Libri
CORPO A CORPO CON LA TOTALITÀ
di Filippo Ravizza
Adam Vaccaro
Qui
e ora
Ascolta Google, dove sei? Sono qui
sulla coda di una fila chilometro zero
davanti a questa porta con targa che
ci dona il Pane quotidiano e ogni
giorno siamo qui più di mille
in coda che ti cerco ti cerco
per chiederti dove sei così
potente dove sei anche tu
invisibile come tutti gli dèi
per avere un po' di pio pane di
pace – ma non ti vedo – non ci sei
come tutti gli altri cari mille nostri dèi.
Con questa poesia ("Qui e ora",
pagina 28) tento un primo avvicinamento teoretico a questo: Google - Il nome
di Dio, testo corposo e complesso, dove Adam, da sempre fermo sostenitore
della necessità che la poesia abbia una funzione civile di analisi e riflessione
sulla e della realtà, una parola che, per prima cosa sappia qual è comunque la
sua origine: tutta dentro alle cose, nelle cose del mondo. Una parola, quella
di Vaccaro, che si confronta, uscendo dalla opzione, oggi purtroppo
maggioritaria, di una poesia autodelimitata in un contesto autoreferenziale; si
confronta, dicevamo, con la totalità. La totalità della realtà sviluppatasi nel
contesto della Storia, che è un prodotto delle idee degli uomini. Ma quello che
Adam sa e vuole dire, è anche l'origine, il retroterra delle idee: esse non
nascono in un non meglio precisato "spirito": no, sono i dati di
fatto che diventano idee. Da questi dati di fatto nasce dunque anche
l'arte, la poesia, ogni forma di interpretazione; tutto è costruito dall'uomo,
poiein è "fare"; l'azione, l'agire sta dietro a tutte le
manifestazioni umane, anche alla poesia. Ecco dunque: una versificazione che
nasce dalla totalità, quella totalità non può non analizzare, interpretare;
analizzando costruisce consapevolezza e visione e acquisisce la possibilità di
predizione, di ipotizzazione del futuro, individuando le conseguenze e gli
sviluppi più probabili delle premesse che si sono venute costituendo. "Oggetto
della Storia è, nella più blanda delle accezioni, la trasformazione",
dice lo Hegel nella sua "Filosofia della Storia universale":
Adam
Vaccaro qui, da buon materialista di scuola marxiana, è anche in parte
discepolo dell'idealista Hegel. Il suo lavoro prende in esame le trasformazioni
della realtà che ci circonda e si immerge nel tandem rappresentato, da un lato,
dallo sviluppo dell'economia mondiale, che a partire dagli Anni 50 del
Novecento ha visto un progressivo affermarsi, prima del capitalismo
tradizionale, legato alla produzione di ricchezza ed alla convertibilità moneta-oro,
moneta-valore reale; poi, a partire dagli Anni 70, con l'abbandono della parità
oro-dollaro ed il progressivo indebolirsi, almeno in Occidente, delle economie
"socialiste reali", indebolirsi che ha portato al crollo finale nel
1989/90, di quest'ultime. Da lì, con le premesse del decennio 70 e senza più
"rivali", almeno in Occidente, il "fiorire" pervasivo e
totalizzante della economia della globalizzazione finanziaria neoliberista,
espressione perfetta del capitalismo vittorioso. Quale sovrastruttura più
idonea, più funzionale a questo nuovo capitalismo (ecco l'altro lato del tandem) - sembra dirci
Vaccaro - di Internet, di Google? Di tutte le forme di intelligenza artificiale
e realtà virtuale che oramai scandiscono le nostre vite?
Così ormai Rosina è un grumo che
non sa più
cosa o a chi chiedere di avere
una voce per sé-in mezzo
a questo coro-orchestra
di cuori elemosinieri
di santi spioventi e
pressanti sotto
questo cielo
lattemiele
e gelo
della
tv.
("Rosina
e l'orchestra tv", pagina 34)
Adam Vaccaro |
Questo
libro illustra assai bene la grande dicotomia che è sotto ai nostri occhi: il
progressivo crescere delle
contraddizioni strutturali a cui sta andando incontro questa nuova forma di
economia: il progressivo accumularsi delle ricchezze all'interno di fasce
percentuali sempre minori delle popolazioni: i ricchi che diminuiscono
gradualmente di numero, ma divengono sempre più ricchi: i poveri che sono
sempre di più e, anche qui da noi in Occidente, sempre più poveri ed
abbandonati a se stessi dal sistema; la classe media spinta progressivamente
verso il basso; quelle classi medie a cui appartengono i cosiddetti
"garantiti", peraltro destinati a divenire sempre di meno ed in
procinto di prenderne collettivamente coscienza.
Ma
qui ecco irrompere sulla scena il ruolo di Google,
di Internet, di Instagram, delle nuove tecnologie: costruire una narrazione
dominante tranquillizzante e normalizzante, capace di interpretare - attraverso
gli algoritmi - desideri, pulsioni, propensioni. Capaci così di prevedere in ptima
battuta, le propensioni al consumo e le tipologie diverse di consumo di tutti
noi; ma in seconda e più pericolosa battuta anche i possibili e/o probabili
sviluppi delle nostre attitudini caratteriali, delle nostre idee e alla fine,
in uno scenario di "capitalismo della sorveglianza" compiuto,
addirittura delle nostre visioni del mondo, con la capacità di attutire
progressivamente le loro differenze: uniformandole cioè progressivamente,
conducendole, come obiettivo finale, ad un'unica, grande, pervasiva e
totalizzante "interpretazione del mondo".
La
partita, però, è ancora in parte da giocare, non è ancora persa: infinite sono
le variabili della Storia e bisogna sempre tenere conto, ci insegnano Hegel e
Marx, delle contraddizioni che si formano incessantemente e che possono mutare
i rapporti di forza.
Filippo Ravizza |
E qui, e poi concludo, Google - Il nome di Dio termina invece con una attestazione di speranza: la rivendicazione aperta delle identità comunitarie e collettive, la riscoperta delle radici e degli affetti come antidoto e luogo di contrapposizione all'individualismo selvaggio che alla globalizzazione neoliberista invece si addice. È questa la quarta ed ultima sezione "Cuore Bianco": dopo che le prime tre, "Cuore Nero", "Cuore Viola", "Cuore Rosso", hanno disegnato rapporti di dominio e di sfruttamento, il regno della forza e delle disuguaglianze, ecco che in "Cuore Bianco" il mondo degli affetti, irrompe e dà luce e indicazione di possibili fuoriuscite dall'incubo delle vite irregimentate e inautentiche: così le poesie dedicate ai figli e ai nipoti, alla moglie, a Vilma, la suocera morta centenaria nel 2020, donna-partigiana, attrice della Resistenza "A caccia di noi che cantando bella ciao/ gridavamo viva la Patria" (pagina 56) o, per citare altri testi significativi "Chris", "fiore d'autunno", "Claudio e Elena", "rami che crescono" o "Chiara e l'Ignoto" (pagina 72) "Chiara che stai arrivando/ e mi stai già parlando/ con voce e parole che/ non conosco non capisco-/ sei tu l'Ignoto che parla/ ridendo a questo tempo?"
E il ricordo del padre, staffetta militare in Croazia, durante la Seconda Guerra Mondiale, poi prigioniero dei tedeschi, tornato distrutto dal campo di concentramento.
E altre memorie di sensi: "Profumami origano di colline molisane/ i miei ricordi di ragazzo inerpicato/ sui suoi sogni saporosi – come le fette/ di pane e pomidoro che facevi diventare/ un pranzo da re!" (Origano e monti molisani, pagina 64).
L'abbraccio alla terra natia, ai suoi profumi che riconducono alla ricerca del tempo delle proprie origini (Adam Vaccaro vive da 60 anni a Milano, ma è nato ed è vissuto sino ai suoi 20 anni a Bonefro, in Molise, in provincia di Campobasso) rincuora e dona nuove energie per resistere ad ogni omologazione.
Non posso chiudere queste note senza dire che il volume, uscito per le edizioni Puntoacapo di Pasturana (Alessandria), si avvale di due interventi acuti ed empatici: una prefazione di Massimo Pamio ed una postfazione di John Picchione; due contributi teorici e critici di non indifferente spessore che portano ulteriore ricchezza a questo libro già di suo densissimo ed intenso.
Adam Vaccaro
Google - Il nome di Dio. In quattro
quarti di cuore"
Puntoacapo
Editrice, 2021
Pagg. 98 € 15,00