LIVIO, WILMA E I LIBRI
di Sandro Gros-Pietro
Luigi XIV
Non capita tutti i giorni a un editore di
presentare contemporaneamente due libri, uno che vede la luce come postumo, di
un Autore che ci ha lasciati nel 2012, e l’altro invece che è una novità fresca
di stampa, di un’autrice che attualmente è in piena attività creativa. Ma
questo fatto, che è di per sé già molto eccezionale, non sarebbe ancora un
evento veramente epocale se non ci fosse a legare insieme i due autori niente
meno che il vincolo matrimoniale. I casi di marito e moglie entrambi scrittori
riportati dalla letteratura italiana sono veramente rari. Nella nostra epoca
abbiamo quello celeberrimo di Alberto Moravia ed Elsa Morante, che rimasero
coniugi per 21 anni, prima di separarsi. Nel caso, invece di Livio Cerini e
Wilma Minotti si tratta di un matrimonio che è durato tutta la vita, una
coabitazione collaborativa che arriva al mezzo secolo e attraverso il ménage
letterario dei due scrittori si proietta anche oltre la vita stessa con questa
pubblicazione.
Quando un uomo riesce a diventare famoso, noi tutti sappiamo che di lui si
dice, “dietro a un uomo famoso c’è sempre una donna che ha saputo costruirlo
pezzo a pezzo”; quando una donna riesce a divenire famosa si suole dire che
“dietro una donna di successo c’è sempre un uomo che ha saputo amarla senza
riserve”. Nel caso dei due coniugi Cerini, queste due sentenze popolari
andrebbero usate entrambe, una a beneficio della donna, nonché l’altra a
beneficio del marito. Ed è proprio questo fatto di pari opportunità tra uomo e
donna che rende così moderna, significativa ed esemplare la collaborazione di
vita e d’arte tra due coniugi.
Livio Cerini Visconte di Castegnate è noto a tutti gli appassionati gourmet
come il “Galileo Galilei della cucina italiana”, perché ha fatto della
cucina un’arte scientifica, se mi passate il contrasto di significati tra
l’arte e la scienza, nel senso che Livio Cerini le ha fuse insieme, così come
Galileo ha tentato di fondere insieme, la scienza con la filosofia e la
religione, sia pure riuscendoci solo in parte. Livio Cerini è autore di
una serie di libri celebrativi delle virtù culinarie e dell’ospitalità
italiana, tra cui primeggiano Il grande libro del Baccalà, Il
cuoco gentiluomo, Erté e il Cognac, Il gourmet vegetariano per
carnivori e molti altri libri.
Luigi XIV |
Wilma Minotti Cerini è, invece, poetessa, narratrice e curatrice di importanti
libri di poesia, di narrativa e di saggistica, tra cui si ricordano La
luce del domani, Alla ricerca di Shanti, La strada del ritorno,
Ci vediamo al Jamaica, Vita e Poesia di Peter Russell e molti
altri libri ancora. Vincitrice di numerosi premi letterari, operatrice
culturale sempre attiva, Wilma ha voluto aggiungere al suo palmares letterario
la disponibilità a divenire un’autrice di riferimento della Genesi editrice, e
di ciò io le sono particolarmente grato.
Allora, vediamo i due libri in presentazione di oggi. Come editore, io sono
parte in causa e dirò poco di loro, perché sono apertamente partigiano a favore
delle mie edizioni e di tutti i miei autori. Vado per ordine cronologico di
edizione.
Ad ottobre del 2022 esce Il re mangia solo e altri racconti, il libro
scritto riunendo dei racconti e degli spunti letterari di Livio Cerini con la
cura della moglie Wilma Minotti. Il racconto principale è la ricostruzione
della liturgia con cui Luigi XIV pranzava davanti alla sua corte che, devotamente
lo assisteva in piedi: la qualità dei piatti e delle bevande, la nobiltà dei
cortigiani ammessi al servizio di tavola e di degustazione, l’elenco delle
interminabili portate, compresi pasticcini e dolciumi; l’eccezionalità di una
presenza di altissimo livello culturale ammessa alla tavola del Re, seduto alla
destra del sovrano, come Cristo alla destra di Dio. È evidente
l’intento di scherzosa immedesimazione autobiografica del Visconte di
Castegnate nella iperegocità del Re Sole, che è fin diventata un paradosso
popolare e il cui valore di comicità non poteva sfuggire a un uomo colto e
gioioso come Livio Cerini.
Quando un uomo riesce a diventare famoso, noi tutti sappiamo che di lui si
dice, “dietro a un uomo famoso c’è sempre una donna che ha saputo costruirlo
pezzo a pezzo”; quando una donna riesce a divenire famosa si suole dire che
“dietro una donna di successo c’è sempre un uomo che ha saputo amarla senza
riserve”. Nel caso dei due coniugi Cerini, queste due sentenze popolari
andrebbero usate entrambe, una a beneficio della donna, nonché l’altra a
beneficio del marito. Ed è proprio questo fatto di pari opportunità tra uomo e
donna che rende così moderna, significativa ed esemplare la collaborazione di
vita e d’arte tra due coniugi.
Livio Cerini Visconte di Castegnate è noto a tutti gli appassionati gourmet
come il “Galileo Galilei della cucina italiana”, perché ha fatto della
cucina un’arte scientifica, se mi passate il contrasto di significati tra
l’arte e la scienza, nel senso che Livio Cerini le ha fuse insieme, così come
Galileo ha tentato di fondere insieme, la scienza con la filosofia e la
religione, sia pure riuscendoci solo in parte. Livio Cerini è autore di
una serie di libri celebrativi delle virtù culinarie e dell’ospitalità
italiana, tra cui primeggiano Il grande libro del Baccalà, Il
cuoco gentiluomo, Erté e il Cognac, Il gourmet vegetariano per
carnivori e molti altri libri.
Wilma Minotti Cerini è, invece, poetessa, narratrice e curatrice di importanti
libri di poesia, di narrativa e di saggistica, tra cui si ricordano La
luce del domani, Alla ricerca di Shanti, La strada del ritorno,
Ci vediamo al Jamaica, Vita e Poesia di Peter Russell e molti
altri libri ancora. Vincitrice di numerosi premi letterari, operatrice
culturale sempre attiva, Wilma ha voluto aggiungere al suo palmares letterario
la disponibilità a divenire un’autrice di riferimento della Genesi editrice, e
di ciò io le sono particolarmente grato.
Allora, vediamo i due libri in presentazione di oggi. Come editore, io sono
parte in causa e dirò poco di loro, perché sono apertamente partigiano a favore
delle mie edizioni e di tutti i miei autori. Vado per ordine cronologico di
edizione.
Ad ottobre del 2022 esce Il re mangia solo e altri racconti, il libro
scritto riunendo dei racconti e degli spunti letterari di Livio Cerini con la
cura della moglie Wilma Minotti. Il racconto principale è la ricostruzione
della liturgia con cui Luigi XIV pranzava davanti alla sua corte che, devotamente
lo assisteva in piedi: la qualità dei piatti e delle bevande, la nobiltà dei
cortigiani ammessi al servizio di tavola e di degustazione, l’elenco delle
interminabili portate, compresi pasticcini e dolciumi; l’eccezionalità di una
presenza di altissimo livello culturale ammessa alla tavola del Re, seduto alla
destra del sovrano, come Cristo alla destra di Dio. È evidente
l’intento di scherzosa immedesimazione autobiografica del Visconte di
Castegnate nella iperegocità del Re Sole, che è fin diventata un paradosso
popolare e il cui valore di comicità non poteva sfuggire a un uomo colto e
gioioso come Livio Cerini.
Ma non c’è solo quello, perché nel libro ci sono racconti che mettono a
fuoco la vasta cultura di Livio Cerini, il suo amore per i libri, la sua
esaltazione per i poeti ribelli e più di tutto la sua crociata a favore della
patafisica, la scienza delle soluzioni immaginarie, illustrata dal poeta maudit
francese Alfred Jarry, perché se vogliamo è proprio grazie alla patafisica che
a buon titolo si può dire che Livio Cerini è il Galileo Galilei della cucina
italiana, in quanto è stato capace di fare coincidere la scienza con
l’arte della cucina. Il libro contiene anche un golosissimo ricettario che non
è che una minima parte di quello raccolto in una vita dedicata dall’Autore alla
gastronomia italiana. Questo magnifico libro non avrebbe mai visto la luce
se non fosse intervenuta Wilma Minotti, l’adorata moglie di Livio, a operare
una splendida e invisibile sarcitura e purificazione fra le parti disgregate e
grezze di scrittura del marito, già avanti negli anni e più impegnato in una
battaglia di resistenza all’erosione del tempo che non in una progressione di
sviluppo verso il futuro. La moglie Wilma ha unito il suo inchiostro a quello
del marito e ne è uscito lo splendido libro, scritto pressoché a quattro
mani, dai due coniugi uniti insieme, anche al di là della vita stessa.
Buon ultimo, voglio esprimere due parole di presentazione anche per il libro
della signora Wilma Minotti Cerini, un testo di parole ed immagini che si
chiama C’era una volta il Bagutta. Nel mio modesto ruolo di
cultore di libri, voglio dire che ben difficilmente si può trovare l’uguale
esaltazione, colma di ammirazione e di fedeltà per le iniziative dei “nobili”
(ovvero, in termini moderni, della classe dirigente), ma non disgiunto da
qualche cenno di rimprovero - così tipico della maschera popolare di Meneghino
- , che rappresenta appieno il laboriosissimo popolo milanese, un poco
spaccone, eppure operosissimo, col cuore in mano e la fiducia incrollabile nel
futuro.
La Trattoria Bagutta di Milano
Tuttavia, il libro è sorprendentemente dedito al passato. A quel
meraviglioso e altisonante passato che ha reso poco per volta la piazza
letteraria milanese in piena competizione con quella romana, e fino superiore a
quella fiorentina, torinese e napoletana. Wilma Minotti è milanese
purosangue e, allora, va concesso che nel suo elogio letterario della milanesità
possa starci una punta di privilegio campanilistico. Il libro è una splendida
ricostruzione per immagini e per documenti della storia del Premio Bagutta,
prima ideazione nazionale di premio letterario dedicato al romanzo istituito
liberalmente nel 1927 da un’associazione di artisti, scrittori e giornalisti
milanesi nell’omonima trattoria tenuta dalla famiglia Pepori in via Bagutta,
che da piazza San Babila conduce a via Montenapoleone.
Si tratta di un prezioso e brillante documento storico che fa rinascere
come un patrimonio mai passato di moda la voglia di ricostruzione e la certezza
di avere un futuro espresse un’intera città che era stata ridotta in cenere dai
bombardamenti degli Alleati e che dopo solo tre lustri risplendeva come la
regina del Nord d’Italia e già stava preparando il suo ruolo odierno di
principale Città italiana a livello di grande metropoli europea. È un libro da
leggere a da guardare, da tenere sul comodino, perché c’è bisogno di rileggerlo
e di guardarlo, come un amico fedele, che tiene compagnia e che instilla nel
lettore buon umore, compiacimento del passato e sicurezza nel futuro.