LA STORIA È DAVVERO MAESTRA DI VITA?
di Luigi Mazzella
La
cosiddetta “cultura Occidentale”, oltre alla caratteristica della sua natura
sostanzialmente fideistica ( si crede nelle utopie e si evita di pensare alla
loro irrealizzabilità; il fanatismo ideologico da “ultras” prevale sulla
razionalità) presenta l’unicità di avere l’orientamento (in buona sostanza: duplice)
dei tre rami del monoteismo religioso mediorientale analogo, in definitiva, a quello (duplice anch’esso) del doppio
hegelismo che continua a coprire l’intera vita politica (fascismo e comunismo)
del vecchio e nuovo Continente. In soldoni i cinque filoni del (si fa per dire)
“pensiero (!)” Occidentale si riconducono a due: 1) abbiate fiducia nei popoli-guida
(fuhrer) che vi condurranno alla salvezza; 2) con l’amore o con la forza
rendete tutti gli abitanti della Terra “uguali”.
Altro dato saliente è che tra i vari filoni, la
guerra è permanente e si sviluppa atrocemente in maniera del tutto indipendente
dall’orientamento religioso o politico delle parti in conflitto. Gli ebrei in
campo religioso e i nazifascisti sul versante laico avevano entrambi la
convinzione di essere amati da Dio ma il giudaico popolo prediletto ha
rischiato di essere totalmente annientato e distrutto dai tedeschi che
sentivano di essere, essi, e soltanto essi, nel cuore della Divinità (“Gott mit
uns”).
“Oremus
et pro perfidis Judaeis” è la locuzione latina, presente
dal VI al XX secolo nella liturgia cattolica del Venerdì Santo, che la dice
lunga sui rapporti tra ebrei e cristiani, almeno fino a quando l’industria
delle armi e la Finanza non hanno trovato l’accordo tra Wall Street, City e IOR a cooperare per il benessere
dei figli (dopo tutto, asseritamente) di uno stesso Dio.
Sulla guerra tra Ebrei, da un lato, e Islamici (Palestinesi,
in primis) sul fronte opposto è
persino ultroneo e superfluo soffermarsi: le molteplici iniziative intervenute
sinora hanno messo in evidenza la sterilità e l’inutilità del cosiddetto
diritto internazionale a fermare massacri di massa, genocidi, distruzioni
indiscriminate anche di “civili” di ogni genere ed età. A testimoniare,
storicamente, a quali risultati disastrosi abbiano condotto le contrapposte
visioni politiche di nazi-fascisti e dei socia-comunisti, v’è il ricordo di
eventi del secolo scorso a occupare ancora la nostra mente esterrefatta.