MONARCHIA
di Franco Astengo
Torrna il Savojardo in spregio a
qualunque doverosa informazione nei confronti della Nazione e di qualsivoglia
dibattito pubblico; del silenzio di un capo di Stato che è divenuto l’ombra
inutile di se stesso, e di un Partito democratico sempre più disgustosamente di
destra (A.G.)
Non è questione dell’utilizzo di
un volo militare o di altri aspetti di mera opportunità: il rientro delle salme
dei rappresentanti di casa Savoja in Italia (cui seguirà l’inevitabile polemica
riguardante la traslazione al Pantheon: tanto per aggiungere confusione a
confusione) costituisce un ulteriore passaggio della “damnatio memorie” in atto
rispetto ai valori costitutivi della democrazia repubblicana e della storia del
nostro Paese.
Qualcuno
oggi ha elencato i tre punti sui quali casa Savoja e in particolare Vittorio
Emanuele III si sono resi protagonisti del disastro del fascismo, della guerra,
delle leggi razziali: non aver tolto l’incarico a Mussolini dopo il delitto
Matteotti; aver provocato l’8 settembre; aver firmato le leggi razziali. A
voler essere precisi ci sarebbe da aggiungere l’aver fatto entrare in guerra
l’Italia il 24 maggio 1915 senza un voto del Parlamento (650.000 morti e un
milione di feriti); il comportamento lungo tutto il ventennio di dittatura in
piena regola (si sta tentando di contestare anche il concetto stesso di fascismo
come regime dittatoriale); l’ingresso nella seconda guerra mondiale; l’aver
consentito la modifica dello Statuto in punti essenziali come quello
dell’elevazione di un organo di partito (il Gran Consiglio) a organo
costituzionale e l’abolizione della Camera dei deputati. Anche così però si
sono soltanto precisati alcuni aspetti senza toccare il dato di fondo: ben
oltre la “pietas” da esercitarsi nella normalità di questi casi, il punto è
quello dell’ennesimo sfregio che viene inferto alla storia della democrazia
repubblicana e alla memoria della fase decisiva di costruzione della nostra
democrazia.
Nella
formalità non è avvenuto nulla in violazione della Costituzione.
Invece nella profondità dell’espressione dei valori
comuni che hanno costruito la Repubblica siamo davanti ad un’insopportabile
sottrazione di identità della nostra memoria storica.