LA COSTRUZIONE DI UN SISTEMA DI GUERRA     
di Alfonso Gianni

La pacifista Meloni 
 
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| La pacifista Meloni | 

Chi subisce la guerra 
 


Chi subisce la guerra dei criminali 
Complessivamente calcoli ufficiali stimano che gli accordi
firmati dai sei paesi citati superano già la cifra di 20 miliardi di
dollari.  Ma gli accordi non si limitano
a ribadire il già fatto e il già dato. Siamo di fronte ad un salto di qualità
ma in negativo. Cioè alla strutturazione di un sistema di guerra che va al di
là dell’eventuale cessazione del fuoco e della conclusione di una conseguente
trattativa fra Russia e Ucraina, di cui peraltro ora non si vedono le premesse,
pur essendo la guerra su quel fronte in uno stato di stallo. Non contenta di
quanto finora ottenuto, l’Ucraina è in “negoziazioni attive” con il Giappone,
mentre ha aperto negoziati con altri paesi, quali la Romania, i Paesi Bassi, la
Svezia e forse la Polonia, stando a quanto ha dichiarato Ihor Zhovkva,
consigliere per la politica estera del presidente ucraino, a una giornalista di
Euractiv.com.


Italia-Ucraina accordi di guerra 
 Questi accordi hanno durata decennale. Da un lato si
moltiplicano per rispondere alla attuale impossibilità di accettare l’Ucraina
nella Nato in base all’articolo 10 del suo statuto che prevede la possibilità
di invitare nuovi paesi europei ad aderire al Trattato purché condizionata alla
possibilità di questi “di contribuire alla sicurezza della regione dell’Atlantico
settentrionale”. Il che non potrebbe avvenire per un paese in stato di
belligeranza. Dall’altro lato, favoriti dalla loro durata decennale, questi
accordi vogliono costituire un precedente per rendere ancora più semplice
l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, appena le condizioni lo possano permettere.
Su questo l’Accordo firmato della Meloni è esplicito, poiché l’articolo 14
recita: “I Partecipanti [ovvero i firmatari dell’Accordo] collaboreranno per
aiutare l’Ucraina a realizzare le forme necessarie nel suo percorso verso la
futura adesione alla Nato”.


Guerra  
 Insomma questi accordi di alleanza militare sono insieme
sostitutivi, nell’immediato, quanto propedeutici, in un non lontano futuro,
all’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica. Nello stesso tempo il loro
fine e il loro effetto più prossimi sono prolungare la guerra, impedendo il
cessate il fuoco e l’apertura di trattative di pace. Lo dimostra anche la mossa
del solito Macron che ha immediatamente parlato della possibilità dell’invio di
truppe europee nello scacchiere ucraino, visto anche il fallimento della
controffensiva nei confronti degli aggressori russi, su cui Zelensky aveva
fondato la sua propaganda nei suoi giri europei, e vista la difficoltà di
impiegare forze fresche al fronte da parte di Kiev. La boutade del premier francese ha suscitato immediate reazioni
negative e smentite, anche da parte italiana, ma è evidente che non si tratta
di una distrazione o di una battuta di spirito, quanto di una ulteriore spinta
verso l’appesantimento di quel clima di guerra in cui da tempo l’Europa è
immersa.

 

 
 
 



























