GUERRAFONDAIO CONTRO NATURA
di
Laura Margherita Volante
Giuseppe Bruzzone
storico obiettore di coscienza
fotografato da Gaccione alla manifestazione
"Milano contro la guerra" 13 marzo 2022
Arco della Pace
Scriveva
E. Fromm "Gli uomini più primitivi sono i meno bellicosi, la bellicosità
cresce in proporzione alla civilizzazione".
Nell'arco
di pochi secoli la Svezia, da una società fieramente guerresca, si è
trasformata in una delle meno violente fra le nazioni industrializzate.
"La
storia si scrive e si insegna in termini di fatti violenti, scandendo il tempo
con le guerre", fa notare lo psicologo Goldstein; sembra essere una
questione di selettività nei resoconti "dopoguerra" e
"anteguerra".
Lo
psicofisiologo Kennet E. Mojer, dopo aver descritto dettagliatamente i
meccanismi di ormoni e della stimolazione di certe aree cerebrali legati
all'aggressione, insiste sul fatto che il comportamento aggressivo è sempre
legato ad uno stimolo esterno.
“È
così importante il ruolo dell'ambiente che parlare di una tendenza innata ha
poco senso”.
A
prescindere dei fattori evoluzionistici o neurologici che sarebbero alla base
dell'aggressione, sta di fatto che "biologico" non significa,
affatto, “inevitabile”. Persino le pulsioni di fame e di sesso possono essere
dominate (digiuno, castità); nel caso dell'aggressione la nostra capacità di
scelta è ancora più chiara. Anche "se l'uomo fosse geneticamente
predisposto a reagire con l'aggressione agli eventi spiacevoli - dice Berkowitz
- potremmo lo stesso imparare a modificare e a controllare questa
reazione".
La
cosiddetta "aggressione" di stato è una questione politica e non
emotiva. (Harvard R. Lewontin).
J.
J. Rousseau: "La guerra non è una relazione fra uomo e uomo, ma fra Stato
e Stato, gli individui sono nemici accidentalmente".
Perché
allora la credenza di una natura umana violenta è così diffusa?
In
una società violenta è naturale che la tradizione di pensiero attribuisca
l'aggressività (Freud - Lorenz) alla natura biologica anziché all'apprendimento
culturale. Dice Bernard Lown, copresidente della Lega Internazionale dei medici
per la prevenzione della guerra nucleare (premio Nobel per la pace 1985): "Il
comportamento dell'individuo, sia esso aggressivo o permissivo o passivo, non è
il fattore che determina il suo atteggiamento verso il genocidio. Neppure una
persona aggressiva è disposta ad accettare l'estinzione". "Per
giustificare e accettare la guerra e per convincerci, abbiamo creato una
psicologia che la dichiara inevitabile, ma è una razionalizzazione per
accettare la guerra come un sistema adatto a risolvere i conflitti umani
".
Trattare
come inevitabile un qualunque comportamento mette in moto una profezia
autorealizzante. Se partiamo dal presupposto che non possiamo non essere
aggressivi abbiamo maggiori probabilità di agire in conformità fornendo le
prove del nostro assunto di partenza.
"Noi
viviamo in un'epoca, in cui accettare tutto ciò come inevitabile, non è più
possibile senza andare incontro alla prospettiva molto concreta dell'estinzione
della specie umana" (Lown).
Giuseppe Bruzzone storico obiettore di coscienza fotografato da Gaccione alla manifestazione "Milano contro la guerra" 13 marzo 2022 Arco della Pace |