggiunto il record dei 25 miliardi per le spese militari nei primi mesi del 2022 di cui 78 milioni per l’impresa bellica in Ucraina a discapito delle urgenti necessità sociali quali sanità, istruzione, trasporti, casa. A questo si aggiungono i fermi di molte filiere produttive a causa della scarsità delle materie prime, del levitare dei loro costi e di quelli dell’energia, dei processi di delocalizzazione di questi ultimi decenni e non per ultime delle immani privatizzazioni dei settori strategici per l’economia del paese. Come se non bastasse il governo si appresta a varare un piano di vera e propria economia di guerra con l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento, passando dai circa 25 miliardi l’anno attuali (68 milioni al giorno) ad almeno 38 miliardi l’anno (104 milioni al giorno). Pertanto facciamo appello a tutti i sindacati di base e conflittuali, alle realtà sociali, alle associazioni, ai comitati impegnati nelle mobilitazioni contro il conflitto bellico in Ucraina e l’economia di guerra imposta a lavoratori/lavoratrici e ai ceti popolari a partecipare al percorso di costruzione verso lo sciopero generale nazionale di tutti i settori pubblici e privati che intendiamo mettere in campo nel mese di Maggio con i seguenti obbiettivi : L’immediato cessate il fuoco in quei territori, la loro smilitarizzazione con il ritiro immediato di tutti gli eserciti e dei posizionamenti militari. Lo stop all’invio di armi in Ucraina e di soldati dall’Italia ai siti Nato. Il ritiro di tutte le missioni militari all’estero. Decreto-legge per il congelamento immediato dei prezzi di tutti i beni ed i servizi primari (generi alimentari di prima necessità a partire dal pane e della pasta, utenze energetiche, carburante, assicurazioni etc). Non è ammissibile, soprattutto in questa fase di guerra, lasciare libertà di aumenti esponenziali dei prezzi alle imprese fornitrici e agli speculatori intermediari. Sblocco dei contratti e aumenti salariali. Reintroduzione immediata della scala mobile con adeguamento automatico dei salari all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. Contro le politiche di privatizzazione in atto. Per il controllo pubblico e democratico da parte degli stessi lavoratori e lavoratrici, di tutte le aziende energetiche e strategiche nazionali. Questo al fine dell’abbattimento delle tariffe e per avviare realmente un processo di riconversione ecologica attraverso l’utilizzo di risorse naturali impiegate per fini pacifici, per fermare il peggioramento delle condizioni climatiche, per migliorare la qualità della vita. In poche settimane, complice l’economia di guerra imboccata dal governo Draghi, siamo passati in Italia da una fantomatica transizione energetica “green” alla restaurazione delle centrali a carbone e alla minaccia del ritorno al nucleare. Contro tutte le spese militari dirette, indirette e indotte. Per destinare tali risorse economiche alla scuola, alla sanità pubblica, ai trasporti nonché al salario garantito per disoccupati e sottoccupati. Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Le conseguenze degli effetti combinati della pandemia, della guerra guerreggiata e delle sanzioni alla Russia colpiranno esclusivamente lavoratori, lavoratrici e disoccupati distruggendo posti di lavoro in Italia. Solo con la riduzione della giornata lavorativa si potranno salvare centinaia di migliaia di nuclei famigliari da una nuova ondata di povertà e disperazione. A sostegno di un nuovo piano strutturale di edilizia residenziale pubblica che preveda anche l’utilizzo del patrimonio pubblico in disuso.
 
INVITIAMO TUTTO IL SINDACALISMO DI BASE, LE REALTÀ SOCIALI, LE ASSOCIAZIONI E I COMITATI AL CONFRONTO, PARTECIPANDO ALL’ ASSEMBLEA NAZIONALE
 
ADL Varese - COBAS Sardegna
CUB - SGB - UNICOBAS - USI cit

GUERRA. NON RICEVIAMO SOLO INSULTI

 

La stragrande maggioranza degli italiani è contraria a portare l’Italia in guerra come stanno facendo un Governo irresponsabile ed avventurista e un Parlamento estremista e servo. Non vuole, inoltre, che si mandino armi ad alimentare il conflitto. Ma ogni regola giuridica viene violata nell’indifferenza di giuristi, costituzionalisti, Corti di vario ordine e grado, e col silenzio-assenso del capo dello Stato. Per quanto riguarda noi, “Odissea” ha preso sin dall’inizio una posizione ferma contro il partito della guerra e dei guerrafondai. Il clima sta cambiando e sono sempre più numerose le persone che ci invitato a dare voce alle loro aspirazioni verso la pace e il disarmo.
 
Caro Angelo,
il tuo pensiero non è mai cambiato fin dal primo momento della dichiarazione della guerra: l’unica ragione che tu conosca è la pace. Non sei solo: Ti fanno compagnia tanti premi Nobel per la pace e altrettante organizzazioni umanitarie. Bisogna ascoltare queste persone sensate che hanno tanto sale in zucca: ci mettono la faccia e argomentano le loro tesi.
Tu Angelo, non sei da meno: da persona acculturata, quale sei, ti stai battendo per far capire che la guerra fa male ai vincitori e ai vinti, senza contare che ci sono tanti approfittatori che si arricchiscono sulle disgrazie dei più deboli e nascondono la verità per creare il panico e confondere le idee.
La violenza richiama violenza ed è come lavare le offese col fango: si sporca sia chi lo butta a mani nude sia chi lo riceve sulla sua pelle.
Le tue parole non sono mai inutili: colpiscono nel segno; bisognerebbe affidarle al vento, cosicché le trasporti lontano fino alle orecchie di chi dovrebbe ascoltarle. Continua a seminare pace: qualche piantina attecchirà e porterà la tua firma. Sei molto bravo a esprimerti; sarebbe un peccato che tu tacessi!
Buona vita e un abbraccio.

Carmine Scavello (Cernusco sul Naviglio)

 

POETI E GUERRA
La Calamità nucleare 

 
Saremo, prima o poi, come Marte, come la Luna. Saremo
come ogni altro mondo disabitato e senza vita.
Mai come ora
avevamo visto in faccia la catastrofe nucleare,
pur essendone, comunque, stati spesso sfiorati
anche in passato.
Mai, come ora, abbiamo perso la speranza
per un eterno futuro di questo Pianeta.
Da oggi, ognuno di noi ha perso anche la voglia
di lasciare la sua pur minima impronta
su questa Terra che, fino a questo momento,
ha sopportato ogni nostra sorta di scelleratezza.
 
Nessun di noi calcherà più il piede, come prima,
sulla sua superficie, affinché la traccia del nostro
fugace passaggio vi rimanga impressa nei secoli,
nei millenni e negli eoni. Non ne varrà più la pena,
finché il nucleare resterà a pendere,
come una spada di Damocle, sulle nostre teste.
Che la fermi Fermi, da sottoterra,
questa catastrofe nucleare, cui diede egli l’abbrivio e che,
da oltre tre quarti di secolo, aleggia sulle nostre teste,
con la previsione che prima o poi ci sarà.
 
Una sola speranza ci resta ancora. Nessun vanaglorioso
capo di Stato, dal momento che non rimarrebbe
su nessun libro di storia, farebbe tanto male a sé stesso
e agli altri. Una guerra atomica ci potrà essere solo,
dunque, quando essi Capi di Stato sanno per certo
di potersi, azionando dallo spazio il letal bottone,
porre in salvo, assieme a parenti e amici,
su altri corpi celesti, già apposta approntati
per la loro sopravvivenza. Ma anche dove possano
stampare poi il libro di storia che racconterà l’apocalisse delle
loro folli gesta compiute su C’era una volta il pianeta Terra,
da inviare, con navicelle spaziali, verso i tant’altri mondi abitati.

Nicolino Longo

TOH! HANNO SCOPERTO IL MERIDIONE…


Vignetta di Claudio Fantozzi


VILLA LITTA E LA GUERRA


La locandina dell'evento


CIRCOLO ROMEO CERIZZA


 


GIOVEDI  31 MARZO  2022 | ore 18:00 – 20:00
Assemblea Popolare c/o Circolo Romeo Cerizza
Via Meucci 4, Milano (MM2 Crescenzago / Bus 56)

Per dire ancora e sempre NO al palazzone in Via Meucci, dove da 40 anni gli abitanti aspettano la piazza nel verde.

Per dire ancora e sempre NO alla vendita al privato dell’edificio ex Comune di Crescenzago, sotto vincolo dei Beni Culturali, sede delle Associazioni di Casa Crescenzago. 

Partecipate per continuare la lotta nell’interesse generale, in difesa della qualità dell’ambiente e della vita quotidiana, dei beni storici architettonici e paesaggistici.

Non è bastato l’appello diffida alle autorità firmato da oltre 600 persone, sono necessarie iniziative più efficaci di difesa legale e di protesta sociale.
 casa.crescenzago@libero.it
Comitato Cittadini Crescenzago
Abitanti di Via Padova e dintorni

martedì 29 marzo 2022

GUERRAFONDAI



La decisione del Governo e del Parlamento italiano di inviare armi per alimentare il conflitto russo-ucraino e coinvolgere la nostra Nazione nella guerra, calpestando gli articoli 11 e 52 della Costituzione, rendono non più credibile quanto viene affermato nell’articolo 1 che la identifica come una Repubblica democratica fondata sul lavoro e con la sovranità nelle mani del popolo. Un Governo avventurista coadiuvato da un Parlamento prono, servo ed estremista, soffia sul fuoco mettendo in pericolo la vita dei cittadini e dei loro beni.

PREMI NOBEL CONTRO LA GUERRA


 


Noi rifiutiamo la guerra e le armi nucleari. Chiediamo ai nostri concittadini di tutto il mondo di unirsi a noi per proteggere il pianeta, la nostra casa comune, da coloro che minacciano di distruggerlo.


L'invasione dell'Ucraina ha creato un disastro umanitario. Il mondo intero si trova di fronte alla più grande minaccia della storia: una guerra nucleare su scala globale, in grado di distruggere la civiltà umana e di causare irreparabili danni ecologici alla Terra. Chiediamo un immediato cessate il fuoco e il ritiro di tutte le forze militari russe dall'Ucraina, e che vengano fatti tutti i tentativi di dialogo possibili per prevenire il disastro definitivo. Chiediamo alla Russia e alla NATO di rinunciare esplicitamente a qualsiasi uso di armi nucleari in questo conflitto, e chiediamo a tutti i paesi di sostenere il Trattato per la proibizione delle armi nucleari per garantire di non trovarci mai più di fronte a una simile situazione di pericolo nucleare. Questo è il momento di vietare ed eliminare le armi nucleari. È l'unico modo per garantire che gli abitanti del Pianeta siano al sicuro da questa minaccia esistenziale. O sarà la fine delle armi nucleari, o sarà la nostra fine.
Noi rifiutiamo di essere governati attraverso l'imposizione e le minacce, e sosteniamo il dialogo, la coesistenza e la giustizia. Un mondo senza armi nucleari è necessario e possibile, e insieme possiamo costruirlo. È urgente dare una possibilità alla pace.
 
Sua Santità il Dalai Lama (1989)
Internazionale Medici per la Prevenzione
della Guerra Nucleare (1985)
Campagna Internazionale per l’Abolizione
delle Armi Nucleari (2017)
Juan Manuel Santos (2016)
Kailash Satyarthi (2014)
Leymah Gbowee (2011)
Tawakkul Karman (2011)
Muhammad Yunus (2006)
David Trimble (1998)
Jody Williams (1997)
Jose Ramos-Horta (1996)
Conferenze di Pugwash su scienza
e affari mondiali (1995)
Óscar Arias Sánchez (1987)
Lech Walesa (1983)
American Friends Service Committee (1947)
International Peace Bureau (1910)
 
Per sostenere l’Appello
https://secure.avaaz.org/campaign/it/no_nuclear_war_loc/bhvKTcb&signup=1&cl=19287306085&v=139555&_checksum=aaabf7e3fe7048a35bee2d2509a69dd3
  

POETI E GUERRA

 
Maledetti guerrafondai 
 
Fatemi urlare come un lupo
il mio dolore al vento.
Sono stanco di tutto,
maledetti signori della guerra!
Anche di notte popolate
i miei sogni di incubi maligni,
miserabili Caini,
che da millenni
insanguinate la terra senza posa.
Il Dio dorme,
e sul trono ignora le stragi
e gli assassini!
Non sente il bimbo,
che geme massacrato
in grembo alla madre disperata!
Sono stanco di tutto,
pure del ‘compagno non compagno’,
divenuto mercante di armi
e rinnegato.
Voglio ululare, sì…
Ululare al vento
come un lupo mannaro
delle mie montagne.
 
Vincenzo Rizzuto
[Cosenza, marzo 2022]   

MESSA IN PIEGA


Vignetta di Claudio Fantozzi


lunedì 28 marzo 2022

Guerra
CONTINOLO AL PAPA

 
I lettori perdoneranno (forse) il gesto irrituale, ma al papa vorrei rivolgere due domande. La prima: Lei ha fatto tutto ciò che è nelle Sue possibilità per prevenire la guerra? Lei ha infatti a disposizione un servizio diplomatico, e Lei sa che la pace va costruita. Di qui la seconda domanda: Lei trova che la richiesta della Russia di ridiscutere l’assetto della sicurezza in Europa fosse immotivata? In altre parole, Lei crede che l’ordine internazionale possa essere garantito dagli Stati Uniti nell’interesse di tutti? Forse Lei risponderà con il teologo Piero Stefani, il quale ritiene che la pace perpetua possa aversi solo con l’arrivo, o il ritorno, del Messia, ma che intanto sia possibile avvicinarvisi trovando forme accettabili ai più di governo mondiale. Qui viene richiamata l’idea kantiana che è all’origine anche dell’europeismo: lo stato federale sovranazionale, il governo comune, il monopolio della violenza come unica garanzia di pace. In realtà anche questa soluzione non garantisce al 100%, perché, come osserva Stefani facendo esplicito riferimento al Donbass, le guerre sono sempre più guerre civili. (È degno di nota che sia un teologo a ricordare che in Ucraina era in corso una guerra civile, all’insaputa del governo di Kiev e della cosiddetta comunità internazionale.) Restiamo però allo stesso punto: qual è la via più sicura per arrivare al governo mondiale, la supremazia di uno solo, o il concerto delle principali potenze? Esaurite le domande, Le va riconosciuto, Santità, di aver pontificato contro l’aumento delle spese militari da parte degli europei che già spendono quattro volte la Russia. Per fortuna anche in parlamento si levano voci in questo senso. La speranza è che Conte vada fino in fondo, se necessario alla crisi di governo – c’è forse materia più grave della guerra e della pace per decidere se confermare o togliere il proprio appoggio? Importante anche la presa di posizione di Delrio, il quale pronuncia parole molto sagge sull’Europa.  
Franco Continolo

GUERRAFONDAI


Vignetta di Claudio Fantozzi


Vignetta di Claudio Fantozzi


GUERRE
di Giuseppe O. Pozzi


Il godimento di Caino: uccido un uomo morto
 
La storia narra che anche le democrazie nascono dalle rivoluzioni che altro non sono che guerre dette addirittura “civili”. La sostanza che ne deriva è che la terra viene disseminata di morti. Ben pochi colgono che, in questa strana e (dis)umana semina mortale, non nascono uomini di pace, né uomini in pace. La guerra continua sempre nelle “intelligence” che altro non sono che guerre di spia, guerre sotterranee, guerre di menzogne. Intelligence e politica si annodano nel loro abbraccio mortale, dove chi muore è sempre il popolo che paradossalmente li legittima. Una semina che continua, in modo sistematico a spargere il suo godimento penetrante le anime anche le più sensibili. I morti continuano ad essere ammazzati come nell’antico “tu uccidi un uomo morto”. Non ci si rende conto, però, che quell’uomo morto che vai ad uccidere, o perché invadi o perché insorgi, o perché ti difendi, in realtà sei sempre proprio tu stesso. Tu che spari, tu che armi perché chi è aggredito si difenda, tu che scendi in piazza per urlare con la pancia che la guerra deve finire ma non guardi a mente fredda il contesto che l’ha determinata, tu che invochi un uomo ancora più forte che eserciti la sua violenza per eliminare quella in atto, tu che non hai ancora capito che ogni rivoluzione genera una controrivoluzione più violenta e feroce della rivoluzione stessa, tu che non hai le parole per pregare ma solo per sfogare la tua rabbia e la tua aggressività anche contro il tuo vicino, tu che usi la furbizia per fregare chi non ti piace o per umiliare il diverso. La riscossa di Caino è già salda in ogni dove e in ogni tempo.  
La guerra, tutte le guerre, di invasione o di liberazione seminano morte e godimento. Tutte le guerre personali e familiari seminano morte e perché alimentano il godimento di ciascuno. La prima, la morte, la si coglie per piangere od imprecare ma viene presto anestetizzata ma il godimento di rivalsa, quello non muore mai, anzi si insedia in modo insidioso ma saldamente nelle menti e nelle pance degli uomini che sanno bene come non parlare al loro cuore, dal momento che non ne vogliono sapere di lavorare al servizio della vita. 



Forse solo l’artista sa cosa voglia dire lavorare al servizio della vita perché sa come saperci fare con il vuoto esistenziale che gli prende la gola, gli urla nello stomaco, lo esalta nella mente e poi, però, grazie al suo cuore grande e generoso sa ascoltare il suo stesso urlo, la sua stessa esaltazione e questo ascolto non è mai vano perché ciò che arriva a produrre fa legame. Un legame sociale che passa dall’oggetto che crea, dall’oggetto che costruisce, dal foglio su cui scrive, dal quadro che dipinge, dalla statua che scolpisce, dallo spartito che mette in musica. Legami simbolici che non costano tanto perché quello che costa è il lavoro dell’artista, la sua formazione, il suo desiderio di sapere, di imparare, di capire. L’energia personale e soggettiva che sta e che viene scatenata dalla violenza dell’angoscia, per l’artista, prende una strada non più distruttiva e devastante ma di creazione, di installazione, di costruzione. Tutte azioni che sanno sempre trovare come fare a circoscrivere, a contornare, a viaggiare attorno al buco dell’angoscia trovando, in questo modo, come fare anche a non caderci dentro. Il segreto dell’arte è proprio questo costruire oggetti in grado di velare il buso dell’angoscia esistenziale che riguarda ciascuno di noi.
Quanti riescono a non cadere dentro questo buco devastante e devastatore se Caino continua a trionfare con la sua formazione al buon soldato, agli eserciti, alla costruzione di armi di devastazione e di distruzione? Non c’è bisogno di essere pubblicitari per sapere che dire “non fumare” significa suggerire di fumare. Non c’è bisogno di essere grandi strateghi per sapere che dire “se vuoi la pace, prepara la guerra” allora guerra sarà, la guerra si farà. Una strada, questa della formazione alle armi e della costruzione delle armi, che costa delle cifre altissime e che non possiamo spendere, pena la morte per fame di milioni di persone. Eppure Caino trionfa nella sua ormai conquistata globalizzazione del mondo. È penetrato nelle pance e nelle menti acefale di tutti, insediandosi come un Imperatore dominatore di tutto il globo con la sua forza di convincimento ad agire con la forza ed a reagire con più forza. Una vera follia della comunicazione che è l’arma forse più potente che Caino ha saputo inventare per rendere inossidabile la follia della (falsa) comprensione che invade, con il suo godimento mortifero, tutti gli animi delle persone, anche quelle che si considerano per bene.
Se vuoi la pace, allora, disarma
la tua pancia e la tua mente
e falle parlare con il tuo cuore.
Riprendiamoci l’arte
Per seppellire la violenza e la guerra!

domenica 27 marzo 2022

IL BRAVO OCCIDENTE



A proposito di questa guerra formato 2022
 
Noi europei siamo privi di una capacità minima di analisi ed autocritica, dove erano tutti con queste grida contro o gli osanna e gloria e sanzioni ai tempi della Corea, del Vietnam, del Cile, dell’Argentina, e via, ed il rifiuto di Israele di seguire le ingiunzioni Onu? La follia di Putin e la di lui condanna non si discutono, ma tutte le guerre Usa in tutto il mondo, quelle denunciate anche dal Papa, non sollevano attenzione e sanzioni?
Perché?
La Nato (leggi USA) ha circondato la Russia e, abilmente, ha messo la Russia alle corde riuscendo a far reagire Putin che scompostamente e in maniera folle, è caduto nella trappola, ora, davanti a tutto il mondo, che non si fa domande, il responsabile, il feroce è solo lui!
Un tempo i latini si chiedevano: “cui prodest?”.
Il più grande concorrente per la fornitura di energia all’Europa parrebbe eliminato. Abbiamo anche visto chi ne trae immediato beneficio, il presidente Usa ha rapidamente offerto di fornire tutto il gas che serve all’Europa. Ma non certamente gratis. Né sotto il profilo economico né sotto quello della gratitudine. Ma da sempre i cattivi sono ad oriente! Non è strano?
Talvolta persino il cinema d’avventura diventa documento.
Un film degli anni ’60: I cinquantacinque giorni di Pechino racconta di come una cattiva imperatrice cinese, ai primi del ’900, non permettesse a ben otto nazioni, fra cui l’Italia, di spartirsi la capitale della Cina e da lì il resto del paese. Che figli di buona donna questi cinesi che non volevano essere invasi da europei ed americani.
A proposito di Oriente, nell’estate del 1853 il commodoro Perry, seguendo gli ordini impartitigli dal presidente Usa, Millard Fillmore, aveva guidato una spedizione di quattro navi da guerra nella baia di Edo, cioè l’antica Tokyo, per stabilire con il Giappone un rapporto commerciale ed ottenere l’apertura del paese dei democratici desiderata di questa molto democratica potenza.
Senza molta diplomazia il commodoro aveva fatto sapere che se a Edo non avessero garantito l’avvio di scambi commerciali le sue navi avrebbero aperto il fuoco. Quasi cento anni dopo Tokyo restituiva quella visita scatenando la Seconda guerra mondiale. Possiamo solo augurarci che nulla di simile possa capitare ancora.
Roberto Villa (fotografo e tecnico del suono)

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