Le donne non possono morire, di Lorenza Franco, Edizioni Nuove Scritture 2012.
Resoconto della serata di incontro con l'autrice presso il C.C. Giordano Bruno
(24.09.2013)
Lorenza Franco, Angelo Gaccione, Pierino Marazzani
Dopo la gustosa rassegna anticlericale sulle notizie spulciate da vari
giornali e spesso sminuite di importanza dal pensiero dominante cattolico che
controlla anche la stampa e intimorisce i giornalisti, lo scrittore Pierino
Marazzani, presidente del circolo, ha ricordato, tra gli altri, il filosofo
ateo anticlericale Pietro Chiodi (1915 - 1970), di cui ricorrerà il centenario
della nascita il prossimo anno, il quale è stato il primo traduttore italiano
di Martin Heidegger. Introducendo la raccolta di poesie di Lorenza Franco,
"Le donne possono morire", Marazzani ha ricordato che le donne sono
state sempre la vittima principale del credo religioso cristiano, fondato (non
dalle donne ma) dagli uomini: accusate di stregoneria nel caso in cui si
ribellavano al ruolo subalterno di moglie e sceglievano di studiare, molte di
loro furono impiccate, torturate e bruciate vive. Ha ripercorso quindi la
biografia dell'Autrice, come descritta anche in quarta di copertina del libro,
e ha letto la frase lusinghiera a lei dedicata dall'italianista Ezio Raimondi:
"Una sapienza letteraria meditata, consapevole e laboriosa",
ricordando che si tratta di poetessa colta e raffinata nel rigore delle forme
metriche e dell’endecasillabo rimato ma anche di forte impegno civile. Ha poi
dato atto della presenza in sala dell'editore, prof. Angelo Gaccione, che è
stato anche curatore dell'opera, soffermandosi sulla significativa copertina
del libro, che riporta lo straordinario dipinto dell'artista valtellinese
Simona De Maira, raffigurante una donna evanescente che si eleva e che tenta di
sfuggire alle mani di coloro che la vogliono ghermire e opprimere.
Marazzani si
sofferma, in particolare, su otto poesie che si possono così suddividere in
base all'argomento:
4
antilclericali, 2 ateistiche, 1 evoluzionista darwiniana, 1 mista
anticlericale-ateistica.
Si inizia con
la lettura, da parte della stessa Autrice, della poesia DA PREDA DIVENUTO
PREDATORE... in cui si sottolinea l'inutilità delle preghiere a un Dio che non
esiste, come dimostrano anche le grandi tragedie e i disastri, terremoti e
inondazioni che da sempre affliggono il pianeta. Del resto, considerarLo
esistente nonostante queste gravi calamità significherebbe offenderLo. E'
quindi più rispettosa, dell'idea del divino, la posizione di noi atei piuttosto
che quella dei credenti. Se l'uomo vuole salvarsi deve semplicemente smettere
di distruggere il pianeta su cui vive, smettendola di deresponsabilizzarsi
cercando la cappa protettiva di qualcuno che dall'alto lo dovrebbe proteggere
perché lo avrebbe prima creato. Prima di iniziare la lettura l'Autrice ha
ricordato la valenza esorcistica del "battesimo" durante il periodo
fascista, vissuto sulla sua pelle, perché per accedere alla scuola pubblica
bisognava essere battezzati, altrimenti si rischiava, soprattutto in quanto
femmina, di essere additati come creature infernali. Fu così che, a 5 anni,
venne battezzata. Segue lettura della poesia.
Prima della
lettura della seconda poesia scelta da Marazzani, intitolata DECLINO, l'Autrice
si sofferma brevemente sul concetto di "ateo", dicendo che si è
costretti a tale termine da un'ipocrita aporia concettuale creata ad arte dai
credenti: perché noi liberi pensatori non credenti dobbiamo definirci a-tei,
cioè in base alla mancanza di qualcosa che non esiste? Noi siamo semplicemente
non superstiziosi. Intervengo io dicendo che ci sarebbe il termine
"laico", anche lessicalmente più appropriato se non fosse stato
svuotato di significato per l'uso disinvolto e improprio che se ne è fatto
(perfino il papa una volta si è definito laico in un discorso). Quindi noi non
credenti siamo costretti ad usare, per farci capire, il termine ateo, di chiara
matrice clericale. Marazzani introduce la poesia ricordando il dramma della
morte e della non accettazione della finitezza della esistenza, che porta
all'invenzione della religione, con i conseguenti rituali tra i quali l'estrema
unzione. Molte persone si pongono tale dramma
in tarda età diventando credenti "per convenienza", in verità per la
semplice paura della morte, disponendo per la propria estrema unzione. Ma è
tipico delle menti più coerenti e nobili percorrere il sentiero inverso, come
avvenne per il grande scienziato e medico italiano Camillo Golgi (1843 - 1926),
il quale rifiutò l'eucarestia e l'estrema unzione prima di lasciarci.
Segue la
lettura della poesia DOVRO' PER FORZA ENTRARE IN PARADISO? che ci ricorda i
roghi e le torture dell'inquisizione, citando Giordano Bruno e richiamando
pressoché tutti i "santi", introdotta da Marazzani il quale ha
ricordato in proposito la sua impegnativa opera La chiesa che tortura. Due
millenni di sevizie ecclesiastiche, La Fiaccola ed. 2010, con 500 e più
riferimenti bibliografici sulle torture perpetrate dalla chiesa. Segue la
lettura della poesia.
Viene
introdotta la quarta poesia, GLI IMPENETRABILI JEANS, sul caso della discussa
sentenza della Corte di cassazione dell'anno 1999 circa lo stupro di una
ragazza in jeans, che aveva annullato la sentenza di condanna della Corte
d'appello rimettendo alla stessa una nuova decisione.
Marazzani ha ricordato la persona di Don Giussani, che per le sue idee
libertarie non solo non è stato fatto santo, ma nemmeno monsignore, e la cui figura
è stata solo in seguito riabilitata dai suoi discepoli ascesi in politica tra i
quali Formigoni & C. L'Autrice interviene richiamando un articolo dal
titolo "Si può non credere in Dio ma non si può non credere nella
chiesa". Segue lettura della poesia.
In essa si
richiamano i mostruosi crimini del cardinale Ruffo e gli stupri subiti dalla
giacobine napoletane nel 1799, che puntualmente si sono ripetuti in Argentina,
complice il cardinale Bergoglio (di cui si parlerà durante la trattazione del
libro I peccati del papa argentino. Discepoli di verità. Sangue e sesso a
Buenos Aires: i silenzi di Jorge Mario Bergoglio, Kaos ed. 2013). Con la
differenza che tutto ciò che avvenne alla luce del sole contro i giacobini
napoletani, in Argentina avvenne di nascosto, nelle tenebre delle connivenze
con generali, cappellani militari e alti prelati.
La successiva
poesia, IL DISIMPEGNO DELLA FILOSOFIA, inneggia all'avvento di un nuovo
illuminismo in grado di combattere tutte le superstizioni facendo finire le
novelle mattanze che si compiono nel nome del personaggio di fantasia
"Dio". In tale poesia vengono citati tutti i sommi profeti e le tre
religioni monoteiste.
Segue la
lettura della poesia L'ANNUNCIAZIONE sul tema del dogma cattolico della
Madonna. Secondo il filosofo greco Celso il soldato romano Ben Panthera fu il
vero padre biologico di Gesù, e siccome per partenogenesi possono nascere solo
figlie femmine identiche alla madre, è facile comprendere chi avesse in verità
fecondato Maria, tutt'altro che vergine e tutt'altro che fecondata dalla
Spirito Santo. La poesia ripercorre questa ipotesi storica.
L'ATEISMO E LE
DONNE è una poesia che tratta dell'alienazione religiosa che discrimina e
segrega la donna da millenni. Marazzani ha ricordato che la prima laurea che
viene assegnata ad una donna, in filosofia, risale al 1700 a Padova, ben sei
secoli dopo la fondazione delle università. Le donne vennero poi ufficialmente
ammesse alle università solo con l'Unità d'Italia. Ma anche nel '900 la
consorte serba del grande scienziato Einstein dovette espatriare per poter
studiare matematica, in quanto nel suo Paese non era consentito alle donne di
iscriversi alle università. Non tutti sanno che l'ultimo Stato delle
"moderne" democrazie occidentali a dare il voto alle donne,
finalmente nel 1970, è la Svizzera, a causa dei cantoni cattolici più
reazionari.
Con la poesia
LA TEOLOGIA si mettono in luce le fandonie dei teologi, esperti nella
"scienza del nulla", gente pagata dalla chiesa per sostenere i suoi dogmi.
Marazzani ha sottolineato che la differenza tra i preti e i non credenti non è
solo perché si hanno idee diverse, ma anche perché i primi vengono pagati,
mentre i sanamente atei di cervello fanno gli anticlericali gratis. Se il prete
non difende bene la sua causa viene licenziato, oppure esiliato in parrocchie
sperdute, come avvenne per don Milani.
L'Autrice
sottolinea che si tratta di una poesia religiosa, perché solo il silenzio è
vera religiosità. D'altra parte tutti i grandi mistici e i veri santi alla fine
diventano atei, perché annullano l'IO, e annullando l'ego automaticamente si
elimina la proiezione di questo, cioè Dio. Non a caso padre Pio parlava del
"buio dello spirito" e madre Teresa di Calcutta scriveva le famose
"lettere atee". Anche padre David Maria Turoldo parlava spesso del
"nulla" nelle proprie poesie. Del resto le più recenti scoperte in
fisica quantistica inducono a ipotizzare che nulla esiste in realtà, tutto è maya,
illusione.
Per finire, il
presidente del circolo Pierino Marazzani ha ringraziato l'editore Angelo
Gaccione per la preziosa pubblicazione nell'attuale panorama dell'editoria
asservita al pensiero dominante cattolico, la quale poco osa e niente pubblica
con riferimento alla verità sull'origine del cristianesimo: anche la poesia
certe volte, quando non è autoreferenziale ma erudita e colta, con ampi
riferimenti storici, può contribuire a fare chiarezza.
Ha fatto seguito ampio e vivace dibattito, anche con alcuni amici di
Candide, frequentatori del mio salotto, tra i quali anche autori di libri che
avevo presentato. Non ho potuto non osservare, ad introduzione del dibattito,
che era stata trascurata la poesia che dà titolo alla raccolta, cioè LE DONNE
NON POSSONO MORIRE, sulla quale varrebbe a pena soffermarsi, in questo periodo
di recrudescenza della violenza contro le donne, almeno leggendone due
quartine:
Ma c'è un vantaggio, chi non fu mai viva,
è certo che non potrà morire.
Un simbolo non soffre il divenire,
la cultura su questo è tassativa.
Se vi ho annoiato, questo vi consoli:
anch'io sono annoiata di me stessa,
viva soltanto come poetessa,
la vera vita non consente voli.
In queste sconsolate parole la poetessa si schernisce, come è tipico
delle grandi menti, ma richiama anche, al di là del caso personale, il problema
delle tante donne morte nell'animo e nel pensiero - oltre ai casi più estremi
di abuso e violenza fisica - private cioè di
quegli strumenti di conoscenza e di erudizione che soli consentirebbero la consapevolezza
dei loro ruoli subalterni all'uomo, ruoli a cui sono condizionate e costrette
dalle tre religioni monoteiste di questo pianeta.
Il tema è attualissimo e spero che Lorenza Franco continui la sua opera
letteraria in modalità diverse da quelle della sola poesia, come insegnano i
grandi libri di denuncia sociale - che non mi stancherò mai di presentare
presso il mio Centro Culturale Candide - che fanno da controcanto alle menzogne
e agli inganni, non solo alle omertà e ai silenzi, di questa epoca di profonda
crisi di valori e di coscienza civile.
avv. Giovanni Bonomo
Centro Culturale Candide
Galleria fotografica della serata in