L’ARTE AL SERVIZIO DELLA PACE
di
Giuseppe Langella
Brunivo Buttarelli
"Duello Silente"
Brunivo
Buttarelli rilegge l’Orlando Furioso.
Brunivo
Buttarelli, un artista straordinario che mi piace segnalare all’attenzione dei
lettori di “Odissea”, ha realizzato un ciclo di tredici opere ispirandosi all’Orlando
furioso. L’ha fatto, naturalmente, non da semplice illustratore, ma
reinterpretando il poema dell’Ariosto in chiave contemporanea, rispetto alle
sfide e alle minacce che incombono sul pianeta azzurro e sul destino stesso
dell’uomo del terzo millennio. D’altronde, questo progetto è nato in odore di
Realismo Terminale, il movimento fondato da Guido Oldani cui anche Buttarelli
ha aderito, diventandone anzi uno degli esponenti più rappresentativi. Non per
nulla, tanto il catalogo quanto l’allestimento espositivo delle sue opere
plastiche sono affiancati, a mo’ di allarmanti didascalie, dai testi poetici di
un nutrito manipolo di realisti terminali (oltre a Oldani e al sottoscritto,
Tania Di Malta, Marco Bruni, Pino Canta, Emanuela Gelmini, Izabella Teresa
Kostka, Annachiara Marangoni, Beppe Mariano, Angelo Francesco Puma, Stefano
Giorgio Ricci, Francesco Sainato, Stefano Torre, Alessandra Vinotto). Ne è
venuta fuori una narrazione piuttosto inquietante del mondo e della storia, una
sequenza in crescendo di scenari inquinati e apocalittici che sfocia nella
visione profetica e provocatoria di una possibile estinzione del genere umano.
Le
tredici opere sono state esposte, nelle settimane scorse, al Museo Diotti di
Casalmaggiore e presto approderanno a Milano. Al centro della mostra
campeggiano due armigeri in piedi. Il titolo dell’opera riportato nel catalogo
dà loro un nome: sono Rodomonte e Ruggero, protagonisti dell’ultimo
duello, fatale per il guerriero saraceno, con cui si chiude il poema
ariostesco. Ma nel rivisitare quell’episodio favoloso, Buttarelli ne stravolge
completamente i termini. Si osservi la foto. Per cominciare, i due combattenti
non hanno un volto: non c’è nessuno sotto i loro elmi e le due armature sono
vuote, proprio come quella del Cavaliere inesistente di Calvino. Massimo
anonimato, dunque: potrebbero essere due soldati qualunque. Ma soprattutto, i
due eroi non hanno affatto incrociato le spade per uccidersi; anzi, non si
guardano nemmeno, si voltano le spalle, entrambi a capo chino, assorti, in posa
triste e meditabonda. Pensano, evidentemente, agli orrori della guerra, ai
campi di battaglia seminati di morti, ai tanti lutti provocati dalle armi. Sono
due uomini stanchi di battersi, sulle cui coscienze piegate pesa l’enorme
sperpero di risorse e di vite umane inutilmente sacrificate al delirio di
onnipotenza di uomini folli, che hanno smarrito il senno sulla luna, esattamente
come il leggendario paladino Orlando. Nei due armigeri è scomparsa del tutto la
proterva alterigia tipica dei belligeranti. Si direbbe, al contrario, che
entrambi non vedano l’ora di togliersi di dosso quelle insopportabili armature,
che peraltro non hanno impedito all’uno di perdere un braccio e all’altro di
vedersi amputata una gamba. E quegli esigui e ironicamente dissonanti busti
ortopedici di plastica che prendono il posto della corazza, all’altezza del
petto, in mezzo a tanta ferraglia di riciclo, materia prima di molte opere di
Buttarelli, ci ricordano almeno due sgradevoli ma necessarie verità: che la
guerra è una spaventosa malattia e che precipita un’infinità di persone, civili
non meno che militari, in condizioni estremamente precarie, senza protezioni
adeguate. Sicché si capisce, alla fine, che l’unica cura davvero efficace
contro la tragica, immane, barbarie di ogni guerra, per dirla con Hemingway, è
dare, congiuntamente e per sempre, l’Addio alle armi. Nella sua opera, ricuperando,
lavorando e assemblando in funzione artistica reti, tubi, lamiere e altri rifiuti
metallici gettati in discarica, Buttarelli non solo ha infuso nuova vita a
oggetti altrimenti destinati allo smaltimento, ma ha fatto anche sue,
idealmente, le parole del profeta: “Spezzeranno le loro spade
per farne aratri, trasformeranno le loro lance in falci. Una nazione non alzerà
più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra” (Isaia 2, 4). Da
qualunque parte la sia guardi, l’opera di Buttarelli celebra la pace.
Brunivo Buttarelli "Duello Silente" |