IN DIFESA DELLO STOLTO
di Roberta De Monticelli
Anselmo d'Aosta
inc. prima metà del XVI sec.
All’alba del secondo millennio, il monaco Gaunilone divenne famoso per aver
osato scrivere la sua Difesa dello stolto (1070), con cui criticava la
prova ontologica dell’esistenza di Dio del monaco Anselmo. Gli dedico la stoltissima
perplessità che ho provato studiando la prova ontologica dell’impossibilità di
uno Stato palestinese, argomentata da Ernesto Galli della Loggia (Corriere, 19
febbraio). Vi ricordate quell’ente di cui non si può pensare nulla di più grande?
Si chiama Dio. Se gli mancasse l’esistenza, se ne potrebbe pensare uno più
grande! Lo stolto non lo vede, e per questo ritiene possibile che Dio non ci
sia. Solo possibile, per carità. Un’ipotesi, ma concepibile. Che stupido.
Partiamo dalla premessa ontologica del nuovo Anselmo: “la
garanzia assoluta della sicurezza di Israele”. E come non accettarla! Diamine,
Israele deve pur essere sicuro. È fatta, lo stolto è in trappola. Non vede che
è “impensabile che lo Stato ebraico possa mai accettare l’esistenza di uno
Stato palestinese”? Dopo il 7 ottobre, poi. E allora perché sono “tutti
d’accordo”, gli stupidi, “nell’idea che la soluzione da perseguire dovrebbe
essere quella dei ‘due popoli, due stati”? (Che siano “tutti d’accordo”
non è vero, se solo si ascoltassero molti palestinesi e molti esperti, ma
questo è secondario).
inc. prima metà del XVI sec.