Una Frontex 2 contro migranti e cittadini
europei “sospetti”
di Antonio Mazzeo
Dopo l’operazione Triton e il varo della forza
navale EUNAVFOR MED, l’Unione europea pensa a nuovi strumenti militari per
“garantire una gestione forte e condivisa delle frontiere esterne” e fare la
guerra ai migranti nel Mediterraneo. Il 15 dicembre la Commissione europea ha
infatti deciso di potenziare il mandato e le risorse finanziarie di Frontex,
l’agenzia di vigilanza e controllo dei confini Ue ed istituire una Guardia costiera
e frontaliera europea che sovrintenda con piena autonomia alla gestione delle
operazioni anti-migrazioni.
“È giunto il momento di passare a un sistema di gestione
delle frontiere realmente integrato”, ha dichiarato il vicepresidente della
Commissione europea, Frans Timmermans. “La Guardia costiera e di frontiera
europea riunirà l’agenzia europea per la guardia costiera e di frontiera
istituita da Frontex e le autorità degli Stati membri responsabili della
gestione delle frontiere, che continueranno a occuparsi delle attività
giornaliere di gestione delle frontiere esterne. Il sistema proposto avrà la
possibilità di attingere a una squadra di persone e a un parco di attrezzature
di riserva e permetterà di individuare in tempo reale eventuali carenze, che
potranno così essere risolte rapidamente, migliorando anche la nostra capacità
collettiva di intervenire in modo efficace in situazioni di crisi. Ciò
contribuirà a gestire più efficacemente la migrazione, a rafforzare la
sicurezza interna dell’Unione europea e a salvaguardare il principio della
libera circolazione delle persone”.
Le misure adottate dalla Commissione comporteranno la
riorganizzazione istituzionale di Frontex e uno smisurato ampliamento delle sue
funzioni e dei suoi costi. “I limiti di Frontex, hanno impedito sino ad oggi un
suo efficace intervento per porre rimedio alle situazioni create dalle crisi
dei rifugiati”, ha spiegato il presidente della Commissione europea,
Jean-Claude Juncker. “L’agenzia Ue non può acquisire le proprie risorse, non ha
un proprio staff operativo e fa riferimento sui contributi degli Stati membri;
non è in grado di svolgere le proprie operazioni di gestione delle frontiere
senza la richiesta prioritaria di uno Stato membro e non ha un esplicito
mandato per condurre operazioni di ricerca e soccorso. Con la nuova agenzia si
potrà fare molto di più”.
A specificare compiti e mezzi di Frontex 2 è Dimitris
Avramopoulos, commissario europeo per la migrazione, gli affari interni e la
cittadinanza. “La nuova agenzia per la guardia costiera e di confine
verificherà che le regole di gestione integrata delle frontiere siano
rispettate, potrà agire autonomamente per prevenire situazioni di crisi e
intervenire subito sulle frontiere esterne con azioni urgenti sul campo. Altre
misure proposte consentiranno la velocizzazione del rimpatrio dei migranti
irregolari: ci sarà uno speciale ufficio rimpatri che collaborerà con gli stati
membri finanziando o co-finanziando le operazioni per rimandare indietro gli
irregolari”.
L’istituzione di una Guardia costiera e di frontiera
europea era stata anticipata il 9 settembre 2015 da Jean-Claude Juncker nel suo
discorso sullo stato dell’Unione, ma il colpo di acceleratore alla riforma
delle agenzie Ue anti-migranti è stato giustificato dallo stesso presidente
della Commissione europea con la necessità di “dare una risposta ai recenti
attentati di Parigi ed alla crescente minaccia posta dai terroristi combattenti
stranieri”.
Secondo il documento pubblicato dalla Commissione europea
il 15 dicembre, la nuova guardia di frontiera avrà una “squadra di riserva
rapida di guardie costiere” e potrà contare su almeno 1.500 esperti, il cui
dispiegamento in una zona a rischio migranti potrà essere effettuato entro tre
giorni. “Essi costituiranno la Forza Europea di Pronto Intervento rischierabile
a ridosso delle frontiere in situazioni di crisi”, scrivono i commissari di
Bruxelles. “Per la prima volta l’agenzia potrà procurarsi le attrezzature
autonomamente e attingere a un parco di attrezzature tecniche messo a
disposizione dagli Stati membri”. Entro il 2020 la nuova agenzia potrà contare
su un migliaio di dipendenti a tempo indeterminato, un numero due volte
maggiore di quanto è impiegato attualmente da Frontex.
Sarà attivato inoltre un Centro di monitoraggio ed
analisi dei rischi per controllare i flussi migratori verso l’Unione europea e
al suo interno e “svolgere valutazioni obbligatorie della vulnerabilità, volte
a individuare i punti deboli ed a porvi rimedio”. L’agenzia includerà la
“criminalità transfrontaliera” e il “terrorismo” nelle analisi dei rischi e
collaborerà con altre agenzie dell’Unione e le maggiori organizzazioni
internazionali nella “prevenzione del terrorismo”. Funzionari di collegamento
verranno distaccati negli Stati membri per garantire una presenza dove si
riterrà che le frontiere siano a rischio pressione migratoria. “L’agenzia potrà
valutare la capacità operativa, le attrezzature tecniche e le risorse di cui
dispongono gli Stati membri per fronteggiare le sfide alle loro frontiere esterne
e potrà imporre agli Stati membri di adottare misure entro un termine
prestabilito”.