RIGASSIFICATORE
Associazione
Idra

Girolamo Dell'Olio
davanti a Palazzo Pegaso
Firenze. Due giorni prima che approdasse in porto a
Piombino, il 19 marzo scorso, la rigassificatrice FSRU Golar Tundra, ribattezzata
‘nave della libertà’, il Commissario governativo (nonché presidente Democratico
della Regione Toscana) Eugenio Giani accordava alla Snam una nuova generosa
proroga di 120 giorni (dopo quella, oramai consumata, di 100 giorni concessa a
dicembre) per la presentazione del progetto integrativo di
ricollocazione della FSRU in sito off-shore nonché il progetto relativo agli
interventi necessari per la dismissione della FSRU dal porto di Piombino. Ma
quello che l’ordinanza del Commissario non risulta riportare è un dettaglio
forse non di poco conto, quanto meno rispetto a certe dichiarazioni pubbliche
che assegnavano al mare Adriatico il compito di ospitare la Golar Tundra dopo i
3 anni imposti alla comunità di Piombino e alla sua amministrazione comunale. Nell’istanza
presentata dalla Snam al fine di ottenere un ulteriore differimento dei termini
per l’individuazione del sito nei 22 anni successivi si legge infatti: “Le verifiche fin qui condotte hanno
evidenziato la fattibilità di una ricollocazione in sito off-shore in
Adriatico, in relazione alla quale la Scrivente ha approntato il necessario
sviluppo progettuale, come da ordinanza commissariale n. 140/2022. Al contempo,
deve darsi atto
che, da ultimo, sono state esaminate ulteriori e diverse possibilità di
ricollocazione offshore sia in Adriatico sia in alto Tirreno, la cui
praticabilità (anche in relazione agli eventuali vantaggi rispetto alla
alternativa offshore già sviluppata) deve tuttavia essere ulteriormente
verificata, anche con riferimento alle correlate implicazioni tecniche, alle
tempistiche e ai costi di attuazione, oltre alla raccolta di dati quanto ai
siti oggetto di studio. In tale contesto, al fine di approfondire compiutamente
la valutazione circa la fattibilità delle suddette opzioni progettuali e
avviare per le soluzioni le necessarie interlocuzioni con le istituzioni locali
e regionali nelle opportune sedi e di concerto con il Governo, si chiede di
differire il termine di cui all’ordinanza commissariale n. 140/2022 di
ulteriori 120 giorni”.

davanti a Palazzo Pegaso

Giani e la Golar Tundra
La traiettoria della Golar
Tundra rischia dunque di tornare a incrociarsi con l’area della costa toscana,
e questo non può non preoccupare alla luce anche della consistenza
dell’investimento che la Snam difficilmente potrebbe giustificare con i soli tre
anni di progettata permanenza nel porto di Piombino. Si aggiunge così un nuovo
tassello alla inqualificabile procedura adottata per l’autorizzazione commissariale
all’istallazione della nave rigassificatrice, e all’andirivieni della metaniera
di rifornimento, in un porto turistico piccolo
e affollato, a poca distanza dal centro abitato: definito solo per il 14 per
cento della sua durata, il 15 ottobre scorso è stato autorizzato un investimento
di grande impegno economico, che comporta come corollario la posa e l’esercizio
per la durata di soli tre anni di 8,8 km di condutture in un’area contaminata classificata
come pericolosa dallo Stato (un SIN per cui urgono da lustri interventi di
bonifica del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee),
e che dovrà attendere il 26 giugno 2023 per veder definita (forse) per il
restante 86 per cento del suo tempo di esercizio la nuova ubicazione della
Golar Tundra. Un’ubicazione che rischia di tornare ad ipotizzarsi
pericolosamente prossima all’area dell’arcipelago toscano, e per la quale resta
comunque tutta da valutare (clamorosamente ad autorizzazione commissariale già
abbondantemente concessa!) la compatibilità ambientale, economica e in termini
di sicurezza. Nel trasmettere per conto del Commissario all’associazione
richiedente la documentazione dell’istanza presentata da Snam, la Direzione
generale della Regione Toscana ha omesso di rispondere agli altri quesiti posti
da Idra.
