Nuovi droni della Marina per l’Operazione Mare Nostrum
di Antonio Mazzeo
L’Operazione
Mare Nostrum si conferma come dispendioso poligono aeronavale per sperimentare
i sistemi a pilotaggio remoto acquistati dalle forze armate italiane. Per
intercettare le imbarcazioni dei migranti, ai Predator dell’Aeronautica
militare sono stati affiancati nuovi droni schierati sulle navi da guerra che
pattugliano il Canale di Sicilia. “La Marina Militare, nell’ambito
dell’Operazione Mare Nostrum, può contare su di un’ulteriore importante
capacità operativa”, annuncia il Ministero della difesa. “Si tratta
dell’aeromobile a pilotaggio remoto Camcopter S-100, dal mese di agosto
imbarcato sulla nave anfibia San Giusto e giornalmente impiegato”.
Nello specifico, sulla
grande unità da sbarco e pronto intervento della Marina, sono operativi due
mini droni-elicotteri prodotti dall’azienda austriaca Schiebel Elektronische
Gerate GmbH. Con un costo unitario stimato di 4,2 milioni di euro, i Camcopter
S-100, lunghi 3,4 metri e pesanti 200 kg, hanno un’autonomia sino a 6 ore e
possono raggiungere la distanza massima dalla nave di 40 miglia nautiche a una
velocità di 130 kmh, volando sino a 12.000 piedi d’altezza. I velivoli sono
equipaggiati con sensori elettrottici, scanner IR, radar ad apertura sintetica
che consentono la raccolta dati e l’identificazione in tempo reale dei natanti
di interesse. I mini elicotteri e le apparecchiature di telerilevamento vengono
controllati in volo tramite due stazioni installate all’interno della centrale
operativa della San Giusto. “Tali immagini possono essere a loro volta
inoltrate ai Comandi Operativi a terra favorendo i processi decisionali di chi
detiene il comando e il coordinamento delle operazioni in mare”, spiega il
Ministero della difesa. “Il Camcopter, grazie ai propri sensori, una rilevante
autonomia, un favorevole rapporto costo-efficacia e l’assenza di rischio per il
personale coinvolto, migliora e potenzia sensibilmente le capacità operative
del dispositivo navale. Il progetto di introduzione in servizio di aeromobili a
pilotaggio remoto sulle unità navali, fortemente voluto dalla Marina, è
destinato ad acquisire una sempre maggior rilevanza operativa nei prossimi
anni”.
Il programma del
Campcopter S-100 prese il via nell’aprile 2012, quando dal pattugliatore
lanciamissili “Bersagliere”, in rada a La Spezia, fu fatto decollare un
prototipo sperimentale del mini elicottero. Successivamente, lo Stato Maggiore
della Marina formalizzò l’acquisizione in leasing di due velivoli a pilotaggio
remoto “per le esigenze di Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (ISR)
delle unità navali, sia in attività prettamente militari che civili, quali la
Ricerca e Soccorso (SAR) o il soccorso in caso di calamità naturali”. I droni
sono stati consegnati dalla Schiebel nel febbraio di quest’anno e a maggio la
Marina ha intrapreso una serie di test a bordo della San Giusto per valutare
l’interoperabilità del Camcopter con i sistemi elettronici imbarcati, le sue
capacità di decollo e atterraggio, la rumorosità e altri parametri operativi.
Alle prove hanno preso parte tecnici e ingegneri dell’azienda austriaca
produttrice, piloti del 4° Gruppo Elicotteri della Marina di stanza a
Grottaglie-Taranto e il personale del Centro Sperimentazione Aeromarittimo (CSA
– Air-Land Test Center) di Luni, La Spezia. L’uso del mini-elicottero è uno dei
punti chiave della collaborazione tecnico-operativa tra la Marina militare
italiana e quella francese. “La cooperazione tra i due Paesi ha una forte
tradizione”, ha esordito il comandante delle forze aeree della Marina,
contrammiraglio Giorgio Gomma, durante la sua recente visita alla stazione
aeronavale francese di Hyerès. “L’entrata in servizio di nuovi velivoli
tecnologicamente all’avanguardia quali l’elicottero NH90 e il Camcopter rappresentano
un’opportunità per rafforzare sempre di più questa collaborazione tra la Marina
Militare e la Marine Nationale, e in particolare, tra le due Aviazioni Navali”.
Oltre che negli
stabilimenti austriaci della Schiebel, il velivolo a pilotaggio remoto è
prodotto su licenza dalla Schiebel Aircraft in Russia. Il Gruppo Schiebel,
fondato a Vienna nel 1951, è un importante produttore di sistemi bellici, in
particolare robot e velivoli senza pilota (UAV). Dell’aeromobile ceduto in
leasing alla Marina italiana, esistono due versioni, una per fini di
ricognizione e l’altra per operazioni di attacco, con Camcopter S-100 amati di
missili leggeri multiruolo. Il drone-elicottero è utilizzato attualmente delle
Marine militari di Cina, Emirati Arabi, Germania, Giordania, Libia, Pakistan e
Stati Uniti e dalla Guardia costiera russa.
Sulle unità da guerra
italiane, verrà schierato presto un altro modello di velivolo a pilotaggio
remoto. Il 18 settembre 2013, l’azienda statunitense Insitu (sussidiaria di
Boeing) ha annunciato di essersi aggiudicata un contratto con la Marina
militare italiana per la consegna di due sistemi completi ScanEagle e dei
relativi servizi di addestramento. Il velivolo, con un’autonomia di 20 ore e
una velocità di crociera di 140 km/h, non necessita di pista per il decollo o
l’atterraggio. Il lancio avviene tramite una catapulta pneumatica che può
essere facilmente localizzata a bordo di unità navali. Lo ScanEagle è
utilizzato per fini di intelligence, sorveglianza e ricognizione (Isr): è dotato
di sofisticati sistemi di rilevamento elettro-ottici, telecamere all’infrarosso
e sistemi integrati di comunicazione. A partire del 2005, la piattaforma è
stata schierata ripetutamente in alcuni degli scacchieri di guerra più
sanguinosi (Afghanistan Iraq, Libia, ecc.). I principali operatori sono l’US
Navy, la Guardia coste e il Corpo dei marines degli Stati Uniti, le Marine di
Australia, Canada, Colombia, Giappone, Gran Bretagna, Malesia, Paesi Bassi,
Polonia, Singapore, Spagna e Tunisia. Ogni sistema ScanEagle ha un costo di
circa 3,5 milioni di dollari e comprende quattro velivoli aerei a pilotaggio
remoto, una stazione di controllo a terra, un terminale video remoto e le
relative attrezzature di lancio e ricovero.