EXPO: no ai Bronzi. Renzi ha ragione.
Paolo Maria Di
Stefano
Bronzi di Riace |
So che è di moda cercare in tutti i modi di intralciare l’attività
del Presidente del Consiglio. E per un popolo di “consulenti” quale noi siamo è
anche facile. Tanto, non abbiamo responsabilità di sorta: chi deve “fare” è
sempre qualcun altro il quale, ovviamente, non ne imbrocca una!
Eppure questa volta (almeno)
Matteo Renzi ha ragione.
Non c‘è nessuna ragione al mondo
per spostare a Milano i bronzi di Riace, così come non esiste motivo per ospitare
nella nostra città il Davide di Donatello o qualsiasi altra opera d’arte
esposta in qualsiasi altro luogo.
Neppure la Venere di Morgantina, che
quasi nessuno conosce e che sembra giaccia praticamente abbandonata ad Aidone, località
praticamente sconosciuta nei pressi di Enna. Se le statue hanno un pensiero e
un’anima, pensate la sofferenza di questa Venere, strappata al Getty Museum e
dunque ad una casa calda, accogliente, comoda, visitata da migliaia di persone
e privata (la Venere) degli sguardi di ammirazione adorante. Che gratificano
qualsiasi donna, anche se è una scultura.
Non c’è nessuna ragione al mondo
per spostare per qualche giorno questo o quel capolavoro, tra l’altro con
operazioni rischiose e costosissime, a puro scopo pubblicitario.
E neppure l’Expo è motivo
sufficiente.
Come non lo è lo spirito che
sembra animare almeno alcuni dei responsabili della manifestazione: Expo non è
un fenomeno che riguarda soltanto Milano e il suo più o meno ampio hinterland.
Si tratta di una manifestazione italiana alla quale concorrono in modo diverso
tutte le regioni, le provincie ed i comuni italiani e tutti gli italiani, ed i
cui benefici -se ce ne saranno- non riguarderanno soltanto Milano o le regioni
che i leghisti considerano proprie ed originarie.
E Matteo Renzi ha detto (sembra)
una cosa sacrosanta: “perché spostare i bronzi da Reggio a Milano, quando
dovrei portare i visitatori da Milano a Reggio?”
Venere di Morgantina |
Che è non tanto la soluzione al
(falso) problema dei bronzi, quanto un obbiettivo che ci si dovrebbe porre e da
perseguire in modo pianificato, organizzato e deciso.
Ai visitatori della esposizione -che
personalmente spero giungano in Italia numerosi da tutti i Paesi del mondo,
anche se dubito che siano il numero di cui si parla- potrebbe esser proposta
una serie di tour organizzati Milano -resto d’Italia proprio con lo scopo di
far conoscere le meraviglie artistiche soprattutto di quelle zone che più sono
oggi appena sfiorate -quando non tagliate fuori- dal fenomeno turistico,
segnatamente da quello qualificato come “culturale”. E dunque, con priorità a
luoghi come il Museo Nazionale di Reggio Calabria per i bronzi, appunto, o come
Aidone o come…
E soprattutto se fosse vero -ma
forse non lo è più che tanto- che “i turisti non andranno in Calabria, con le
infrastrutture che hanno in quel posto disperato” (sembra siano parole di Sgarbi),
l’Expo potrebbe essere una splendida occasione per intervenire senza strafare
su quelle infrastrutture e per far conoscere itinerari al momento, se non
proprio sconosciuti, certo non usuali.
È sicuro, comunque, che
continuando a dar prova di egoismo e di incapacità di proporre progetti in
qualche modo creativi rispetto a quello di base, non si andrà lontano più che
tanto.
E non è che l’immagine del Paese
e degli italiani ne esca bene.