IL CALENDARIO POETICO
di
Alberto Figliolia
Un
ricordo soltanto la pace,/ chiodo mai piantato,/ ma l’urlo del dolore,/ questo
sì…/ Troppe croci,/ cuori ridotti a brandelli/ densi di sangue dei nostri
fratelli…/ Non migrano più le urla dei morti,/ eccole lì, prossime ai vivi. (F.P.)
Sogni-Cerco
di leggere il mio futuro tra carcasse di sogni. Con questo suggestivo ed
evocativo titolo si presenta ai lettori il Calendario poetico 2024 del
Laboratorio di lettura e scrittura creativa attivo nella Casa di reclusione di
Milano-Opera da ormai sei lustri. Un prodotto editoriale e letterario vero e
proprio, arricchito ogni anno dalle immagini fotografiche di Margherita
Lazzati. Ogni mese (e pagina) è scandita da una o più poesie delle persone
detenute che frequentano il Laboratorio condotto da un gruppo di assidui
volontari.
In
questo luogo/ a volte i conflitti con la mia anima/ occupano per intero le
notti/ insonni, blindandomi la mente/ e opprimendomi il cuore./ Ma non mi
scoraggio./ Sono convinto di trovare nel sogno/ la luce che annullerà tutte le
inquietudini.
(U.C.)
Sogni
e pensieri non si arrestano innanzi alle sbarre. Possono volare oltre,
restituendo la libertà interiore, riaccendendo il lume della speranza,
rigenerando l'albero della consapevolezza. La creatività contro l'oblio in quel
virtuoso e immaginifico itinerario di parole, la catarsi.
Dalla
prefazione della psichiatra e scrittrice Erica Francesca Poli: “Sogno è una
parola migrante. E i suoi figli plurali, i sogni, ne proseguono la diaspora
semantica senza sosta. Un errare continuo tra le regioni del desiderio e della
memoria, al confine tra i reami, spesso in guerra, dell’inconscio e della
ragione. Eremiti di pulsioni, i sogni se ne vanno di notte alla soglia delle
palpebre, cercando forme per i loro simboli...”.
Ogni
Calendario – per il 2025 il tema da declinare sarà Alberi – è un
prezioso tessuto di idee, sentimenti e metafore, un distillato di saggezza in
scintillanti versi, un arcobaleno che congiunge terre incognite e chi è dentro
a chi è fuori. Perché siamo tutti figli della stessa umanità sognante.