LA GUERRA TRA LA RUSSIA E CHI?
di
Giacomo Costa
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J. Stoltenberg
Uno di questi giorni, un po’ stupito da
come avevano preso ad andare le cose, proposi su Facebook la seguente domanda:
“Molti hanno detto e ripetuto con sempre maggior insistenza che in questa
guerra c’era un aggressore e un aggredito. Ma tra la Russia e gli Usa, chi è
l’uno e chi è l’altro?” Alcuni risposero che la Russia è l’aggressore,
l’Ucraina l’aggredito; e gli Usa generosamente, nobilmente, erano corsi alla
difesa dell’Ucraina. Scrissi che non avevano capito la domanda. Uno tra loro in
seconda battuta ebbe un’idea originale: siccome la Russia e gli Usa non erano
in guerra tra loro, i ruoli di aggressore e aggredito in questa vicenda non gli
si confacevano punto. Risposi congratulandomi con lui per la sua risposta, ma
con un piccolo colpo di coda finale, osservai che allora non era concepibile
nemmeno che essi iniziassero colloqui di pace, addirittura escludendo ogni
altro paese.
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J. Stoltenberg |
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Von der Leyen
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La risposta a questo paradosso è naturalmente che non in ogni guerra si possono distinguere un aggressore e un aggredito (fatto sfuggito a tutti i miei interlocutori Facebook), e che in questa particolare guerra i contendenti principali sono Russia e Usa, come è confermato, se non rivelato, dal fatto che sono i due paesi che hanno iniziato i negoziati di pace. Gli unici due paesi con l’apparato industriale e tecnologico per poter sostenere una guerra. Dunque in questa guerra l’Ucraina ha un ruolo minore, è stata l’esca usata dagli Usa per attrarre nel conflitto la Russia.
Quali sono le origini di questa guerra tra
Usa e Russia? Bisognerà richiamare la famosa “espansione a Est della Nato”.
Scrive Wikipedia: “Per ottenere l’approvazione sovietica di una Germania unita e parte della Nato, fu concordato [nel 1990] che truppe
straniere e armi nucleari non sarebbero state dislocate a est [della Germania]”. Ma nel 1997
Ungheria, Repubblica Ceca e Polonia entrarono nella Nato, una mossa degli Usa disapprovata
da George Kennan e un nutrito gruppo di altri diplomatici e militari statunitensi.
Ma ormai questo gruppo stava venendo scalzato dai neo-con, che pensavano che il
potere militare degli Usa si potesse e dovesse usare soprattutto in una
contingenza di grave debolezza della Russia. Perciò essi diressero con grande
vigore il seguito dell’espansione: il risultato fu la trasformazione della
cintura di paesi che avevano costituito la barriera difensiva dell’Unione
Sovietica in una morsa di accerchiamento della Russia.
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Bush J.
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Nel 2008, George W. Bush tentò di far entrare nella Nato anche Ucraina e Georgia, ma Merkel e Sarkozy riuscirono ad ottenere un rinvio. La Sig.ra Merkel spiegò successivamente che per la Russia tale ingresso sarebbe stato equivalente a una dichiarazione di guerra. Secondo quanto raccontato in un discorso del Segretario Generale della Nato Stoltenberg al Parlamento della UE il 12 Settembre 2023, l’ultima richiesta di neutralità dell’Ucraina rivolta dalla Russia agli Usa risale al Dicembre 2021. L’invasione del Febbraio 2022 fu tutto meno che inattesa. Presto gli Usa presero le redini della difesa dell’Ucraina, e certo non assecondarono il tentativo di negoziato di pace nel Marzo-Aprile tra Russia e Ucraina ospitato dalla Turchia, e le cui conclusioni - che comprendeva la neutralità dell’Ucraina - Zelensky era incline ad accettare.
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L. Austin
L’esercito russo era sembrato in quei primi mesi del 2022 un’evocazione
di fantasmi. Nel discorso di Ramstein [la più grande base americana il
Germania, e forse nel mondo], il Segretario della Difesa Usa, Lloyd Austin, chiarì
che lo scopo della guerra era di “rendere inoffensiva per i paesi suoi vicini
la Russia,” ossia, disarmarla: ed ecco l’opportunità di un “regime change”, una
delle attività preferite dei neo-con! I russi sarebbero stati ricacciati entro
i loro confini, e per farlo non occorreva nessun negoziato e nessun mediatore: così,
con orgoglio, rispose Zelensky al Papa.
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Papa Francesco
Le cose però non sono andate secondo gli auspici del Generale
Austin. Gli scopi dei neo-con, di rendere evidente al mondo che la Russia non
era che una pallida ombra dello Stato-madre, l’Unione Sovietica, sono rimasti
frustrati. Dai tempi dell’insuccesso della famosa “conto-offensiva ucraina” dell’estate
2023 gli Usa non hanno avuto più niente da fare in Ucraina, se non rinviare
all’infinito la fine dei combattimenti per non perdere la faccia. Da allora la
guerra si è retta solo su se stessa: perché a tutti i sostenitori e
incoraggiatori dell’Ucraina sarebbe riuscito difficile spiegare perché l’avevano
voluta e alimentata. Ma per Trump il costo reputazionale di ammettere, anzi,
denunciare, come ha fatto, che “questa guerra non avrebbe dovuto nemmeno
iniziare”, era nullo. Questa volta il “regime change” i neo-con l’hanno subito
loro: e i paesi della UE, che credono di cavarsela agitando instancabilmente lo
spauracchio del dilagare degli eserciti russi e persino cinesi sino a Roma e
Lisbona.
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Starmer e Macron
Così c’è stato uno strano moto di orgoglio di alcuni paesi europei
membri della Nato e della UE, un’apparente ribellione ai diktat di Trump. Che il
loro primo incontro sia stato convocato da Macron a Parigi e non dalla von der
Leyen a Bruxelles, e che per giunta la von der Leyen sia andata a Parigi,
lascerebbe suppore che non solo la Nato ma anche la UE siano allo sfascio.
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Zelensky e Trump
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Ma forse questa grande confusione si può diradare. Se i francesi, gli olandesi, ecc. proclamano di voler assumere su di sé gli oneri della difesa dell’Europa (dai russi e, parrebbe, anche dai cinesi), in ciò si conformano agli inviti mille volte ripetuti di Trump. Dove allora i paesi ribelli divergerebbero dagli Usa? Trump sta cercando con la Russia un accordo tra la Russia e l’Ucraina che sia accettato da entrambi; ma se l’Ucraina non lo accettasse? Se insistesse che accetterebbe solo una “pace giusta”? Questa sarebbe l’occasione per l’Europa - con in prima linea il Regno Unito - di sostituirsi agli Usa non solo come fornitori di armi, ma con un proprio esercito. Anche perché pare che di soldati ucraini ne siano rimasti pochi! Nessuno dei difensori e sostenitori dell’Ucraina si è mai posto il problema del tempo: entro quando la vittoria?
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K. Kallas
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