TENACE COME IL TRALCIO
di
Marco Vitale
In
occasione della consegna del Diploma “Il Tralcio” presso l’Oratorio della Pace di
Brescia da parte dell’Associazione Amici di Padre Marcolini e UCID, sabato 3o novembre 2024 Marco Vitale ha pronunciato questa magnifica prolusione.
L’immagine
del Tralcio è una bellissima immagine* e mi congratulo con chi l’ha scelta. Essa evoca i vigneti a tralcio lungo della
armoniosa e civile agricoltura delle nostre colline, frutto di un lavoro serio
e fatto con amore, qualcosa che unisce l’uomo con l’uomo, e con il territorio,
la natura e il lavoro amico della natura. Ma gli amici dell’UCID e
dell’Associazione Amici di Padre Marcolini che mi hanno consegnato questo
riconoscimento non potevano immaginare che esso avrebbe toccato momenti
fondamentali della mia vita. In primo luogo l’immagine del tralcio mi riporta
ragazzino, verso i dieci anni, quando trotterellavo al seguito di un bravissimo
contadino delle colline di Franciacorta (Pietro Peli, detto l’Arabo, perché la
prima guerra cui partecipò fu la guerra di Libia) che mi ha insegnato tante
cose fondamentali dell’agricoltura ma soprattutto mi ha insegnato il
significato ed il valore di un lavoro fatto ed utile, a rispettare la natura ma
anche ad aiutarla, e mi insegnò anche a legare i giovani tralci ai fili che reggevano il vigneto.
In
secondo luogo mi emoziona il fatto che il riconoscimento mi venga dato in
questo luogo, in queste sale dell’Oratorio della Pace che è stato per me, come
per tanti ragazzi della mia età, il più importante luogo formativo. Fuggivamo
dall’orrenda scuola media e ci raggruppavamo qui, all’Oratorio della Pace, per
partecipare a tornei di calcio con una squadra che si chiamava Gymnasium, anch’essa
nata tra queste mura. Ma anche per imparare a ragionare insieme, a discutere in
gruppo, a esprimere la nostra creatività, a capire il senso religioso della
vita. Ma anche semplicemente giocare a calcio, con spirito sportivo e civile e
con una guida brava non solo sportivamente ma umanamente e culturalmente, erano
momenti altamente formativi.
La consegna del Diploma a Vitale da sinistra: vice sindaco Mazzoni, presidente Ucid Gaboardi prof. Marco Vitale pres. Amici di padre Marcolini, Nardoni |
Pochi anni dopo, al liceo, fu ancora entro queste mura che fummo affascinati da maestri come i padri Giulio Bevilacqua, Ottorino Marcolini, Carlo Manziana che, con i loro profondi insegnamenti religiosi sempre accompagnati da un pensiero autenticamente liberale, ma soprattutto con la testimonianza della loro vita hanno impresso in noi e nella mia formazione, nel mio carattere e nella mia etica professionale un segno indelebile. Molti anni dopo, Montini, diventato Paolo VI, dirà che l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i Testimoni che i Maestri o se ascolta i Maestri lo fa perché sono Testimoni. Noi questa grande verità l’avevamo già interiorizzata negli anni del liceo, in queste aule, grazie ai grandi Maestri - Testimoni che ho ricordato.
Un altro motivo di gioia per questo generoso riconoscimento è che esso è stato del tutto spontaneo, è stata per me una grande e gradita sorpresa, e viene da un organismo come l’UCID di Brescia fondato da Padre Marcolini, santo subito! e che fa riferimento al pensiero della DSC. Da tempo ritengo che quello della DSC sia l’unico pensiero economico credibile e con le radici solide, dopo il fallimento totale di praticamente tutti i filoni di pensiero economico contemporanei. Al primo posto di questo fallimento metto il pensiero economico della famosa scuola di Chicago che, pur zeppa di premi Nobel per l’economia, è una delle massime responsabili del disastro attuale del pensiero e della pratica economica nella quale ci troviamo. Mi riferisco al disastroso neoliberismo o, meglio, neocapitalismo lungo il quale ci siamo incamminati dal 1980 e che ha trovato la casa madre teorica nella scuola di Chicago e che è la causa principale delle ricorrenti crisi economico-finanziarie che, tra loro collegate, si susseguono come pericolose ondate di un mare in tempesta nel corso dei primi decenni del nuovo millennio.
Infine il riconoscimento del Tralcio mi rallegra e mi onora perché esso, prima di me, è stato assegnato a persone che ho tutte conosciute personalmente e delle quali ho una grande stima e considerazione. In particolare mi riferisco ai due imprenditori (Pasini e Arvedi) che sono limpidi e forti testimoni del modello di impresa positivo e responsabile che ho sempre cercato di divulgare e di insegnare. Dunque l’impresa positiva e responsabile è possibile ed è quella che l’UCID continua a sostenere e mi auguro faccia con sempre maggior consapevolezza.
Per tutti questi motivi grazie davvero, con convinzione. La Vostra decisione è, per me, di conforto e di ulteriore stimolo.
Vitale il secondo da destra
Ma
poiché il ciclo di incontri sull’attualità di Padre Ottorino Marcolini è
dedicato a “Casa, Lavoro, Famiglia” e l’incontro di oggi è particolarmente
dedicato al tema della famiglia, approfitto per aggiungere qualche breve
commento su questo tema. In ottobre Mimma ed io abbiamo festeggiato le Nozze di
Diamante, cioè 60 anni di matrimonio felice, un traguardo significativo,
importante e non facile da raggiungere, Ci vuole fortuna, una vita lunga e sana
e, quindi, qualche misteriosa protezione divina per la quale rivolgiamo un
devoto ringraziamento. Ci vogliano anche molti amici veri che ti accompagnano,
consigliano, criticano, ti aiutano a stare nei corretti binari. Poi, forse, ci
vuole una buona indole. Ma ci vogliono anche punti di riferimento e buoni
Maestri.
So
bene che continuiamo a chiamare famiglia convivenze che sono un inferno. È di pochi giorni fa l’XI
rapporto Eures che ci documenta che “nove femminicidi su dieci vengono commessi
in famiglia”. Ed è della settimana scorsa la notizia che il nuovo Ministro del
Tesoro americano (Scott Bessen) è sposato con un uomo, un matrimonio gay ed ha
due figli avuti con maternità surrogata. Anche questa chiamiamo famiglia. Io non
ho quindi nessuna velleità didattica o moralista. Ma mi fa piacere raccontare a
chi può essere interessato, a chi continua a credere nella famiglia di antico
stampo quali sono stati i nostri punti di riferimento principali e i nostri
maestri nel lungo e non facile cammino che ci ha portato, alle nostre felici
Nozze di Diamante. Quando ci sposammo (io a 29 anni e Mimma a 26) eravamo
entrambi consapevoli che con il matrimonio volevamo dar vita a qualcosa di più
grande ed importante della sommatoria delle nostre due individualità. Davamo
vita ad una società che offriva grandi possibilità che da soli non avremmo
potuto cogliere ma che ci caricava anche di tanti doveri. Io ho sempre tenute
presenti le parole che il pastore luterano Dietrich Bonhoeffer, martire dei
nazisti, scrisse dal carcere di Berlino, prima di finire in un campo di
concentramento, alla nipote che si sposava. Una lettera intitolata: Predica di
nozze dal carcere del maggio 1943. In essa Bonhoeffer fa alcune affermazioni
che mi sono rimaste scolpite nella mente e nel cuore: “Il matrimonio è più
del vostro amore… dalla prospettiva del vostro amore vedete solo il cielo della
vostra gioia personale, ma il vostro matrimonio vi inserisce responsabilmente nel
mondo e nella responsabilità degli uomini; il vostro amore appartiene a voi
soli, è personale; il matrimonio è qualcosa di sovrapersonale, è uno stato, un
ministero… Non è il vostro amore a sostenere il matrimonio, ma d’ora innanzi è
il matrimonio che sostiene il vostro amore… Col vostro matrimonio voi fondate una casa… e
la casa è un rifugio a sé nell’ambito del mondo, una fortezza nella tempesta
dei tempi, un rifugio, anzi un santuario”.
Vitale il secondo da destra |
Ma
maturando cresceva in noi la consapevolezza che, se fossimo riusciti a dare
vita ad una buona e solida famiglia avremmo, per ciò stesso, dato un contributo
positivo anche alla nostra comunità, come aveva già illustrato il grande
Aristotele quando all’inizio del libro primo del Trattato dell’Economia
scriveva: “lo Stato è un complesso di famiglie, di terre, di possedimenti
sufficienti a vivere bene. Ed è evidente che quando (le famiglie) non riescono
ad ottenere ciò, anche la comunità si sfascia. … Di conseguenza è chiaro che l’amministrazione
domestica è, per origine, anteriore alla politica… bisogna quindi iniziare con
una indagine sull’amministrazione domestica e quale è l’opera sua”.
E
grazie a questi insegnanti, a questi Maestri, a questi testimoni che siamo
riusciti a camminare insieme così a lungo, nei buoni e nei cattivi tempi, come
ha espresso la mia cara sorella Luciana, in una bellissima poesia che ci ha
dedicato in occasione delle Nozze d’Oro ma che vale anche per le Nozze di
Diamante, e per le prossime nozze che saranno quelle di Titanio e per ogni
coppia che ha la gioia di sentirsi impegnata in analogo cammino e che dice:
L’anniversario
di Luciana Vitale
Chagall - Le nozze
Il cammino fu fatica
- pioggia di giorni come foglie d’autunno -
e pena l’andare
nel sole, allegri come bambini,
oppure sulla via oscurata di nebbia
incerta e noi come estranei
quasi nemici
soli, nel dubbio,
ma dandoci la mano
ancora e sempre
ché la sfida contro il nulla
ci rese forti.
Così fu vinta la scommessa
santificato il patto.
Davanti a noi la vittoria brilla
come il cristallo della gemma
nel ventre oscuro della terra.
Chagall - Le nozze |
[Inedito 2004]
Nota
*“Ramo giovane della vite
e, per sineddoche, pianta della vite (Grande Dizionario della Lingua italiana,
UTET).