Confronti
PSICANALISI E GUERRA
di
Giuseppe O. Pozzi
Il mondo è diviso perché il soggetto è
diviso ma non lo accetta.
Il volto
della guerra è un volto senza parole. Un volto muto, freddo, insensibile e
crudele, un volto criminale. Il vincitore assapora il godimento della sua
vittoria contemplando l’umiliazione del vinto alimentando ulteriormente
l’audacia a godere ancora di più. Chi fa ed è criminale in patria non ha remore
ad esportare la sua criminalità anche altrove. Quale giustizia umana potrà mai
fermarlo veramente se non la sua morte? Certo arriverà anche per i criminali il
momento di trovarsi faccia a faccia con chi non sanno come umiliare ed almeno
allora ne saranno umiliati? Nel 1968 Lacan scriveva “Il potere capitalista, questo particolare potere di cui vi prego di
misurare la novità, ha bisogno di una guerra ogni 20 anni… Questa volta non può
farla, ma comunque alla fine ci riuscirà” (Sem. libro XVI. Da un Altro all’altro). La Russia non rifiuta il
capitalismo, anzi, ha inventato il capitalismo di Stato per depredare meglio il
popolo a vantaggio di pochi visto che lo “Stato” cerca, in modo criminale, di
ricavarne vantaggi usando mezzi illeciti e nascosti perché coperti dal potere
politico che ha saputo conquistarsi usurpandolo al suo stesso popolo.
In Ucraina è in gioco la storia dell’umanità titola in modo profetico nel suo articolo su Internazionale (18
febbraio 2022 pagg. 38-39) lo storico israeliano Yuval Noah Harari. Tutto l’articolo cerca di
dimostrare, dati alla mano, come il declino della guerra sia evidente proprio
dalle statistiche ed anche che dal 1945 i confini internazionali è raro che
siano definiti da un’invasione. Harari scrive proprio alla vigilia di
un’invasione vera e propria, ai danni di un popolo sovrano e di una nazione il
cui Governo è stato eletto democraticamente. I dati riportati a sostegno della
tesi che, dopo la seconda grande guerra si siano seminati segni di pace, sono
anche relativi ai bilanci dei vari Stati. Eppure è stato sufficiente che un
uomo decidesse di invadere una nazione che tutto il castello e le speranze
costruite con tanta fatica e con equilibri sempre precari ma concreti andassero
completamente in fumo. Il fumo di cannoni che hanno incominciato a devastare le
città ed a seminare la paura nel mondo. Harari vive in medio oriente e sa bene
che ci sono eccezioni a quanto scrive ma l’evidenza è che «La polvere da sparo
è diventata meno letale dello zucchero. (…) Per buona parte della storia ha
indicato solo “la momentanea assenza di guerra”. Negli ultimi decenni ha finito
per significare “l’implausibilità della
guerra” (…) Ma la nuova pace non è una causalità statistica o una fantasia
dei figli dei fiori. Negli ultimi anni i governi del mondo si sono sentiti
abbastanza sicuri da spendere in media solo il 6,5% dei loro bilanci per le
forze armate riservando più risorse per istruzione, sanità e assistenza
sociale. Lo diamo per scontato, ma è una novità sconcertante». Nella legge
della giungla la lotta tra predatore e preda è dettata dall’istinto mentre tra
gli esseri parlanti questa decisione rimanda comunque ad una scelta. Va da sé
che essere ricordati come un predatore alfa è la scelta inevitabile ed ignobile
del criminale che vuole dominare tutti ed a tutti i costi, ma se la cultura del
mondo arrivasse a dimostrare che le pagine della storia sono degne di essere
conquistate da chi sceglie di non schierarsi come predatore, allora un passo
avanti verso un modo civile sarà stato assicurato. Il vero nemico delle
dittature è propria la parola democrazia che introduce un tarlo insopportabile
ed intollerabile nel loro dominio assoluto. La nuova democrazia e la nuova pace
saranno sempre molto fragili ma è proprio in questa loro fragilità che nasce la
forza di tutti, uno per uno. Se il mondo è diviso è perché è il soggetto ad
essere diviso solo che i dittatori, i predatori, i bulli di quartiere non
tollerano la loro stessa divisione e pretendono di istituire il nemico fuori di
loro e da combattere ad ogni costo, anche fino ad eliminarlo. E dopo? Il male
ad ogni buon conto è costituzionale all’essere umano e non lo si po’ certo
eliminare con un bisturi, come si fa con l’appendicite o con l’elettroshock ma
lo si può elaborare e questo implica un lavoro fin da quando siamo nati e
questo lavoro ha un nome molto antico e Socrate lo chiama: “conosci te stesso”.
Quando si è al potere questo lavoro, però, è impossibile. Troppo pressati dal
proprio stesso narcisismo predatorio e
corruttibile è indispensabile avere leggi (democratiche) che impediscano di
occupare la poltrona del potere per troppo tempo, onde evitare che la
tentazione prenda il sopravvento e noi stessi si diventi preda consenziente.
La chiamano
guerra civile ma non c’è proprio niente di civile in una guerra e, forse, solo
Dio può salvare l’uomo da sé stesso. Mentre scrivo queste note mi arriva un
breve video dove l’amico che lo manda scrive “Hanno tolto l’Eucarestia da
tabernacolo della Cattedrale di Kiev per metterla al sicuro… al suo passaggio
la gente si inginocchia per strada. Commovente”. Sotto il video che mostra
un’auto bianca che attraversa la città mentre la gente sul bordo della strada
si mette in ginocchio l’amico credente chiosa “solo un Dio ci può salvare”. Una
volta le guerre erano guerre di religione ora sono solo guerre di potere vacuo
ma terribilmente tragico, devastante, pantoclastico e l’anima dell’uomo ha
lasciato il suo corpo corrotto anzitempo.